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Come ti rovino le vacanze











Nel 1983 il mai troppo rimpianto e lodato Harold Ramis diede inizio, con National Lampoon's Vacation, alla divertentissima saga della famiglia Griswold e delle sue catastrofiche vacanze.
All'epoca i protagonisti erano Chevy Chase e Beverly D'Angelo.
John Hughes, deus ex machina delle più riuscite (e tutt'oggi imitate) commedie anni Ottanta, ne scriveva la sceneggiatura.
A quello poi seguirono altri tre film, Ma guarda un po' ‘sti americani (1985) di Amy Heckerling, Un Natale esplosivo (1989) di Jeremiah S. Chechik e Las Vegas - Una vacanza al casinò (1997) di Stephen Kesslerg, tutti baciati da un grande successo di pubblico.
Passati più di trent'anni dal primo episodio, Rusty Griswold (Ed Helms), goffo pilota di una compagnia aerea low cost che effettua solo voli regionali, decide di ripercorrere le orme paterne intraprendendo, insieme alla moglie Debbie (Christina Applegate) e ai loro due figli, un viaggio alla volta del parco dei divertimenti di Walley World.
Nessun membro della famiglia, a parte Rusty, sembra particolarmente entusiasta di partire, ma i numerosi guai di cui la vacanza sarà costellata (si va dall'affitto di una station wagon albanese piena di incomprensibili comandi al bagno in una fogna a cielo aperto scambiata per una pozza termale) finiranno, in qualche modo, per rinsaldare i loro rapporti in crisi.
In un'epoca contraddistinta, cinematograficamente parlando, dal sempre più frequente saccheggio di suggestioni passatiste (è notizia dell'ultim'ora che, a breve, inizieranno le riprese di un remake di Nosferatu) non stupisce affatto che anche la commedia, forse l'ultimo dei generi a proporre ancora idee originali, abdichi a questo trend.
Fortuna vuole che questo reboot di National Lampoon's Vacation - di cui in realtà è anche un sequel - sia finito nelle mani della coppia di autori di Piovono polpette 2 e Come ammazzare il capo... e vivere felici i quali, immediatamente prima di mettere mano allo script del prossimo film della Marvel su Spider-Man, esordiscono qui anche nella regia.
E' una fortuna perché Come ti rovino le vacanze si rivela essere un piccolo di gioiello di comicità anarchica, anche in virtù del fatto che i due saggiamente abbiano scelto di non rifarsi in maniera pedissequa al modello originale, bensì di limitarsi a omaggiarlo innervando, su quel tipico canovaccio di comicità familistica, un po' di sana scorrettezza anni 10.
Quella, per intenderci, che, da Seth McFarlane a Paul Feig, passando per il nume tutelare Judd Apatow (il legame con quest'ultimo è rafforzato dalla presenza nel cast di Leslie Mann, sua attrice feticcio e consorte) ha completamente ridefinito e stravolto i confini di cosa sia oggi possibile fare, soprattutto in termini di argomenti trattati, all'interno di una commedia.
Il film parte quindi a razzo e, dal divertentissimo incipit in aereo fino ai titoli di coda, non ha mai un cedimento o anche un solo momento di stanca, inanellando un fuoco di fila di battute e gag spesso al limite dello scatologico (ma mai di cattivo gusto) fino alla sua sequenza più esilarante che vanta un divertente e divertito Chris Hemsworth nel ruolo del superdotato cognato del protagonista.
Fondamentali, ai fini della riuscita del film, le interpretazioni dei due protagonisti: Ed Helms che finalmente, dopo la serie The Office e i tre Una notte da leoni, ha la possibilità di spiccare il grande salto da spalla a headliner e una Christina Applegate in puro stato di grazia.
Proprio l'attrice rappresenta uno degli scarti di maggiore entità rispetto al film originale, andando a ricoprire, di fatto, il ruolo di moglie insoddisfatta che fu di Beverly D'Angelo ma, a differenza di quest'ultima, rubando in più di un'occasione la scena al co-protagonista maschile grazie a una vis comica e un coraggio davvero notevoli, evidentemente affinati anche attraverso la sua partecipazione ai due Anchorman insieme a Will Ferrell.
Daley e Goldstein non si fanno mancare nulla e lasciano che, per un'ora e mezza, lo spettatore possa ridere di tutto, da una corsa universitaria a base di birra e vomito a una gigantesca palla di peli pubici incastrata nel lavandino di un motel dove molto probabilmente si è consumato un omicidio, sfidando a un certo punto anche il tacito tabù che imporrebbe di evitare di fare battute su un tema delicato e scomodo come la pedofilia.
Loro non solo lo fanno, ma riescono a non essere fuori luogo e a non perdere in leggerezza nemmeno in quel caso.
Questione di talento e gli autori di questo Come ti rovino le vacanze sembrano averne da vendere.

La frase:
- "Siamo nudi e coperti di escrementi umani!"
- "Oh andiamo, non lo sappiamo se sono umani".

a cura di Fabio Giusti

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