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Autore Mystic River
sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 14-01-2004 23:56  
Premesso che non capisco bene perchè un topic di 4 pagine sia in archivino, dico anche la mia.

"Uomini soli, senza speranza, costretti a fare i conti con un passato di tormenti, macchie mai lavate, sospetti e incredibili verità: una vicenda che assume le forme della tragedia in cui vittime/carnefici si trovano a dover combatter con un destino amaro e senza futuro. Questo è "Mystic River", ultima fatica registica dell'ex cowboy Clint Eastwood."

Il film racconta la storia di tre uomini, ma in realtà sono tre plot narrativi differenti che il caso fa intersecare tra di loro. Il tutto è raccontato su due piani distinti che si sviluppano parallelamente: quello psicologico e quello più propriamente narrativo. Partiamo da quest'ultimo.
"Mystic River", dopo i primi minuti di presentazione, prende subito i connotati del classico giallo-poliziesco, con la coppia di sbirri complementari tra di loro (Sean e il nero), e il genitore della vittima (Jimmy, l'ex boss del quartiere) alla ricerca di una giustizia personale e sommaria. Attorno a loro ruotano i principali sospettati: Dave e Brendan. Dal punto di vista registico il giallo è indubbiamente ben sviluppato; Clint utilizza (forse non sempre a dovere) il montaggio alternato e riesce a mantenere per tutta la durata della pellicola una sufficiente dose di tensione. Inoltre il suo stile molto distaccato ci permette di ingarbugliare sufficientemente le idee e risulta chiaro che il finale, chiunque sia l'assassino, sarà ad effetto. Quello che manca è una sceneggiatura all'altezza; siamo infatti di fronte ad uno script in alcune parti lacunoso. Inoltre, è vero che uno dei temi trattati è "come il caso possa influire nella vita delle persone" (e questo risulta chiaro da subito, da quando viene scelto un ragazzo su tre dal pedofilo), ma il finale ci disegna un quadro delle cose un po' troppo improbabile (concordo con Das).
L'aspetto psicologico del film è trattato da Eastwood in maniera più approfondita. I rapporti tra i vari personaggi e le loro caratteristiche psicologiche-intellettuali sono (quasi) tutti ben analizzati e coltivati dall'inizio alla fine. Il tutto parte dal trauma subito da Dave, vero motore immobile della faccenda; Tim Robbins riesce a dare al suo personaggio un'incredibile venatura malinconica e allucinata allo stesso tempo: ottima è la scena in cui fa addormentare il figlio e i suoi occhi luccicano nel buio della stanza. Emblematiche quelle in cui si nota la sua firma incompleta sull'asfalto, metafora di una maturazione e di un'infanzia mai completate. L'evento iniziale trascina il marciume che porta con sé per tutta la pellicola (a volte in modo anche troppo forzato) e intacca pure le esistenze degli altri protagonisti. Entrambi con una vita che in un modo o nell'altro va a rotoli, chi lasciato dalla moglie incinta e chi in bilico tra la legge e il delitto e privato dei suoi affetti più cari. In definitiva queste tre storie raccontano tutte la sconsolante realtà di un fallimento esistenziale che ha portato uomini all'apparenza normali a non fidarsi più di niente e nessuno, come se il male si potesse annidare dietro ogni angolo (tant'è che in un passaggio si dice: "è come se quel giorno fossimo saliti tutti e tre su quell'auto"). E l'importante è chiudere i conti; il fine giustifica sempre i mezzi, basta uscirne il più possibile indenni. E' evidente il senso di pessimismo trasmesso dal film e in particolar modo dal suo finale, in cui chi esce alla meno peggio dalle situazioni finisce col pensare a se stesso, lasciando da parte i buoni sentimenti verso chi invece ci ha rimesso. Metafora dell'America di oggi, forse. In verità anche questo secondo aspetto del film presenta delle pecche: una su tutte l'imbarazzate vacuità della moglie di Sean.
Tanti dunque i temi toccati, peccato che alcuni di essi lo siano in modo un po' marginale.
Il cast è davvero di prim'ordine: oltre alla buona prova di Robbins, c'è quella classicheggiante ma impeccabile di un fascinoso Bacon e la solita prestazione di Penn. Potenzialmente ottimo attore, ma nel suo tentativo di imitazione di De Niro risulta talvolta sopra le righe. Spiccano poi le due donne, cugine ma tremendamente opposte: niente di eccezionale la Gay Harden, mentre ancora di grande impatto la prova della Linney, che finisce con una sorta di metamorfosi col passare a condurre il gioco (anche sopra suo marito).
In definitiva alcune pecche fanno di questo lavoro un mancato capolavoro; peccato Clint, alla prossima.

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E' ok per me!

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zarizer


Reg.: 27 Mar 2004
Messaggi: 3
Da: bari (BA)
Inviato: 28-03-2004 00:00  
la recensione di OLGA (3/11/03 su forum concorrente!) su Mystic River è secondo me una delle più belle recensioni mai lette. Perché Olga non scrivi ancora? E voi che ne pensate? Non e' incredibilmente bella ed efficace: in trenta righe, c'è tutto un film. Grazie.

"Olga" 3/11/03

Una tristezza senza scampo pure nella sfilata del Columbus Day intriso di luce falsamente chiassosa nell'ultima scena, una cupezza dell'anima sporca e graffiata che stinge in colori senza luminosità, specie negli interni, una violenza ingiusta che tocca i singoli e l'intera città, un andamento da tragedia di Shakespeare a cui si mescolano gli echi del cinema austriaco e inglese di cinquant'anni fa (Lang e Laughton). Questo e altro nell'ultimo film di Clint Eastwood. L'altro è il linguaggio da classico made in USA, realistico, quasi vicino al naturalismo ottocentesco dei grandi romanzi russi, trasferito in personaggi di oggi, in cui dolore, memoria, violenza, predestinazione potrebbero appartenere a qualsiasi tempo. Alla tecnica di regia onnisciente e imperturbabile il film somma la sceneggiatura asciutta e con poche concessioni alla retorica e all'enfasi (B Helgeland). La fotografia perlopiù impeccabile con qualche inquadratura un po' lunga (Tom Stern), l'ambientazione senza forzature, così come il ritmo, e la musica in armonia col dramma, costellata di lampi paurosi o commoventi (dello stesso Eastwood) completano il quadro. Dietro le facciate ridenti dei quartieri residenziali e l'ottimismo del progresso tecnologico, ogni città dei paesi ricchi ha le sue periferie oscure della mente e dell'anima. Su quell'auto delle prime sequenze, dove è salito il ragazzino che sarà segnato per sempre dalla violenza subita, non sono soltanto saliti anche i destini degli altri due compagni, che ne vedono il musetto inquadrato nel lunotto, potremmo salire tutti. Per questo il film avvince e pesa, anche se sul piano formale può sembrare scontato, già visto

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 30-01-2005 00:59  
forse non è bene tirare su un topic per dire solo quello che sto per dire, ma non riesco a trattenermi:

sto film è veramente nammmerda!

vabbè, provo a dire giusto due cose di più...

la storia è banalissima e assolutamente tutt'altro che memorabile, ma soprattutto è un lavoro tecnicamente pessimo: montaggio fastidioso ai limiti dell'epilessia, regia incredibilmente scadente, non c'è (o meglio, non mi sembra di aver visto) un solo piano sequenza, campo e controcampo si affannano a fare a gara l'uno con l'altro, appena i personaggi in scena diventano più di due Eastwood si dimentica delle più elementari regole di triangolazione dello spazio, i tempi sembrano dettati da un direttore d'orchestra in preda ad un metronomo impazzito e gli spazi sempre troppo dilatati o - più frequentemente - troppo ristretti senza che una volta se ne capisca il perché.


bah. sono indignato.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 30-01-2005 01:08  
mannaggia. anche io. come ha fatto a non piacerti?
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M.O.I.G.E. al rogo

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 30-01-2005 03:25  
L'ho visto proprio stasera. La sensazione che hai alla fine è quella di un film intenso e viscerale. Purtroppo secondo me per alcuni tratti la regia è eccessivamente piatta e si lascia trasportare troppo dalla storia invece che prendere in mano la situazione e guidarci nel racconto.
E' vero che Eastwood è uno che racconta con le immagini, ma secondo me ha le capacità per fare meglio, come dimostra soprattutto nella prima parte. Io il montaggio l'ho trovato azzeccato. Qualcuno lo ha definito "claustrofobico"; si è vero, soprattutto nella parte finale, ma credo che sia un effetto che vada appannaggio della buona buona riuscita del film.
Attori bravi ma Penn l'ho trovato un po' troppo compiaciuto di sè stesso.

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Profundis - L'anima nera della rete

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 30-01-2005 03:31  
E' il film che ho aprezzato meno dell'Eastwood regista.
Nettamente inferiore ai suoi lavori precedenti,speriamo bene nell'ultimo.
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remedios

Reg.: 07 Gen 2005
Messaggi: 2967
Da: catania (CT)
Inviato: 30-01-2005 15:29  
quote:
In data 2005-01-30 00:59, sandrix81 scrive:
forse non è bene tirare su un topic per dire solo quello che sto per dire, ma non riesco a trattenermi:

sto film è veramente nammmerda!

vabbè, provo a dire giusto due cose di più...

la storia è banalissima e assolutamente tutt'altro che memorabile, ma soprattutto è un lavoro tecnicamente pessimo: montaggio fastidioso ai limiti dell'epilessia, regia incredibilmente scadente, non c'è (o meglio, non mi sembra di aver visto) un solo piano sequenza, campo e controcampo si affannano a fare a gara l'uno con l'altro, appena i personaggi in scena diventano più di due Eastwood si dimentica delle più elementari regole di triangolazione dello spazio, i tempi sembrano dettati da un direttore d'orchestra in preda ad un metronomo impazzito e gli spazi sempre troppo dilatati o - più frequentemente - troppo ristretti senza che una volta se ne capisca il perché.


bah. sono indignato.



...non potevi esprimerti meglio..sono con te
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Tra poco arrossa il cielo della sera sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuore

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 30-01-2005 15:34  
Sandrix, non ti facevo capace di cotante cazzate.
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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remedios

Reg.: 07 Gen 2005
Messaggi: 2967
Da: catania (CT)
Inviato: 30-01-2005 15:40  
Ma..ma...ma..
eppure mi aveva convinto..
cmq Mistic river è una scopiazzatura di un film già insulso quale Sleepers..è irritante e pretenzioso..
solo il cast si salva,con qualche perplesità in merito a Tim Robbins

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 30-01-2005 15:45  
quote:
In data 2005-01-30 15:34, Marienbad scrive:
Sandrix, non ti facevo capace di cotante cazzate.








[ ri-bannatela perdio, mi ha offeso! ]
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 30-01-2005 15:51  
Va beh, mi spiego perchè altrimenti vi offendete.

Il cinema è una questione morale, le scelte effettuate, non dovrebbero mai dipendere unicamente da una razionalità estetica, da una praticità di messa in scena, poichè queste, non potranno mai essere sinonimo di funzionalità.
Il cinema di Eastwood è molto spesso, in alcune decisioni, inusuale; ha un approccio al linguaggio molto personale e didascalico, eppure i suoi film, veicolano sempre in modo efficace, il significato del suo discorso visivo sulla vita, sui fatti di cronaca.
Personalmente ho trovato Mystic river, proprio per quelle particolarità che Sandrix ha riscontrato, ma che anche si è dimenticato di contestualizzare, molto utili a mediare l'universo nel quale si spostano i suoi personaggi e le loro storie. Il montaggio poi, è ciò che di più coerente si può ritrovae nel suo cinema, mai esagerato, sempre subordinato alla relazione che intercorre tra le varie unità filmiche.
Non è possibile estrarre e analizzare, lo diceva anche Truffaut: non esistono film, esistono solo autori.
E io, un po', ci credo ancora.
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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
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Da: Napoli (NA)
Inviato: 30-01-2005 15:55  
quote:
In data 2005-01-30 15:51, Marienbad scrive:
Il cinema è una questione morale, le scelte effettuate, non dovrebbero mai dipendere unicamente da una razionalità estetica, da una praticità di messa in scena, poichè queste, non potranno mai essere sinonimo di funzionalità.



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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 30-01-2005 16:01  
In effetti, quella frase è geniale, non so nemmeno da dove diamine sia uscita...
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 30-01-2005 16:04  
adesso allora ne sparo una veramente grossa, giusto per far vedere che non ho capito:

Non posso "analizzare" Mystic river in relazione al modo di fare cinema e di prendere decisioni tipico dell'autore Eastwood, poichè è il primo film di Eastwood che vedo.
Ma allora che devo fare, mi devo mettere una scopa in culo così gli ramazzo la stanza? (cit.)
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 30-01-2005 16:25  
quote:
In data 2005-01-30 16:04, sandrix81 scrive:
adesso allora ne sparo una veramente grossa, giusto per far vedere che non ho capito:

Non posso "analizzare" Mystic river in relazione al modo di fare cinema e di prendere decisioni tipico dell'autore Eastwood, poichè è il primo film di Eastwood che vedo.
Ma allora che devo fare, mi devo mettere una scopa in culo così gli ramazzo la stanza? (cit.)




Ah ah.
No, basta tenere una certa distanza dalla critica al linguaggio in senso stretto...

Ma che cazzo Sandrix, devo dirti tutto?
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