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Autore Pescara Jazz, ossia la seconda città d'Italia secondo Duke Ellington
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 19-05-2007 22:01  
http://www.pescarajazz.com/flash/index.htm

Pescara Jazz 2007
10/15 Luglio

Pescara Jazz torna alle buone, vecchie abitudini. Oltre al consueto festival, il pubblico potrà godere del jazz in città dai migliori gruppi dell’area metropolitana di Pescara. E dopo i concerti le jam session con il trio di Tony Pancella prolungheranno i piaceri musicali con gli ospiti a sorpresa. Il festival si apre con un “aperitivo” di classe, la voce di Natalie Cole che, ormai sganciata dal nome e dall’ombra ingombrante del padre, si è imposta con una propria, autonoma identità stilistica. Certo, la Cole non dimentica la classe, l’eleganza di fraseggio, la sapienza espressiva di Nat, ma quelle sono qualità che il grande cantante ha saputo imporre a tutto il mondo della musica leggera americana, a cui le venature di jazz conferiscono un tocco di vitalità che rende questa musica sempre verde. Nelle tre serate squisitamente jazzistiche sfilano cinque formidabili gruppi in altrettante, diverse proposte musicali. Il SFJazz Collective è quasi una all stars che dedica un progetto semiorchestrale a Thelonious Monk, un’operazione di grande fascino che fu tentata poche volte quando Monk era in vita. L’asciuttezza delle melodie monkiane, il loro essere in bilico sul silenzio, i ritmi obliqui e sbilenchi, le dissonanze enigmatiche, lo humor sotterraneo e pungente sembrano essere aspetti estranei al linguaggio orchestrale. Ma se gli arrangiamenti rispettano le sghembe architetture monkiane il risultato può essere esaltante, come garantiscono solisti del calibro di Joe Lovano, Dave Douglas, Stefon Harris, Eric Harland. In un’epoca in cui ci si lamenta dell’assenza di figure carismatiche, sapere che Ornette Coleman a settantasette anni giganteggia sulla scena mondiale nel pieno della sua forma è una fatto che ci entusiasma. Coleman è uno dei musicisti più geniali, innovatori ed emozionanti del secondo Novecento. Ha indicato alla musica la strada di una nuova libertà melodica, una fusione di virtuosismo bebop, visceralità blues e cantabilità infantile, dissolvendo le cesure fraseologiche e armoniche tradizionali, inventandosi uno spazio nuovo, senza centri e gerarchie, ma pervaso da una libertà melodica e un’intensità emotiva soverchianti.
In piena esplosione creativa, Coleman ha appena ricevuto il Premio Pulitzer, un riconoscimento tardivo a un artista che, superando la pluridecennale ostilità della cultura ufficiale, oggi celebra con la sua consueta modestia il trionfo di vedere la musica cambiata dalla sua visione pura e intatta di arte. Tra i musicisti direttamente toccati da Coleman c’è in tutta evidenza Pat Metheny, che vent’anni fa portò sulla chitarra la lezione del sassofonista. A cui Metheny deve la capacità di fondere melodismo folk e modernità urbana, nonché l’ispirazione a perseguire un suono originale, che è forse il contributo più durevole dato dal talentuoso chitarrista al suo strumento. Ora Metheny si affianca al trio di Brad Mehldau trovando con il pianista una comune sensibilità lirica, il gusto per il chiaroscuro e una nota diffusa vena nostalgica. L’ultima serata del festival è dedicata a due grandi outsider del jazz. Il primo è il sassofonista e compositore svedese Lars Gullin (1928-1976), uno dei grandi e misconosciuti genî del jazz europeo. Sassofonista baritono di scuola cool emerso nel dopoguerra, Gullin si è rapidamente imposto come una voce di straordinario impatto emotivo, un maestro del suo strumento e un improvvisatore dalla fresca vena melodica. Con gli anni Gullin ha raffinato la sua arte compositiva scrivendo pagine di notevole originalità e complessità per vari organici. L’ottetto del pianista Lars Sjosten - un musicista attento alla storia del jazz - rende omaggio all’arte di Gullin proponendo alcune delle sue pagine più ricche di contrappunti, idee melodiche, fresche combinazioni di colori. Ospite sarà Gianni Basso, uno dei padri del jazz italiano, che con Gullin suonò negli anni Cinquanta incidendo pagine memorabili che ora vengono restituite al piacere degli ascoltatori. Non meno elusiva è la figura di Charles Tolliver. Affermatosi alla fine degli anni Sessanta, Tolliver è stato subito salutato come una voce nuova dell’hard bop. Le sue composizioni sono fortemente caratterizzate ma al tempo stesso lasciano vasti spazi agli improvvisatori, e hanno un respiro evocativo e trascinante a cui contribuisce la sua tromba, infuocata, melodica, irruenta e malinconica al tempo stesso.
Negli anni Settanta e parte degli anni Ottanta Tolliver ha scritto pagine importanti del jazz con album in quartetto e per big band. Ma poi ci sono stati lunghi momenti di oblio alternati a brevi, improvvise riapparizioni. Ora però Tolliver è tornato in grande stile con un cd orchestrale acclamato dalla critica che lo ha catapultato di nuovo al centro dell’attenzione. Ed è un bene, perché attorniato dai grandi musicisti della big band (praticamente una formidabile all stars), Tolliver può tornare a far risuonare la sua visione musicale travolgente e originale. Una buona notizia per il mondo del jazz.




Questo il programma:

martedì 10 luglio
NATALIE COLE

venerdì 13 luglio
SF JAZZ COLLECTIVE
plays the music of Thelonious Monk
Joe Lovano, sassofoni • Dave Douglas, tromba • Miguel Zenon, sax alto e flauto • Andre Hayward, trombone • Renee Rosnes, pianoforte • Stefon Harris, vibrafono • Matt Penman, contrabbasso • Eric Harland, batteria

ORNETTE COLEMAN QUARTET
Ornette Coleman, sassofono, violino, tromba • Tony Falanga, contrabbasso • Al Macdowell, contrabbasso • Denardo Coleman, batteria

sabato 14 luglio
PAT METHENY & BRAD MEHLDAU
w/ LARRY GRENADIER & JEFF BALLARD
Pat Metheny, chitarre • Brad Mehldau, pianoforte • Larry Grenadier, contrabbasso • Jeff Ballard, batteria

domenica 15 luglio
LARS SJOSTEN OCTET
plays the music of Lars Gullin
special guest Gianni Basso
Jan Allan, tromba • Hans Akesson, sax alto • Stefan Isaksson, sax tenore • Gunnar Bergsten, sax baritono • Karin Hammar, trombone • Lars Sjosten, pianoforte, leader • Patrik Boman, contrabbasso • Bo Soderberg, batteria

CHARLES TOLLIVER BIG BAND
Charles Tolliver, tromba, leader • Todd Bashore, sax alto • Billy Harper, sax tenore • William Saxton, sax tenore • Sundar Viswanathan, sax alto • David Weiss, tromba • Keyton Harrold, tromba • Fred Hendrix, tromba • Chris Albert, tromba • Joseph Fiedler, trombone • Dion Tucker, trombone • Stafford Hunter, trombone • Aaron Johnson, trombone • George Cables, pianoforte • Cecil McBee, contrabbasso • Victor Lewis, batteria

_________________
– Ah sì, anch’io sono per il lieto fine, mica come quei film moderni che non si capisce niente, in fondo sono un sentimentale. Scusi tanto, non ha mica visto le mie mutande?

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pierzizou5

Reg.: 23 Feb 2007
Messaggi: 1637
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-05-2007 22:18  
che grande pat metheny...mi piace moltissimo...non so suonare la chitarra..ma vorrei tanto saperlo fare...magari come lui...
_________________
Volete dire allora che per esempio,non so se mi spiego,che il mondo,no?,il mondo intero proprio,dico col mare,col cielo,con la pioggia,le nuvole...è la metafora di qualcosa?

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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 22-05-2007 22:21  
Mah... onestamente ci andrei piano a dare per certo un concerto di Ornette Coleman, a una così grande distanza di tempo.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Maresca il 22-05-2007 alle 22:21 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 23-05-2007 01:18  
quote:
In data 2007-05-19 22:01, sandrix81 scrive:
Pescara Jazz 2007
10/15 Luglio

Pescara Jazz torna alle buone, vecchie abitudini. ...



Citare la fonte. Ye!

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 23-05-2007 01:22  
Ma la fonte c'era già...
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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 23-05-2007 01:26  
quote:
In data 2007-05-23 01:18, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-05-19 22:01, sandrix81 scrive:
Pescara Jazz 2007
10/15 Luglio

Pescara Jazz torna alle buone, vecchie abitudini. ...



Citare la fonte. Ye!



Vabbè, l'articolo è presente anche nel sito di pescarajazz, ma è nascosto...
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 23-05-2007 01:30  
quote:
In data 2007-05-22 22:21, Maresca scrive:
Mah... onestamente ci andrei piano a dare per certo un concerto di Ornette Coleman, a una così grande distanza di tempo.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Maresca il 22-05-2007 alle 22:21 ]



Che je la tiri? Per il grande Coleman, se ci sarà.., e per Charles Tolliver, vale la pena un viaggetto! Anche per rinverdire i ricordi, alcuni davvero memorabili! Pat Metheny mi rompe; è un virtuoso, di seducente vacuità.
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 23-05-2007 04:26  
"la fusion... è complicataaa" (cit. elio)
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 23-05-2007 08:10  
quote:
In data 2007-05-23 01:30, AlZayd scrive:
Pat Metheny mi rompe; è un virtuoso, di seducente vacuità.



D'accordo su Metheny. La roba migliore che ho sentito è ascoltabile, ma nulla per cui strapparsi i capelli dall'entusiasmo. Ha la tecnica ma non il soul. Il classico artista per italiani.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 23-05-2007 09:50  
le classiche minchiate da italiani. manco steste parlando di Van Halen.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 23-05-2007 10:06  
quote:
In data 2007-05-23 09:50, sandrix81 scrive:
le classiche minchiate da italiani. manco steste parlando di Van Halen.



Van Halen infatti è fico!

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 23-05-2007 10:08  
ahahaha
e lui ce l'ha il soul?
si dice sempre "ora le ho sentite tutte", ma non c'è mai fine al peggio
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 23-05-2007 10:11  
Ma che cazzo c'entra? Van Halen fa Jump. Della sua carriera jazzistica non sono al corrente.
Dai Sandrix, torna a parlare di Dylan Dog...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 23-05-2007 10:14  
ah quindi il soul serve solo in determinati campi. come sopra.
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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 23-05-2007 10:17  
Beh, la quantità di soul necessaria per fare del cockrock, Van Halen ce l'ha. E comunque Metheny fa praticamente la stessa musica di Van Halen, con la differenza che cerca di spacciarla per roba buona.

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