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Autore Hostel
shaka81

Reg.: 27 Feb 2006
Messaggi: 4
Da: Sora (FR)
Inviato: 27-02-2006 16:09  
sicuramente e' uno spunto ottimo anche la vendetta, pero' non so penso sarebbe stato il film ideale per una fine molto piu' amara...e' una sensazione ma avere un superstite mi sembra ingiusto per gli altri ragazzi morti, la protagonista e' la violenza gratuita e la fuga distoglie l'attenzione e porta a tifare per il ragazzo che si salva...tra l'altro sul tema vendetta ci sono film anche recenti che sono su un altro piano veramente...

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 27-02-2006 16:20  
e sul tema dita mozzate?

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shaka81

Reg.: 27 Feb 2006
Messaggi: 4
Da: Sora (FR)
Inviato: 27-02-2006 21:35  
ma le dita mozzate mi sembrano un occhio per occhio, ma cmq una vendetta che non compara nemmeno lontanamente le violenze vissute e viste...

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-03-2006 13:41  
Nel nuovo film di Eli Roth si riscontra il difetto che tendenzialmente porta ad un approccio più manicheo con il genere horror rispetto al resto della produzione cinematografica. E cioè che la violenza, l'immagine/sangue, non è funzionale al film, semmai il contrario. Hostel in effetti è un film la cui impalcatura serve a mostrarci una serie di violenze. Paradigmatico nel film è il capanno gigantesco in cui avvengono le sevizie, che avvengono poi nei piani interrati. Quell'impalcatura/capanno, latrice di cupi messaggi, si trasforma in elemento scenografico di sfondo in men che non si dica. E così tutti gli stilemi del genere horrorifico, pura cornice per una semplice esaltazione dello teen-splatter, tra donnecartolina in topless e trapani che scavano nella carne.Un film antietico, interessante come analisi di qualcosa da non fare, come una strada da non seguire. E segno di come oggi sia, più che il valore intrinseco della pellicola, una buona campagna stampa a formare (già prima della visione) un'idea di quello che si (vuol) vedere.

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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-03-2006 13:44  
recupero quello che avevo scribacchiato

Da sempre l'horror, per funzionare, ha bisogno di una sapiente ed efficace identificazione delle paure e angoscie collettive del proprio tempo. In questo modo esso finisce per assumere il ruolo di un formidabile strumento di analisi di ciò che si muove nella pancia e nell'inconscio dell'uomo e della società. Nel caso del nuovo film di Eli Roth, già autore di un horror originale che già abbozzava un tentativo di metafora sociale come Cabin Fever, si va spregiudicatamente a giocare da una parte con l'immaginario turistico dei giovani americani in cerca di divertimento a buon mercato in giro per il mondo, dall'altra con la sindrome da assedio, la percezione di un mondo ostile maturata negli Usa post 11 settembre.


Roth costruisce sapientemente la suspense, da manuale hitchcockiano (la musica sui titoli di coda allude esplicitamente alla colonna sonora di Psycho), centellinando gli indizi ma non rendendo mai chiaro il quadro completo fino alla parte finale. Tutta la prima parte ammicca furbamente all'estetica e ai luoghi comuni della commedia giovanilistica demenziale più volgarotta, prima che il viaggio dei protagonisti viri in direzione dell'orrore. I due turisti americani, raggiunta una sonosciuta località slovacca, scopriranno di essere finiti all'interno di un marchingegno micidiale, una catena di montaggio da incubo, con un'alta ciminiera che ricorda altre terribili fabbriche dell'Est europeo, anni'40 del ventesimo secolo. L'orrore tanto sbandierato in sede di promozione del film (all'ingresso delle sale distribuzione di sacchettini anti-vomito) viene mostrato poco, un po' forse per prevenire probabili interventi censori, un po' perché, come ha scoperto il produttore del film Tarantino in una celebre sequenza delle sue Iene, è possibile rendere la violenza sullo schermo ancora più insostenibile non mostrandola. E le scene di tortura di Hostel riescono davvero a creare malessere e disagio, a differenza della maggior parte dei popcorn horror contemporanei hanno qualcosa di reale, forse perchè non solo ci viene presentata la personalità delle vittime, ma anche dei torturatori. Una violenza che lascia il segno, e con cui le vittime, se pure riescissero a salvarsi, dovranno fare i conti per sempre, come lascia intuire il finale del film.
Roth nelle intervista cita come influenza il cinema orientale contemporaneo più estremo e violento, e nel film, tra i danarosi torturatori, fa capolino anche il Takashi Miike di Audition e Ichi the killer. Con questo suo film si afferma prepotentemente come autore di un cinema colto ed estremo, che non vuole divertire o piacere ma soprattutto turbare e far riflettere, senza grandi concessioni al mainstream, ma anzi ostentando la propria elitarietà. Una storia del tutto implausibile, eppure specchio di un sadismo, di una crudeltà, di una violenza, che sono profondamente reali in questo mondo da vomito. Forse è questa la ragione dei sacchettini.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 02-03-2006 13:54  
quote:
In data 2006-03-02 13:41, Petrus scrive:
Nel nuovo film di Eli Roth si riscontra il difetto che tendenzialmente porta ad un approccio più manicheo con il genere horror rispetto al resto della produzione cinematografica. E cioè che la violenza, l'immagine/sangue, non è funzionale al film, semmai il contrario. Hostel in effetti è un film la cui impalcatura serve a mostrarci una serie di violenze. Paradigmatico nel film è il capanno gigantesco in cui avvengono le sevizie, che avvengono poi nei piani interrati. Quell'impalcatura/capanno, latrice di cupi messaggi, si trasforma in elemento scenografico di sfondo in men che non si dica. E così tutti gli stilemi del genere horrorifico, pura cornice per una semplice esaltazione dello teen-splatter, tra donnecartolina in topless e trapani che scavano nella carne.Un film antietico, interessante come analisi di qualcosa da non fare, come una strada da non seguire. E segno di come oggi sia, più che il valore intrinseco della pellicola, una buona campagna stampa a formare (già prima della visione) un'idea di quello che si (vuol) vedere.

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insomma il "Quentin tarantino presenta.." funziona alla grande?
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-03-2006 14:27  
si
ma non solo
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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 02-03-2006 14:31  
quote:
In data 2006-03-02 13:54, ipergiorg scrive:

insomma il "Quentin tarantino presenta.." funziona alla grande?



Cioè, ma è tipo peggio di Hero?
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Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-03-2006 14:33  
beh, ovviamente
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 02-03-2006 14:41  
quote:
In data 2006-03-02 14:27, Petrus scrive:
si
ma non solo




ti riferisci anche alla conferenza stampa Anti-Bush?
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-03-2006 14:47  
no
intendevo un discorso molto più ampio che non la singola etichettatura di un singolo film
che pure ne è il paradigma
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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 06-03-2006 12:14  
Film da carta igienica come è stato già detto.

"Dai andiamo a vedere Hostel!...l'ha visto anche tizia, ha detto che..."
"mmmh...eli roth eli roth...dove l'ho già sentito?..."
Maledetta memoria, maledetta cannabis, sono andato a vedere l'unico regista a cui vorrei fare davvero delle torture medievali, allora si che avrei soddisfazione...

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-03-2006 16:09  
A prescindere dal solito, banale,fenomeno mediatico, l'ho trovato un buon film (eheh Petrus!).Capisco il discorso sulla funzionalità della violenza nel film, ma il finale in parte spiega (una sorta di estremizzazione del film di Cronemberg).
Dopo The descent (quasi insuperabile), il miglior horror dell'anno.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 06-03-2006 16:11  
Si però impara una buona volta a scrivere Cronenberg, non ti si può leggere ogni volta...
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-03-2006 16:13  
touché
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