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Confidence
Contate fino a dieci, rilassatevi e... rien va plus, il gioco è fatto. In questa stagione ricca di inganni, truffe e raggiri, non poteva mancare una pellicola prettamente americana, in cui il tutto è urlato, esagerato, esasperato. Jake Vig (Edward Burns) è un giovane truffatore, ingegnoso e ricco di charme. I suoi raggiri sono formidabili, geniali, spettacolari. Non disdegna di far scorrere, sulla scena del "delitto" sangue e pallottole, non ha scrupoli alcuni, si avvale anche dell'aiuto di due poliziotti facilmente corruttibili. Ma per svolgere degnamente il proprio mestiere ha bisogno di compari altrettanto abili e soprattutto affidabili. A volte però il diavolo ci mette lo zampino e così il nostro eroe si ritrova a dover fare i conti con il Re (Dustin Hoffman), un truffatore, sadico e avido, che controlla una vasta zona cittadina. Per uscire dai guai Jake e i suoi devono mettere a segno un colpo milionario a danno di un vecchio rivale del Re. Questa volta però serve un'esca molto appetitosa, Lily (Rachel Weisz). Fra colpi di scena, battute e situazioni davvero imprevedibili il colpo riesce, ma il finale non è così scontato come si può credere. A metà strada fra il Frank Abagnale di Di Caprio e Spielberg e il Nicolas Cage che presto vedremo in Il genio della truffa di Ridley Scott, Confidence è un prodotto più prettamente americano. Sono più americane le situazioni, i modi di fare, la gestualità, le battute, le esagerazioni. È più spettacolare degli altri due, ma forse proprio per questo meno convincente. È ricco di situazioni esilaranti e di donne bellissime, ma ripropone un truffatore (quasi un ladro gentiluomo) che sembra un pò anacronistico rispetto a quello che siamo abituati a vedere. Nei panni del perfido imbroglione, gestore di un locale a luci rosse, troviamo il magnifico Dustin Hoffman, che è stato truccato e vestito proprio per dare l'idea di un viscido ometto che non disdegna la violenza pur di raggiungere i suoi scopi. Con i denti da castoro e i capelli che sembrano sporchi di molte settimane, il Re è la quint'essenza del marcio. Una sorpresa ci viene anche da Andy Garcia, addirittura irriconoscibile nelle prime sequenze, tanto è trasandato e poco appariscente (nonostante il vestito chiaro e il panama). Prove davvero ottime quelle di questi due grandi di Hollywood, un pò meno convincente quella del protagonista, che a tratti sembra quasi la controfigura di Ben Affleck e quella di Rakel Wiesz, bella (per carità), ma non molto brava: vabbè, doveva fare la parte della bella del boss, ma se avesse cambiato un pò più spesso espressione sarebbe risultata più vera (il broncio fa sexy, ma non basta).
Teresa Lavanga
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