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Misure straordinarie
La malattia di Pompe è una grave patologia neuromuscolare molto rara.
La Pompe è di origine genetica e molto spesso i genitori sono portatori sani. A causa del difetto di un enzima, la Pompe porta a un processo degenerativo che interessa i muscoli e può interessare il cuore. Esiste in molte forme, alcune delle quali possono portare alla morte entro il primo anno di vita, mentre altre forme possono portare alla paralisi degli arti.
La spiegazione scientifica è stata necessaria perché Misure straordinarie parla di questo tipo di patologia e della lotta per trovare un farmaco in grado di contrastarla. Come si può leggere chiaramente sulla locandina, il film è tratto da una storia vera, la storia dello sviluppo di una terapia enzimatica atta a contrastare, se non altro, gli effetti più gravi della malattia.
La prima cosa che si può notare di questa pellicola è la scelta del cast, davvero molto interessante. Nel ruolo del ricercatore universitario a caccia di una soluzione farmaceutica per la patologia troviamo Harrison Ford, mentre nella parte del padre che mette in gioco tutto per trovare una cura per i suoi figli possiamo vedere Brendan Fraser. Ford è in un certo senso l'avventuriero per eccellenza nei film d'azione, mentre Fraser è il padre avventuriero per eccellenza (basti pensare agli episodi successivi a La Mummia).
Questa scelta rende più facile il transito dall'avventura tradizionale allo straordinario quotidiano, un quotidiano che però ha molto in comune con l'epica dei film d'azione. In maniera, naturalmente, molto sottile. I conflitti, elemento fondamentale del film d'azione, sono qui presenti in molti modi: ci sono difficoltà economiche, aziende farmaceutiche che pensano solo ai profitti, il peggioramento della malattia dei due bambini e, a coronamento di tutto, il caratteraccio del geniale ricercatore che rischia continuamente di mettere in pericolo la riuscita dell'impresa.
La lacrima non è quindi l'aspetto preponderante di questa pellicola, pur essendo certamente presente. Le sequenze in cui sono presenti bambini in sofferenza sono curate, in effetti, con garbo, senza sbavature o facili sensazionalismi. Si può notare, anzi, un certo pudore, davvero lodevole in questi casi. Non è un film facile, visto l'argomento, ma è senz'altro un lavoro in cui è la speranza a prevalere alla fine, e questo non è poco.
La frase: "Lo stipendio annuale dell'allenatore di football è pari al doppio del mio budget: a nessuno importa niente della ricerca".
Mauro Corso
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