Confetti
Un matrimonio su tre finisce con un divorzio. Tanto vale allora sposarsi in modo memorabile, secondo l'ulteriore trovata dell'industria delle nozze: il concorso per la cerimonia più stravagante, indetto dalla rivista specializzata "Confetti magazine" e riservato a tre coppie. Sebbene ci sia chi ha proposto caverna e maschere da dinosauri, o uomini vestiti da Elvis Presley e donne da "teddy girls", o ancora da antichi romani con sacrificio del maiale in casa della sposa, chissà perchè gli sono stati preferiti finalisti con soggetti quali musical, tennis, naturismo. E tra questi il risultato sembra poi già scritto, dato che è prevista una sola location, un unico coreografo e nessun nudo.
Alla sua opera seconda, Debbie Isitt ha avuto in passato una compagnia teatrale dove scriveva, dirigeva e recitava. La cineasta è una grande fan dei reality, e quindi ha scelto attori con facce e fisici comuni senza mettergli in mano alcuna sceneggiatura (per stimolarne le capacità di improvvisazione), e in tal modo riprese e ruoli risultano improntati ad uno spontaneismo documentario. Gli interpreti non hanno provato, di giorno in giorno venivano informati sull'aspetto della storia che avrebbero dovuto affrontare mentre la regista interveniva solo se esageravano o si lasciavano trasportare, e il giorno della competizione si è svolto come un evento dal vivo. Quello che ne è venuto fuori è una sintesi di 150 ore di girato. Del reality questo film riprende purtroppo pure piattezza e ripetitività, tra plastiche al naso, stonate esibizioni canore, la presenza di un padre non voluta dalla madre, strascico di accuse dei perdenti. Nonostante qualche battuta di spirito e una versione punk di "Cheek to cheek", il premio va ai partecipanti maggiormente convenzionali e si chiude con tanto di consigli: sposate solo chi amate.
La frase: "Una persona che si fa chiamare Gesù mi dà l'idea di essere profondamente insicura".
Federico Raponi
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