17 ragazze
Presentato in concorso al 29° Torino Film Festival, ha vinto il Premio Speciale della Giuria, così come al Festival di Cannes ha vinto La Settimana della Critica. Tratto da una storia vera e prodotto da Denis Freyd, "17 ragazze" è uno spaccato dell’adolescenza che, con stile asciutto, con narrazione semplice e con scenografie essenziali, mostra le emozioni delle protagoniste, con forza ma senza violenza, costituendosi come una "protesta" sociale. Non è la prima volta che il cinema guarda il mondo con gli occhi degli adolescenti e, così come avvenne per "Il tempo delle mele" del 1980 diretto da Claude Pinoteau, ora viene proposta una storia inusuale, ispirata a fatti realmente accaduti nel 2008, che senza cattiveria e senza drammi rappresenta la storia di diciassette ragazze, studentesse del liceo, decidono di restare tutte incinte, spinte dall’entusiasmo di Camille che aspetta con ansia di diventare mamma, desiderosa di "essere amata incondizionatamente". Il loro sogno è di crescere i bambini tutte insieme aiutandosi a vicenda, ecco che il mondo degli adulti diventa insulso, cattivo, incapace di comprendere le loro ragioni. Vogliono cambiare il mondo e crearne uno diverso da quello dei grandi. Le sorelle Delphine e Muriel Coulin, attraverso inquadrature lunghe, con semplicità cercano di penetrare nel cuore di queste ragazze che non vogliono essere compatite, ma si pongono verso il mondo come delle eroine. Sono "piccole donne" che hanno deciso di ribellarsi alla società che appare ai loro occhi così monotona, desolante, conformista e cercano l’emancipazione attraverso l’atto più naturale per una donna. E’ un gesto inaspettato, un grido sordo e potente contro gli adulti, che cercano di trovare una soluzione applicando contro di loro i sistemi e le armi che hanno a disposizione, dalla proiezione a scuola di filmati sul momento del parto, dall’espulsione, alla distribuzione di preservativi, ma... nessuno sembra comprendere o cercare di andare a fondo e capire. Forse gli insegnanti del liceo cercano di comprendere, ma con scarsi risultati. E’ la solitudine ciò che attanaglia la vita delle protagoniste, il languore emerge chiaramente dagli stessi paesaggi in contrasto con la voce narrante, che ricorda come proprio in quel periodo la città subì un’invasione di coccinelle. La situazione è paradossale e contraddittoria al tempo stesso, sembra un grido di novelle suffragette, è una ribellione silenziosa, ma... qualcosa stona.
Il film sembra perdersi a volte rallentando, senza chiarire un punto importante: quello della volontà o dell’emulazione. Camille, infatti, è la leader che spinge le altre a seguire il suo esempio, ma queste altre 16 ragazze la seguono perché credono in questa utopia o semplicemente per emulazione? Certamente degna di nota Louise Grinberg che mostra tutta la sua bravura nel ruolo di Camille, così come altre attrici, a partire da Roxane Duran ed Esther Garrel, danno vita a giovani ragazze, dolci e affettuose, in piena crisi adolescenziale che trovano conforto l’una nell’altra. "17 ragazze" è decisamente un film particolare a volte didascalico, con una certa vena corale che appiattisce la personalità di queste ragazze. Il finale decisamente tragico appare in linea con lo spirito del film e il suo intento di denuncia sociale.
La frase:
"Nessuno può fermare una ragazza che sogna".
a cura di Federica Di Bartolo
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