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Ghost Rider
Tra i numerosi fumetti della Marvel che hanno trovato negli ultimi anni una rappresentazione cinematografica Ghost Rider più di molti altri ha dovuto affrontare una strada irta di ostacoli.
A partire dal 2000, anno in cui la produzione ha stipulato l'accordo per la realizzazione del titolo, il primo giorno delle riprese è stato rimandato in continuazione, per continui cambiamenti nella scelta del regista e del protagonista e da ultimo per inconsistenze della sceneggiatura. Solo nel 2005 è stato superato l'empasse e il titolo ha visto la luce.
Lo spirito della vendetta dalla testa fiammeggiante è molto legato idealmente e visivamente al western classico, oltre che alla canzone di Stan Jones "Ghost riders in the Sky". In questo brano, ripreso poi da più di cinquanta artisti, un cowboy si imbatte in alcuni mandriani fantasmi che radunano e guardano il bestiame infernale di Satana. Rivelano al giovane che se non riuscirà a salvare la sua anima dovrà unirsi a loro e cavalcare per l'eternità per recuperare quello che appartiene al diavolo.
La leggenda narrata all'inizio di "Ghost Rider" (e inspiegabilmente nella traduzione viene detto "Ovest" invece del ben più comprensibile "West") ricalca molto questa visione, ma poiché anche il diavolo si sa adattare ai tempi, la cavalcatura di Johnny Blaze diventa una motocicletta infernale, in grado di compiere evoluzioni certamente al di fuori dell'ordinario. Non è un caso che il diavolo sia interpretato da Peter Fonda, come se si volesse istituire una sorta di continuità con l'Easy Rider dei bei tempi che furono.
Come però già si comprende Ghost Rider è un film su un supereroe nato negli anni '70 e questo vuol dire azione spezzata in parte dai tormenti interiori di un personaggio sospeso tra libero arbitrio ed accettazione del proprio destino. Sfortunatamente si tratta di uno schema che inizia a far sentire la propria età: molte scene sono prevedibili fin dall'inizio e solo qualche scena giustamente "inverosimile" è in grado di regalare qualche forma basilare di intrattenimento.
Nicholas Cage nel ruolo dello spirito del fuoco (disgraziatamente) è spesso involontariamente ridicolo, e nei momenti in cui cerca di essere autoironico i risultati sono ancor più deludenti.
Sam Elliott nel ruolo del guardiano del cimitero è molto più convincente, non a caso si tratta di un caratterista specializzato in ruoli western e indimenticabile come narratore nel Grande Lebowski.
È possibile che Ghost Rider trovi un proprio pubblico, cui saranno congeniali i tratti di un fumetto classico, ma non è certo una pellicola destinata a durare nel tempo e nella memoria.
Però c'è una forma embrionale di evoluzione nel regista Mark Steven Johnson (di cui tutti ricordiamo con angoscia il "DareDevil") se non altro in una certa rivisitazione del genere western, purtroppo non del tutto riuscita.
La frase: "Tu sei... colpevole!"
Mauro Corso
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