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Ghost World
"Ghost World" si inserisce nel prolifico genere dei film che portano sul grande schermo fumetti o stripes di successo. Basato sul popolarissimo libro a fumetti underground di Daniel Clowes "Ghost World" è una commedia un pò amara che racconta le gesta di Enid (Thora Birch, "American Beauty") e Rebecca (Scarlett Johansson, "L'uomo che sussurrava ai cavalli" e "L'uomo che non c'era") due teen ager americane dopo il conseguimento del diploma del liceo. Enid e Rebecca sono però delle american girls molto sui generis. Rifuggono le chiassose compagnie di comitive strombazzanti, odiano i muscoli gonfiati dei maschietti che gli ronzano attorno o le squittenti vocine delle loro ex compagne di classe. Enid, in particolare, sembra votata al languido sacrificio della passione per le piccole cose di cattivo gusto (veste con decadenti abitini post punk dai colori improbabili) e si invaghisce di Seymour (Steve Buscemi, "Fargo"), incallito collezionista di vecchi dischi in vinile e di altri curiosi e variegati oggetti, "paccottiglia vecchio stile", come ama definirli Enid. Film dall'impostazione rigorosa, tutto verte emblematicamente a definire e delineare la personalità dei personaggi, l'opera trova il suo pregio maggiore proprio nell'idea attorno alla quale ruota tutta la narrazione: il disagio delle due adolescenti al momento di varcare il confine del mondo degli adulti. Disagio, accentuato dall'eccentricità delle due giovani, e ben rappresentato nel loro grottesco girovagare in centri commerciali anonimi e spersonalizzanti o in locali di plastica, falsi e senza anima. Il regista Terry Zwigoff, autore della sceneggiatura assieme a Clowes, coglie le essenzialità dei caratteri dei personaggi e su di essi costruisce un discreto prodotto. Il lavoro, però, risulta appesantito e di difficile digeribilità a causa di un eccessivo didascalismo descrittivo che finisce per rendere la narrazione lenta e scarsamente fluida. Essa procede a compartimenti stagni, troppo avviluppata sulle psicologie dei personaggi, veramente come se si trattasse delle strisce di un fumetto. Peraltro, del fumetto il film ha molto. A partire dall'attenzione per i colori, sempre molto enfatizzati da una fotografia lucida e curata, dalle mimiche dei personaggi (bravo tutto il cast degli attori), dalle inquadrature elementari e caratterizzate da una certa fissità: tutti gli stilemi utilizzati richiamano la forma artistica da cui il film ha origine.
Una segnalazione particolare la riservo alle musiche che alterna brani di hard rock con alcune bellissime ballate blues degli anni '20. D'altronde, la scelta dei brani musicali è stata effettuata direttamente dallo stesso Zwigoff che, come il personaggio interpretato da Buscemi, è un collezionista di dischi a 78 giri di musica jazz e blues dei primi anni del secolo.
Un film particolare, indefinibile come le sue protagoniste.
Das
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