Amore, bugie e calcetto
Una commedia vera, spontanea, quella diretta da Luca Lucini, che nel raccontare questi intrecci di vita, costruisce un percorso narrativo brillante e per nulla banale.
Il collante è il campo di calcetto, luogo venerato dagli amatori pallonari, ma anche metafora realistica di una società dalle mille sfaccettature.
C’è il "ragazzo" cinquantenne, sempre diviso tra affari di cuore e lavoro, che fa uso, a seconda delle prestazioni, di creatina e viagra, per rendere al meglio.
C’è la "vita da mediano" del trentacinquenne, sempre di corsa, tra lavoro e famiglia, in crisi di coppia, ma pronto a sacrificarsi come "casalingo", per consentire alla moglie di tornare a lavorare.
C’è il giovane rampante, cinico e arrivista, pronto a colpire in scivolata, per poi tendere la mano negando di averlo fatto di proposito.
C’è il precisino, con tutti gli schemi in testa, e c’è il panchinaro, in attesa sempre del suo momento.
E poi c’è il grande saggio, a cui bastano poche parole, per eleggersi guida spirituale del gruppo.
Sembrerebbe solo un rude, freddo, ritratto al maschile ed invece fanno capolino anche valori universali come l’amore e l’amicizia, che servono a rendere più leggera questa pellicola, che però tocca, e in certi casi anche in maniera incisiva, temi per niente futili.
La crisi matrimoniale, il potere, l’aborto, il successo a tutti costi, sono argomenti attuali, quotidiani, e che anche se affrontati con lo sguardo della commedia, certo qui non perdono forza, come spesso accaduto in passato in "ambiziosi" progetti, rivelatisi poi alla fine, inconcludenti e scarni di contenuti.
Questa volta Lucini, guarito dalla "Scamarcite", mette insieme un cast camaleontico e vivo, che insieme alla bella sceneggiatura scritta da Fabio Bonifacci, fa la riuscita di questa pellicola.
Claudio Bisio, mattatore sopra tutti, regala una bella prova, convincente (non solo sul campo), dando conferma di una poliedricità recitativa, oramai ampiamente affermata.
Il resto del gruppo, da Filippo Nigro a Claudia Pandolfi, dai giovani attori come Andrea De Rosa e Andrea Bosca, fino ad Angela Finocchiaro, anche qui adorabile ex mogliettina "pentita", chiudono un cerchio, ben riuscito, e con poche sbavature.
La pellicola analizza in maniera interessante quei problemi relazionali – generazionali, realtà per noi di tutti i giorni, e di come, purtroppo, nessuna fascia d’età sia in salvo, perchè oggi sono tutti, dal giovane al cinquantenne, prede delle piccole e delle grandi difficoltà.
Sorridere riflettendo, sembra essere diventato uno strumento sempre più immediato, per chi di idee, ne ha e sa come metterle in pratica.

La frase: "L'amore al tempo del calcetto é diventato un garbuglio inestricabile".

Andrea Giordano

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