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Dogma
Il Vangelo secondo Kevin Smith.
Angeli, diavoli, profeti, muse, il 13º apostolo, e Dio in persona, costellano l'ennesima opera buffa di Kevin Smith, uno dei più originali registi americani degli ultimi anni.
Questo e tanto altro in "Dogma", realizzato nel 1999 ma distribuito solo adesso in Italia, dopo l'uscita di "Jay and silent Bob", realizzato nel 2001 e distribuito nel 2002.
Il talentuoso Kevin conferma tutte le sue doti di bizzarro affabulatore, farcendo il suo film di miriadi di improbabili personaggi che discutono con estrema seriosità - e non è una frase fatta - sul sesso degli angeli. Ci avesse provato qualsiasi altro cineasta a realizzare un film come questo, pregno di barbose citazione bibliche, saremmo usciti dalla sala con un vago senso di nausea. Ma l'autore di "Clerks" lo fa con estrema leggiadria e noncuranza, con una tale leggera indifferenza, che è una piacevole sorpresa scoprire che Dio è femmina, che è un tipo solitario ma spiritoso e, soprattutto, che ha le fattezze di Alanis Morrissette. Così come ci si sorprende ad apprendere che gli angeli hanno la faccia stupidamente divertita di Matt Demon e Ben Affleck, che Linda Fiorentino è l'ultima discendente di Gesù Cristo e che Salma Hayek è una splendida e affascinante Musa che ha deciso di mettersi in proprio invece che favorire le ispirazioni artistiche altrui.
Ottimo autore, discreto direttore, Smith si concede anche qualche preziosismo, come ad esempio le lunghe carrellate con una teoria di ridicoli personaggi sullo sfondo. Tutto ciò per raccontare una trama che riassumere è una prova ardua. Perché è difficile compendiare una storia dove la premessa è costituita da due angeli i quali, scacciati dal cielo perché stufi di sterminare torme di peccatori, dopo millenni, decidono di tornare in Paradiso attraversando la porta di una chiesa del New Jersey che un cardinale rampante della East Coast ha dichiarato avere le stesse proprietà salvifiche di quelle delle basiliche romane. Quindi ci rinunciamo.
In definiva, "Dogma" è un film con tanti personaggi e tanti attori, ma, nonostante i nomi altisonanti, quelli che ci piacciono di più sono gli eroi dell'ormai saga di Kevin Smith. Ci riferiamo, naturalmente, agli ineffabili Jay (Jason Mewes) e Bob "Zittino" (come noto, lo stesso Kevin Smith). Tutto sommato, in un film che comunque risulta un pò dispersivo e disorientante, è confortante e tranquillizzante avere due punti fermi come loro. Logorroico e inconcludente Jey, silenzioso e concreto Bob, due certezze in questo mondo ricco di dubbi e insicurezze!!
Daniele Sesti
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