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Tutti pazzi per l'Oro
Ancora una volta il titolo italiano, orecchiabile richiamo ad altri prodotti e altri generi, corrisponde a un titolo inglese ben diverso e più significativo, al di là dei valori specifici di "tutti pazzi per l'oro". Il titolo originale è infatti "Fool's gold" che si traduce con "oro degli sciocchi" ma indica in realtà un materiale specifico, la pirite, suscettibile di essere scambiata per il nobile metallo giallo ma del tutto priva di valore. Il motore della vicenda è in effetti un tesoro di inestimabile valore, affondato secoli fa durante un'avventurosa traversata verso la Spagna. Questa montagna di monete d'oro, diademi, scrigni e collane di perle altro non è che un McGuffin. Secondo la definizione di Hitchcock, il Mc Guffin è uno strumento narrativo che manda avanti la vicenda e motiva i personaggi pur essendo del tutto inconsistente. Solo la capacità di regista e sceneggiatore sono in grado di dare dignità a questo movimento "in folle" dato da un elemento vuoto che deve essere riempito dalla magia del cinema. Questo -evidentemente- non è il caso.
Matthew McConaughey non veste nuovamente i panni del cacciatore di tesori di Sahara (colossale flop privo di possibilità di sequel), ma più genericamente di "un" cacciatore di tesori. Cambiamo nome ma non professione, sembrano suggerire i consulenti d'immagine del buon Matthew, che si porta in questa impresa (improba?) la bella Kate Hudson, riproponendo un'accoppiata già collaudata in passato. Questo è, peraltro, il solo aspetto degno di nota di questa stanca pellicola.
Quello che ci si aspetta da un film di avventura è azione, un pizzico di suspence e personaggi stereotipati ma dotati di carisma. L'azione latita: in molti punti Tutti pazzi per l'oro si trasforma in una pellicola psicologica su legami fondamentali che necessariamente devono essere riallacciati, tra moglie e marito e tra padre e figlia, in una contaminazione improbabile tra intimismo ed esplosioni. I personaggi sembrano usciti dagli incubi di un quindicenne ubriaco di televisione e di reality: il cattivo è una gangster rapper, il socio del protagonista un ucraino svampito, commentatori degli eventi sono due cuochi gay tanto teneri e saggi.. Quando poi prendiamo in esame l'elemento della suspence l'età del nostro sceneggiatore immaginario diminuisce ulteriormente: lo svolgimento del film dopo pochi minuti diventa prevedibile anche per un bambino di nove anni. Va inoltre detto, ad onor del vero, che nessun bimbo nemmeno della più tenera età penserebbe che una fotografia potrebbe salvarsi da un fuoco infernale... cosa che qui immancabilmente avviene e proprio nelle prime battute della pellicola.
Così né i meravigliosi scenari marini né la bella Hudson riescono a salvare lo spettatore da un insopprimibile senso di noia che rende prepotente l'interrogativo: era proprio necessario?
La frase: "Lo ha sollevato da una pozza di olio motore e di olio abbronzante e ne ha fatto un cercatore di tesori!".
Mauro Corso
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