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Auto Focus
Probabilmente in pochi ricordano la serie televisiva degli anni sessanta: "Gli eroi di Hogan" - telefilm demenziale ambientato in un campo di prigionia tedesco della seconda guerra mondiale - ed ancora meno il nome di Bob Crane, il protagonista. Paul Schrader ("Affliction") invece sembra ricordarlo perfettamente, soprattutto molti aspetti della vita personale di un uomo che viaggiava decisamente controcorrente in un'America bigotta e bacchettona.
Con un occhio asettico e con totale astensione da giudizi morali di qualsiasi genere, Schrader si avventura, ancora una volta, nei recessi dell'animo umano alla ricerca delle ombre che avvolgono la vita di tutti noi, comprese le grandi star sempre sotto i riflettori, e nel farlo utilizza una tecnica sopraffina con una fotografia sempre più sgranata e solarizzata man mano che scende giù nell'inferno personale di Crane (Greg Kinnear) e per farlo si avvale di un cast in grado non solo di dare il massimo realismo ai personaggi, ma di poter partecipare, senza remore, ad un film che non fa dell'incasso il suo principale obiettivo.
Bob Crane, reduce da un buon successo radiofonico, viene contattato per un nuovo show del prime-time televisivo: "Gli eroi di Hogan" appunto. È una sorta di icona ad Hollywood, non tanto per la sua affermazione come star, piuttosto per la sua solida vita matrimoniale che lo vede sposato da 16 anni con la sua fidanzata del liceo, Anne (Rita Wilson / "Se scappi ti sposo") e padre di 3 figli.
In realtà Bob è sempre stato affascinato dall'universo femminile tanto da tenere in casa varie riviste per soli uomini, ma non aveva mai compiuto il grande passo fino all'incontro con John Carpenter (Willem Dafoe / "Spider-Man"). Lo strano rapporto che unirà i due porterà Crane ad una sorta di "coming out" delle sue reali pulsioni erotiche e ad una vita dissoluta fatta di locali equivoci, incontri occasionali e "filmini casalinghi" delle sue imprese.
Il suo matrimonio si incrina per poi crollare del tutto anche se l'incontro con Patti (Maria Bello / "Payback"), sua partner sul set sembra aprirgli le porte di un nuovo stile di vita; una donna in grado di capire i suoi bisogni ed assecondarlo. Tutto questo, però, mal si concilia con la carriera da star e soprattutto con la major che vorrebbe sponsorizzarne l'ascesa: la Disney. La condanna del perbenismo imperante, il suo rapporto morboso con Carpenter e con le donne ("non ci puoi vivere e non puoi vivere senza" di truffauttiana memoria) porteranno alla sua tragica fine a cui nessuno a mai saputo, o voluto, dare una spiegazione. Meglio dimenticare un personaggio scomodo che con il suo rifiuto di vestire i panni la società aveva cucito per lui, si è dimostrato troppo in anticipo sui tempi.
La chicca: quando si vedono le foto di Bob sparse sul pavimento si nota sul retro la scritta stampigliata nera dello sviluppo. Quel tipo di scritta computerizzata appare soltanto dagli anni ottanta in poi e qui siamo nei settanta.
La frase: "Un giorno senza sesso è un giorno sprecato."
Indicazioni: Per chi cerca un film un pò diverso dal solito.
Valerio Salvi
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