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Autore Erika
ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 01-05-2005 18:39  
Izzo è un pazzo lucido, per dirla in maniera "volgare", o se preferite una personalità molto molto disturbata, e come tale andava rinchiuso in un manicomio criminale non "recuperato".E' chiaro che non si fa di tutta un'erba un fascio, un conto è un minore che compie un gesto di subitanea follia, un altro conto è uno che organizza e compie con spaventosa determinazione un omicidio come ha fatto lui.
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 01-05-2005 18:41  
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In data 2005-05-01 18:04, riddick scrive:
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In data 2005-05-01 13:20, ginestra scrive:
Non pensiamo sempre ai giudici ma piuttosto agli avvocati,abilissimi nel rigirare le frittate.



gli avvocati fanno il loro lavoro. fino a che ci sarà una legge che da margine d'azione per rigirare la frittata, perchè mai non dovrebbero farlo?



Il lavoro dell'avvocato non consiste nel mettere in circolazione un pericolo pubblico, ma di cercare le attenuanti, quando ci sono, per ottenere una diminuzione della pena.Qui, non mi pare ce ne fossero.
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E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 01-05-2005 19:01  
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In data 2005-05-01 18:41, ginestra scrive:
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In data 2005-05-01 18:04, riddick scrive:
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In data 2005-05-01 13:20, ginestra scrive:
Non pensiamo sempre ai giudici ma piuttosto agli avvocati,abilissimi nel rigirare le frittate.



gli avvocati fanno il loro lavoro. fino a che ci sarà una legge che da margine d'azione per rigirare la frittata, perchè mai non dovrebbero farlo?



Il lavoro dell'avvocato non consiste nel mettere in circolazione un pericolo pubblico, ma di cercare le attenuanti, quando ci sono, per ottenere una diminuzione della pena.Qui, non mi pare ce ne fossero.



l'avvocato ha un obbligo verso il cliente.
credo che la formula sia "difendere il cliente al meglio delle possibilità". se una chiavica di cavillo mi permette di farlo uscire e io coscientemente non lo faccio,non è reato? - cape fear...-. non che la categoria mi vada particolarmente a genio , ma se un parolaio da una parte ribalta la frittata e gli va bene vuol dire che dall'altra c'è qualcuno che gliel'ha permesso
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M.O.I.G.E. al rogo

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 02-05-2005 10:27  
“Dovrebbero arrestare chi lo ha fatto uscire”: sono le parole di Donatella Colasanti, la donna che si finse morta dopo essere stata brutalmente violentata dai Angelo Izzo
Due storie di ordinaria ingiustizia italiana riempiono le cronache dei giornali di questi giorni, riproponendo il vero problema che attanaglia il sistema giudiziario italiano e che sicuramente non è rappresentato dalle riforme che faticosamente il Governo sta cercando di realizzare, peraltro in modo parziale, ma da chi usa il potere giudiziario, producendo mostruosità intollerabili per uno Stato che presuntuosamente si definisce di diritto, lasciando impuniti i loro fautori.
La prima storia riguarda Angelo Izzo, uno dei condannati all’ergastolo per il massacro del Circeo, quando con Gianni Guido e Andrea Ghira, invitò Maria Rosaria Lopez e Donatella Colasanti ad una festa nella villa di Ghira, al Circeo, dove le seviziarono e massacrarono. La Lopez morì e la Colasanti si salvò, in terribili condizioni, fingendosi morta.

Come spesso accade nel nostro Paese, gli ergastolani, i criminali, gli assassini, gli uomini socialmente pericolosi sono liberi di proseguire la propria “missione” con tanto di autorizzazione di tribunali e giudici, per i quali è sufficiente la confessione di altri crimini e l’adesione alla famigerata “formula” che prende il ridicolo nome di “collaboratori di giustizia”, per ottenere sconti di pena se non anche la libertà.
Uno che di pentiti se ne intendeva, Giovanni Falcone, bollò Izzo come un millantatore ed infatti le sue rivelazioni gli costarono una ulteriore condanna a 4 anni per calunnia. Ma Falcone morì e si sa che le procure pullulano di magistrati desiderosi di poter contare sull’apporto di fantasiosi racconti di gente come Izzo pur di rafforzare i propri teoremi investigativi. E per conseguire tutto ciò, non lesinano concessioni e tutele ai pregiudicati, anche se si dovesse trattare di un ergastolano.
Certo, può capitare di imbattersi, nel tempo, in altri due cadaveri di donna sepolti in un giardino, uccise per ragioni a sfondo sessuale, molto probabilmente per mano del criminale pentito, in libertà vigilata.

Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo, non riesce a credere alla notizia dell’arresto di Angelo Izzo ed a fatto che sia stata possibile consentirgli nuovamente di poter uccidere, commettere lo stesso crimine di 30 anni fa. Ingenuamente la donna chiede “che chi ha sbagliato ora deve pagare, con l’intervento immediato del Governo e provvedimenti disciplinari durissimi per i magistrati che hanno considerato Izzo un collaboratore di giustizia”.
Dunque puoi commettere i crimini più efferati, puoi violentare ed uccidere ragazze innocenti, puoi sciogliere nell’acido il corpo di un bambino, ma ci sarà sempre un magistrato pronto ad aprire le porte della umana comprensione, oltre quelle del perdono e dell’impunità in cambio di una confessione, di una rivelazione scottante che possa supportarlo nel perseguimento dei propri disegni.

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 02-05-2005 15:50  
Nun t'allargà, Iper, molte cose che hai detto sono sacrosante ma da qui a dire che il governo si sta prodigando per le riforme in campo giudiziario, ci penserei un momentino; insieme ai delinquenti stanno fuori anche i faccendieri, i collusi, i mistificatori, e non certo per colpa del governo precedente.

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E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-05-2005 16:45  
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In data 2005-05-01 18:41, ginestra scrive:
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In data 2005-05-01 18:04, riddick scrive:
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In data 2005-05-01 13:20, ginestra scrive:
Non pensiamo sempre ai giudici ma piuttosto agli avvocati,abilissimi nel rigirare le frittate.



gli avvocati fanno il loro lavoro. fino a che ci sarà una legge che da margine d'azione per rigirare la frittata, perchè mai non dovrebbero farlo?



Il lavoro dell'avvocato non consiste nel mettere in circolazione un pericolo pubblico, ma di cercare le attenuanti, quando ci sono, per ottenere una diminuzione della pena.Qui, non mi pare ce ne fossero.



Assolutamente no.
Il compito dell'avvocato e cercare di fare al massimo gli interessi del suo cliente nei termini della legalità. Non fosse così non ci sarebbe più la presunta innocenza, nè alcun processo "giusto".
Qui i giudici come è loro solito, ne hanno combinata un'altra, stavolta gravissima. Che paghino con la galera. Non cerco capri espiatori ma non capisco perchè mai questa gente propenda sempre e comunque dalla parte dei colpevoli, rilasciando permessi o sconti come se fosse normale. Già è difficile in Italia esser condannati, non capisco perchè quasi nessuna pena inflitta sia mantenuta fino in fondo. E'ora di dire basta.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 02-05-2005 19:28  
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In data 2005-05-01 11:52, ipergiorg scrive:
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In data 2005-05-01 11:26, sloberi scrive:
Izzo non ha di certo collaborato in nessuna strage italiana. Le sue dichiarazioni riguardo quegli episodi non hanno praticamente mai avuto riscontri e le avrebbe imparate tutte in carcere.
Probabilmente la maggior parte di esse sono fandonie per cercare di passare come pentito e avere uno sconto.




sono daccordo con te. Ma mi pare pure che lo sconto lo abbia ottenuto e ho il sospetto che dichiarazioni sue o di gente come lui siano state l'architrave delle accuse in molti processi finiti in un buco nell'acqua



Non so se lo sconto (che poi non era sconto di pena ma libertà vigilata) l'abbia avuto per il suo lavoro di pentito. Purtroppo credo, ed è molto peggio, che la legge italiana preveda una cosa del genere già di per sè. Mi piacerebbe sapere meglio com'è la legislazione relativa; per chiarirci: i giudici hanno applicato la legge o hanno un ampio margine di discrezione per decidere eventuali sconti di pena, libertà vigilata, arresti domiciliari e via dicendo?

No perchè tra l'altro con quello che ha fatto in carcere l'Izzo davvero trovo assurdo come sia stato trattato in modo clemente.
_________________
E' ok per me!

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 02-05-2005 19:32  
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In data 2005-05-01 18:41, ginestra scrive:
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In data 2005-05-01 18:04, riddick scrive:
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In data 2005-05-01 13:20, ginestra scrive:
Non pensiamo sempre ai giudici ma piuttosto agli avvocati,abilissimi nel rigirare le frittate.



gli avvocati fanno il loro lavoro. fino a che ci sarà una legge che da margine d'azione per rigirare la frittata, perchè mai non dovrebbero farlo?



Il lavoro dell'avvocato non consiste nel mettere in circolazione un pericolo pubblico, ma di cercare le attenuanti, quando ci sono, per ottenere una diminuzione della pena.Qui, non mi pare ce ne fossero.




Come è stato già spiegato questa è una fesseria. Fra l'altro anche senza scendere in motivazioni più tecniche, tu quindi sai già in anticipo chi è un pericolo pubblico e chi non lo è? Non sono forse gli stessi giudici che devono, per l'appunto, giudicare?
Poi ripeto, mi piacerebbe sapere dove finisce la loro discrezionalità in casi come questi.
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E' ok per me!

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 02-05-2005 20:40  
scusate ma perchè? che è successo ad erika?
cmq io son dell idea che la prima cosa in questi casi di omicidio sia fare diverse perizie pichiatriche. nel caso in cui si accerti la sanità mentale dell individuo, dovrebbe scattare cmq l ergastolo a vita.
non ricordo di aver letto che erika fosse schizofrenica, quindi era capace di intendere e di volere. ergo: ergastolo. che poi li in prigione possa trovare psicologi, preti per pentirsi, fare lavoretti vari, va bene. ma di li non esci più. mi spiace ma una che ammazza cosi madre e fratello non merita DA PARTE DELLO STATO (perchè poi il perdono cristiano è un altra cosa) nessuna possibilità di riscatto.
l america esagera con la pena di morte, noi siamo vergognosi in senso opposto.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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Ascanio

Reg.: 26 Gen 2004
Messaggi: 1277
Da: Arosio (CO)
Inviato: 02-05-2005 22:33  
quote:
In data 2005-04-30 20:08, caiomario scrive:
propongo di farla uscire dal carcere a breve, darle la possibilità di studiare presso la normale di pisa a spese dello stato, e quindi procurarle una nuova vita come da lei richiesto. infine chiedo al governo di preservarle un posto in senato, il suo pentimento accertato e reale merita simili disposizioni.

poi se aiutiamo anche omar, quel povero ragazzo, è meglio, così vivono felici e contenti.

poverini.


Secondo me si è dimenticato che cosa voglia dire sbagliare: vuol dire che si fa un errore, e per questo si paga.
Perchè permettere a questa gente di uccidere e di scontare un nulla, e di rifarsi subito una vita??
Se Erika fosse davvero pentita accetterebbe la sua punizione.
Mi sembra troppo comoda questa tendenza che hanno gli assassini di chiedere permessi e sconti sbandierando il diritto di vivere una vita che hanno tolto.
BISOGNA PAGARE.
_________________
LEG XIIII GEMINA MARTIA VICTRIX

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-05-2005 16:44  
Chissà come mai il mostro del circeo era in giro?

LA CARRIERA PALERMITANA DI UN PENTITO DI PROFESSIONE di Lino Jannuzzi
A Angelo Izzo, rinchiuso nel carcere di Campobasso, hanno proibito i giornali e la televisione, e gli hanno negato anche la carta e la penna per scrivere. Di quest'ultima privazione l'assassino si è particolarmente doluto: "Se avessi carta e penna, vi potrei essere di maggiore aiuto, ricorderei meglio", ha detto all'avvocato, e l'avvocato ha confermato: "La scrittura è ció che piú manca a Izzo, potrebbe aiutarlo a cristallizzare meglio i ricordi". In effetti, nel corso dei quasi trent'anni trascorsi in carcere, Angelo Izzo ha fatto sempre molto uso di carta e penna, e non solo per scrivere il suo romanzo autobiografico: ogni volta che aveva "rivelazioni" da fare sui processi e sui "misteri" d'Italia, dalla strage di piazza Fontana all'assassinio di Piersanti Mattarella, Izzo, che sapeva tutto di tutti, "cristallizzava" i suoi ricordi e scriveva ai magistrati, che correvano ad ascoltarlo, verbalizzavano le sue "veritá", e ci costruivano sopra le indagini, i mandati di cattura, i rinvii a giudizio, le requisitorie e le sentenze. I pubblici ministeri erano affascinati dai "ricordi"di Angelo Izzo. Lo racconta ancora oggi, non si sa se con piú candore o piú cinismo, Libero Mancuso, il pm di Bologna che ha gestito il processo per la strage alla stazione e che ha certificato il "pentimento" di Izzo: "Angelo Rizzo era un uomo sempre doppio, ma io gli credevo. Mi riferisco all'ansia che si avvertiva all'ansia che si avvertiva in lui quando rispondeva alle domande di noi magistrati. Si intuiva la volontá di soddisfare chi lo interrogava, al di lá di quello che lui sapeva. Era come se prevedesse quello che l'inquirente voleva sentirsi dire, e si adeguasse a questa previsione per fare contento il magistrato...".
Libero Mancuso è anche il pm che raccolse le prime dichiarazioni del "pentito"Giovanni Pellegriti, il quale accusó Salvo Lima, il capo della corrente di Giulio Andreotti in Sicilia, di essere il mandante dell'omicidio di Mattarella, e spedí subito i verbali dell'interrogatorio a Giovanni Falcone, a Palermo. Falcone si precipitó immediatamente a interrogare Pellegriti nel carcere di Alessandria, capí subito che mentiva e che in realtá non sapeva niente, né di Mattarella né dei suoi assassini,e scoprí che le "rivelazioni" gli erano state suggerite da Angelo Izzo, il "pentito"preferito e favorito di Mancuso, e invece di chiedere l'arresto di Lima e di notificare l'avviso di reato a Andreotti, incriminó per calunnia sia Pellegriti che Izzo, e li fece condannare entrambi a quattro anni di galera: unica e clamorosa eccezione nella storia dei processi di mafia e del pentitismo, dopo quella volta di Falcone, nessun "pentito"(e sono decine), anche se scoperto e definito inattendibile e se l'imputato da lui accusato è stato assolto, è stato mai incriminato, processato e condannato per calunnia.
Anche tra gli atti del processo a Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa c'è una lettera, anzi due, di Angelo Izzo, e il verbale del suo interrogatorio da parte dei pm di Palermo, che si precipitarono ad ascoltarlo, e gli hanno creduto, hanno creduto alla parola dello stupratore e dell'assassino del Circeo, e sulla base delle sue "rivelazioni" hanno costruito la requisitoria al processo contro il fondatore di Forza Italia. Peggio,quelle lettere e la successiva deposizione di Izzo sono servite a mascherare e a convalidare le calunnie degli altri "pentiti" che accusavano Dell'Utri, e a incriminare e a processare Dell'Utri per calunnia, al posto dei suoi calunniatori: il calunniato processato per calunnia, i calunniatori che si sono costituiti parte civile contro il calunniato, il piú ignobile paradosso nella storia dell'antimafia militante.
Il 24 agosto del 1997, il dibattimento del processo a Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa non è ancora cominciato (comincerá ai primi di novembre), ma i giornali giá traboccano di "indiscrezioni" sulle accuse che gli muovono i "pentiti", quando un pentito che non c'entra niente con il suo processo, ma che legge i giornali che parlano di Dell'Utri, scrive alla direzione del carcere in cui è ristretto (ma da cui presto uscirá con regolare contratto di collaboratore di giustizia) e ai giudici del tribunale di sorveglianza e chiede di essere ascoltato perché ha da riferire di "fatti gravissimi", di cui è venuto a conoscenza, e di "complotti di pentiti" e di "falsitá" e di "bugiarderie" inventate contro Dell'Utri. Si tratta di un pentito di tutto rispetto,si chiama Cosimo Cirfeta, è stato un boss della mafia pugliese, la cosiddetta "Sacra corona unita", ha avuto una crisi familiare per via di un figlio condannato da un male incurabile, si è innamorato e si è legato con l'assistente sociale che lo visita in carcere, ha denunciato i suoi complici, li ha fatti processare e condannare con fior di riscontri e di prove, grazie alle sue denunce sono stati inflitti centinaia di anni di carcere e 28 ergastoli, è stata praticamente decapitata la Sacra corona unita, gli sono state riconosciute in sentenza attendibilitá e sinceritá e gli importanti risultati dovuti alla sua collaborazione senza riserve, gli è stato riconosciuto il pieno diritto al contratto di collaborazione di giustizia, che tra poco gli sará concesso. Cirfeta, dopo la prima lettera, scrive ancora, a settembre e a ottobre, e continuerá a scrivere anche nei mesi successivi, a tutte e autoritá e le istituzioni possibili, e a ribadire le sue denunce, finchè viene sentito dallo stesso magistrato che ha istruito i processi contro la mafia pugliese da lui denunciata, che verbalizza e spedisce alla procura di Palermo. In sostanza Cirfetta racconta questo, che è stato rinchiuso per un certo periodo nello stesso carcere in cui soggiornavano i "pentiti"che accusavano Dell'Utri, e in particolare tre di essi, Francesco Di Carlo e Francesco Onorato e Giuseppe Guglielmini, e li ha visti e sentiti mentre vivevano insieme,e si frequentavano, e insieme mangiavano e bevevano e bivaccavano, e concordavano tra di loro le accuse da muovere a Dell'Utri, e persino gli proponevano di unirsi a loro e di confermare con loro le accuse all'"amico di Berlusconi". Giá prima di uscire dal carcere Cirfeta fa avvertire del complotto lo stesso Dell'Utri da un amico che viene scarcerato prima di lui, e una volta scarcerato lui stesso gli telefona e gli scrive raccontandogli nei dettagli l'intrigo. Finchè sará lo stesso Dell'Utri che, in un'udienza del processo,prende la parola per dichiarazioni spontanee e racconta tutto, mentre i suoi avvocati chiedono che Cirfeta venga immediatamente citato e ascoltato dal tribunale.
Ma i pm si oppongono, con lo specioso motivo che è stato stabilito un calendario delle udienze e dei testimoni e che Cirfeta dovrá aspettare fino a che il calendario non sará esaurito e fino a quando tutti i testi previsti (che sono 270) non sará stati convocati e ascoltati; e il presidente del tribunale dará loro ragione e Cirfeta sará convocato e ascoltato dopo due anni, e nel frattempo sará indagato e riarrestato e minacciato e privato del contratto di collaborazione, e tutto a cura degli stessi pm che,se le accuse di Cirfeta sono fondate, sarebbero responsabili del complotto dei "pentiti", non fosse altro che per aver permesso che fossero ristretti nello stesso carcere, cosa esplicitamente vietata dalla legge, e che si frequentassero e convivessero e bivaccassero insieme e concordassero le deposizioni.
Ed è a questo punto che nella vicenda si inserisce Angelo Izzo, che sa sempre tutto di tutti, e che oltre che di terrorismo nero sa anche di mafia, e che è sempre "ansioso", come dice il pm Libero Mancuso, di soddisfare le domande dei magistrati, e di raccontare all'inquirente quello che l'inquirente vuole sentirsi dire e di farlo contento. Si scoprirá molto tempo dopo che Angelo Izzo ha scritto dal carcere,fin dal 25 novembre del'97, tre mesi dopo la prima lettera di Cirfeta, due lettere, una alla Digos e una addirittura direttamente a Guido Lo Forte, che è il sostituto del procuratore di Palermo Caselli, e che dirige l'accusa al processo contro Dell'Utri, per raccontare che ha letto sui giornali delle accuse di Cirfeta ai "pentiti", e che lui è stato nello stesso carcere con Cirfeta e con in "pentiti"accusati da Cirfeta, e nello stesso periodo, e che puó testimoniare, come infatti testimonierá, che non è vero niente, che Cirfeta si era inventato tutto, che i "pentiti" Di Carlo e Onorato e Guglielmini stavano sí insieme, e insieme mangiavano e bevevano e bivaccavano, ma parlavano tra di loro solo di sport e delle partite di calcio trasmesse dalla tv, e che erano tutte persone serie e pulite e a modo, mentre il Cirfeta era il classico "brutto, sporco e cattivo", e girava per il carcere a piedi scalzi, e "si sballava" bevendo miscele di alcol e psicofarmici, e che mai e poi mai poteva essere credibile.
E tra il Cosimo Cirfeta e il suo curricolo di pentito attendibile e documentato, certificato da tutte le Corti d'Assise di Bari e di Lecce, e l'Angelo Izzo stupratore e assassino e giá incriminato e condannato per calunnia su denuncia di Giovanni Falcone, a chi hanno creduto alla procura di Palermo (dove purtroppo Falcone non c'è piú)?

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
Messaggi: 1968
Da: varese (VA)
Inviato: 09-05-2005 21:31  
In altri paesi, stessa circostanza Erika sconterebbe 20 anni e poi la morte. O comunque 2 ergastoli, carcere a vita. Izzo idem...ma siamo in Italia...

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Kitano1982

Reg.: 07 Mag 2005
Messaggi: 383
Da: Parma (PR)
Inviato: 09-05-2005 22:33  
Mistupisce che in questa faccenda quelli che prendono su siano gli avvocati.
Sono gli unici che non fanno niente di sbagliato se non il loro lavoro.
Tuttalpiù è il giudice che sceglie discrezionalmente nel modo sbagliato.

Ad ogni modo io li lascerei dentro a vita, come accadrebbe in qualunque altro paese di questo mondo.
Non mi interessa se si dice che li si deve recuperare...bisogna porre dei limiti...quello che hanno fatto non può essere dimenticato, ne tantomeno possono essere trattati come due poveri sfortunati che ora vogliono farsi una vita e ne hanno diritti.
NON SCHERZIAMO.
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"Sono un pessimo attore, ma come regista penso di essere un genio." - Takeshi Kitano -

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Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 09-05-2005 23:22  
Su un omicidio non si può e non si deve ragionar per luoghi comuni. Per due animali così giustizia sarebbe isolamento fino alla follia, sofferenza, angoscia. Non studi pagati e libertà vigilata. Se fossi stato una persona legata emotivamente alle vittime di una simile tragedia non avrei pace fino al giorno che quei due vermi marciranno.

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