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Il colpo
La definizione più calzante per "Il Colpo" è sicuramente: una matrioska. Ogni volta che si pensa di essere arrivati ad un punto fermo o di aver compreso la psicologia di un personaggio si resta spiazzati da un nuovo tassello. Ognuno sembra recitare un parte ad uso e consumo degli altri, ognuno ha uno scopo recondito e soltanto a posteriori, sapendo quale sarà l'esito finale, si ricordano piccoli particolari o frasi che avrebbero potuto avere una valenza diversa se lette in un'altra ottica.
David Mamet (La Casa dei Giochi), autore e regista, dirige magistralmente un cast di prim'ordine.
Joe Moore (Gene Hackman / "Behind Enemy Lines") è un esperto ladro di gioielli che con la sua ben oliata banda, composta dalla moglie Fran (Rebecca Pidgeon / "Hollywood Vermont") e dai suoi due vecchi compari Bobby (Delroy Lindo / "Ransom") e Pinky (Ricky Jay / "Il Domani non Muore mai"), mette a segno incredibili colpi senza l'uso della violenza. Purtroppo nell'ultima rapina qualcosa va storto e Joe viene ripreso senza maschera dalla telecamera di sorveglianza. Ormai "bruciato" deve lasciare lo stato, ma non prima di un ultimo "lavoro" che il suo ricettatore, Bergman (Danny De Vito / "Man on the Moon") lo vuole costringere a fare.
Il colpo è molto grosso, ognuno vorrebbe ingrandire la sua fetta a scapito degli altri ed anche una vecchia volpe come Joe - il cui motto è: "Io senza un piano di riserva non mi allaccio neanche le scarpe!" - comincia a perdere colpi e a fidarsi troppo degli altri.
I pregi della direzione di Mamet sono molti, al di la della sceneggiatura, nessun personaggio ruba mai la scena agli altri, tutto è gestito in grande equilibrio, mantenendo lo spettatore in uno stato di costante tensione, spesso ricavata non tanto da scene pericolose in se stesse, quanto dagli stessi dialoghi dei protagonisti. Un film del genere fa sorgere spontaneo un paragone con "The Score" di Frank Oz, molto simile come struttura, ma decisamente inferiore soprattutto sul piano del ritmo.
La pellicola non è soltanto il racconto di un colpo, ma anche una storia sull'amicizia che può legare delle persone come Joe, Bobby e Pinky, sul tradimento e su come le vecchie generazioni - spesso migliori - siano soppiantate dalle nuove. L'unico dubbio è legato alla domanda su come professionisti di quel calibro possano commettere incredibili leggerezze o su come possano ingannarsi conoscendosi così bene.
Un appunto su Sam Rockwell: ci auguriamo che il doppiaggio lo abbia penalizzato, poiché in caso contrario la sua recitazione è decisamente al di sotto di tutti gli altri.
La frase: "È talmente calmo che quando va a letto sono le pecore che contano lui."
Curiosità: Pinky (Ricky Jay) è considerato uno dei più grandi prestigiatori del mondo, specialmente con un mazzo di carte. Nella prima rapina tiene in mano una pila di libri tra cui si riconosce il titolo "The Magic of Barcellona".
Indicazioni: Per chi sa apprezzare un film dove conta non solo l'azione, ma anche l'approfondimento dei personaggi.
Valerio Salvi
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