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As you like it (come vi piace)
"La maniera in cui Shakespeare racconta questa vicenda romantica è contemporanea, buffa, commovente e realistica. E' molto accurato per quanto riguarda i gesti, gli atteggiamenti e le pose, ma soprattutto alla base c'è una storia fantastica. Riconoscerete ogni singolo personaggio e le loro storie vi faranno ridere ma al tempo stesso vi commuoveranno, che abbiate 15 o 75 anni".
Così Kenneth Branagh definisce "As you like it (Come vi piace)", sua ultima fatica registica, nonché suo quinto adattamento su pellicola di un'opera di William Shakespeare, dopo "Enrico V" (1989), "Molto rumore per nulla" (1993), "Hamlet" (1996) e "Pene d'amor perdute" (2000).
Un classico letterario che celebra l'irresistibile potere dell'amore in tutte le sue forme, e che vede ora, nel Giappone del 1880, Bryce Dallas Howard (The village) nei panni di Rosalinda, figlia del Duca Senior, interpretato da Brian Blessed (Alexander), fondatore di una piccola corte di commercianti situata ai margini della Foresta di Arden, nella quale viene esiliato, insieme ai suoi uomini, dal fratello Frederick (sempre Blessed) ed il suo esercito formato da guerrieri samurai. Stessa foresta in cui la ragazza, accompagnata dalla fedele cugina Celia, con le fattezze di Romola Garai (Dirty dancing 2), si trova costretta a fuggire per evitare la corte dello zio, tanto da ricorrere ad un travestimento da uomo che, inaspettatamente, si rivelerà molto utile al fine di mettere alla prova la devozione del suo nobile spasimante Orlando, nei cui panni troviamo David Oyelowo (Derailed - Attrazione letale).
Quindi, tra romanticismo ed ironia, Branagh, supportato dal notevole lavoro svolto dallo scenografo Tim Harvey (Nel bel mezzo di un gelido inverno) e dalla costumista Susannah Buxton (Millions), confeziona lussuosamente circa 117 minuti caratterizzati, come c'era da aspettarsi, da un'impostazione tipicamente teatrale, la quale, pur regalando al pubblico uno spettacolo senza infamia e senza lode che si lascia tranquillamente guardare fino all'apprezzabile epilogo metacinematografico, rischia in più di un'occasione di farlo scadere nella monotonia, fortunatamente salvato dagli interventi di indispensabili personaggi di contorno, come il solitario filosofo Jaques e l'esilarante giullare di corte Touchstone, rispettivamente incarnati dai mai disprezzabili Kevin Kline (Un pesce di nome Wanda) e Alfred Molina (Spider - man 2).
Ed il desiderio di allontanarsi dalla vecchia cara Inghilterra per ambientare la vicenda in Giappone venne al regista durante un viaggio in Estremo Oriente effettuato nel 1990; quindi, a tutti gli amanti del Grande Bardo che considerano ciò un'eresia, egli risponde: "Se esistesse un'unica maniera per realizzare una grande opera d'arte, allora si dovrebbe vedere una volta sola. Ma se al contrario qualcuno a distanza di tempo sente di poter apportare qualcosa di diverso a quella stessa opera, questo vuole semplicemente dire che si tratta di una grande opera classica che di conseguenza si presta a diverse interpretazioni ed approcci".
La frase: "La poesia più dice la verità e più è finta".
Francesco Lomuscio
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