Dream House
La casa dei sogni del titolo è quella del Connecticut in cui, fuggito dalla frenesia di New York, trasloca l’agente 007 del grande schermo Daniel Craig insieme alle due piccole figlie e alla moglie, con le fattezze della Rachel Weisz della serie "La mummia".
Casa dei sogni soltanto inizialmente, perché, se in un primo momento una delle bambine manifesta il timore di rimanere nell’abitazione affermando di aver visto un misterioso individuo fuori dalla finestra, non tardano neppure i due coniugi a rendersi conto del fatto che qualcuno li stia spiando; fino al momento in cui vengono a scoprire che il posto, tempo addietro, fu teatro del brutale massacro degli stessi proprietari.
Quindi, con il ricco cast completato dall’ottimo Elias Koteas de "Il curioso caso di Benjamin Button" (2008) e dalla Naomi Watts di "J. Edgar" (2011), la quale veste i panni di una donna che abita di fronte ai protagonisti, l’irlandese Jim Sheridan – autore de "Il mio piede sinistro" (1989) e "Nel nome del padre" (1993) – rispolvera la sempreverde tematica delle dimore maledette immergendo il tutto in una efficace ambientazione nevosa.
E bisogna dire che, grazie anche al fondamentale contributo della fotografia di Caleb Deschanel e delle scenografie di Carol Spier, riesce nell’impresa di enfatizzare una riuscita atmosfera di mistero destinata ad avvolgere fotogramma dopo fotogramma l’incuriosito spettatore; sempre più desideroso di scoprire quale sarà la conclusione di una vicenda dai toni horror che finisce per sfoderare un inaspettato colpo di scena già una volta giunta alla sua metà.
Mentre si arrivano addirittura a toccare punte melodrammatiche ed è possibile scorgere similitudini con titoli del calibro di "The sixth sense - Il sesto senso" (1999) e "Unknown - Senza identità" (2011); ma lasciando piuttosto a desiderare proprio per quanto riguarda la tutt’altro che sorprendente rivelazione finale e senza riuscire a evitare una certa confusione volta a penalizzare alcuni passaggi dell’insieme. Testimoniando, probabilmente, quelle manipolazioni attuate dalla produzione che, snaturando la pellicola, hanno portato regista e cast e a disconoscerla.
La frase:
"Lei vive qui e non sa degli omicidi?".
a cura di Francesco Lomuscio
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