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Autore IN LINEA CON L'ASSASSINO
mengo13

Reg.: 07 Mag 2002
Messaggi: 978
Da: svizzara (es)
Inviato: 02-07-2003 18:27  
un film come IN LINEA CON L'ASSASSINO non lo andate a vedere!!!!!!!!!!!!!!!!!
E' il tipico film non USA-DOC...e gli riservate un'accoglienza fredda-fredda...un patetico € 267.363....
Svetta ancora fast2,mi sa' che tutti gli incontentabile "bazzicano" questo forum...meno male!

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leonessa

Reg.: 09 Ago 2002
Messaggi: 5315
Da: Abbiategrasso (MI)
Inviato: 07-07-2003 18:49  
Bellissimo film con un Colin Farrel in stato di grazia! Davvero superlativo.
Il film è claustrofobico al punto giusto e mai avrei immaginato un film con un unico scenario piccolo come una innocente cabina del telefono... sono curiosa di vedere il DVD per poter sentire la vera voce di Kiefer Shuterland che mi hanno detto essere diabolica

1bix8
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I'm impossible to forget but hard to remember

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 07-07-2003 19:07  
andrò a vederlo mercoledì e poi vi saprò dire. il film mi ispira nonostante il regista che invece proprio
ma esistono le eccezioni dunque...

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mengo13

Reg.: 07 Mag 2002
Messaggi: 978
Da: svizzara (es)
Inviato: 07-07-2003 19:19  
to' finalmente qualcuno che si e' accorto di questo film...era ora!!
"kiefer" e' diabolico veramente!

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-07-2003 09:33  
“Non sai chi è, ma rispondi ugualmente”
E’ questa frase detta da un anonimo interlocutore all’agente pubblicitario Stuart Shepard il punto di partenza di Phone Booth, film prodotto nel 2002 e bloccato per anno a causa delle forti analogie del soggetto con i cecchini che tanto hanno sconvolto la situazione politica occidenatale.
Quello che potrebbe sembrare un semplice thriller, si rivela un’analisi approfondita delle patologie maggiormente diffusesi negli anni 90.
E non a caso il tutto parte da una telefonata diretta ad una cabina telefonica, strumento ormai soppiantato dal vero status-symbol dell’ultimo decennio, il cellulare.
Stuart è il prototipo dell’uomo di successo degli anni 90.
Mente con estrema facilità, sfrutta il prossimo, punta tutto sull’apparire pur di riuscire nei propri intenti, si approfitta della propria popolarità per corteggiare attricette in cerca di successo, pensa di poter comprare tutto con i soldi, anche le parole.
Purtroppo per lui c’è qualcuno che lo osserva, qualcuno che non sopporta il suo modo di essere. E così lo inchioda ad una cabina con la minaccia che un eventuale allontanamento comporterebbe la sua uccisione.
E così Stuart rimane all’apparecchio, è costretto a stare al gioco, è obbligato a confessare le proprie colpe, a rendere pubbliche tutti i suoi peccati.Sa di essere osservato, ma non sa dove si trovi il proprio burattinaio. Si guarda intorno e non vede che migliaia di finestre, finestre scure che osservano la sua paura in una sorta di Grande Fratello ripreso dal vivo.
E così tutto il film è fermo su quell’incrocio dove una cabina telefonica stà raccogliendo le confessioni di uno sventurato.
C’è un assassinio, arriva la polizia, tutti credono che il killer sia Stuart, e lo ucciderebbero se non fossero presenti le telecamere.La televisione, il fatto che tutti siano presenti seppur a migliaia di silometri di distanza, evita infatti soluzioni drastiche come l’uccisone da parte della polizia dello stesso Stuart.
Un film che potrebbe annoiare data la staticità dell’azione, si rivela invece un ricco di suspence e di colpi di scena. L’unità scenica e narrativa tipica del teatro francese del 700, spesso considerata elemento dispregiativo, viene supportata da una regia ad effetto che utilizza spesso lo split e si sposta continuamente dal punto di vista dell’assassino a quella della vittima.
Colin Farell sforna una prova veramente convincente,inquadrato dalla prima all’ultima scena. Le sue ansie, il suo male di vivere, e la sua redenzione sono vissute dagli spettatori grazie alla sua voce e mimica facciale in un crescendo di tensione.
Joel Schumacher si riscatta benissimo dal flop di Flawless fornendo un prodotto che non cade mai nella banalità del genere, risparmiandoci un finale di inseguimenti e sparatorie, e lasciandoci alzare dalla poltroncina con un forte intento di analizzare e riflettere sul significato degli anni 90.


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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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PiedeAmaro
ex "anakin"


Reg.: 27 Mag 2003
Messaggi: 2482
Da: alessandria (AL)
Inviato: 08-07-2003 09:44  
concordo e lo voglio andare a vedere.mi ha incuriosito apppena lo ho sentito e dato che ho letto che l'idea della cabina era di alfred hitcok,mi ha prorio fatto venire una voglia.......
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"...il nostro secolo è stato in assoluto il più atroce e crudele nella storia dell'umanità!Premio nobel per le guerre più sanguinose e gli orrori più pazzeschi!E premio Oscar alla memoria dell'anticristo lui medesimo:Adolf Hitler!"

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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 08-07-2003 10:27  
probabilmente andrò a vederlo sabato. L'idea mi stimola, il regista mi smonta un pò.
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Quattro galìne dodicimila

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Kahyman

Reg.: 28 Feb 2003
Messaggi: 91
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 08-07-2003 14:23  
Anch'io sono rimasto colpito dal film, secondo me uno dei più "contemporanei" usciti di recente! Decisamente legato ai nostri tempi, compresa la morale ambigua...
Ho scritto qualcosa qui: RECENSIONE PHONE BOOTH

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Leonardo

Reg.: 26 Mar 2002
Messaggi: 2398
Da: Capri (NA)
Inviato: 08-07-2003 15:48  
a me è piaciuto molto

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leonessa

Reg.: 09 Ago 2002
Messaggi: 5315
Da: Abbiategrasso (MI)
Inviato: 09-07-2003 19:52  
quote:
In data 2003-07-07 19:19, mengo13 scrive:
to' finalmente qualcuno che si e' accorto di questo film...era ora!!
"kiefer" e' diabolico veramente!



Con me certi film non passano inosservati (vedi questo e "Charlie's Angels" )

1bix8
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elfdead

Reg.: 02 Lug 2003
Messaggi: 55
Da: riposto (CT)
Inviato: 09-07-2003 20:07  
Ottimo esempio di semplicità usata al meglio,
senza però cadere nle ripetitivo.
Da vedere.

eLFDeaD

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A volte mi infastidisce il ronzio dell'universo,a volte.
-eLFDeaD-

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 10-07-2003 08:58  
Non sono d'accordo. A me non è piaciuto molto, non mi ha nemmeno lontanamente dato un senso di claustrofobia e non mi ha trasmesso la minima suspence. Buonissima la prova di Farrel che ha talento e regge l'intero film che però manca di sostanza e parte da un'idea buona ma scade più volte nel retorico. Buono l'inizio, ma la parte centrale si addormenta un po' e la voce del cecchino nella versione italiana è da documentario. Immagino che Sutherland abbia contribuito almeno al 50% in questo film e purtroppo la voce italiana non funziona.
Un filmetto che scivola via veloce come gli euro spesi per vederlo: aspettatelo a noleggio.

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madymask

Reg.: 16 Lug 2002
Messaggi: 3798
Da: napoli (NA)
Inviato: 10-07-2003 11:17  
l'idea della cabina era di Alfred hitch
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"Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perche' loro sono com'ero io quando vivevo a Buenos Aires."
(Diego Armando Maradona)
FORZA DIEGO!!

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 11-07-2003 10:13  
Ciao a tutti!

Il film parte sparato, mostrandoci rapidamente di che pasta è fatto Stu , un arrivista senza scrupoli, uno snob senza rispetto per il prossimo e sempre pronto ad usare chi è più debole (o ingenuo). Tanto che quando il maniaco lo tormenta inizialmente non si può fare a meno di provare un sadico piacere. Poi però l'umanità di Stu viene fuori, arriva la polizia e il film si pianta di brutto, il brodo viene allungato senza aggiungere altro sale nella vicenda fino alla (fortunatamente) rapida e prevedibile conclusione, abbastanza deludente.
In particolare piuttosto inconsistente appare l'intervento del poliziotto (un Forest Whitaker decisamente sciupato) che inizia presto a parlare dei fatti suoi e intavola discussioni con Stu poco incisive e per nulla convincenti. Lo stesso killer poi dopo una buona partenza si incaglia ed inizia una tiritera ridondante e poco convincente.

Il regista ci prova a mantenere alto il ritmo e viva la visione nonostante il film si svolga tutto intorno ad una cabina telefonica, inventando split screen efficaci (d'altronde quando il protagonista è il telefono...) e muovendo di continuo la macchina da presa a restituire la concitazione delle azioni, perdendo magari l'effetto claustrofobico che un altro stile di regia poteva realizzare.

Tutto sommato direi che è un thriller abbastanza solido con una bella intuizione, con una morale abbastanza evidente, un monito alla mancanza di privacy derivante dalle nuove tecnologie senza filo e chiavi di lettura molteplici (ad esempio il terrore che viene dall'alto, invisibile, inafferrabile, per vendicarsi dei soprusi dei ricchi, può rimandare alla solita data).

Forse il miglior film che ho visto di Joel Schumacher, discreto ma con tanti, troppi difetti e la solita amarezza del cosa sarebbe potuto essere e cosa non è stato.
Voto 6.5.
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In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
Ultimo film: UN BACIO APPASSIONATO di Ken Loach

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KaiserSoze


Reg.: 02 Ott 2001
Messaggi: 6944
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 11-07-2003 10:32  
Concordo con Dubli e Gongo, la storia è interessante, il film parte bene, Colin è ottimo così come la fotografia, però il film a metà si perde e diventa terribilmente noioso e anche il finale è molto prevedibile.

Il film miglior di Joel Schumacher a mio avviso è Tigerland con un quasi esordiente Colin Farrell
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Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

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