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Harry Potter e l'Ordine della Fenice
Il quinto romanzo della fortunatissima serie di Harry Potter rappresenta un punto di svolta di grande importanza per il mago ormai adolescente e per i suoi amici di sempre. Nell'Ordine della Fenice fa la sua irruzione il mondo esterno, fino ad allora tenuto al di là dei robusti cancelli di Hogwarts, e con questo fanno il loro ingresso la politica, i suoi complotti e le sue macchinazioni. Dopo il ritorno di Voldemort nella tragica conclusione del Calice di fuoco, il Ministero della magia, gigantesca struttura nei sotterranei del Ministero della difesa diretta da Caramel, inizia una campagna di odio per screditare le notizie di Harry sulla rinascita del capo dei "mangiamorte".
Nelle fiabe, come del resto nella letteratura per ragazzi, il conflitto principale è dato dal contrasto fra adulti e fanciulli, proprio perché questi ultimi non vengono creduti e godono di ben poca considerazione. La risoluzione di questo tipo di vicenda dimostra invariabilmente che nonostante tutto sono proprio i più piccoli a sventare un grande pericolo con il coraggio e il cristallino senso d'amicizia della loro giovane età. L'Ordine della fenice si inserisce a pieno diritto in questo filone e in effetti rappresenta il momento della crescita e della consapevolezza nella vita dei giovani eroi di Harry Potter.
Per questa ragione ci troviamo di fronte a un film per molti versi "di passaggio", in cui cioè viene preparata la strada per i conflitti successivi e per la vera e propria guerra tra Voldemort e la comunità magica.
La vera nemesi di Harry in questo caso non è però l'oscuro signore, ma un oscuro funzionario, la sottosegretaria Dolores Umbridge. Imelda Staunton, del resto eccellente attrice di teatro, dà corpo con grande efficacia a uno dei personaggi più odiosi e realistici nati dalla penna della Rowling. Ne emerge il ritratto della classica "signora bene" che non disdegna la pratica del male per raggiungere i propri obiettivi. Del resto la stessa scrittrice ha dichiarato in diverse occasioni di provare un piacere particolare nel torturare un personaggio così gretto e meschino e che comunque ha un che di diabolico nella sua pedante passione per la burocrazia, le ordinanze e i divieti. I momenti più divertenti del film sono proprio affidati a questa piccola donna che in fondo detesta profondamente i bambini. Molto affascinanti le lezioni di "Occlumanzia" (difesa dalle invasioni mentali), in cui viene dato spazio a Severus Piton, anche qui magistralmente interpretato da Alan Rickman.
Se non fosse per questi due personaggi e per lo scontro fra Silente e Voldemort, non privo di una certa epicità, di questo film rimarrebbe ben poco. Il carattere interlocutorio della vicenda non viene di certo aiutato da una regia anonima e di maniera, che in molti passaggi sembra trascinarsi stancamente. Alcuni spunti di divertimento sono sempre presenti e di sicura godibilità per gli appassionati di Harry, ma sono francamente insufficienti a risollevare le sorti di un film che finora sembra il più debole della serie.
La frase: "Non può negare che Silente abbia stile!"
Mauro Corso
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