Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Frizzante, allegro e pieno di fantasiosi colpi di scena: può definirsi così Frozen, il nuovo musical animato prodotto dalla Walt Disney Pictures e diretto da Chris Buck e Jennifer Lee. La principessa Elsa, primogenita della famiglia reale di Arandelle, è nata con il potere di creare ghiaccio e neve con le proprie mani. Per quanto ciò diverta enormemente la piccola Anna, sua sorella, che le chiede spesso di creare pupazzi, decorazioni e gelidi paesaggi invernali, se rimane incontrollato il potere può trasformarsi da magia in maledizione per l’interno regno. È quanto accade il giorno della festa per l’incoronazione di Elsa, ormai diciottenne. Dopo una adolescenza vissuta nell’isolamento e nel terrore che il proprio tocco magico potesse causare la morte di persone a lei care, Elsa si mostra in pubblico per la fastosa cerimonia. In seguito a litigio con la giovane sorella, tuttavia, accade l’irreparabile: Elsa fugge furiosa dal castello, decisa a rimanere isolata sulla cima della montagna più alta per il resto della propria vita. La sua fuga getterà il regno in un inverno permanete. Anna decide di mettersi in viaggio per cercarla e affronta il gelo e la neve in un’avventura che cambierà la sua vita e quella di tutto il regno.
Nel suo viaggio l’intrepida Anna incontra degli splendidi compagni: Sven, venditore di ghiaccio dal barbaro aspetto, ma dal cuore tenero, in compagnia della sua renna affettuosa e soprattutto Olaf, un bizzarro pupazzo di neve dalla comicità irresistibile che sa condire ogni avventura di risate sincere.
Tenera e avvincente, la narrazione raggiunge piccoli e grandi, rapendoli in un unico viaggio. Ai piccoli giunge l’immediatezza delle emozioni e del divertimento; ai grandi la profondità del messaggio.
Il potere della principessa Elsa, infatti, non è che un aspetto della sua personalità, come per altri può essere l’ottimismo, la generosità, l’avarizia o la cattiveria. Ogni lato della personalità può essere un dono, se è presente nella giusta misura, ma può diventare una maledizione, per se stessi e per gli altri, se si manifesta in dosi eccessive. Elsa teme il proprio potere perché non è capace di controllarlo; così come ciascuno di noi teme ciò che di più profondo gli appartiene, quando sa di non saperlo gestire. Nascondiamo allo sguardo altrui le nostre ombre credendoci incapaci di illuminarle, trasformandole in una risorsa. È come se, impauriti dalla nostra immagine, allontanassimo lo specchio nella speranza che, insieme all’immagine, scompaia anche la consapevolezza che quell’immagine è la nostra. Accettarsi per ciò che si è; accettarsi senza timori: questo è il prezioso messaggio che gli eroi di questa favola vogliono raccontare. Ma c’è di più: il film sembra dirci che soltanto lo sguardo fiducioso di una persona che ci ama è capace di gettare luce sui nostri lati oscuri e sulle nostre paure.
Tutti questi temi sono affrontati con estrema leggerezza, quasi sussurrati. Forse alcune delle musiche risultano melense e i testi delle canzoni perdono di efficacia nella traduzione italiana, ma è davvero poca cosa a fronte della piacevole sensazione con cui si giunge ai tioli di coda.
La frase:
"Solo un gesto di vero amore potrà sciogliere un cuore di ghiaccio".
a cura di Simone Arseni
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