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King Kong 2005 di Peter Jakson |
vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-01-2006 22:30 |
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quote: In data 2005-12-31 19:00, AlZayd scrive:
quote: In data 2005-12-30 16:30, vietcong scrive:
Ho molto apprezzato il modo sofisticato e allo stesso tempo favolistico con cui vengono gestite certe transizioni e passaggi, glissando su domande come "da dove sbuca la mappa" o "perchè l'isola è rimasta nella preistoria" e non mostrandoci ad esempio un qualche ministro della difesa che dica "è un mostro! dobbiamo chiamare l'aviazione!" Gli aerei arrivano e basta, come forze naturali, come i pipistrelli che tormentavano Kong nell'isola.
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Questo è già nel film del '33. Niente di nuovo...
quote: [i]
Forse l'unico aspetto che mi è un po' mancato nel film è la dimensione erotica e sessuale, che a quanto ho letto era più forte persino nell'originale.
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A mio avviso c'è n'è fin troppo... se non fosse che l'eccesso di sentimentalismo riesce a vanificare anche l'"esotico" erotismo "bestiale".
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dove lo vedi tu l'erotismo? io non ne ho scorto traccia. Sono parzialmente d'accordo sul sentimentalismo, unico punto che condivido della tua critica.
Cioè; trovo giusta la scelta di premere sull'elemento sentimentale in maniera forte (si tratta di un film sfrontato, coerente nella sua sfrontatezza da tutti i punti di vista), ma ho trovato a tratti 'imborghesita', addomesticata, la figura di Kong (vedi balletto sul ghiaccio, che pure molti hanno apprezzato. Io sarei rimasto si più sul wild side.
Quanto al fatto che nel primo film la donna scappava e alla fine veniva rapita dal mostro, beh, ma quello non era che il politically correct dell'epoca, dove non erano accettati i matrimoni interraziali, figuriamoci innamorarsi delle bestie. Inoltre, il suo ruolo passivo mi pare ben convenzionale, altro che 'erano più svegli' negli anni trenta. Basta idealizzare il passato! Anzi, io trovo che l'esplicito innamoramento della watts per kong sia uno degli aspetti più interessanti del film.
Più ci penso più sono convinto che KK rappresenti il massimo che il cinema spettacolare americano possa dare oggi, come fu Titanic nel 1997 (con qualche additivo intellettuale metacinematografico in più, ma appunto, si parla di oggi).
quanto alla questione verisimiglianza, sono d'accordo con kagemusha e ho del resto già elogiato jackson per la sfumatura 'fiabesca' dei suoi glissati. Vi ricordo solo che il mostro è alto sei metri, non sessanta, e in una nave con decine di passeggeri adibita al trasporto delle bestie forse un posticino ci può stare.
_________________
L'erotismo è il rumore di fondo di tutti i nostri rapporti con ciò che non ci è indifferente.
[ Questo messaggio è stato modificato da: vietcong il 02-01-2006 alle 22:31 ] |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-01-2006 22:35 |
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ok avevo quasi finito di scrivere un post piuttosto lungo in cui spiegavo il perché del paragone Jackson-Kubrick, e mi si è bloccato il pc quando ho cercato di aprire un'altra pagina di internet explorer per controllare se Melville si scrivesse con una o due l prima della v. quindi si può fottere il mio pc, e si possono fottere Jackson e Kubrick.
faccio un brevissimo riassunto.
il problema, in King Kong come lo era stato nella trilogia degli anelli, è sostanzialmente duplice.
In primo luogo, si tratta di un problema di selezione, che si porta dietro di conseguenza una malsana gestione dei tempi. Le inquadrature completamente inutili non sono certo poche, e neanche quelle (s)tirate troppo per le lunghe. i casi possibili sembrano essere due: o Jackson è troppo innamorato del proprio girato, e in fase di montaggio fa fatica a scartare, o più semplicemente non è capace di comprendere cosa funziona e cosa dovrebbe essere sacrificato affinché il resto funzioni meglio. Ci piace pensare che sia vera la prima delle due (anche perché prima della trilogia Jackson ha dato abbondantemente prova di saper costruire un film senza eccedere), ma nell'uno o nell'altro caso la soluzione è la stessa: molto semplicisticamente, deve tagliare di più.
In secondo luogo, Jackson dovrebbe smetterla di dire qualsiasi cosa come se stesse chiedendo di sposarlo alla protagonista di una commedia romantica hollywoodiana di -ant'anni fa. ralenti e fermi-immagine (in particolare nella parte sull'isola), ma anche frastuoni di colonna sonora e soprattutto una macchina da presa che indugia sempre, fino a far scemare completamente l'attesa dello stacco: tutti questi mezz(ucc)i concorrono ad una spettacolarizzazione del visibile tutt'altro che funzionale ai fini della storia, che poteva essere raccontata benissimo senza sottolineare ogni parola dieci volte come fanno i bambini delle medie.
Si può dire insomma che, a causa di una inutile ed ontologicamente scorretta ricerca della perfezione e del dettaglio, Jackson abbia tirato fuori (nel Kong come nella trilogia) un prodotto lento, gonfio e tronfio, eccessivamente enfatico, ed iperbolico nell'ostentatezza di una magniloquenza assolutamente non richiesta da una fiaba che parte da Melville e Beaumont per arrivare ai pionieri del cinema.
in tutto ciò si dipana l'accostamento, che ho proposto pochi post fa, con Stanley Kubrick.
in conclusione, per rispondere a lestat (a proposito, benvenuto su filmup), King Kong non è affatto inferiore al Signore degli anelli, anzi è realizzato nello stesso identico modo, solo più ricco di strizzate d'occhio alla propria professione di cineasta, come ad esempio nella splendida scena in cui Jack Black si difende dagli insettoni preistorici usando il treppiede della macchina da presa ormai sfracellata al suolo: il regista comprende che il cinema gli è semplicemente indispensabile per sopravvivere, senza troppi fronzoli, omaggi, spettacolarità.
paradossale trovare un messaggio del genere in un film del genere.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-01-2006 22:44 |
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tra le due soluzioni proposte è sicuramente la prima
Jackson fa fatica a tagliare perchè vanesio
non avrebbe sborsato 20 milioni di dollari di tasca sua per pagare la produzione pur di mandare nelle sale la director's cut
la seconda proposizione è anche giustissima: Jackson non sa dirigere i suoi attori. Per questo Adrien Brody è un Frodo Bagghins lungagnone, Naomi Watts è un Frodo Baggins con le tette e Jack Black, fortunatamente, è rimasto Jack Black (dunque, tendenzialmente azzeccato, ma spesso sopra le righe)
Il raffronto che ne esce è che dunque Kubrick era vanesio (concordo, ma era di un autocompiacimento "concentrato", ovvero tagliava spesso al punto giusto, al contrario di quanto sostieni su Jackson) e non sapeva dirigere i suoi attori
Mi sembra un pò deboluccia come linea interpretativa globale, e del film, e di un ipotetico raffronto
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-01-2006 22:48 |
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quote: In data 2006-01-02 22:44, Petrus scrive:
Jackson fa fatica a tagliare perchè vanesio
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beh e allora si può fottere.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-01-2006 23:10 |
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quote: In data 2006-01-02 19:21, Petrus scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:07, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 18:56, eastwood scrive:
non solo la nave,se ci fai caso dopo la corsa con i dinosauri con cadute varie,rotolamenti,sputi di dinasauri e quant'altro, la camicia di adrien brody è perfettamente stirata,bianchissima senza un graffio o una macchiolina
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Quelle squenze sono assolutamente vergognose! Indegne del cinema. Prendono per il culo lo spettatore. E non sono momenti marginali.., aggiungendo tutto il resto. In quella gola.., dovevano morire tutti schiacciati o tra le fauci dei dinosaurini feroci... Gente che cade, rimbalza., ne esce illesa, manco con Topolino...
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quelle sequenze sono davvero orribili
tutto il resto è
eppoi peppe, proprio tu mi vieni a difendere una irrisoria coerenza narrativa
ti sei tristamizzato al contrario
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Pietruzzo, con un film così strombazzato, ultraricco, ecc, quella incongruenza - e le tante altre con le quali potremmo redigere un elenco bello lungo - rappresenta una mancanza gravissima ed mperdonabile, dal mio modesto punto di vista. Come già meglio specificato nei post precedenti, non ho problemi di sorta con le inverosomiglianze filmiche, ma dipende dalla natura delle stesse, dal contesto. In questo caso si tratta di grossolano, patetico errore di scrittura che, insieme agli altri ben più gravi difetti (e concordo totalmente con Sandrix), diventano il cuore del film, parti tutt'altro che marginali, fino a formare un falso d'autore (che poi.., ma chi cazzè 'sto Jackson!?). E se le suddette incongruenze, inverosomiglianze, ecc, sono volute - come qualcuno sostiene -, in omaggio alla finzione filmica, dei tempi che furono (e perchè, il film non è più finzione?), peggio mi sento: le "provocazioni" sono ben altra cosa e bisogna saperle fare. Siamo fuori tempo massimo per queste menate, compreso l'alibi della cinefilia, una cosa che sta andando fin troppo di moda. Non basta l'intenzione, anzi, è più che superata, orami. La verità è che non sempre i soldi determinano l'eccellenza di un opera filmica. E di fronte alla perfezione dichiarata, data per certa e per scontata, non me la bevo la storiella. Questo è un film vecchio, della peggior e vetusta pasta spielberghiana. Altro che Kubrick! |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-01-2006 23:15 |
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quote: In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
Altro che Kubrick!
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vabbè dai, siamo d'accordo su King Kong ed è già una gran cosa...
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 02-01-2006 23:16 |
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penso che kubrick megalomane come era si reincanerebbe solo in un suo clone oltretutto che deve essere perfetto ,a immagine esomiglianza,figuriamoci in jackson. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-01-2006 23:59 |
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quote: In data 2006-01-02 22:30, vietcong scrive:
quote: In data 2005-12-31 19:00, AlZayd scrive:
quote: In data 2005-12-30 16:30, vietcong scrive:
Ho molto apprezzato il modo sofisticato e allo stesso tempo favolistico con cui vengono gestite certe transizioni e passaggi, glissando su domande come "da dove sbuca la mappa" o "perchè l'isola è rimasta nella preistoria" e non mostrandoci ad esempio un qualche ministro della difesa che dica "è un mostro! dobbiamo chiamare l'aviazione!" Gli aerei arrivano e basta, come forze naturali, come i pipistrelli che tormentavano Kong nell'isola.
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Questo è già nel film del '33. Niente di nuovo...
quote: [i]
Forse l'unico aspetto che mi è un po' mancato nel film è la dimensione erotica e sessuale, che a quanto ho letto era più forte persino nell'originale.
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A mio avviso c'è n'è fin troppo... se non fosse che l'eccesso di sentimentalismo riesce a vanificare anche l'"esotico" erotismo "bestiale".
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dove lo vedi tu l'erotismo? io non ne ho scorto traccia.
***** Il modo in cui Naomi inquadrata spessissimo in primissimo piano (e pure il gorilla, in rimando idialliaco...) guarda la bestia che ci manca poco che le dica i love you! E' così evidente, che la sua sensualità arriva (come voluto) allo spettatore, in maniera diretta come il pendolino Roma-Milano...
Sono parzialmente d'accordo sul sentimentalismo, unico punto che condivido della tua critica.
Cioè; trovo giusta la scelta di premere sull'elemento sentimentale in maniera forte (si tratta di un film sfrontato, coerente nella sua sfrontatezza da tutti i punti di vista), ma ho trovato a tratti 'imborghesita', addomesticata, la figura di Kong (vedi balletto sul ghiaccio, che pure molti hanno apprezzato. Io sarei rimasto si più sul wild side.
**** Parlavo di eccessiva umanizzazione del gorilla, una cosa veramente ridicola. Di sentimentalismo d'accatto. Non vedo sfrontatezza, anzi, c'è molto puritanesimo... erotismo sublimato con il sentiment(alism)o amoroso, quasi platonico... Beh.., sarebbe stato davvero coraggioso il regista se, visti i tempi più sciolti che corrono, avesse osato di più. Osa molto di più il film del '33.
Quanto al fatto che nel primo film la donna scappava e alla fine veniva rapita dal mostro, beh, ma quello non era che il politically correct dell'epoca, dove non erano accettati i matrimoni interraziali, figuriamoci innamorarsi delle bestie.
**** Beh, mica c'era bisogno di esplicitarlo (e qui il genio) era nelle cose, più o meno sotteso, il senso "rustico" della donna per la bestia, e viceversa. E poi non è vero, perchè la scena del gorilla che spoglia la lady, l'accarezza, ecc, è davvero molto forte per l'epoca. Tutto il soggetto lo è. I mediocri - quelli come Jackson, hanno bisogno di esplicare tutto, avendoci un target di utenza ben determinato a cui arrivare...
Inoltre, il suo ruolo passivo mi pare ben convenzionale, altro che 'erano più svegli' negli anni trenta. Basta idealizzare il passato! Anzi, io trovo che l'esplicito innamoramento della watts per kong sia uno degli aspetti più interessanti del film.
****In parte ti ho già risposto. Non si tratta di idealizzare il passato, ma neanche di rubare di sana pianta un'idea del passato all'epoca inedita, davvero coraggiosa, fantastica e trasgressiva, e roproporla quasi di sana pianta, condita con un'infinità di elementi inutili e ridondandi, tanto per cambiare il piatto; a me interessa anche la sostanza. E la sostanza di KK è robetta.., cibo scaduto, scotto, minestra riscaldata. E poi, è storia, il "passato" era molto più coraggioso e trasgressivo di quest'oggi così inglobato e conformista. E parlo del cinema popolare, non delle avanguardie, o del cinema d'autore. Sarebbe lungo l'elenco dei registi del "sistema" che "contrabbandarono" genialmente la trasgressione, in barba ai vari codici Hayes, ecc. Non si tratta di idealizzare il passato, ma di ridimensionare il senso d'onnipotenza che avvelena il presente filmico, fatto di mezze tacche, meno qualche buona eccezione, sempre per restare al cimema popolare, senza scomodare la cinematografia "altra" di cui nessuno mai parla! E una volta gli impedimenti censori, e d'altra natura, erano di gran lunga più severi di quelli odierni. Wilder, e non solo, con delle semplici commedie disse cose scandalose!
Più ci penso più sono convinto che KK rappresenti il massimo che il cinema spettacolare americano possa dare oggi, come fu Titanic nel 1997 (con qualche additivo intellettuale metacinematografico in più, ma appunto, si parla di oggi).
**** Se questo è il massimo che il cinema spettacolar-hollywoodiano può dare, povero cinema spett.holl.! A mio avviso, eh! Titanic è un ottimo spettacolo. Sentimentale, ma così doveva essere, era "scritto", era nelle cose.
quanto alla questione verisimiglianza, sono d'accordo con kagemusha e ho del resto già elogiato jackson per la sfumatura 'fiabesca' dei suoi glissati.
*** Sfumature, glissati? Per me si tratta, come meglio detto, di rozzissimi errori. La fiaba dov'è? E' già pronta e digerita.
Vi ricordo solo che il mostro è alto sei metri, non sessanta, e in una nave con decine di passeggeri adibita al trasporto delle bestie forse un posticino ci può stare.
**** Il mostro, dicono in una battuta del film, e credo di ricordare bene, è alto 8 metri... Ma quanto pesa ed ingombra? Dai, meglio accettare una inverosomiglianza e punto, che arrampiacersi sugli specchi. Con quella bagnarola...
"Questo è già nel film del '33. Niente di nuovo..."
***** A questo non mi hai risposto. Credo sia importante...
Scusa il sistema "quote", ma mi spazientisco a quotare in batteria...
_________________
L'erotismo è il rumore di fondo di tutti i nostri rapporti con ciò che non ci è indifferente.
[ Questo messaggio è stato modificato da: vietcong il 02-01-2006 alle 22:31 ]
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_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2006 00:04 |
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quote: In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:21, Petrus scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:07, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 18:56, eastwood scrive:
non solo la nave,se ci fai caso dopo la corsa con i dinosauri con cadute varie,rotolamenti,sputi di dinasauri e quant'altro, la camicia di adrien brody è perfettamente stirata,bianchissima senza un graffio o una macchiolina
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Quelle squenze sono assolutamente vergognose! Indegne del cinema. Prendono per il culo lo spettatore. E non sono momenti marginali.., aggiungendo tutto il resto. In quella gola.., dovevano morire tutti schiacciati o tra le fauci dei dinosaurini feroci... Gente che cade, rimbalza., ne esce illesa, manco con Topolino...
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quelle sequenze sono davvero orribili
tutto il resto è
eppoi peppe, proprio tu mi vieni a difendere una irrisoria coerenza narrativa
ti sei tristamizzato al contrario
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Pietruzzo, con un film così strombazzato, ultraricco, ecc, quella incongruenza - e le tante altre con le quali potremmo redigere un elenco bello lungo - rappresenta una mancanza gravissima ed mperdonabile, dal mio modesto punto di vista. Come già meglio specificato nei post precedenti, non ho problemi di sorta con le inverosomiglianze filmiche, ma dipende dalla natura delle stesse, dal contesto. In questo caso si tratta di grossolano, patetico errore di scrittura che, insieme agli altri ben più gravi difetti (e concordo totalmente con Sandrix), diventano il cuore del film, parti tutt'altro che marginali, fino a formare un falso d'autore (che poi.., ma chi cazzè 'sto Jackson!?). E se le suddette incongruenze, inverosomiglianze, ecc, sono volute - come qualcuno sostiene -, in omaggio alla finzione filmica, dei tempi che furono (e perchè, il film non è più finzione?), peggio mi sento: le "provocazioni" sono ben altra cosa e bisogna saperle fare. Siamo fuori tempo massimo per queste menate, compreso l'alibi della cinefilia, una cosa che sta andando fin troppo di moda. Non basta l'intenzione, anzi, è più che superata, orami. La verità è che non sempre i soldi determinano l'eccellenza di un opera filmica. E di fronte alla perfezione dichiarata, data per certa e per scontata, non me la bevo la storiella. Questo è un film vecchio, della peggior e vetusta pasta spielberghiana. Altro che Kubrick!
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che il film sia strombazzato e ultraricco non risulta di per sè un punto a sfavore
L'incongruenza narrativa che rilevi non inficia assolutamente con il fluire del film. E' l'ultimo di una piccola bottega degli orrori che, come già segnalavo, segnano tutta la parte centrale del film. Ma questo non riesce a togliere respiro ad un'opera che, seppur sovrabbondante e per alcuni aspetti esagerata, fa parte di un cinema che rischia, che si mette in gioco e che gioca seriamente su sè stesso. Di Spielberghiano non ha che la magniloquenza degli effetti speciali (che, anzi, traballano non poco a tratti, brontosauro docet), non avendo nessuna pretesa d'indagine sociologica mascherata nè pretesa di costituzione prima del motore narrativo del film, ma impiegati a servizio di un'idea di cinema che, seppur veramente vanesia e "tanta" (e vedi gli sbrodolamenti autocompiaciuti della seconda ora) non va assolutamente derubricata con facilità.
E un cinema che rischia, ovviamente, è un cinema che, qua e là, sbaglia
Se poi ci mettiamo una miss come Jackson dietro la mdp, figuriamoci
ma gli si concedono tutte, ma proprio tutte, le attenuanti generiche e non
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2006 00:04 |
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quote: In data 2006-01-02 23:15, sandrix81 scrive:
quote: In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
Altro che Kubrick!
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vabbè dai, siamo d'accordo su King Kong ed è già una gran cosa...
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Guarda, per quello che hai detto su Kubrick dovrei come minimo insultanti, se non invitarti a scalare il Monte Amaro e farti scarrupare per un burrone, fin dentro l'impastatrice del premiato pastificio De Cecco...! Da un parte mi viene da ridere... dall'altra... nel mezzo ...
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2006 00:23 |
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quote: In data 2006-01-03 00:04, Petrus scrive:
quote: In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:21, Petrus scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:07, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 18:56, eastwood scrive:
non solo la nave,se ci fai caso dopo la corsa con i dinosauri con cadute varie,rotolamenti,sputi di dinasauri e quant'altro, la camicia di adrien brody è perfettamente stirata,bianchissima senza un graffio o una macchiolina
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Quelle squenze sono assolutamente vergognose! Indegne del cinema. Prendono per il culo lo spettatore. E non sono momenti marginali.., aggiungendo tutto il resto. In quella gola.., dovevano morire tutti schiacciati o tra le fauci dei dinosaurini feroci... Gente che cade, rimbalza., ne esce illesa, manco con Topolino...
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quelle sequenze sono davvero orribili
tutto il resto è
eppoi peppe, proprio tu mi vieni a difendere una irrisoria coerenza narrativa
ti sei tristamizzato al contrario
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Pietruzzo, con un film così strombazzato, ultraricco, ecc, quella incongruenza - e le tante altre con le quali potremmo redigere un elenco bello lungo - rappresenta una mancanza gravissima ed mperdonabile, dal mio modesto punto di vista. Come già meglio specificato nei post precedenti, non ho problemi di sorta con le inverosomiglianze filmiche, ma dipende dalla natura delle stesse, dal contesto. In questo caso si tratta di grossolano, patetico errore di scrittura che, insieme agli altri ben più gravi difetti (e concordo totalmente con Sandrix), diventano il cuore del film, parti tutt'altro che marginali, fino a formare un falso d'autore (che poi.., ma chi cazzè 'sto Jackson!?). E se le suddette incongruenze, inverosomiglianze, ecc, sono volute - come qualcuno sostiene -, in omaggio alla finzione filmica, dei tempi che furono (e perchè, il film non è più finzione?), peggio mi sento: le "provocazioni" sono ben altra cosa e bisogna saperle fare. Siamo fuori tempo massimo per queste menate, compreso l'alibi della cinefilia, una cosa che sta andando fin troppo di moda. Non basta l'intenzione, anzi, è più che superata, orami. La verità è che non sempre i soldi determinano l'eccellenza di un opera filmica. E di fronte alla perfezione dichiarata, data per certa e per scontata, non me la bevo la storiella. Questo è un film vecchio, della peggior e vetusta pasta spielberghiana. Altro che Kubrick!
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che il film sia strombazzato e ultraricco non risulta di per sè un punto a sfavore
L'incongruenza narrativa che rilevi non inficia assolutamente con il fluire del film. E' l'ultimo di una piccola bottega degli orrori che, come già segnalavo, segnano tutta la parte centrale del film. Ma questo non riesce a togliere respiro ad un'opera che, seppur sovrabbondante e per alcuni aspetti esagerata, fa parte di un cinema che rischia, che si mette in gioco e che gioca seriamente su sè stesso. Di Spielberghiano non ha che la magniloquenza degli effetti speciali (che, anzi, traballano non poco a tratti, brontosauro docet), non avendo nessuna pretesa d'indagine sociologica mascherata nè pretesa di costituzione prima del motore narrativo del film, ma impiegati a servizio di un'idea di cinema che, seppur veramente vanesia e "tanta" (e vedi gli sbrodolamenti autocompiaciuti della seconda ora) non va assolutamente derubricata con facilità.
E un cinema che rischia, ovviamente, è un cinema che, qua e là, sbaglia
Se poi ci mettiamo una miss come Jackson dietro la mdp, figuriamoci
ma gli si concedono tutte, ma proprio tutte, le attenuanti generiche e non
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Sullo strombazzamento, e la ricchezza del film, lo dicevo per di più. Quando ascolto un gruppo di musicisti dilettanti, sono in genere, naturalmente, molto comprensivo perchè conosco i limiti del caso; quando invece ascolto l'immenso "protagonista", quello a cui cade la forfora della creatività in eccesso sulle spalle della giacchetta nera.., che pago profumatamente per sentire quanto è bravo, secondo la pubblicità e il battage massmediatico, allora no.., se toppa, divento iper critico e fischio! Ma queste cose sono considerazioni a latere, il fatto centrale e che in tre ore di K K, si salvano appena 3/4 d'ora, si e no. Operetta trionfa, predomina l'eccesso, la facezia, l'intenzione che non trova la via dell'"estetica" e della poesia. Per me si traduce in un fallimento totale. Che Jackson "rischia, che si mette in gioco e che gioca seriamente su sè stesso", a me poco importa, ai fini del giudizio critico, anche questo non dovrebbe avere nessuna importanza. Per me ha ripetuto i fasti posticci ed assideranti de il signore degli anelli, non vedo sforzi di diverso tipo... Che non abbia pretese d'indagine sociologica, non mi sembra vero, e comunque ne ha di risultanze "filosofice". Ma d'accatto, perchè a fronte di un'estetica rovinosa, perdono di significato. Contro le intenzioni. Il film è assolutamente meccanico, come i sentimenti che vorrebbe rappresentare. Non è verosimile, ed ho già detto perchè in questo caso lo considero un fifetto, però è sfacciatamente - ancor peggio sta cosa - terribilmente "naturalista".
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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igiul46
 Reg.: 18 Giu 2005 Messaggi: 816 Da: rende (CS)
| Inviato: 03-01-2006 03:22 |
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ditemi quello che volete ma paragonare king kong a il signore degli anelli, e addirittura i personaggi mi sembra un po azzardato! certo qualche cosa simile c'è visto che cmq è lo stesso regista ma nn esageriamo sono su 2 ben distinti livelli diversi!!
_________________ UN ANELLO PER DOMARLI TUTTI, UN ANELLO PER TROVARLI, UN ANELLO PER GHERMIRLI E NELL'OSCURITA INCATENARLI
IL SIGNORE DEGLI ANELLI |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2006 09:02 |
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quote: In data 2006-01-02 22:30, vietcong scrive:
quote: In data 2005-12-31 19:00, AlZayd scrive:
quote: In data 2005-12-30 16:30, vietcong scrive:
Ho molto apprezzato il modo sofisticato e allo stesso tempo favolistico con cui vengono gestite certe transizioni e passaggi, glissando su domande come "da dove sbuca la mappa" o "perchè l'isola è rimasta nella preistoria" e non mostrandoci ad esempio un qualche ministro della difesa che dica "è un mostro! dobbiamo chiamare l'aviazione!" Gli aerei arrivano e basta, come forze naturali, come i pipistrelli che tormentavano Kong nell'isola.
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Questo è già nel film del '33. Niente di nuovo...
quote: [i]
Forse l'unico aspetto che mi è un po' mancato nel film è la dimensione erotica e sessuale, che a quanto ho letto era più forte persino nell'originale.
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A mio avviso c'è n'è fin troppo... se non fosse che l'eccesso di sentimentalismo riesce a vanificare anche l'"esotico" erotismo "bestiale".
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dove lo vedi tu l'erotismo? io non ne ho scorto traccia. Sono parzialmente d'accordo sul sentimentalismo, unico punto che condivido della tua critica.
Cioè; trovo giusta la scelta di premere sull'elemento sentimentale in maniera forte (si tratta di un film sfrontato, coerente nella sua sfrontatezza da tutti i punti di vista), ma ho trovato a tratti 'imborghesita', addomesticata, la figura di Kong (vedi balletto sul ghiaccio, che pure molti hanno apprezzato. Io sarei rimasto si più sul wild side.
Quanto al fatto che nel primo film la donna scappava e alla fine veniva rapita dal mostro, beh, ma quello non era che il politically correct dell'epoca, dove non erano accettati i matrimoni interraziali, figuriamoci innamorarsi delle bestie. Inoltre, il suo ruolo passivo mi pare ben convenzionale, altro che 'erano più svegli' negli anni trenta. Basta idealizzare il passato! Anzi, io trovo che l'esplicito innamoramento della watts per kong sia uno degli aspetti più interessanti del film.
Più ci penso più sono convinto che KK rappresenti il massimo che il cinema spettacolare americano possa dare oggi, come fu Titanic nel 1997 (con qualche additivo intellettuale metacinematografico in più, ma appunto, si parla di oggi).
quanto alla questione verisimiglianza, sono d'accordo con kagemusha e ho del resto già elogiato jackson per la sfumatura 'fiabesca' dei suoi glissati. Vi ricordo solo che il mostro è alto sei metri, non sessanta, e in una nave con decine di passeggeri adibita al trasporto delle bestie forse un posticino ci può stare.
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L'erotismo è il rumore di fondo di tutti i nostri rapporti con ciò che non ci è indifferente.
[ Questo messaggio è stato modificato da: vietcong il 02-01-2006 alle 22:31 ]
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sono d'accordo su tutto ma perchè parli di cinema spettacolare americano? tutto sommato la weta e il regista sono neozelandesi no?
dovevi dire "mondiale".
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2006 09:42 |
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quote: In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:21, Petrus scrive:
quote: In data 2006-01-02 19:07, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-01-02 18:56, eastwood scrive:
non solo la nave,se ci fai caso dopo la corsa con i dinosauri con cadute varie,rotolamenti,sputi di dinasauri e quant'altro, la camicia di adrien brody è perfettamente stirata,bianchissima senza un graffio o una macchiolina
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Quelle squenze sono assolutamente vergognose! Indegne del cinema. Prendono per il culo lo spettatore. E non sono momenti marginali.., aggiungendo tutto il resto. In quella gola.., dovevano morire tutti schiacciati o tra le fauci dei dinosaurini feroci... Gente che cade, rimbalza., ne esce illesa, manco con Topolino...
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quelle sequenze sono davvero orribili
tutto il resto è
eppoi peppe, proprio tu mi vieni a difendere una irrisoria coerenza narrativa
ti sei tristamizzato al contrario
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Pietruzzo, con un film così strombazzato, ultraricco, ecc, quella incongruenza - e le tante altre con le quali potremmo redigere un elenco bello lungo - rappresenta una mancanza gravissima ed mperdonabile, dal mio modesto punto di vista. Come già meglio specificato nei post precedenti, non ho problemi di sorta con le inverosomiglianze filmiche, ma dipende dalla natura delle stesse, dal contesto. In questo caso si tratta di grossolano, patetico errore di scrittura che, insieme agli altri ben più gravi difetti (e concordo totalmente con Sandrix), diventano il cuore del film, parti tutt'altro che marginali, fino a formare un falso d'autore (che poi.., ma chi cazzè 'sto Jackson!?). E se le suddette incongruenze, inverosomiglianze, ecc, sono volute - come qualcuno sostiene -, in omaggio alla finzione filmica, dei tempi che furono (e perchè, il film non è più finzione?), peggio mi sento: le "provocazioni" sono ben altra cosa e bisogna saperle fare. Siamo fuori tempo massimo per queste menate, compreso l'alibi della cinefilia, una cosa che sta andando fin troppo di moda. Non basta l'intenzione, anzi, è più che superata, orami. La verità è che non sempre i soldi determinano l'eccellenza di un opera filmica. E di fronte alla perfezione dichiarata, data per certa e per scontata, non me la bevo la storiella. Questo è un film vecchio, della peggior e vetusta pasta spielberghiana. Altro che Kubrick!
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non sono proprio "omaggi" sonopiù che altro ironia affettuosa verso un cinema che non si poneva un certo tipo di problemi ma puntava a stupire il pubblico con ogni mezzo (che è poi un riassunto della poetica di Jackson, rispettabilissima anche se a te farà orrore)
perchè parli di provocazioni? in jackson non c'e nè traccia.
lo sbaglio di Jackson potrebbe essere semmai nel voler riprodurre una certa ingenuità con dei mezzi sovrabbondanti e una cura che punta ad un realismo estetico che poi va a stonare con le intenzioni di prima. Ma trovo che questa sovrabbondanza estetica finisca infine per produrre un mondo assolutamente lontano dal reale alla quale ben si appoggiano qualsiasi eccessi di regia, qualsiasi lungaggine, qualsiasi megalomania. Sono d'accordo con chi lo ha chiamato "coerentemente eccessivo".
Il paragone con Kubrik è fuori luogo ma anche quello con Spilberg. Verissimo che i soldi non fanno la differenza( la differenza la fanno la cura, l'immaginazione e il pensare in grande) ma ho come l'impressione che tu tenda ad accumunare nella mediocrità qualsiasi film superi il budget di una 20ina di milioni di dollari. Infatti non vedo altre somiglianze di rilievo tra Jacksone Spielberg. non al momento attuale.
riguardo al "fuori tempo massimo" posso solo dirti che ti sbagli.
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GionUein
 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 03-01-2006 19:00 |
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KING KONG
Di Peter Jackson
Voto : 8,5
Tam-tam ( tamburi ).
All’inizio flebile, quasi impercettibile ma presente.
E’ un richiamo ipnotizzante, che si farà sempre più forte.
Antefatto.
L’intenzione ( evidentissima ) di Jackson non è quella di realizzare un “remake” del classico di Shoedsack e Cooper, bensì quella di realizzare il “remake” dell’impatto che quel film ha avuto sul pubblico di allora . Ovvero ricreare lo stupore e la meraviglia mostrando quello che non si era mai mostrato.
Naturalmente cimentarsi nell’impresa con il pubblico smaliziato del 2006 è un’impresa quasi disperata. Esattamente come imbarcarsi su una bagnarola dei mari e cercare di raggiungere un’isola leggendaria seguendo due schizzi sbiaditi su una pergamena di dubbia provenienza. Ed è proprio per questo che KING KONG è praticamente un film autobiografico. Il grande Black ( Jack ) non è altri che Jackson stesso sotto le mentite spoglie di Carl Denham, regista disposto a tutto pur di realizzare il sogno della sua vita. SKULL ISLAND è la sua “ isola che non c’è”.
Fermiamoci un attimo a riflettere : KING KONG è un film che racconta il sogno di un uomo di realizzare un film che è il remake di un film che racconta la storia di un film.
Vi siete attorcigliati su voi stessi o siete ancora sintonizzati?
PARTE 1 : NEW YORK CITY ( ALBA )
L’alba del film è un viaggio spedito verso il suo sogno.
Un viaggio che ha per sfondo una “meravigliosa” New York in piena recessione, dicotomica nel suo contrasto tra lusso e miseria , ma che si perde quasi subito nei meravigliosi occhi blu di Ann Darrow ( Naomi Watts ).
Tra i clacson e lo stridore del traffico il tam-tam ( richiamo ) sarà comunque sempre (appena) percettibile. Fino a quando l’ancora non sarà levata e la compagnia al completo non si ritroverà a bordo della SS. VENTURE . Il tam-tam a questo punto diventa evidente, e man mano che il viaggio proseguirà, crescerà di intensità fino a diventare fastidioso, ossessivo. Tra i fiotti del mare in burrasca e il clangore della nave c’è tutto il tempo per approfondire la conoscenza di tutta la compagnia. Jackson dosa abilmente i suoi personaggi e intreccia indissolubilmente le loro esistenze. I tempi sono serrati, il viaggio è permeato da un senso di incombente e il richiamo ( tam-tam ) diventa miglio dopo miglio sempre più forte. Fino a quando la bussola non sarà completamente impazzita e dalla nebbia non spunteranno gli artigli di pietra di SKULL ISLAND ad annunciarci che la prima parte del viaggio è terminata.
PARTE 2 : SKULL ISLAND
A questo punto è quasi impossibile resistere. Il TAM – TAM si è fatto ossessivo. Si sovrappone al battito cardiaco e ci guida ipnotizzati verso un destino certo.
L’isola è nera ed inospitale come le pareti di Mordor, e si rivelerà ben presto più letale delle miniere di Moria.
Sale la tensione. Aumenta il volume. Esplode l’azione.
Streghe e avventurieri, lame e piombo, sangue e morte, rassegnazione e speranza, fuga e rapimento. Ingredienti dosati con maestria, con una ricetta vecchia come il cinema ,e pestati con forza ed amore.
TAM – TAM, fuoco.
TAM – TAM , disperazione.
TAM-TAM , orrore.
Ann Darrow è sola , avvinghiata al ceppo sacrificale, disperata e sconvolta dall’angoscia quando l’ultimo batacchio percuote l’ultimo tamburo.
Il Viaggio è finito, il richiamo ha funzionato.
Adesso c’è solo il silenzio.
Poi arriva KONG, ed esplode il cinema.
Tutto il tempo passato nel mondo perduto di SKULL ISLAND è un’esplosione di cinema.
Ambienti, animali, situazioni, tutto è realizzato col preciso intento di stupire. Certo è vero che il buon Peter si lascia prendere la mano e in alcuni tratti potrà sembrare stucchevole ( il megatamponamento dei brontosauri ad esempio ) , ma non per questo imperdonabile.
E’ semplice e pura AVVENTURA, dal sapore genuino e romantico dei film di genere dei nostri primi ricordi, quelli del cinema che ci ha stregato per sempre.
I nostri sogni in bianco e nero tinteggiati a nuovo grazie ai potenti mezzi della WETA.
E allora non c’è incongruenza presunta che tenga ( cazzo, stiamo parlando di uno scimmione di tre piani che prende a sberle un tirannosauro di qualche milioni di anni ).
Mollate gli ormeggi della “cinefila bigotta” ( la bagnarola dei pedanti del cinema ) e lasciatevi trasportare dalla corrente impetuosa. Fatevi sbattere dal marasma contro sporgenti guglie di roccia dimora di insetti carnivori. Lasciate volteggiare sulle vostre teste pterodattili e pipistrelli giganti. Assistete con occhi sgranati e sognanti allo spettacolare scontro tra titani del cinema ( Godzilla ci perdoni ) : Kong e il terribile T-REX, selvaggi protagonisti di un regale duello infarcito di colpi di scena che sprizza amore per il cinema ogni qual volta uno dei contendenti si abbatte con un tonfo sul suolo.
Tornare a SKULL ISLAND è una “sorta di homecoming”. E’ come tornare a casa. Tornare dove tutto è iniziato. Lasciarla sarà perciò come tornare a perdere la libertà. La morte negli occhi azzurri di Naomi Watts che assiste inerte alla fiera resa del RE , proteso verso di lei in un ultimo sussulto d’amore.
PARTE 3 : NEW YORK CITY ( TRAMONTO )
La furia devastatrice domata dall’amore.
Quante volte l’abbiamo sentita , disillusi ormai. Eppure funziona ancora. Sarà sentimentalismo, buonismo, sarà quel che sarà ma funziona, funziona ancora.
E’ ancora possibile commuoversi davanti ad un gorilla di sei metri ( Jackson ha volutamente “limitato” le dimensioni del primate ) che stringe tra le dita pelose una gracile e indifesa pulzella bionda. Bellissimo l’istante in cui KONG , evaso e in preda alla furia omicida nei confronti di Jack Driscoll ( l’uomo che le ha rubato l’amore ) , avverte la presenza di lei. Sono sequenze in cui Peter Jackson culla la sua “creatura”, le regala attimi che forse valgono un’intera vita ( il “balletto” sul ghiaccio ) come a volerla ripagare per la barbarie dell’uomo , che puntuale si presenta a battere cassa.
Dopotutto la storia è nota, il finale è scritto.
E’ il tramonto. Inizia l’ultimo viaggio.
Il miglio verde di RE KONG ha le fattezze del grattacielo più famoso del mondo , in cima al quale il destino ineluttabile calerà il sipario.
KING KONG, una meraviglia al semplice costo di un biglietto.
_________________ U N I T A C I N E F I L A |
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