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Autore PERCHE' L'INGHILTERRA E' MEGLIO DELL'ITALIA
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-02-2006 13:09  
peraltro bisogna aggiungere un altro aspetto

lonodner porta sempre critiche generalizzate
ma ovviamente tutti noi non possiamo che parlare in questi termini

ora se andiamo a vedere ad esempio la disoccupazione in Italia possiamo vedere che ci sono zone dove è al 4-5% come nel nord-est ad altre depresse dove supera il 20%

ora quindi parlare del fatto che in Italia non c'è lavoro non è completamente corretto

più volte si è scritto sui giornali che nel nod-est c'erano imprese che cercavano lavoro specializzato + offerta dell'alloggio e non si riusciva a trovare il personale


altro esempio
nell'ultima riunione con il mio direttore si è parlato di questioni del mio lavoro ovviamnete e del fatto che le valutazioni che indirizzano le scelte del nostro lavoro della sono effettuate a livello nazionale e pertanto a sconda non solo delle regioni ma di province alla fine risultano essere sbagliate perchè non c'è omogeneità sull'intero territorio

quindi sempre in riferimento al mio lavoro ci troviamo a vedere che ad esempio i tribunali (con i qualio interagiamo indirettamente) influiscono sui nostri risultati perchè non funzionano tutti allo stesso modo

allora perchè il tribunale di Lucca effettua una determinata procedura in 15 minuti mentre in altre città di vogliono da 1 giorno a 15 giorni ?
non funzionano tutti con le medesime norme ? non ci sono persone in tutti gli uffici ?


ora sicurmanete londoner può cantare giustamente le lodi di Londra e dintorni ma se ci portasse ad esempio la situazione di certe zone del Galles e del nord della Gran Bretagna parlerebbe in altri termini
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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 26-02-2006 13:13  
Ho come l'impressione che dati e statistiche siano irrilevante per persone abituate a ragionare sul grande fratello, non è vero londoner?
La disoccupazione in italia è diminuita e punto; invece nessun dato mi dice che il flusso di emigranti è aumentato mentre invece il flusso di migranti (regolari percarità) verso l'italia, quello sì che è esploso. Allora londoner il tuo ragionamento alla Costanzo show dovrebbe suggerirci che i milioni di estracomunitari riversatisi in italia avrebbero aumentato la disoccupazione, ma per grazia politica è intervenuta la legge Bossi-Fini.
Per il resto continuo a dire che hai ragione, ma te devi capire che la sinistra non sarà mai il vettore del rinnovamento culturale, ma basta guardare il suo programma per capirlo.
Per esempio a pag. 120 del progr. si legge: "è necessaria una politica del lavoro che coniughi flessibilità e stabilità, superando quindi la precarietà"; Ma chi non sarebbe d'accordo? Il problema è che è impossibile perchè dicono di potere fare due cose che si escludono a vicenda: flessibilità e stabilità. Solo gli elettori del centrosinistra possono credere che può piovere mentre splende il sole. Evidentemente il principio di non contraddizione gli sfugge dopo anni di catechismo rosso.
Ma addirittura ci sono esponenti di rifondazione che si ispirano a Marx che è vissuto nel XIX secolo, a Lenin... pensa un po' come sono aggiornati i loro programmi... in inghilterra questi individui non sarebbero neanche concepibili. Invece da noi si infilano nelle università, nei licei e giù con il catechismo rosso.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-02-2006 13:13  
quote:
In data 2006-02-26 12:48, Julian scrive:
Questi discorsi un pò mi spaventano. E non perchè siano intrinsecamente razzisti (da questo punto di vista semmai mi fanno pena, è diverso). Perchè denotano un'ignoranza abissale. L'immigrazione è un fenomeno inarrestabile frutto dello sviluppo di certi paesi e non sono certo le sparate idiote dei nostri politici a fermarlo. Ma soprattutto noi abbiamo bisogno dell'immigrazione.



tralascio la questione del potere economico che viene dopo ...

1) diffido di chiunque si dichiari non razzista
2) ben venga l'immigrazione ma non capisco che senso abbia ospitare delle persone che non possono essere trattate adeguatamente nel senso che se non siamo in grado di offrire un lavoro, un'abitazione civile, dei servizi adeguati
mi chiedo che senso abbia prendere altre persone che alla fine sono costrette a vivere in condizioni di totale emerginazione (questo è razzismo)
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MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 26-02-2006 15:22  
quote:
In data 2006-02-25 17:58, Futurist scrive:
Dai non siamo nel medioevo... i fatti sono i fatti... in inghilterra anche i conservatori sono liberali e questo è innegabile. L'economia inglese va meglio di quella italiana ed anche questo è innegabile.
Io non conosco nel dettaglio la politica del lavoro in inghilterra ma sono certo che là è improbabile che gli incompetenti restino su una poltrona o dietro una scrivania se non se la meritano.
Basta con queste demagogie... basta con questa visione del potere padronale... se uno viene licenziato è perchè è incapace e ruba il posto ad altri più meritevoli... è un discorso di giustizia sociale.
Basta nascondere l'evidenza... per anni il sindacato ha fatto assumere e promuovere i suoi raccomandati ricattando gli imprenditori, abusando del potere, per ottenere più potere, portando caproni ignoranti la dove fanno solo danno a tutta la collettività. E non dico nulla dei vari partiti politici, lobbies, albi professionali, massonerie, chiese cattoliche, mafie e cosche di amici degli amici varie.
Sarebbe l'ora di finirla con questa ipocrisia del diritto all'intoccabilità, neanche la mafia.
La società italiana è imbalsamata, vittima delle sue stesse buone intenzioni che evidentemente sono controproducenti.
Ed un imprenditore onesto in questo quadro cosa potrebbe mai fare? Basti che provi a rifiutare la raccomandazione di uno proposto da qualche gruppo di potere che magari può mandargli in sciopero gli operai od ostacolargli il rilascito di quella concessione e stop... fine dell'attività.
In italia sono gli onesti e gli imprenditori sani quelli che dovrebbero essere tutelati, quelli che si fanno il culo ma che puntualmente lo prendono nel culo.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Futurist il 25-02-2006 alle 18:04 ]


non hai risposto:prova a metterti nei panni di chi è licenziato.
chi si è guadagnato un posto di lavoro deve avere il diritto a rimanervici senza essere licenziato a piacere del datore di lavoro.é il giuddice che deve stabilire quando c'è stata infrazione sul lavoro.
ti faccio notare che al momento i paesi in cui è meno facile licenziare fatta eccezione per la cina e l'india hano tassi di crescita più alti(venezuela, finlandia).
il lavoro è un diritto, non uno strumento del datore di lavoro per fare più soldi.Ti faccio notare inoltre che le grandi coperative italiane hanno fatturati in spaventosa crescita(Unipol su tutte) rispetto ad industrie autoritarie che hanno fatto la fame per anni o la fanno(Fiat per esempio che ha trascorso anni di cassa integrazione e licenziamenti).
al di là dei dati rimane una ragione etica per disprezzare il sistema liberista.Tale sistema è dominato come sai tu stesso da grandi famiglie sia in Italia che in Inghilterra che in Francia che in America del nord le quali mettono nelle cariche di vertice tutti i figli e i nipoti(diciamo i rampolli).é giusto questo sistema?la ricchezza delle nazioni si fa dal basso non dall'alto, non credete alle parole di Smith.
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«E' vietato fare la cacca per terra, giusto? Bene, la pubblicità è come la cacca: puzza e fa schifo…».
Piergiorgio Odifreddi

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MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 26-02-2006 15:33  
quote:
In data 2006-02-26 02:15, Futurist scrive:
Ma Londoner guarda che in italia la situazione è così grave che perfino una legge limitata come quella di biagi ha prodotto risultati, tant'è che la disoccupazione è al minimo storico... perfino l'economist (o l'ecomunist) ha riconosciuto che in Italia la disoccupazione è diminuita di 5 punti in 5 anni.
Per quanto riguarda quello che hai detto su Blair, che ha abolito il sindacato ed ha aiutato i più deboli, dico solo che in italia una sinistra del genere è fantascienza.
Se Prodi facesse solo un decimo di quello che ha promesso io lo voterei ma purtroppo lui è solo il solito volto presentabile di una sinistra grassa che si ingrassa e solo quello sa fare. Perchè se domani in italia sparissero i meno abbienti sparirebbe anche la base politica della sinistra, il potere di questi neoaristocratici postcomunisti si dissolverebbe... ci sono evidenti interessi per chi vuole che l'italia rimanga nella merda.
Prima questi boss della sinistra mettono in ginocchio l'italia con scioperi spessissimo ingiustificati ed interminabili, causando perdite economiche colossali... e poi raccolgono voti tra i poveracci che loro stessi hanno creato.
Consapevolmente o inconsapevolmente la sinistra italiana è una forza conservatrice che si oppone al cambiamento... basta vedere i manifesti di Bertinotti: i lavoratori non si toccano, la scuola non si tocca, la sanità non si tocca, la pensione non si tocca e quello no, e l'opere pubbliche no e quell'altro non si cambia e tutto resta com'è.
Le così dette riforme del programma prodi sono in realtà delle controriforme, un ritorno al passato, che non era di sicuro meglio del presente.


gli italiani da messaggi come il tuo si possono rendere conto della serietà della destra.parlare dell'economist come si un giornale comunista solo perché parla male di berlusconi è la cartina al tornasole di quello che dici.
dire che prodi ha un programma di promesse quando berlusconi ha fatto solo leggi ad personam è il colmo.
parlare della sinistra come della parte di società politica che detiene il potere italiano poi è il massimo.
i cittadini italiani se vogliono vivere bene si devono ribellare ai vostri ideali e pensare al lavoro, all'istruzione non ad ingrassare i vostri portafogli.
l'unica cosa di cui è capace la destra è di abolire il CIPE, organo di vigilanza sui prezzi che ha dato il via al processo di crescita inflazionistica post euro.vergogna.ridateci i soldi!
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Piergiorgio Odifreddi

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 26-02-2006 19:36  
quote:
In data 2006-02-25 13:32, Futurist scrive:
Ma Londoner ha ragione da vendere...
Ma tutto può essere riassunto in una frase: l'UK è meglio dell'italia perchè lì vige un vero sistema liberale. Tutto deriva da questo.

Le raccomandazioni per esempio in Italia esistono per un sol motivo: perchè nessun imprenditore assumerebbe a scatola chiusa dipendenti che magari poi si rivelerebbero incapaci ma che per motivi di leggi sindacali assurde non potrebbero mai essere licenziate. Londoner tu infatti devi sabere che un imprenditore da noi trova meno difficoltà a divorsiare che a licenziare.
L'amministrazione pubblica e dei servizi per questo motivo si riempie di personale incompetente ma illicenziabile che compromette la funzionalità del sistema che diventa irrimediabilmente corrotto. I pochi lavoratori sani e onesti rimasti non possono far altro che guardare impotenti colleghi cazzoni che li scavalcano perchè sono iscritti al sindacato.
Questo ci porta agli immigrati... no conoscenze, no garanzie. Un immigrato può avere anche un dottorato in ingegneria ma da noi al massimo farà il carpentiere.

Ma finalmente la legge biagi è stata approvata per salvarci. Da oggi basta con le raccomandazioni... un periodo di stage iniziale (subbito bollato dalla sinistra come attentato ai diritti e bla..bla) consentirà all'amministratore della risorsa umana di valutare i canditati in prima persona, assumendo i meritevoli e rispedendo nella fogna i cazzoni, metodo che permetterà senza dubbio di risolvere molti problemi.
Ti ringraziamo, o grande centrodestra, per questa bella legge bella.



Qui ho l'impressione che parlino (con,in alcuni casi, toni deliranti) coloro che probabilmente non lavorano, o non sono mai stato in vita loro lavoratori dipendenti.

La legge Biagi, tanto reclamizzata e pompata, è una legge mal fatta, astrusa e a due anni dall'entrata in vigore praticamente inutile.
La legge infatti è stata applicata in misura ridottissima.

Alcune figure previste dal decreto 276 quali il job sharing e il job on call non sono state minimamente nemmeno prese in considerazione dalla imprese; i contratti di apprendistato e di inserimento sono stati scarsamente utilizzati, a fronte di un precedente uso massiccio dei CFL; la somministrazione è ancora al palo ed è forse meno utilizzata (anche per i problemi che comporta) di quanto non fossero i rapporti di lavoro interinale; gli appalti non sono mutati; il distacco è numericamente inesistente; il lavoro occasionale e accessorio è irrilevante; l’associazione in partecipazione praticamente non esiste; la certificazione non è stata utilizzata (a Milano, in 2 anni, è stata richiesta la certificazione di una trentina di contratti, quasi tutti a progetto). L’unico istituto ampiamente sfruttato è stato il contratto a progetto, ma si è trattato di una semplice opera di cosmesi giuridica, che ha semplicemente portato alla trasformazione dei contratti di cococo in contratti a progetto. L’art.2112 c.c. infine non è stato in alcun modo utilizzato nella sua nuova nozione.

La flessibilità che stava tanto a cuore alle imprese è stata realizzata con altri strumenti: ricorso massiccio ai contratti a termine, esternalizzazioni e uso disinvolto dei contratti a progetto.

a). I contratti a termine rappresentano una parte significativa delle nuove assunzioni e sono spesso molto al di sopra delle percentuali stabilite dalla contrattazione collettiva e molto al di fuori dai casi ammessi dalla legge, venendo utilizzati in situazioni che nulla hanno a che vedere con ipotesi temporanee di attività. E ciò è stato ed è possibile grazie a una sorta di connivenza sindacale. Il sindacato ha accettato situazioni di uso illegale e massiccio di contratti a termine, nella convinzione e, a volte, nella promessa, che buona parte di questi contratti sarebbero stati –prima o poi- trasformati in contratti a tempo indeterminato.

b). Le esternalizzazioni, che sono una costante di questi anni, sono state ottenute attraverso lo strumento della cessione di ramo d’azienda, ma secondo la vecchia nozione dell’art.2112 c.c., evitando accuratamente di rischiare di addentrarsi nella interpretazione del nuovo quinto comma dell’articolo.

c). I contratti a progetto hanno di fatto semplicemente sostituito le vecchie cococo, pur nelle maggiori e comprensibili difficoltà di individuare un Progetto o un Programma credibile e sostenibile in giudizio.

La "riforma Biagi" è partita dall'assunto che, per curare quei mali, fosse necessario massimizzare la flessibilità dell'offerta di lavoro, e lo ha fatto a partire dall'anello più debole della catena: non già la regolazione del rapporto di lavoro, bensì la diversificazione dei modelli o tipi contrattuali attraverso i quali è possibile procacciarsi lavoro (la cosiddetta "flessibilità tipologica" o "in entrata").
La legge ha indebolito i lavoratori,compresso il costo del lavoro e i salari (già tra i più bassi dell'Ue), snaturato e ridimensionato il ruolo e il potere contrattuale e rappresentativo dei sindacati che in Italia hanno un peso notevole rispetto agli altri paesi industrializzati.





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Popolo, Patria, Socialismo

[ Questo messaggio è stato modificato da: honecker il 26-02-2006 alle 19:38 ]

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-02-2006 23:28  
quote:
In data 2006-02-26 19:36, honecker scrive:
Qui ho l'impressione che parlino (con,in alcuni casi, toni deliranti) coloro che probabilmente non lavorano, o non sono mai stato in vita loro lavoratori dipendenti.

La legge Biagi, tanto reclamizzata e pompata, è una legge mal fatta, astrusa e a due anni dall'entrata in vigore praticamente inutile.
La legge infatti è stata applicata in misura ridottissima.

Alcune figure previste dal decreto 276 quali il job sharing e il job on call non sono state minimamente nemmeno prese in considerazione dalla imprese; i contratti di apprendistato e di inserimento sono stati scarsamente utilizzati, a fronte di un precedente uso massiccio dei CFL; la somministrazione è ancora al palo ed è forse meno utilizzata (anche per i problemi che comporta) di quanto non fossero i rapporti di lavoro interinale; gli appalti non sono mutati; il distacco è numericamente inesistente; il lavoro occasionale e accessorio è irrilevante; l’associazione in partecipazione praticamente non esiste; la certificazione non è stata utilizzata (a Milano, in 2 anni, è stata richiesta la certificazione di una trentina di contratti, quasi tutti a progetto). L’unico istituto ampiamente sfruttato è stato il contratto a progetto, ma si è trattato di una semplice opera di cosmesi giuridica, che ha semplicemente portato alla trasformazione dei contratti di cococo in contratti a progetto. L’art.2112 c.c. infine non è stato in alcun modo utilizzato nella sua nuova nozione.

La flessibilità che stava tanto a cuore alle imprese è stata realizzata con altri strumenti: ricorso massiccio ai contratti a termine, esternalizzazioni e uso disinvolto dei contratti a progetto.

a). I contratti a termine rappresentano una parte significativa delle nuove assunzioni e sono spesso molto al di sopra delle percentuali stabilite dalla contrattazione collettiva e molto al di fuori dai casi ammessi dalla legge, venendo utilizzati in situazioni che nulla hanno a che vedere con ipotesi temporanee di attività. E ciò è stato ed è possibile grazie a una sorta di connivenza sindacale. Il sindacato ha accettato situazioni di uso illegale e massiccio di contratti a termine, nella convinzione e, a volte, nella promessa, che buona parte di questi contratti sarebbero stati –prima o poi- trasformati in contratti a tempo indeterminato.

b). Le esternalizzazioni, che sono una costante di questi anni, sono state ottenute attraverso lo strumento della cessione di ramo d’azienda, ma secondo la vecchia nozione dell’art.2112 c.c., evitando accuratamente di rischiare di addentrarsi nella interpretazione del nuovo quinto comma dell’articolo.

c). I contratti a progetto hanno di fatto semplicemente sostituito le vecchie cococo, pur nelle maggiori e comprensibili difficoltà di individuare un Progetto o un Programma credibile e sostenibile in giudizio.

La "riforma Biagi" è partita dall'assunto che, per curare quei mali, fosse necessario massimizzare la flessibilità dell'offerta di lavoro, e lo ha fatto a partire dall'anello più debole della catena: non già la regolazione del rapporto di lavoro, bensì la diversificazione dei modelli o tipi contrattuali attraverso i quali è possibile procacciarsi lavoro (la cosiddetta "flessibilità tipologica" o "in entrata").
La legge ha indebolito i lavoratori,compresso il costo del lavoro e i salari (già tra i più bassi dell'Ue), snaturato e ridimensionato il ruolo e il potere contrattuale e rappresentativo dei sindacati che in Italia hanno un peso notevole rispetto agli altri paesi industrializzati.


ti faccio i miei complimenti per la chiarezza e la semplicità con la quale hai descritto la situazione

in effetti è al momento una legge inutile ed inapplicata
e comunque non risolve i problemi italiani in questo campo
ed è inutile introdurre riforme prese altrove che in Italia non possono essere validamente applicate per una differente struttura della società
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londoner

Reg.: 22 Gen 2005
Messaggi: 690
Da: london (es)
Inviato: 26-02-2006 23:36  
quote:
In data 2006-02-26 23:28, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2006-02-26 19:36, honecker scrive:
Qui ho l'impressione che parlino (con,in alcuni casi, toni deliranti) coloro che probabilmente non lavorano, o non sono mai stato in vita loro lavoratori dipendenti.

La legge Biagi, tanto reclamizzata e pompata, è una legge mal fatta, astrusa e a due anni dall'entrata in vigore praticamente inutile.
La legge infatti è stata applicata in misura ridottissima.

Alcune figure previste dal decreto 276 quali il job sharing e il job on call non sono state minimamente nemmeno prese in considerazione dalla imprese; i contratti di apprendistato e di inserimento sono stati scarsamente utilizzati, a fronte di un precedente uso massiccio dei CFL; la somministrazione è ancora al palo ed è forse meno utilizzata (anche per i problemi che comporta) di quanto non fossero i rapporti di lavoro interinale; gli appalti non sono mutati; il distacco è numericamente inesistente; il lavoro occasionale e accessorio è irrilevante; l’associazione in partecipazione praticamente non esiste; la certificazione non è stata utilizzata (a Milano, in 2 anni, è stata richiesta la certificazione di una trentina di contratti, quasi tutti a progetto). L’unico istituto ampiamente sfruttato è stato il contratto a progetto, ma si è trattato di una semplice opera di cosmesi giuridica, che ha semplicemente portato alla trasformazione dei contratti di cococo in contratti a progetto. L’art.2112 c.c. infine non è stato in alcun modo utilizzato nella sua nuova nozione.

La flessibilità che stava tanto a cuore alle imprese è stata realizzata con altri strumenti: ricorso massiccio ai contratti a termine, esternalizzazioni e uso disinvolto dei contratti a progetto.

a). I contratti a termine rappresentano una parte significativa delle nuove assunzioni e sono spesso molto al di sopra delle percentuali stabilite dalla contrattazione collettiva e molto al di fuori dai casi ammessi dalla legge, venendo utilizzati in situazioni che nulla hanno a che vedere con ipotesi temporanee di attività. E ciò è stato ed è possibile grazie a una sorta di connivenza sindacale. Il sindacato ha accettato situazioni di uso illegale e massiccio di contratti a termine, nella convinzione e, a volte, nella promessa, che buona parte di questi contratti sarebbero stati –prima o poi- trasformati in contratti a tempo indeterminato.

b). Le esternalizzazioni, che sono una costante di questi anni, sono state ottenute attraverso lo strumento della cessione di ramo d’azienda, ma secondo la vecchia nozione dell’art.2112 c.c., evitando accuratamente di rischiare di addentrarsi nella interpretazione del nuovo quinto comma dell’articolo.

c). I contratti a progetto hanno di fatto semplicemente sostituito le vecchie cococo, pur nelle maggiori e comprensibili difficoltà di individuare un Progetto o un Programma credibile e sostenibile in giudizio.

La "riforma Biagi" è partita dall'assunto che, per curare quei mali, fosse necessario massimizzare la flessibilità dell'offerta di lavoro, e lo ha fatto a partire dall'anello più debole della catena: non già la regolazione del rapporto di lavoro, bensì la diversificazione dei modelli o tipi contrattuali attraverso i quali è possibile procacciarsi lavoro (la cosiddetta "flessibilità tipologica" o "in entrata").
La legge ha indebolito i lavoratori,compresso il costo del lavoro e i salari (già tra i più bassi dell'Ue), snaturato e ridimensionato il ruolo e il potere contrattuale e rappresentativo dei sindacati che in Italia hanno un peso notevole rispetto agli altri paesi industrializzati.


ti faccio i miei complimenti per la chiarezza e la semplicità con la quale hai descritto la situazione

in effetti è al momento una legge inutile ed inapplicata
e comunque non risolve i problemi italiani in questo campo
ed è inutile introdurre riforme prese altrove che in Italia non possono essere validamente applicate per una differente struttura della società




quindi ?
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Ecco l'immagine dell'Italia all'estero:
parte prima
parte seconda

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-02-2006 23:38  
ti ho scritto cose appena interessanti altrove


se riesci a cogliere e se vuoi discutere
anche se deve andare a dormire che domani sono in viaggio
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londoner

Reg.: 22 Gen 2005
Messaggi: 690
Da: london (es)
Inviato: 27-02-2006 01:00  
Io sono favorevole all'abbattimento della burocrazia. E' uno dei principali mali italiani. Ma in Italia con la scusa di alleggerire la macchina burocratica (che negli ultimi 5 anni è stata piuttosto appesantita ulteriormente) si tende a spogliare sempre più i lavoratori dei loro (già inesistenti) diritti e a lasciare carta bianca agli imprenditori. E questi anzichè creare nuovi posti si accontentano di trarre il massimo profitto al minimo costo. Paghe da fame, terrore di venire licenziati, disoccupazione altissima ... questa è la situazione italiana. Altro che minimo storico. Se al nord Italia fosse davvero difficile trovare lavoratori gli stipendi lieviterebbero. In Italia invece l'unica cosa che aumentano sono i prezzi al consumo, gli stipendi sono sempre gli stessi ... e i licenziamenti sono all'ordine del giorno. Non scherziamo con queste cose.

_________________
«Si ricordino i vescovi che oltre a mantenere l’esercito di parassiti del meridione, i padani mantengono anche loro»

Roberto Calderoli - Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione e rappresentante del popolo italiano

[ Questo messaggio è stato modificato da: londoner il 27-02-2006 alle 01:00 ]

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-02-2006 10:53  
La legge Biagi non ha affatto alleggerito la burocrazia: alle aziende che chiedevano flessibilità, ovvero in sostanza uno snellimento normativo, è stata consegnata una legge di 86 articoli 86 estremamente complicati e farraginosi...
_________________
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MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 27-02-2006 12:17  
Sono perfettamente d'accordo con Tenembaum, è inutile prendere leggi dagli altri stati e tentarle di applicare alla situazione italiana.
quanto afferma henecker inoltre è corretto, in quanto la legge, fortunatamente, ancora non è entrata molto in applicazione.
vorrei si impostasse la questione comunque, anche se il topic è su altri argomenti, sul ruolo della flessibilità all'interno del mondo del lavoro.Io la mia l'ho già detta in risposta a futurist il quale non ha ancora risposto.sarei lieto di sentire altre idee.
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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 27-02-2006 20:06  
quote:
In data 2006-02-26 13:13, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2006-02-26 12:48, Julian scrive:
Questi discorsi un pò mi spaventano. E non perchè siano intrinsecamente razzisti (da questo punto di vista semmai mi fanno pena, è diverso). Perchè denotano un'ignoranza abissale. L'immigrazione è un fenomeno inarrestabile frutto dello sviluppo di certi paesi e non sono certo le sparate idiote dei nostri politici a fermarlo. Ma soprattutto noi abbiamo bisogno dell'immigrazione.



tralascio la questione del potere economico che viene dopo ...

1) diffido di chiunque si dichiari non razzista
2) ben venga l'immigrazione ma non capisco che senso abbia ospitare delle persone che non possono essere trattate adeguatamente nel senso che se non siamo in grado di offrire un lavoro, un'abitazione civile, dei servizi adeguati
mi chiedo che senso abbia prendere altre persone che alla fine sono costrette a vivere in condizioni di totale emerginazione (questo è razzismo)



Cosa significa "Diffido di chiunque si dichiari non razzista?"
In ogni caso noi non accogliamo gli immigrati senza la possibilità di offrire loro un futuro migliore. Gli immigrati vengono da noi perchè nei paesi d'origine l'economia si sta sviluppando e, esattamente come accadeva qui qualche decennio o secolo fa, le masse si spostano dalle città verso le campagne e, in misura minore, verso altri stati più sviluppati. Noi abbiamo bisogno di persone che lavorino( gli immigrati sono quasi tutti giovani e maschi...perciò ci servono) che siano in grado di sostituirsi a noi, che siamo progressivamente sempre più vecchi e sempre di meno. E' un fenomeno inarrestabile di cui noi abbiamo bisogno. E' ovvio che produca anche danni notevoli, specie a chi come noi non avverte immediatamente i benefici dell'immigrazione e subisce solo le sue conseguenze negative..ma il dato di fatto certo è che l'impresa italiana ed europea in genere non può prescindere da queste nuove forze lavoro. I problemi che l'immigrazione crea sono poi strumentalizzati da ambo le parti politiche come mezzi per procurarsi voti.. la cosa mi fa abbastanza schifo.
A questo punto ti puoi chiedere come controllare il fenomeno, non certo come arrestarlo. Le sparate della Lega sono fuori dal mondo e la maggioranza dei Leghisti (intendo chi è al governo) ne è perfettamente consapevole.
Riassumo in una frase che può apparire antiquata e che sicuramente è un pò semplicistica ma che rende l'idea: il potere economico (le grandi imprese, mica mio zio che fa il piastrellista) ha bisogno dell' immigrazione. L'immigrazione è un fenomeno sociale inarrestabile e fondamentale per le nostre imprese. Spesso i cittadini comuni subiscono le conseguenze negative dell' immigrazione (furti , spaccio etcc.) e ciò comporta una visione distorta del fenomeno stesso. La politica calca la mano su questo fatto per raccimolare voti. Questa è una presa per il culo colossale.
PS: Gli immigrati da noi fra le altre cose sono molto meno che in Francia, Germania ed Inghilterra.

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Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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VictimDown

Reg.: 15 Gen 2005
Messaggi: 3183
Da: Sant'Antonino (TO)
Inviato: 27-02-2006 20:31  
quote:
In data 2006-02-27 20:06, Julian scrive:
quote:
In data 2006-02-26 13:13, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2006-02-26 12:48, Julian scrive:
Questi discorsi un pò mi spaventano. E non perchè siano intrinsecamente razzisti (da questo punto di vista semmai mi fanno pena, è diverso). Perchè denotano un'ignoranza abissale. L'immigrazione è un fenomeno inarrestabile frutto dello sviluppo di certi paesi e non sono certo le sparate idiote dei nostri politici a fermarlo. Ma soprattutto noi abbiamo bisogno dell'immigrazione.



tralascio la questione del potere economico che viene dopo ...

1) diffido di chiunque si dichiari non razzista
2) ben venga l'immigrazione ma non capisco che senso abbia ospitare delle persone che non possono essere trattate adeguatamente nel senso che se non siamo in grado di offrire un lavoro, un'abitazione civile, dei servizi adeguati
mi chiedo che senso abbia prendere altre persone che alla fine sono costrette a vivere in condizioni di totale emerginazione (questo è razzismo)



Cosa significa "Diffido di chiunque si dichiari non razzista?"
In ogni caso noi non accogliamo gli immigrati senza la possibilità di offrire loro un futuro migliore. Gli immigrati vengono da noi perchè nei paesi d'origine l'economia si sta sviluppando e, esattamente come accadeva qui qualche decennio o secolo fa, le masse si spostano dalle città verso le campagne e, in misura minore, verso altri stati più sviluppati. Noi abbiamo bisogno di persone che lavorino( gli immigrati sono quasi tutti giovani e maschi...perciò ci servono) che siano in grado di sostituirsi a noi, che siamo progressivamente sempre più vecchi e sempre di meno. E' un fenomeno inarrestabile di cui noi abbiamo bisogno. E' ovvio che produca anche danni notevoli, specie a chi come noi non avverte immediatamente i benefici dell'immigrazione e subisce solo le sue conseguenze negative..ma il dato di fatto certo è che l'impresa italiana ed europea in genere non può prescindere da queste nuove forze lavoro. I problemi che l'immigrazione crea sono poi strumentalizzati da ambo le parti politiche come mezzi per procurarsi voti.. la cosa mi fa abbastanza schifo.
A questo punto ti puoi chiedere come controllare il fenomeno, non certo come arrestarlo. Le sparate della Lega sono fuori dal mondo e la maggioranza dei Leghisti (intendo chi è al governo) ne è perfettamente consapevole.
Riassumo in una frase che può apparire antiquata e che sicuramente è un pò semplicistica ma che rende l'idea: il potere economico (le grandi imprese, mica mio zio che fa il piastrellista) ha bisogno dell' immigrazione. L'immigrazione è un fenomeno sociale inarrestabile e fondamentale per le nostre imprese. Spesso i cittadini comuni subiscono le conseguenze negative dell' immigrazione (furti , spaccio etcc.) e ciò comporta una visione distorta del fenomeno stesso. La politica calca la mano su questo fatto per raccimolare voti. Questa è una presa per il culo colossale.
PS: Gli immigrati da noi fra le altre cose sono molto meno che in Francia, Germania ed Inghilterra.



Quoto tutto. L'emigrazione da un paese all'altro è un fenomeno che esiste praticamente da sempre e che chi pensa di poterlo fermare è soltanto un illuso.
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Tenenbaum

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Inviato: 27-02-2006 22:20  
quote:
In data 2006-02-27 20:06, Julian scrive:
Cosa significa "Diffido di chiunque si dichiari non razzista?"


letterale
non c'è bisogno di agghiungere altro
non avere alcuna forma di razzismo


è solo una mia opinione che puoi benissimo non condividere
[/quote]



quote:
In data 2006-02-27 20:06, Julian scrive:

In ogni caso noi non accogliamo gli immigrati senza la possibilità di offrire loro un futuro migliore. Gli immigrati vengono da noi perchè nei paesi d'origine l'economia si sta sviluppando e, esattamente come accadeva qui qualche decennio o secolo fa, le masse si spostano dalle città verso le campagne e, in misura minore, verso altri stati più sviluppati. Noi abbiamo bisogno di persone che lavorino( gli immigrati sono quasi tutti giovani e maschi...perciò ci servono) che siano in grado di sostituirsi a noi, che siamo progressivamente sempre più vecchi e sempre di meno. E' un fenomeno inarrestabile di cui noi abbiamo bisogno.



mi può anche stare bene ciò che dici

ma non mi pare che le cose siano come tu le descrivi


visto che molti di loro non sostituiscono proprio nessuno e finiscono a fare gli ambulanti o nelle mani della malavita

a queste persone non siamo in grado di garantire un lavoro dignitoso e tutto ciò che avevo detto

non bisogna vergognarsi di dire che l'Italia non è in grado di dare un'accoglienza a queste persone in numero illimitato

non abbiamo le condizioni materiali per poterli ospitare tutti in modo civile
punto e basta



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