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Lei











Anticonvenzionale, poetico, ricco di sentimenti, capace di sviscerare la natura più intima dell’uomo, questo è "Her", il nuovo capolavoro di Spike Jonze, che dopo il successo dell’intrigante e metaforico "Nel paese delle creature selvagge" crea un’opera completamente diversa, ma altrettanto forte a livello emotivo e psicologico.
Jonze propone stavolta un’analisi della natura umana, del suo bisogno di essere felice, di superare il senso di vuoto e soprattutto di isolamento, perché l’uomo è un animale socievole. Tra commedia e dramma sentimentale, in un mix eccezionale fra reale e irreale, tra dialoghi divertenti e altrettanto dolorosi, viene analizzato il rapporto fra l’uomo e la macchina. E’ innegabile che dal lontano 1940 circa, quando nacque il primo "computer", la tecnologia in questo campo si sia evoluta a gran velocità e il rapporto con la "macchina" stia diventando ogni giorno più stretto, quasi una dipendenza ed è partendo da questa considerazione che prende vita l’idea di "Her".
In un futuro, forse non troppo lontano, fra grattacieli e videogames olografici, in contrasto con il look e gli arredamenti anni ’70 dai colori pastello, vive Theodore Twombly, interpretato da un eccezionale e stupefacente Joaquin Phoenix, che lavora come scrittore presso un’azienda che confeziona lettere sentimentali a pagamento per i clienti. E’ un poeta che vive i sentimenti degli altri senza però far chiarezza sui propri, senza riuscire a superare il dolore causato dal divorzio imminente. La disperazione e la solitudine lo schiacciano tanto che decide di acquistare il nuovo e rivoluzionario sistema operativo in grado di relazionarsi e ragionare con l’utente, ma soprattutto in grado di "crescere" attraverso l’esperienza. Con il tempo Theodore proietta i sentimenti sulla voce del sistema operativo OS, che ha assunto il nome di Samantha, creando una relazione sentimentale impossibile e illogica come gli sottolinea l’ex moglie, interpretata da Rooney Mara. Lei è la voce del raziocinio cui fa da contraltare quella del sentimento rappresentata dalla migliore amica di Theodore e qui interpretata da Amy Adams, cui si aggiunge quella timida e impacciata di Olivia Wilde, presente in un piccolo cammeo.
Non ci sono preconcetti, tutto viene rappresentato con raffinatezza ed eleganza, mostrando i diversi sentimenti di Theodore, un’analisi profonda e onesta che mostra la crescita di una persona, e perché no, anche di un sistema operativo. "Her" è un’opera carica di sentimenti, struggente, romantica, delicata e commovente, divertente che punta tutto sull’abilità e il talento di Joaquin Phoenix. Non è la prima volta che l’attore mostra la sua capacità, ma in questo caso sembra superare i suoi limiti immergendosi completamente nel ruolo e creando un uomo vero ricco di sentimenti, confuso, mite e dolce, che desidera solo essere felice, un animo poetico capace di trascendere la materia e innamorarsi di una semplice voce o meglio dell’intelligenza di un’altra intelligenza, sia puressa semplicemente un sistema operativo.
E’ un’opera geniale, intensa e talmente articolata che è ben difficile da incasellare e proprio per questo è un capolavoro.

La frase:
"Come ci si sente ad essere vivi in quella stanza?".

a cura di Federica Di Bartolo

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