Conta su di me
Conta su di me si presenta nei titoli di testa piuttosto bene: a partire dal produttore esecutivo, niente di meno che Martin Scorsese, per passare al regista, che seppur alla sua prima prova è stato sceneggiatore di "Terapia e pallottole" e di "The lost army", oltre ad essere molto conosciuto come autore teatrale: oltretutto con questo film è candidato agli Oscar proprio per la sceneggiatura.
Per tacere degli attori: oltre a Matthew Broderick e Mark Ruffalo, Laura Linney, candidata anche lei agli Oscar di quest'anno, per la sua interpretazione in questo film.
E seguendo la storia le promesse sono mantenute.

Conta su di me è un film di sorprendente profondità che si sviluppa attraverso dialoghi che potremmo forse chiamare minimalisti - intesi come essenziali, in un'accezione quindi decisamente positiva - che sottolineano magnificamente i contrasti delle emozioni e dei conflitti dei protagonisti ed esplorano gli alti e i bassi, l'amori e l'odio, presenti in ogni relazione affettiva familiare. Una famiglia a metà quella di cui parla Lonergan, composta da due fratelli rimasti orfani giovanissimi, molto uniti ma che seguono un diverso e persino opposto cammino. Sammy resta a Scottisville, la piccola cittadina dov'è nata e cresciuta assieme al fratello; alleva lì suo figlio Rudy e lavora in banca. Terry invece conduce una vita totalmente irresponsabile e quasi autodistruttiva, in giro per il mondo. Sammy riesce a convincerlo a passare un pò di tempo insieme a lei e al figlio, sperando di riuscire a rimettere ordine nella sua vita.
Si rivela essere una convivenza difficile; la vita di Sammy è ben organizzata progettata nei minimi particolari mentre Terry porta con sé la sua totale improvvisazione e ogni sua azione, pur mossa da sentimenti sinceri e generosi, finisce quasi sempre in un totale disastro. Ma è proprio questo continuo terremoto che condurrà Sammy a rivedere la propria vita, le sue abitudini e seppur una separazione tra i due fratelli si renderà necessaria, entrambi si lasceranno cambiati, diversi e pronti a dare un nuovo inizio alla loro esistenza.

Laura Linney riesce con grande arte ed abilità ad interpretare un personaggio piuttosto complicato come lo è Sammy, ragazza per bene ma con quel fondo ribelle che non sempre riesce o vuole domare. Mark Ruffalo è altrettanto straordinario nel ruolo di fratello scapestrato, la cui vita sembra essere senza inizio e senza fine, con un animo generoso, ma con un passo malcerto che lo fa cadere sempre a faccia avanti nei suoi tentativi di aiutare proprio chi ama di più.
La storia si costruisce attraverso nuances e frasi lasciate a metà, ricordi e desideri che tornano alla superficie per essere condivisi, ma che spesso ansie e timori fanno tornare indietro da dove sono venuti.
Non è un film sentimentale. Non si parla di passione tra uomo e donna, ma solo di amore e di affetto profondo che non sempre ha bisogno di parole e che commuove più di tutti per la sua assoluta verità.

Valeria Chiari

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