Dear John
Dopo aver commosso il pubblico raccontando l’amore, la dedizione, la fedeltà e l’amicizia del cane "Hachiko", il regista Lasse Hallstrom, già tre volte candidato all’Oscar, torna a trattare il tema dei sentimenti adattando per il cinema il bestseller dell’autore Nicholas Sparks: "Ricordati di guardare la luna". E’ la commovente storia d’amore tra due ragazzi John Tyree, interpretato da Channing Tatum, e Savannah Lynn Curtis, interpretata da Amanda Seyfried. E’ un dramma moderno che cerca di catturare la realtà, le varie sfumature e sfaccettature dei sentimenti, le difficoltà di fare delle scelte in certe situazioni, la sofferenza derivata dalla lontananza e dalla solitudine e infine le delusioni che la vita ci riserva. Attraverso l’evoluzione di una storia adolescenziale piena di insicurezze e paure, il regista, con il suo caratteristico tocco leggero e delicato, cerca di mostrare al pubblico la realtà, creando una commedia romantica dai toni melò.
E’ il 2001 e a far da sfondo a questa storia d’amore, una fra milioni o miliardi, è il dramma delle "Torri Gemelle", l’evento che ha sconvolto il mondo, cambiando la vita di centinaia di persone e fra i tanti anche di questi due giovani. John è un giovane soldato delle forze speciali americane tornato a casa per una licenza, durante un pomeriggio sulla spiaggia incontra la giovane universitaria Savannah.
Nonostante provengano da due mondi completamente opposti, fra i due scatta subito e inevitabilmente l’amore, per sopperire alla mancanza l’uno dell’altro decidono di scriversi. L’amore adolescenziale, nato da un colpo di fulmine, proprio grazie alle lettere, sembra rafforzarsi e cos’è un anno in confronto all’amore della propria vita? Ma l’attentato alle "Torri Gemelle", l’amore per la patria, il desiderio di proteggere la propria terra spingono John a rinnovare il suo impegno, ad arruolarsi di nuovo e partire per l’Afghanistan, un gesto non accettato da Savannah, che, provata dalla sua lontananza, tenta perfino di dimenticarlo, ma il destino è in agguato...
Il film è costruito con toni lenti, cosa che ne inficia a volte la fruizione rendendolo un po’ pesante e gli attori, seppur abili, non riescono a rendere credibili i sentimenti contrastanti e struggenti che vivono i protagonisti. La pellicola è caratterizzata profondamente dallo stile di Hallstrom, spesso, infatti, la telecamera si attarda sui particolari paesaggistici, come l’oceano durante un temporale o in una calda notte d’estate, per sottolineare lo stato d’animo dei protagonisti, riprendendo così una tecnica scrittoria dei romanzi dell’Ottocento. Il regista dunque tende a proiettare il sentimento delle persone nel paesaggio, nella natura in cui vive la persona, trasformandola nella voce del cuore e dell’animo del singolo. Tenendo presente questo aspetto, è chiaro come la natura e i colori delle inquadrature cambino e si modifichino di pari passo con l’evoluzione della storia d’amore, che nonostante le delusioni e le ferite, arriva alla fine, lasciando nello spettatore l’amaro in bocca.
Il film dunque risulta essere un melodramma, dalle tinte leggere e dal tocco delicato, ma che non coinvolge né convince lo spettatore né lo porta ad innamorarsi dei personaggi e a sentirsi vicino alla loro storia. Tutto resta in superficie, anche se è evidente lo studio delle diverse situazioni e sfaccettature dell’animo umano, non è comunque un prodotto da scartare, ma di certo non è una delle opere migliori di Hallstrom, che ha incantato il pubblico con film come "Le regole della casa del sidro" e "La mia vita a quattro zampe".

La frase: "Sono una moneta dell’esercito americano coniato nel 1980. Sono stato un tondello di metallo poi stampato e pulito, poi bordato e levigato, ma ora sono una moneta con due fori".

Federica Di Bartolo

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