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EMBER – Il mistero della città di luce
Puntuale arriva nelle sale il fantasy natalizio. Questa volta ad approdare sulla pellicola è toccato all'opera di Jeanne DuPrau, dedicata ai misteri della città di Ember, una metropoli sotterranea costruita dagli antenati degli attuali abitanti 200 anni prima, per sfuggire ad un non meglio precisato cataclisma che si stava per abbattere sulla superficie terrestre. Ember è ormai una città in decadenza: il generatore che la alimenta è sempre meno affidabile, le scorte di cibo si stanno esaurendo. Una decadenza anche morale che si riverbera sui suoi amministratori sempre più corrotti e lontani dalle esigenze della popolazione. Solo la nuova generazione si rende conto della necessità di una svolta che riconduca gli abitanti di Ember là da dove i loro antenati arrivarono due secoli prima: la superficie.
Prodotto da Tom Hanks e sceneggiato da Caroline Thompson, una delle scrittrici preferite da Tim Burton, con lei ha realizzato "Edward Mani di Forbice", "La sposa cadavere", "Nightnare Before Christmass", il film sposa le atmosfere dark, evidentemente impresse dalla Thompson, sin dalle prime inquadrature caratterizzate da una fotografia tenue che privilegia le ombre e gli angoli oscuri di una molto ben realizzata scenografia che cura con attenzione i dettagli e i particolari (i gradini smussati, la confusione che regna nelle case, il lusso disordinato dei palazzi del potere). La regia del quasi esordiente Gil Kenan (ha realizzato "Monster House" in motion-capture) asseconda i principi stilistici dello script adeguando movimenti e performance degli attori ad un registro di nostalgia latente per qualcosa che fu, che attraversa tutta l'opera. Direzione però scolastica che non riesce a colmare alcune evidenti lacune della sceneggiatura che sfociano o in evidenti incongruenze o in una eccessiva macchinosità dell'impianto narrativo che finisce per rendere faticosa e artificiosa la visione di un film che comunque i suoi pregi li ha. Meriti da riconoscere soprattutto alla produzione capace di mettere insieme un cast di primo ordine come la giovane Saoirse Ronan ("Espiazione"), Tim Robbins, Bill Murray e il vecchio e intramontabile Martin Landau.
Un film di genere che pur se con qualche difetto si lascia piacevolmente vedere.
La frase:
"Vi ringraziamo, Vi diamo il benvenuto, Vi auguriamo tantissima fortuna"
Daniele Sesti
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