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Un segreto tra di noi
"Un Segreto tra di Noi" è un film dal quale ci aspettavamo francamente qualcosa di più. Aspettative alimentate sia dando un’occhiata al cast, sia scorgendo la trama ed in fondo anche facendoci catturare da quel titolo accattivante (parliamo ovviamente del titolo in originale "Fireflies In The Garden" – Lucciole in giardino – trasformato, chissà perché in "Un segreto tra di noi").
Ed in effetti le prime sequenze, una scena di pieno dramma familiare dove nell’angusto spazio di un’automobile, sotto la pioggia, veniamo a conoscere le psicologie dei tre personaggi principali (il padre Willem Dafoe, la madre Julia Roberts e il loro figlio da piccolo interpretato da Cayden Boyd e che poi da grande avrà le fattezze di Ryan Reynolds), sono cariche di tensione ed i dialoghi secchi e senza speranza sono il preludio ad anni di comunicazione difficile se non quasi impossibile. Il ragazzo fugge dalla macchina nella quale il padre gli stava impartendo l’ennesima insopportabile quanto psicologicamente violenta lezione di vita e corre sotto la pioggia verso casa. Dopo un pò lo vedremo ormai adulto, su un aereo tornare a casa per la laurea della madre. Un bel salto temporale ben sottolineato dal montaggio. Ma dopo ciò il plot perde di originalità, troppo intriso da tragedie al centro e ai confini della storia ed il film si incupisce sempre più per poi risolversi in un bel finale consolatorio da perfetta felice famiglia americana.
Il regista Dennis Lee, alla sua prima prova con un lungometraggio, scrive la sceneggiatura di questo film avendo cura delle psicologie dei personaggi e delle dinamiche tra di essi, ma poco si occupa di garantire allo spettatore un minimo di suspense che anche in un film concettuoso come questo è necessaria. Ed allora capita che gli eventi, peraltro pochi, più o meno sono già previsti dall’attento spettatore che alla fine, inevitabilmente, si annoia. Qualche pecca Lee la mostra anche nelle riprese nelle quali i personaggi sembrano ingabbiati negli interni e non sempre si muovono a loro agio. Sicuramente più sicuro nelle riprese all’aperto, Lee, riesce qui ad esprimere meglio un potenziale ancora però da scoprire.
Come detto, il cast è di notevole levatura. E’ Julia Roberts, nei panni inconsueti di una madre molto mediterranea (vittima della protervia del marito, sopporta pazientemente per il bene dei figli) mostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di aver ormai raggiunto una piena maturità artistica.
La frase: "La pazienza è una virtù. Raramente si trova nella donna. Mai nell’uomo".
Daniele Sesti
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