FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - King Kong 2005 di Peter Jakson
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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > King Kong 2005 di Peter Jakson   
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Autore King Kong 2005 di Peter Jakson
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-01-2006 21:31  
quote:
In data 2006-01-02 20:19, sandrix81 scrive:
fatti salvi alcuni ottimi spunti di riflessione meta-cinematografica, che fanno sempre bene, il King Kong di Jackson è sostanzialmente una palla inumana.
Il problema di Jackson ormai è chiaro, anzi mi stupisco di non averci pensato prima: Kubrick si è reincarnato nel regista neozelandese. peccato, perché prima era ottimo.




A provocazione che se la tira, un responsorio ad hoc: ma vai a cagare!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-01-2006 22:01  
quote:
In data 2006-01-03 09:42, kagemusha scrive:
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In data 2006-01-02 23:10, AlZayd scrive:
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In data 2006-01-02 19:21, Petrus scrive:
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In data 2006-01-02 19:07, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-01-02 18:56, eastwood scrive:
non solo la nave,se ci fai caso dopo la corsa con i dinosauri con cadute varie,rotolamenti,sputi di dinasauri e quant'altro, la camicia di adrien brody è perfettamente stirata,bianchissima senza un graffio o una macchiolina




Quelle squenze sono assolutamente vergognose! Indegne del cinema. Prendono per il culo lo spettatore. E non sono momenti marginali.., aggiungendo tutto il resto. In quella gola.., dovevano morire tutti schiacciati o tra le fauci dei dinosaurini feroci... Gente che cade, rimbalza., ne esce illesa, manco con Topolino...




quelle sequenze sono davvero orribili
tutto il resto è
eppoi peppe, proprio tu mi vieni a difendere una irrisoria coerenza narrativa
ti sei tristamizzato al contrario




Pietruzzo, con un film così strombazzato, ultraricco, ecc, quella incongruenza - e le tante altre con le quali potremmo redigere un elenco bello lungo - rappresenta una mancanza gravissima ed mperdonabile, dal mio modesto punto di vista. Come già meglio specificato nei post precedenti, non ho problemi di sorta con le inverosomiglianze filmiche, ma dipende dalla natura delle stesse, dal contesto. In questo caso si tratta di grossolano, patetico errore di scrittura che, insieme agli altri ben più gravi difetti (e concordo totalmente con Sandrix), diventano il cuore del film, parti tutt'altro che marginali, fino a formare un falso d'autore (che poi.., ma chi cazzè 'sto Jackson!?). E se le suddette incongruenze, inverosomiglianze, ecc, sono volute - come qualcuno sostiene -, in omaggio alla finzione filmica, dei tempi che furono (e perchè, il film non è più finzione?), peggio mi sento: le "provocazioni" sono ben altra cosa e bisogna saperle fare. Siamo fuori tempo massimo per queste menate, compreso l'alibi della cinefilia, una cosa che sta andando fin troppo di moda. Non basta l'intenzione, anzi, è più che superata, orami. La verità è che non sempre i soldi determinano l'eccellenza di un opera filmica. E di fronte alla perfezione dichiarata, data per certa e per scontata, non me la bevo la storiella. Questo è un film vecchio, della peggior e vetusta pasta spielberghiana. Altro che Kubrick!



non sono proprio "omaggi" sonopiù che altro ironia affettuosa verso un cinema che non si poneva un certo tipo di problemi ma puntava a stupire il pubblico con ogni mezzo (che è poi un riassunto della poetica di Jackson, rispettabilissima anche se a te farà orrore)

*** E 'sti cavoli? E ripetiamolo... già detto che le intenzioni non servono a niente, così come la citazione cinefilia, l'omaggio filmico, ecc. Ciò che conta è la resa. Non c'e resa estetica in K K adeguata alle mere e vanificate intenzioni. C'è fin troppo cinema attuale che cerca di sedurre con questi mezzucci affatto ruffiani, alla moda, con molto fumo negli occhi e poco arrosto. Questo cinema dimostra di non avere più idee, e quelle residue passano per la lavanderia della più inerme, conformista ed inane omologazione che rende schiavo il sistema cinema. Questo cinema è vecchio, insulso, sorpassato. E' ora di voltare pagina. E parlo del cinema popolare.

perchè parli di provocazioni? in jackson non c'e nè traccia.

**** Leggi meglio il mio post. Dicevo che nel caso in cui le numerose inverosomiglianze, che per me rappresentano un grave limite, e quant'altro sia criticabile - già detto cosa, a mio avviso - fossero volute, si tratterebbe di una "provocazione". Sei io piango quando c'è evidentemente da ridere, "provoco" chi mi osserva... Provocare non è necessariamente una parolaccia, o sinonimo di chissà quali rivoluzionarie "iconoclastie". Anche un idiota è in grado di provocare...

ho come l'impressione che tu tenda ad accumunare nella mediocrità qualsiasi film superi il budget di una 20ina di milioni di dollari. Infatti non vedo altre somiglianze di rilievo tra Jacksone Spielberg. non al momento attuale.

**** E ti sbagli. Mai sostenuta una cosa del genere. Fai attenzione ragazzo, non costringermi a ripetere... detesto essere frainteso! Tutto quel dinosaurume (peraltro tecnicamente di molto inferiore a quello di Spiel), il sentimentalismo edificante ed a iosa, lo stile narrativo ridondante/roboante, pargolistico, effettistico, lunaparchesco, ed altro ancora, mi ricordano un certo cinema spielbergiano.

riguardo al "fuori tempo massimo" posso solo dirti che ti sbagli.

**** E so contento per te che ci hai la verità in tasca.




_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-01-2006 22:13  
quote:
In data 2006-01-03 19:00, GionUein scrive:
KING KONG
Di Peter Jackson
Voto : 8,5


Tam-tam ( tamburi ).
All’inizio flebile, quasi impercettibile ma presente.
E’ un richiamo ipnotizzante, che si farà sempre più forte.

Antefatto.

L’intenzione ( evidentissima ) di Jackson non è quella di realizzare un “remake” del classico di Shoedsack e Cooper, bensì quella di realizzare il “remake” dell’impatto che quel film ha avuto sul pubblico di allora . Ovvero ricreare lo stupore e la meraviglia mostrando quello che non si era mai mostrato.

*** Guarda, senza offesa, ero più che intenzionato a proseguire con la lettura del tuo post, che rispetto, ma non appena superata questa premessa mi sono dovuto fermare.

Naturalmente cimentarsi nell’impresa con il pubblico smaliziato del 2006 è un’impresa quasi disperata.

**** Ero ripartito.., ma è più forte di me... Una considerazione al volo: il pubblico del 2006 e semmai (smal)viziato.






_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-01-2006 alle 22:14 ]

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whitedemon

Reg.: 30 Dic 2005
Messaggi: 3
Da: pomigliano d'arco (NA)
Inviato: 04-01-2006 01:12  
Bhè come qualcuno postava sul blog,effettivamente non si sentiva la mancanza di questo film, ne tantomeno la necessità di un Remake seppur fatto bene.Il film a tratti,e intendo dire per la prima ora è stato se non fosse che c'era casino all'interno della sala del cinema,sarei caduto facilmente tra le braccia di Morfeo .Indubbiamente è un ottimo film realizzato, ho gradito soprattutto la splendida interpretazione dell'attrice(e che me la passiate se non ricordo il suo nome)ma non ho gradito tanto la durata....A PROVA DI CLOROFORMIO!! Dura tantissimo,tre ore sono troppe per un film che poteva senz'altro concretizzarsi in due ore max....un pò macchinosa e lenta l'introduzione, semplicemente da tagliare. Gli effetti grafici sono di tutto rispetto, ma oggi come oggi non si nota più la differenza, c'è una sorta di appiattimento per quanto riguarda l'uso degli effetti, tutti uguali. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere. Vai sempre...

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 04-01-2006 06:49  
E' singolare come la percezione di un film possa essere cosi' disparata.
Parlavo poco dopo la visione struggente del film con un amico artista e gli spiegavo come spesso uno stesso film possa andare direttamente a fondo e colpirti 'dentro' e come altre invece riflettersi sulle barriere che uno si crea studiando, imparando, leggendo e vedendo... sono molto stupito dalle cose che dice Alzayd e in parte le condivido e in parte no. Diciamo anzi che non le condivido ,) ma le accetto molto ben volentieri anche perche' mi pare che sia una delle poche volte che ci troviamo su due schieramenti opposti...

Credo che il cinema di questi ultimi anni sia diventato sempre piu' un cinema di macrostrutture dove un tempo era il particolare e il micro, il piccolo e l'unità a fare del film e del suo linguaggio un prodotto compiuto e coerente. L'attenzione maniacale al linguaggio aveva di riflesso (o era l'analisi stessa che aveva influenzato il cineasta?) portato l'analisi e lo studio del cinema ad 'incagliarsi' sulle figure che componenvano stringhe di pellicola: serie di inquadrature, articolazione dei soggetti tra stacco e stacco, coerenze e discoerenze che diventavano questione di morale di imperscindibile importanza...
Bene e pure bellissimo.... e perchè non potrebbe ancora essere così? Non ci sono motivi per cui smettere di farlo se non che il cinema stesso e la letteratura del cinema che poi è la critica e l'analisi e accompagna il fare con il riflettere come tutte le discipline e le arti (la critica, quella buona, quella che indaga e fa cinema scrivendo invece che girando delle immagini - stessa cosa diceva anche un po' Godard- è come una 'guardiana' del gusto) si sono orientate verso altri lidi, verso altre indagini e soprattutto verso altri metodi percettivi.
Ha senso quindi fare un certo tipo di analisi su certi tipi di film, ha anche senso che certi tipi di analisi e giudizi che non si adattano al film vengano comunque applicati... Il punto semplice quanto banale eppure veritiero è che se cambia il cinema cambia anche la lettura dei film e quindi l'analisi e inoltre anche il modo di intenderli, di vederli, di accettarli, etc etc...
Accetto ben volentieri gli appunti mossi da Alzayd, che è uomo di cinema e di gusto, ma è anche giusto (e sfida anche più difficile) 'arrendersi' a certi film per permettere che questi entrino e lavorino da dentro, senza per forza doverli interrompere perchè mancano di coerenza logico-scritturale. E questo semplicemnete perchè il film non si muove più passo dopo passo, scena dopo scena, non è il passaggio dei quattro-quarti musicali che deve essere coerente con quello che viene prima e quello che segue. Il cinema di oggi si muove come si muovono masse di iceberg nello spazio senza gravità. E' un concerto di masse silenziose e pesanti dove il particolare si perde, dove l'angolatura o la giuntura delle parti è fatta male o manca del tutto. Sono le grandi masse per come sono sviluppate e accostate e poi anche rifinite, ma solo in seconda battuta, che regolano il film. Che poi sono forme grezze, ingenue, a volte invece rifinite e limate non importa, si tratta comunque di altre grandezze.. Il cinema non è diverso dal 1895, dal 1950, dal 1960 etc... è solo cresciuto, così come cresce una persona che a volte fa male e a volte fa bene, che sbaglia e persevera, che fa schifo e che invece si piace e piace, ma contiunua ad andare avanti e mano a mano che il tempo, i tempi anzi, avanazano anche le priorità cambiano. Così come dovrebbero cambiare i modi di rapportarsi delle persone che gli stanno accanto.
Ciò non vuol dire accettare tutto e ciò comunque non può voler dire che tutto ha un senso... credo soltanto che i difetti grezzi di un film come King Kong ce li abbia quasi tutto il cinema di un certo tipo che si vede oggi. Film come "L'uomo ragno 2" presentano buchi di sceneggiatura incredibili e inspiegabili. Non perchè trattasi di un film tratto da un fumetto ci si può permettere di passare sopra ad incongruenze stridenti,,,,, eppure....
Eppure si fa perchè non sono le forme, nè i particolari simbolici che fanno di un affresco, oggi (e ripeto oggi), un'opera importante,,,, sono solo i coloiri, magari pure pasticciati, e che comunque hanno il potere di comunicare e di simboleggiare e di parlare e di dire etc etc, che danno il senso completo del valore di un'opera.
In questo posso dire allora che ogni film ha i suoi errori se si cimenta con questioni di una certa portata, eppure il cinema non si deve curare di sbagliare nè può preoccuparsi di essere scientifico.
Il cinema deve solo far sbattere tra loro enormi iceberg vaganti.... e noi che in silenzio guardiamo dobbiamo solo dire "ooooh! e chi l'avrebbe mai detto....".
dopo semmai, se uno riesce, si passa ad analizzare noi stessi e il risultato che il botto ha fatto su di noi e non, a mio parere, quanto precisamente e chirurgicamente qualcosa è stata realizzato...
D'altronde io credo che il cinema di oggi non sia soltanto nel film, ma esattamente in noi stessi... e credo che i registi che sappiano questa cosa siano sempre un pò più avanti degli altri...
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 04-01-2006 09:15  
alzayd scrive:
"Non c'e resa estetica in K K adeguata alle mere e vanificate intenzioni. C'è fin troppo cinema attuale che cerca di sedurre con questi mezzucci affatto ruffiani, alla moda, con molto fumo negli occhi e poco arrosto. Questo cinema dimostra di non avere più idee, e quelle residue passano per la lavanderia della più inerme, conformista ed inane omologazione che rende schiavo il sistema cinema. Questo cinema è vecchio, insulso, sorpassato. E' ora di voltare pagina. E parlo del cinema popolare."


quanto ti sbagli
ancora una volta ti ripeto: mi sembra che tu tenda ad accumunare nella mediocrità, nel piattume autoriale qualsiasi film che punti allo spettacolo, che cerchi lo stupore, qualsiasi blockbuster,
mi spiace ma se non vedi la differenza fra un jackson, uno spielberg e i vari Edward Zwick o Petersen è un problema tuo (e non dire che la differenza è solo meramente tecnica o di mezzi economici, ti prego). Spiacente ma il cinema di Jackson è unico al mondo, pur usando una grammatica cinematografica già collaudata da molto tempo (pensa un pò che ti dico). Se vuoi dire che jackson non è un'avanguardista siamo d'accordo ma il suo resta un cinema unico al mondo. Quanto alla mancanza di resa artistica se la giustifichi solo con le incongruenze di cui parlavi precedentemente, o qualche disequilibrio di sceneggiatura e di tempi narrativi...bè ti rimando al topic precedente di Tristam.

"riguardo al "fuori tempo massimo" posso solo dirti che ti sbagli.

**** E so contento per te che ci hai la verità in tasca."

basterebbe il successo mondiale di Isda e la già notevole quantità di volte in cui jackson è stato copiato a pochi mesi dall'uscita dei suoi film (e mai con lo stesso risultato però)a farti capire come il suo cinema abbia prepotentemente penetrato l'immaginario collettivo e rinverdito il genere epico/kolossal.
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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 04-01-2006 12:18  
quote:
In data 2006-01-03 22:13, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-01-03 19:00, GionUein scrive:
KING KONG
Di Peter Jackson
Voto : 8,5


Tam-tam ( tamburi ).
All’inizio flebile, quasi impercettibile ma presente.
E’ un richiamo ipnotizzante, che si farà sempre più forte.

Antefatto.

L’intenzione ( evidentissima ) di Jackson non è quella di realizzare un “remake” del classico di Shoedsack e Cooper, bensì quella di realizzare il “remake” dell’impatto che quel film ha avuto sul pubblico di allora . Ovvero ricreare lo stupore e la meraviglia mostrando quello che non si era mai mostrato.

*** Guarda, senza offesa, ero più che intenzionato a proseguire con la lettura del tuo post, che rispetto, ma non appena superata questa premessa mi sono dovuto fermare.

Naturalmente cimentarsi nell’impresa con il pubblico smaliziato del 2006 è un’impresa quasi disperata.

**** Ero ripartito.., ma è più forte di me... Una considerazione al volo: il pubblico del 2006 e semmai (smal)viziato.






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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-01-2006 alle 22:14 ]



Non ti preoccupare.
Anzi.
Potresti far un fioretto.
Magari a piccole dosi , e con un po di guttalax sotto mano , riusciresti a leggerlo tutto entro il 2006.

Dopotutto : con la calma e con la vasellina, l'elefante si inculò la gallina
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 04-01-2006 12:31  
quote:
In data 2006-01-04 06:49, Tristam scrive:
E' singolare come la percezione di un film possa essere cosi' disparata.
Parlavo poco dopo la visione struggente del film con un amico artista e gli spiegavo come spesso uno stesso film possa andare direttamente a fondo e colpirti 'dentro' e come altre invece riflettersi sulle barriere che uno si crea studiando, imparando, leggendo e vedendo... sono molto stupito dalle cose che dice Alzayd e in parte le condivido e in parte no. Diciamo anzi che non le condivido ,) ma le accetto molto ben volentieri anche perche' mi pare che sia una delle poche volte che ci troviamo su due schieramenti opposti...

Credo che il cinema di questi ultimi anni sia diventato sempre piu' un cinema di macrostrutture dove un tempo era il particolare e il micro, il piccolo e l'unità a fare del film e del suo linguaggio un prodotto compiuto e coerente. L'attenzione maniacale al linguaggio aveva di riflesso (o era l'analisi stessa che aveva influenzato il cineasta?) portato l'analisi e lo studio del cinema ad 'incagliarsi' sulle figure che componenvano stringhe di pellicola: serie di inquadrature, articolazione dei soggetti tra stacco e stacco, coerenze e discoerenze che diventavano questione di morale di imperscindibile importanza...
Bene e pure bellissimo.... e perchè non potrebbe ancora essere così? Non ci sono motivi per cui smettere di farlo se non che il cinema stesso e la letteratura del cinema che poi è la critica e l'analisi e accompagna il fare con il riflettere come tutte le discipline e le arti (la critica, quella buona, quella che indaga e fa cinema scrivendo invece che girando delle immagini - stessa cosa diceva anche un po' Godard- è come una 'guardiana' del gusto) si sono orientate verso altri lidi, verso altre indagini e soprattutto verso altri metodi percettivi.
Ha senso quindi fare un certo tipo di analisi su certi tipi di film, ha anche senso che certi tipi di analisi e giudizi che non si adattano al film vengano comunque applicati... Il punto semplice quanto banale eppure veritiero è che se cambia il cinema cambia anche la lettura dei film e quindi l'analisi e inoltre anche il modo di intenderli, di vederli, di accettarli, etc etc...
Accetto ben volentieri gli appunti mossi da Alzayd, che è uomo di cinema e di gusto, ma è anche giusto (e sfida anche più difficile) 'arrendersi' a certi film per permettere che questi entrino e lavorino da dentro, senza per forza doverli interrompere perchè mancano di coerenza logico-scritturale. E questo semplicemnete perchè il film non si muove più passo dopo passo, scena dopo scena, non è il passaggio dei quattro-quarti musicali che deve essere coerente con quello che viene prima e quello che segue. Il cinema di oggi si muove come si muovono masse di iceberg nello spazio senza gravità. E' un concerto di masse silenziose e pesanti dove il particolare si perde, dove l'angolatura o la giuntura delle parti è fatta male o manca del tutto. Sono le grandi masse per come sono sviluppate e accostate e poi anche rifinite, ma solo in seconda battuta, che regolano il film. Che poi sono forme grezze, ingenue, a volte invece rifinite e limate non importa, si tratta comunque di altre grandezze.. Il cinema non è diverso dal 1895, dal 1950, dal 1960 etc... è solo cresciuto, così come cresce una persona che a volte fa male e a volte fa bene, che sbaglia e persevera, che fa schifo e che invece si piace e piace, ma contiunua ad andare avanti e mano a mano che il tempo, i tempi anzi, avanazano anche le priorità cambiano. Così come dovrebbero cambiare i modi di rapportarsi delle persone che gli stanno accanto.
Ciò non vuol dire accettare tutto e ciò comunque non può voler dire che tutto ha un senso... credo soltanto che i difetti grezzi di un film come King Kong ce li abbia quasi tutto il cinema di un certo tipo che si vede oggi. Film come "L'uomo ragno 2" presentano buchi di sceneggiatura incredibili e inspiegabili. Non perchè trattasi di un film tratto da un fumetto ci si può permettere di passare sopra ad incongruenze stridenti,,,,, eppure....
Eppure si fa perchè non sono le forme, nè i particolari simbolici che fanno di un affresco, oggi (e ripeto oggi), un'opera importante,,,, sono solo i coloiri, magari pure pasticciati, e che comunque hanno il potere di comunicare e di simboleggiare e di parlare e di dire etc etc, che danno il senso completo del valore di un'opera.
In questo posso dire allora che ogni film ha i suoi errori se si cimenta con questioni di una certa portata, eppure il cinema non si deve curare di sbagliare nè può preoccuparsi di essere scientifico.
Il cinema deve solo far sbattere tra loro enormi iceberg vaganti.... e noi che in silenzio guardiamo dobbiamo solo dire "ooooh! e chi l'avrebbe mai detto....".
dopo semmai, se uno riesce, si passa ad analizzare noi stessi e il risultato che il botto ha fatto su di noi e non, a mio parere, quanto precisamente e chirurgicamente qualcosa è stata realizzato...
D'altronde io credo che il cinema di oggi non sia soltanto nel film, ma esattamente in noi stessi... e credo che i registi che sappiano questa cosa siano sempre un pò più avanti degli altri...




scusa tristam. che vorresti dire?
vorresti per caso dire che il cinema di oggi non è più basato sulla rigorisità formale?
o forse che questa passa il secondo piano per far spazio ad un soggettivismo "spettatoriale"?
se è così, non pemsi che potrebbero trovare "giustificazione"(di esistere) un pò tutti i film indipendentemente dalle loro qualite oggettive(se mai questo abbia un senso)?

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kagemusha

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Da: roma (RM)
Inviato: 04-01-2006 12:42  
io credo di no
e non capisco a cosa ti riferisci pèarlando di "qualità oggettive"
semplicemente ad una sceneggiatura ed ad una regia perfettina, equilibrata, perfettamente calcolata nei suoi tempi spesso sono preferibile l'intuizione, i disequilibri, il pensare in grande, anche la megalomania

W Cimino, W il primo bertolucci, W lo Stone di Alexander.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 04-01-2006 12:55  
quote:
In data 2006-01-04 12:42, kagemusha scrive:
W il primo bertolucci, W lo Stone di Alexander.




ah, ecco perchè non sono mai d'accordo con nulla di quello che dici
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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kagemusha

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Da: roma (RM)
Inviato: 04-01-2006 12:59  
quote:
In data 2006-01-04 12:55, Petrus scrive:
quote:
In data 2006-01-04 12:42, kagemusha scrive:
W il primo bertolucci, W lo Stone di Alexander.




ah, ecco perchè non sono mai d'accordo con nulla di quello che dici



manco Cimino ti piace?
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 04-01-2006 13:01  
di per sè no
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 04-01-2006 14:40  
in effetti è brutto assai.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Tristam
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Reg.: 15 Apr 2002
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Da: genova (GE)
Inviato: 04-01-2006 16:25  
quote:
In data 2006-01-04 12:31, oronzocana scrive:
scusa tristam. che vorresti dire?
vorresti per caso dire che il cinema di oggi non è più basato sulla rigorisità formale?
o forse che questa passa il secondo piano per far spazio ad un soggettivismo "spettatoriale"?
se è così, non pemsi che potrebbero trovare "giustificazione"(di esistere) un pò tutti i film indipendentemente dalle loro qualite oggettive(se mai questo abbia un senso)?


Il punto cruciale non è tanto il soggettivismo "spettatoriale", seppure in qualche modo possa anche entrarci.
Dico che per arrivare a intendere i film così, è comunque necessario passare attraverso un vaglio formale e formalista che aiuta chi analizza a vedere cose che sono più nascoste, soprattutto in una disciplina che prima racconta frontalmente e poi dice e comunica segretamente.
Poi in un periodo dove le questioni tecniche e formali non interessano più, nè a chi guarda nè a chi fa, è anche giusto che l'approccio ai film sia leggermente diverso, ma non del tutto opposto, cieco e puramente soggettivo.
Insomma, posso fare un parallelo con l'arte che qualche volta forse ho già fatto.... un pittore astrattista per poter arrivare alla pura forma del colore, per arrivare a slegarsi dal figuratismo, dal simbolismo, dall'iconografismo deve comunque passare attraverso tutti questi stadi con una certa bravaura. Picasso era un pittore "realista" molto bravo ed efficace... Il passaggio al cubismo fa parte di un percorso durissimo e progressivo.
Saltare subito al soggettivismo puro e semplice è quello che tendenzialmente fa chi non è interessato troppo al cinema se non dal punto di vista puramente 'intrattenitivo', seppure ci siano grandi esempi di persone che riescono a cogliere il senso ultimo del film con poche parole (vedi tra i più conosciuti Giuseppe Turroni e tra i meno Federica Guarnieri) senza per forza essere dovuti passare attraverso precisi stadi...
Quando io parlo di soggettivismo ovviamente mi riferisco a quelle persone che comunque sanno basarlo su idee oggettive e concrete e che ribaltano verso l'esterno la passione che il film in loro ha provocato e la mettono in parole che non possono essere spezzate...
L'idea che suggerivo era semplicemente quella che: a periodi in cui si vive si deve anche trovare il giusto modo per tradurre quello che un film dice. La mia idea è che quello che un film dice deve passare attraverso il proprio soggettivismo (ma allenato duramente) e costruirsi su questioni oggettive, che non sono null'altro se non idee valide e concrete...

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Una minchia/sapida

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oronzocana

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Inviato: 05-01-2006 13:24  
quote:
In data 2006-01-04 16:25, Tristam scrive:

Poi in un periodo dove le questioni tecniche e formali non interessano più, nè a chi guarda nè a chi fa, è anche giusto che l'approccio ai film sia leggermente diverso, ma non del tutto opposto, cieco e puramente soggettivo.





Intendevo carpire dal tuo post proprio questo.
Un pò lo stesso discorso che Bazin(mi pare) fa in riferimento all'invenzione della fotografia e del contraccolpo che ha dato alla pittura. Ha portato quel "simile", in modo istantaneo, che la pittura cercava di ottenere fin dal Rinascimento. In questo modo ci si è evuluti verso un simbolismo che prescindeva oramai dall'indagine prettamente realista ed immediata spostando il campo d'azione verso un soggettivismo interpretativo che esulava da una presunta qualità oggettiva dell'opera stessa(pittorica intendo).

Quindi dici che nel cinema di oggi, parafrasando il discrso di cui sopra, potrebbe vedersi un fenomeno analogo?
Si è perso il senso e l'interesse verso una compiutezza formale del film a (s)vantaggio di un simbolismo molto più accentuato?

p.s.: correggimi se ho scritto della cazzate
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