Highwaymen
Per la serie la paura corre sulla strada. Rennie Cray (Jim Caviezel - La passione di Cristo) ha perso la moglie a causa di un incidente provocato da un pazzo che si diverte a seminare terrore e morte con la sua auto. Deciso a vendicarsi, passa due anni sulle tracce del killer, un certo James Fargo (Colm Feore - Paycheck) senza riuscire ad avvicinarlo, finché questi non provoca uno spaventoso incidente in cui resta coinvolta un'amica di Molly Poole (Rhona Mitra - The life of David Gale) che diventa l'unica superstite/testimone dell'accaduto. Fargo non può lasciare che la ragazza lo incastri, ecco perché si mette sulle sue tracce. Ma Molly ha trovato un angelo custode: Rennie. In breve diventerà l'esca che permetterà all'uomo di catturare il pirata della strada e di portare finalmente a compimento la sua vendetta.
Strade infinitamente lunghe e dritte, motel cadenti, stanze fatiscenti, belle donne, disperazione, sono questi gli elementi su cui si costruisce il film che vede come protagonista un irriconoscibile Jim Caviezel, finalmente ripulito dal sangue delle frustate (che però sul finale torna a imbrattargli il volto...), che tiene il broncio per tutta la durata della pellicola e cerca di dare uno spessore psicologico ad un personaggio assolutamente poco credibile.
Per quanto riguarda la trama, diciamo che essa è la risultante di un mix fatto con un po' di Fast and Fourius, un po' di Duel e una strizzatina de La macchina nera. Se si tiene conto che il film è diretto dal "padre" del road thriller, che nel 1986 girò The hitcher, la delusione è molta. Questa volta infatti, mancano proprio la suspense, il ritmo incalzante e il montaggio rapido e sferzante che resero celebre la prima pellicola del regista. Manca soprattutto l'eccelso Rutger Hauer, carismatico e penetrante, che non ha nulla a che spartire con il patetico Colm Feore, che si trova a vestire i panni di un insulso personaggio risultante da un fusione di protesi e parti umane. Più che sull'azione o sulla violenza o ancora sull'incertezza e la voglia di sorprendere lo spettatore, il film calca la mano sull'aspetto psicologico dei personaggi, cercando di spiegare in maniera sbrigativa le possibili motivazioni del killer, del suo inseguitore e della preda. Si vedono così scene in cui il ritmo scende vertiginosamente e in cui la trama fa dei voli pindarici per cercare di essere interessante. In definitiva il genere del film non è troppo chiaro, anche se nelle intenzioni del regista doveva essere un film d'azione...ma santo dio, se proprio deve essere un action movie che lo sia fino in fondo...almeno un inseguimento mozzafiato fatecelo vedere!!!
Teresa Lavanga
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