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contro i film horror |
Ehja25
Reg.: 22 Apr 2004 Messaggi: 434 Da: Ponte di Piave (TV)
| Inviato: 09-04-2005 13:00 |
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non capisco questa critica agli horror....
il fatto che l'ideologia sia la forma più raffinata e indiretta di critica sociale può essere discussa in sfere più ampie ma sicuramente non si può mettere in dubbio che per la maggior parte delle persone sia così.... ciò nonostante vi sono molti tipi di film che rappresentano ideologie in maniera molto meno eclettica e con termini di contestazione più restrittivi.....
L'horror in sostanza non è un'esaltazione delle paure e non credo neanche che possa avere un univoco senso pedegogo nel cercare di esorcizzarle spiattellandocele davanti....
dobbiamo ricordare che l'horror è un genere cinematografico,letteario e quant'altro, proprio come il romanticismo o l'avventura.... quindi nasce prima di tutto per sucitare emozioni.... ed un film di buona regia e cast lo fa in modo superbo a mio avviso.....
_________________ ___________;-) Ehja 25 ;-)__________
cliccare per credere!!!!!!!!!!
http://s3.bitefight.it/c.php?uid=64452
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Ehja25
Reg.: 22 Apr 2004 Messaggi: 434 Da: Ponte di Piave (TV)
| Inviato: 09-04-2005 13:03 |
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a proposito unbreakable non è un horror, può essere considerato ai limiti del psicologico, ma rimane un film di intattenimento, di stile generico, forse avventura.... ma neanche.... comunque non un horror!
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Ehja25
Reg.: 22 Apr 2004 Messaggi: 434 Da: Ponte di Piave (TV)
| Inviato: 09-04-2005 13:05 |
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quote: In data 2005-04-07 14:41, dende83 scrive:
quote: In data 2005-03-25 14:10, RickBlaine scrive:
quote: In data 2005-03-25 13:56, 83Alo83 scrive:
è questa la differenza tra vietcong e un qualunque rickblaine o lemona...
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Non è detto che se ti riempi la bocca di paroloni e "pisci" (termine giornalistico che sta ad indicare quando scrivi un articolo troppo lungo) quattro pagine, quello che tu dici sia per forza più profondo di un concetto espresso in poche righe con parole accessibili a tutti.
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Parole santissime cazzo.... in questo forum c'è la perversa abitudine di mettere in mostra il proprio sapere anche quando sotto sotto c'è poca sostanza.
x vietcong poi quando dice che:
Lo scopo della visione non è provare emozioni (o tanto meno elaborare idee), ma avvertire delle pure e semplici sensazioni.
Beh è l'apoteosi del ridicolo, La paura è una delle principali emozioni umane, i film dell'orrore spesso sono stati i migliori esempi di critica sociale quindi molto consigliate per provare emozioni forti ed elaborare idee.
per il resto e ok
[ Questo messaggio è stato modificato da: dende83 il 07-04-2005 alle 14:56 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: dende83 il 07-04-2005 alle 15:03 ]
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ben detto!!! hai tutto il mio appoggio!!!!
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 09-04-2005 18:45 |
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quote: In data 2005-04-07 14:41, dende83 scrive:
quote: In data 2005-03-25 14:10, RickBlaine scrive:
quote: In data 2005-03-25 13:56, 83Alo83 scrive:
è questa la differenza tra vietcong e un qualunque rickblaine o lemona...
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Non è detto che se ti riempi la bocca di paroloni e "pisci" (termine giornalistico che sta ad indicare quando scrivi un articolo troppo lungo) quattro pagine, quello che tu dici sia per forza più profondo di un concetto espresso in poche righe con parole accessibili a tutti.
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Parole santissime cazzo....
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Non capisco dov'è che avrei pisciato, non mi sembra di essermi ripetuto molto, nè di aver usato un vocabolario specifico o settoriale (tranne il riferimento, comunque marginale, ai fenomeni dell'eidetismo e delle immagini ipnagogiche). Avendo uno scopo polemico, l'oscurità non era certo nelle mie intenzioni.
E proprio partendo da uno spunto polemico, non mi interessava scrivere qualcosa di 'profondo' e di 'vero', ma qualcosa di energico. Se si vuole controbattere un intervento lungo e argomentato, o lo si smonta o se ne scrive uno altrettanto forte: non ce la si cava con poche parole se non si è maestri aforisti o ironisti. La Ragione la si porta sul campo di battaglia , non la si agita come uno stendardo.
La realtà è che quando si vede attaccato con forza qualcosa che ci piace, ci si arrabbia, si entra in uno stato ansioso, quasi di minaccia. Quando una volta Daniel parlò malissimo di Fellini, uscii fuori dai gangheri.. lo ho odiato. Ma mi sono anche sforzato di analizzare le sue ragioni e di spiegare la mia visione di 8 e mezzo.
E' questo penso il processo dialettico che dovrebbe dominare un forum di cinema. Voi che mi criticate non potete negare che il mio intervento sia stato produttivo: alcune risposte sono interessanti analisi o riflessioni sull'horror in generale. Penso, fra quanti non ho commentato, all'intervento di Deep. Non ho nulla contro il gioco del 'mi piace, non mi piace', 'è bello/non è bello' (anzi adesso vado a scrivere che 8 e mezzo è il più grande film di tutti i tempi), ma è un fatto che ci sia più roba interessante qui sull'horror che in altri thread di natura entusiastica.
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 09-04-2005 18:51 |
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quote: In data 2005-04-07 14:41, dende83 scrive:
x vietcong poi quando dice che:
Lo scopo della visione non è provare emozioni (o tanto meno elaborare idee), ma avvertire delle pure e semplici sensazioni.
Beh è l'apoteosi del ridicolo, La paura è una delle principali emozioni umane, i film dell'orrore spesso sono stati i migliori esempi di critica sociale quindi molto consigliate per provare emozioni forti ed elaborare idee.
per il resto e ok
[ Questo messaggio è stato modificato da: dende83 il 07-04-2005 alle 14:56 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: dende83 il 07-04-2005 alle 15:03 ]
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ecco, le critiche specifiche le apprezzo. Hai ragione, la paura è ovviamente un'emozione. Mi riferivo però al contrasto fra la pura sensazione/pulsione e il sentimento, che è qualcosa di più elaborato, in cui il soggetto (io, identità; scegliete il termine che più vi piace) non è paralizzato, ma anzi pienamente espresso.
Non sono certo il primo a dire che la paura mangia l'anima. Chi era quel regista tedesco... boh, che importa, andiamo a sfogliare uno dei cinque topic su film dell'orrore nella prima di tuttocinema...
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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DonNight89
Reg.: 12 Feb 2005 Messaggi: 377 Da: Spongano (LE)
| Inviato: 10-05-2005 10:14 |
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quote: In data 2005-03-25 14:10, RickBlaine scrive:
quote: In data 2005-03-25 13:56, 83Alo83 scrive:
è questa la differenza tra vietcong e un qualunque rickblaine o lemona...
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Non è detto che se ti riempi la bocca di paroloni e "pisci" (termine giornalistico che sta ad indicare quando scrivi un articolo troppo lungo) quattro pagine, quello che tu dici sia per forza più profondo di un concetto espresso in poche righe con parole accessibili a tutti.
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È impossibile darti torto
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DonNight89
Reg.: 12 Feb 2005 Messaggi: 377 Da: Spongano (LE)
| Inviato: 10-05-2005 10:14 |
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quote: In data 2005-03-25 17:19, DottorDio scrive:
L'horror è forse uno dei generi più difficili sul quale girare un film, perchè si corre sempre il rischio di cadere sul banale e di conseguenza sul ridicolo.
Se per horror intendiamo quei film dove i protagonisti sono stupidi e fanno di tutto per farsi sbudellare come degli idioti è un conto, ma se parliamo di Horror con la H maiuscola come Shining o Rosemary's Baby è un altro conto.
Certo, ci sono molte pellicole che si spacciano come horror e che bisognerebbe accusarli del fatto che si spaccino come film!
Però ci sono anche film che parlano dei timori e delle paure umane che creano un'inquietudine pazzesca, come per esempio in "l'inquilino del terzo piano" di Polanski (il nome originale inglese è molto diverso, spero che abbiate capito di che film parlo) dove lo spettatore viene turbato, come tra l'altro lo stesso protagonista, da fatti e circostanze stranissime, senza mai scadere nel ridicolo e non facendoci regredire mentalmente.
Succo della storia, bisogna vedere cosa si intende veramente per horror, perchè se lo si intende esclusivamente come un qualcosa che ti deve far solbalzare dalla sedia, forse stiamo parlando di qualcosa che non esiste, o che per lo meno lo possiamo riscontrare in pochissime scene di uno stesso film
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MI hai (quasi) tolto le parole dalla bocca joe..! |
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DonNight89
Reg.: 12 Feb 2005 Messaggi: 377 Da: Spongano (LE)
| Inviato: 10-05-2005 10:14 |
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quote: In data 2005-03-25 17:59, TesPatton scrive:
Per come la penso io, gli horror non servono ad esorcizzare certe paure, bensì ad amplificarle.
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Naaa |
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RickBlaine
Reg.: 30 Mar 2003 Messaggi: 1868 Da: Collegno (TO)
| Inviato: 10-05-2005 10:21 |
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quote: In data 2005-04-09 18:45, vietcong scrive:
non mi interessava scrivere qualcosa di 'profondo' e di 'vero'
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Ma allora perché l'hai scritto?
_________________ Best Always, John Landis |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-05-2005 14:56 |
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quote: In data 2005-05-10 10:21, RickBlaine scrive:
quote: In data 2005-04-09 18:45, vietcong scrive:
non mi interessava scrivere qualcosa di 'profondo' e di 'vero'
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Ma allora perché l'hai scritto?
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tu scrivi solo cose vere e profonde?
l'ho scritto per provocare risposte analitiche e interessanti e collezionare commenti piccati e di poco peso.
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Bonjo3
Reg.: 13 Ott 2004 Messaggi: 404 Da: Lucca (LU)
| Inviato: 10-05-2005 17:38 |
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Si son dette un sacco di cose interessanti in questo topic (anche vaccate ma questo è inevitabile), rimane poco da dire se non che marine secondo me ha detto di gran lunga una delle cose più interessanti
quote: In data 2005-03-26 16:19, Marienbad scrive:
A tal proposito spezzo una lancia a favore proprio del cinema horror, e lo faccio in relazione al suo testo filmico e non alle sue prerogative; perchè è proprio questo tipo di cinema in cui, grazie anche alla moltitudine di significanti di cui dispone ogni significato horrorifico (si pensi alle immagini cui è possibile associare la paura, l'angoscia e la morte, e quante poche immagini possano essere associate l'amore o la felicità, in termini di fantasie), il contenuto visivo del testo assume il comando all'interno di quello filmico, spesso trasferendo significati allo spettatore nella loro complessa forma e autenticità; cosa che sempre più raramente accade in un film drammatico o una commedia, che sempre dovranno dipendere da una struttura narrativa di altro tipo, e non prettamente visiva (come infatti accade per l'horror: mi viene in mente molto del cinema horror orientale, che sa perfettamente come operarsi in tal senso).
Il genere horror quindi, è certamente quello che, nel cammino verso la formulazione e vivificazione di pensieri (che non va tradotto nel termine "spaventare, che resta riduttivo), quello che ha raggiunto il più alto grado di efficacia, all'interno della cinematografia.
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Secondo me è prorpio per questo che i film di lynch sono fenomenali, se si pensa a mhullond drive il principio base che lega ogni scena è esattamente la messa in scena delle immagini horrorifiche; anche il rapporto tra le protagoniste è vissuto con ansia (tra l'altro è la stessa operazione messa in piedi in blu velvet), e sccondo me questo è un pregio fantatico dei film di lynch.
ps ho coem l'impressione di aver scritto un post inutile
_________________ Va un casino quest'anno! |
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DonNight89
Reg.: 12 Feb 2005 Messaggi: 377 Da: Spongano (LE)
| Inviato: 06-01-2006 00:37 |
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quote: In data 2005-05-10 17:38, Bonjo3 scrive:
Si son dette un sacco di cose interessanti in questo topic (anche vaccate ma questo è inevitabile), rimane poco da dire se non che marine secondo me ha detto di gran lunga una delle cose più interessanti
quote: In data 2005-03-26 16:19, Marienbad scrive:
A tal proposito spezzo una lancia a favore proprio del cinema horror, e lo faccio in relazione al suo testo filmico e non alle sue prerogative; perchè è proprio questo tipo di cinema in cui, grazie anche alla moltitudine di significanti di cui dispone ogni significato horrorifico (si pensi alle immagini cui è possibile associare la paura, l'angoscia e la morte, e quante poche immagini possano essere associate l'amore o la felicità, in termini di fantasie), il contenuto visivo del testo assume il comando all'interno di quello filmico, spesso trasferendo significati allo spettatore nella loro complessa forma e autenticità; cosa che sempre più raramente accade in un film drammatico o una commedia, che sempre dovranno dipendere da una struttura narrativa di altro tipo, e non prettamente visiva (come infatti accade per l'horror: mi viene in mente molto del cinema horror orientale, che sa perfettamente come operarsi in tal senso).
Il genere horror quindi, è certamente quello che, nel cammino verso la formulazione e vivificazione di pensieri (che non va tradotto nel termine "spaventare, che resta riduttivo), quello che ha raggiunto il più alto grado di efficacia, all'interno della cinematografia.
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Secondo me è prorpio per questo che i film di lynch sono fenomenali, se si pensa a mhullond drive il principio base che lega ogni scena è esattamente la messa in scena delle immagini horrorifiche; anche il rapporto tra le protagoniste è vissuto con ansia (tra l'altro è la stessa operazione messa in piedi in blu velvet), e sccondo me questo è un pregio fantatico dei film di lynch.
ps ho coem l'impressione di aver scritto un post inutile
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Mi togli una curiosità, nel tuo avatar sono presenti i blues brother? |
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royearle ex "meskal"
Reg.: 06 Mag 2005 Messaggi: 6294 Da: napoli (NA)
| Inviato: 06-01-2006 15:23 |
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quote: In data 2005-03-25 13:15, vietcong scrive:
L’horror è senza dubbio il più reazionario, regressivo e oscurantista fra i generi cinematografici. Non sono di solito fra quanti si affrettano a usare il termine ‘reazionario’ come giudizio di valore negativo, ma questo è il caso.
I film dell’orrore per funzionare fanno leva sui sentimenti peggiori dell’animo umano, sulle sue paure più irrazionali: in generale essi operano un clamoroso salto all’indietro, all’epoca – prerazionale – in cui eravamo bambini completamente indifesi e pertanto timorosi di tutto. Chiunque di noi nell’infanzia ha girato i suoi piccoli film del terrore, immaginando mani vampiresche sbucare da sotto il letto, o assegnando una nascita demoniaca a quel bambino ‘che parla strano’. A volte erano fantasie quasi appaganti, altre volte eravamo terrorizzati da noi stessi, o dai nostri coetanei più fantasiosi e crudeli. Qualcosa di tutto questo permane anche nell’età adulta, nel disagio che ci procura una strada buia seppure tranquillissima e sicura, o nelle superstizioni, che operano nello stesso terreno di caccia dei film dell’orrore. Come la superstizione, l’horror ci riconsegna a una condizione penosa di deficit razionale, rivelando quanto siano instabili e transitorie le conquiste del progresso e della civiltà.
Il film dell’orrore è regressivo perché precipita lo spettatore nella condizione infantile di vivere una realtà i cui contorni non sono stati fissati, in cui tutti gli oggetti dell’esperienza – cose o persone – invece di assumere la loro posizione in un quadro stabile, oggettivo, reclamano una spaventosa e sanguinaria indipendenza, che poi si esprime di solito in una licenza di uccidere. Insomma, vivono animati della proiezione di paure ataviche e soggettive. Dalle figure archetipe – la madre, la casa – agli elementi più tecnologici – l’ascensore, l’automobile – niente è mai stabile, rassicurante. E niente è mai del tutto nostro: i film in cui a ribellarsi sono la casa e il corpo (metafora l’uno dell’altro) sono i più emblematici di questa penosa assenza di controllo: più che al bambino penso qui all’uomo preistorico, mai al sicuro e non in grado di elaborare la realtà in idee stabili.
Il film dell’orrore è reazionario perché percepisce sempre l’alterità come minacciosa. Si fonda dunque sull’ancestrale paura del diverso e del nuovo. Lo straniero è sempre malvenuto, e persino gli agenti salvifici vengono presentati inizialmente sotto una luce fosca e inquietante. Vanifica i pochi passi fatti dall’umanità per raggiungere un rapporto maturo con la categoria dell’Altro.
Il film dell’orrore è oscurantista perchè drammatizza il senso del nuovo non come gusto della scoperta, ma come fonte di pericolo e distruzione: scoprire quella tomba non sarà causa di prestigio scientifico (se non transitoriamente) ma una trasgressione da punire con la morte. Il repertorio in questo senso è vastissimo (del resto il modo in cui questi film ditribuiscono premi e punizioni rivela quasi sempre una concezione più bigotta della media della società). Inutile dire che se la mentalità che sta dietro questo tipo di luogo comune narrativo avesse storicamente prevalso, la civiltà e la cultura non avrebbero fatto un solo passo in avanti.
Anche se il revival del genere è in atto già da un po’ di anni, esso sembra particolarmente adatto in un’epoca di ‘scontro delle civiltà’ e in cui si profila un futuro di conflitto permanente. Mentre le masse si gingillano coi loro funesti babau, nel mondo reale i motivi per essere razionalmente preoccupati aumentano, e i film che fanno più paura sono documentari (o presunti tali) come Farheneit 9/11 e The Corporation.
La visione di film dell’orrore rappresenta il grado più basso del consumo cinematografico; non è forse un caso che la metà degli idioti che si iscrivono a un forum smaniano in primo luogo per sapere ‘qual è il film che vi ha fatto più paura?’ Stando alle premesse, il genere potrebbe ancora riscattarsi: esso infatti potrebbe trasformare l’esperienza del prerazionale in una forma di nuova consapevolezza. Ma non è così. In effetti si direbbe che la consapevolezza sia fuorigioco nella visione degli horror, e che questi bypassino la mente per scegliere come terminale privilegiato il corpo. I resoconti più entusiasti sono tutto un profluvio di reazioni fisiche: ‘sono saltato sulla sedia’, ‘mi sono coperto gli occhi’, ‘mi sono aggrappata a chi mi stava accanto’… I consumatori di film horror non vedono il film come testo, ma come Sostanza. Più che visto, il film viene assunto. Lo scopo della visione non è provare emozioni (o tanto meno elaborare idee), ma avvertire delle pure e semplici sensazioni: è l’equivalente delle montagne russe. Si desidera convertire i soldi del biglietto o del noleggio in adrenalina, e il giudizio si baserà sovente sul numero e l’intensità delle scariche avvertite.
L’esito e il paradosso di questo tipo di consumo è nella sua sostanziale meccanicità. Per quanto detto finora, il genere si presta a un consumo particolarmente coatto e compulsivo, il che può portare a una specie di assuefazione. Il fanatico dell’horror diviene il più insensibile ai suoi orrori; anzi, diventa uno smagato ‘conoisseur’ dei suoi meccanismi, come la brillante figura dell’esperto nel meta-horror Scream, che irride tanto il moralismo quanto la ripetitività del genere. Il fanatico arriva a un tale livello di confidenza che può predire in quale minuto morirà un certo personaggio, anche se messo di fronte a un film di Rohmer, potrebbe avere serie difficoltà interpretative. Del resto, non occorre essere un esperto per sapere che quando il protagonista sta tirando il fiato, il mostro salterà fuori dal buio. Certo, gli sceneggiatori si impegnano a tirare fuori idee nuove per continuare a eccitare il pubblico, ma la natura industriale del cinema prevale e l’originalità viene replicata all’infinito (sulla scia de Il Sesto Senso, ormai possiamo stare sicuri che almeno la metà dei personaggi in verità sono già morti in partenza…).
Dunque, tutto è meccanico nel circuito dell’horror: il genere, con il suo carico di convenzioni ed espedienti sempre uguali, il consumo compulsivo e tutto ‘fisico’, la produzione, che deve garantire dell’efficienza di tale circuito. E che giubila della passività con cui il pubblico si risottomette all’ennesima visione, pur consapevole che non proverà gli stessi brividi adolescenziali o infantili… ma ormai è assuefatto. Si sa che il consumismo si basa sulla nevrosi, così come la cultura del divertimento: cosa se non nevrotica compulsione spinge i discotecari ad after hours che si inoltrano fino al mezzogiorno? Come accadeva in un horror intelligente, gli zombi ritornano al supermercato anche quando non ha più senso.
Siamo partiti dunque dalle paure del primitivo, che giace in una condizione bestiale, e siamo arrivati agli impulsi impersonali della Macchina. In mezzo, c’è l’Uomo, entità che in fondo al film dell’orrore non interessa.
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Vietcong, ma che cazzate scrivevi? |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 06-01-2006 15:37 |
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che cacacazzi..
volevo provocare un po', evidentemente. comunque c'è una chiarificazione a seguire.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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NancyKid ex "CarbonKid"
Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 06-01-2006 15:50 |
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viet sodomizzami con orrore!
_________________ eh? |
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