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Deepwater - Inferno sull'Oceano

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Sara D'Agostino27 settembre 2016Voto: 7.0
 

  • Foto dal film Deepwater - Inferno sull'Oceano
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“Deepwater Horizon”, questo il titolo originale dell'ultimo film di Peter Berg, è incentrato su uno dei più gravi disastri della storia americana: il 20 aprile del 2010 la Deepwater Horizon, una piattaforma petrolifera semisommergibile di proprietà della società svizzera Transocean e noleggiata dalla British Petroleum, stava eseguendo delle operazioni di trivellazione nel pozzo Macondo, a circa 40 miglia dalla costa della Louisiana, quando improvvisamente, a causa di un incidente, si è verificata a bordo una terribile esplosione, seguita poi da un devastante incendio.
Il disastro della piattaforma trivellatrice Horizon ha attratto l'attenzione di tutto il mondo per aver provocato un inarrestabile sversamento di greggio sul fondo dell’oceano, nonché la morte di 11 dei 126 lavoratori che quel giorno si trovavano sulla piattaforma.

La sceneggiatura del film ha tratto ispirazione da un importante articolo del New York Times: “Deepwater Horizon’s Final Hours”, scritto da David Barstow, David Rohde e Stephanie Saul, risultato delle interviste a 21 sopravvissuti e di testimonianze giurate e dichiarazioni scritte da parte di altri, che ha offerto il resoconto più dettagliato di quello che è realmente accaduto, minuto per minuto, sulla piattaforma in quel drammatico giorno. È dunque evidente che l'intento primario di Berg non sia principalmente, o esclusivamente, quello di mostrare il dramma della Deepwater in relazione al suo impatto ambientale ma soprattutto di analizzarlo dal punto di vista delle perdite umane.
Il regista vuole dar voce ed espressione all'eroismo di uomini e donne che in quel drammatico 20 aprile hanno lottato per sopravvivere e per poter riabbracciare i propri cari, scavando nelle loro vite e nei loro cuori. Proprio per questo la prima parte del film è interamente dedicata a mostrare allo spettatore brevi stralci della vita privata di alcuni dei lavoratori della Deepwater prima di imbarcarsi, e successivamente, una volta saliti sulla piattaforma, quanto questa fosse considerata da ciascuno di loro una sorta di seconda casa. È quindi evidente che l'approccio dell'intero film sia volto all’interesse di coinvolgere il pubblico nelle vite semisconosciute dei lavoratori della piattaforma petrolifera ben prima che si verificasse l’esplosione.

L'attenta sceneggiatura di Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand e la sapiente regia di Peter Berg forniscono quello che potremmo definire un approfondimento commovente e al contempo avvincente di come la gente comune riesca a compiere atti eroici e straordinari in situazioni inattese e sconvolgenti.
A rendere la storia ed i personaggi narrati nel film ancora più convincenti è però un cast di tutto rispetto che vede brillare i nomi di Mark Wahlberg, Kurt Russel, John Malkovich, Gina Rodriguez, Dylan O'Brien e Kate Hudson. Wahlberg veste i panni del capo tecnico elettronico della Transocean, Mike Williams, un devoto padre di famiglia responsabile della supervisione dei computer e dei sistemi elettrici della piattaforma il 20 aprile, quando tutto andò storto. Durante il terribile incendio che scaturì nell'incidente Williams, che ha anche partecipato attivamente alla lavorazione del film, lottò disperatamente per salvare la sua vita e quella di altri colleghi e amici e per poter tornare dalla moglie (interpretata nel film da Kate Hudson) e dalla figlia.

La corsa contro di Williams e degli altri lavoratori della Horizon, investiti da fiamme e combustibile, per sopravvivere è il cuore pulsante del film di Berg e sicuramente non lascerà lo spettatore indifferente, trascinandolo in un turbinio di emozioni e paure scaturite da una situazione inaspettata e quanto mai catastrofica.


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