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FilmUP Forum Index > Zoom Out > Attualità > Un quasi-italiano è ancora rapito.   
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Autore Un quasi-italiano è ancora rapito.
DonVito
ex "quentin83"

Reg.: 14 Gen 2004
Messaggi: 11488
Da: torino (TO)
Inviato: 05-10-2004 12:29  
Se hanno pagato per le simone potevano pagare anche per lui....e cazzo le simone si che erano in stretto legame con il nostro governo...erano anzi sono italiane....eppure a quanto detto dalle ragazze le hanno trattate benissimo.....e in più non le hanno uccise....troppe cose non tornano nè dalle simone nè dall'italo-iraqeno
_________________
Regista: "Digli che mi chieda qualsiasi altra cosa, ma questo é un favore che non posso fare"
Tom Hagen: "Lui non chiede un secondo favore se gli si rifiuta il primo, capisci?"

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-10-2004 12:44  
non è mica detto che i rapitori siano gli stessi... e poi dire che le Simone erano colluse (nel senso di informatrici o spie) col governo è un po' troppo grossa.
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 05-10-2004 17:13  
quote:
In data 2004-10-04 22:46, caiomario scrive:
quote:
In data 2004-10-04 21:42, Quilty scrive:
Non capisco veramente questo morboso accanimento nei confronti dei pacifisti.
non credi che se i media avessero inscenato tutta la commedia che è stata creata per Simona Pari e Simona Torretta , la gente si sarebbe mobilitata ugualmente?
Quanta gente credi che sia informata su questo fatto?
Non pensi che l'informazione abbia avuto un ruolo pesante nella questione,poichè se avesse presentato la notizia con la stessa enfasi dedicata alle due italiane liberate, la gente si sarebbe mobilitata, avrebbe manifestato , scritto appelli anche verso il governo affinchè si impegnasse nelle trattative?
Quale ruolo credi che abbia svolto l'informazione in tutto questo?


ma quilty solitamente non sei tu che hai le fonti che valicano il potere dei famigerati media? mi sorprende questa tua posizione...


Non c'è nulla di sorprendente.
Se la maggior parte della gente ignora un avvenimento,perchè questo non viene riportato ,come si può pretendere che la questione susciti manifestazioni solidali con i rapiti?
Se la maggior parte della gente non conosce la questione, non può prendere alcuna posizione.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 06-10-2004 11:05  
Quilty secondo me tu ometti il fatto che esistono anche giornali di sinistra e che i movimenti pacifisti hanno persone che lavorano anche per scovare informazioni.
Come mai i movimenti pacifisti non si sono accorti di nulla? Perchè non hanno allertato politici e giornali a loro contigui? O qualche sindaco non ha fatto una fiaccolata?

Perchè per praticamente tutti gli italiani (anche i più impegnati) era un ostaggio di serie B. E' la triste realtà.

L'unica associazione che si è data un po' da fare che io sappia è stata l'associazione degli imprenditori della provincia di Treviso. Non proprio una ONG o ONLUS. Questo perchè l'Iraqeno era loro amico e partner d'affari.
_________________
ADRIANOOOOOOOO!!!!!!!

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 06-10-2004 alle 11:11 ]

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Engels

Reg.: 05 Ott 2004
Messaggi: 65
Da: San Remo (IM)
Inviato: 06-10-2004 21:26  
il cosiddetto movimento pacifista, è ovviamente un movimento politico riconducibile al centro-sinistra massimalista dei vari sedicenti partiti marxisti.
un movimento, certo, con ingenuità, negligenze e insipienze ma sempre un movimento politico.
probabilmente nel caso delle 2 Simone hanno sentito lesa una loro parte e l'organizzazione ha risposto in maniera alacre e pronta.
x il povero italo-irakeno ha pesato, come detto da quilty, il totale estraniamento dei media e delle vare istituzioni, ma anche l'indiscutibile opportuismo di un movimento politico votato alla "pace".
_________________
ho speso una vita cercando di farmi un nome, ora sono "Aman", il senza nome. (T.T.)

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-10-2004 21:35  
quote:
In data 2004-10-06 11:05, ipergiorg scrive:
Quilty secondo me tu ometti il fatto che esistono anche giornali di sinistra e che i movimenti pacifisti hanno persone che lavorano anche per scovare informazioni.
Come mai i movimenti pacifisti non si sono accorti di nulla? Perchè non hanno allertato politici e giornali a loro contigui? O qualche sindaco non ha fatto una fiaccolata?

Perchè per praticamente tutti gli italiani (anche i più impegnati) era un ostaggio di serie B. E' la triste realtà.

L'unica associazione che si è data un po' da fare che io sappia è stata l'associazione degli imprenditori della provincia di Treviso. Non proprio una ONG o ONLUS. Questo perchè l'Iraqeno era loro amico e partner d'affari.
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ADRIANOOOOOOOO!!!!!!!

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 06-10-2004 alle 11:11 ]



Credo che molto più semplicemente,le manifestazioni di solidarietà nei confronti di chiunque trovino una maggior spinta e partecipazione se sono sostenute dai media.
Non dico che non si verifichino ugualmente, ma che godendo di un megafono come i giornali e le tv, si possa ottenere un maggior consenso;è poi la politica classica dell'"informazione".
La base della discussione non è tanto il fatto che il rapimento dell'italo-iracheno non abbia goduto di sufficiente attenzione. Questa infatti è la prassi destinata a qualsiasi individuo rapito o ucciso,che non sia propriamente italiano. Si sono verificati tantissimi casi di rapimento(per limitarci ai rapiti) e tutti sono passati sotto una coltre di silenzio semplicemente perchè non erano di razza italiana al 100%.
La questione infatti riguarda l'attenzione EXTRA-ordinaria posta alla vicenda delle due Simona. Nessuna come loro ha potuto godere ditanta attenzione:non è passato giorno che non si parlasse di loro,incessantemente;come consguenza è più che logico che la gente si sia mobilitata molto di più che per ogni altra persona rapita. Non è avvenuto per ipocrisia dei manifestanti o altro, ma perchè la vetrina concessa al fatto ha portato inevitabilmente la gente a partecipare molto più emotivamente rispetto ad eventi che nessuno conosce.
E questa attenzione ,questo trattamento preferenziale da parte dei media riguarda unicamente un problema di propaganda: non c'è niente di meglio che trattare una vicenda di un sopruso in una guerra che ci coinvolge per dimostrare la crudeltà del nemico nei confronti dei nostri connazionali e per creare quella base di consenso perchè la gente appoggi le campagne anti islamiche che sostengono la guerra.
Nel mondo ogni giorno si verificano rapimenti e morti orrende,ma se l'attenzione si concentra solo su determinati casi ,se si scelgono le vittime e si creano i nemici contro cui dobbiamo combattere tra centinaia di casi che potrebbero dimostrare l'opposto, non c'è molto altro da aggiungere.
Il caso recente del massacro di Beslan è emblematico: mi sono arrivati addirittura degli sms che mi invitavano ad accendere una candela per solidarizzare con i parenti delle vittime. I media hanno presentato l'evento arrivando a dedicare oltre 10 pagine al giorno a tutto questo, ma non hanno mai menzionato una sola volta o riportato gli efferati omidici dell'esercito russo sui ceceni, che ha portato all'uccisione di quarantamila bambini. La gente viene chiamata a solidarizzare solo su determinate questioni perchè Putin è un nostro amico e per preparare il terreno a qualsiasi forma di pensiero che possa giustificare la repressione russa (o lotta al terrorismo,come la chiama il suo presidente)escludendo dalla gamma dei fatti metà della vicenda.
Per il rapimento delle due Simona è avvenuto lo stesso: furono rapite assieme ad altri due personaggi, ma nessun organo di informazione ha mai menzionato adeguatamente la cosa,perchè non era di nessun interesse far conoscere alle persone l'identità degli altri due sequestrati,una notizia che non serve a nulla,non è utile politicamente.
Quando L'Italia concesse l'uso delle basi per l'aggressione Usa in Kossovo,gli organi di stampa non misero in alcun modo in discussione la legittimità o meno dell'attacco ,nemmeno quelli di sinistra,poichè al governo si trovava d'Alema e bisognava sostenere quella politica. Questo non ha impedito a numerosi pacifisti di protestare e manifestare alle basi di Aviano da dove partivano i caccia,ma l'iniziativa non ha avuto un'adesione straordinaria poichè la gente non è stata mobilitata e sensibilizzata alla questione , anzi non gli si è dato motivo o ragioni par farlo, nonostante chi protestava avesse tutte le ragioni di questo mondo per farlo,e questo semplicemente perchè non gli si sono dati gli argomenti per sostenere delle legittime tesi.
Non bisogna prendersela con le persone se manifestano per qualcuno e tacciono per un altro quando il motivo di tutto questo è semplicemente che per certi eventi si viene chiamati a solidarizzare e per altri no , attraverso campagne di propaganda orchestrate da chi effettivamente può chiamare la gente a sostenere le loro ragioni,a sottoporle alle questioni che possono risultare utili.
Se una persona dovesse manifestare per ogni rapito ( e perchè poi non per i morti?), dovrebbe scendere in piazza ogni giorno dall'inizio della guerra in Iraq (limitiamoci a questa vicenda-perchè non per le altre guerre,poi?). Il fatto che lo faccia solo per qualcuno è principalmente perchè c'è chi ha deciso al posto suo verso chi deve essere puntata l'attenzione,le vittime verso cui solidarizzare e quelle invece da dimenticare.

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 08-10-2004 01:15  
Quello che non riesco a capire è perchè avrebbero dovuto accorgersene i movimenti pacifisti e gli organi d'informazione di sinistra?!
Quelli di destra dovrebbero essere a sfavore dei rapiti???
Ma che razza di discorso state facendo?
Per le Simona si sono mosse testate giornalistiche, televisive e organizzazioni di ogni tipo; se non è successo lo stesso per l'imprenditore italo-iracheno è colpa dei pacifisti?
Mah...
_________________

Profundis - L'anima nera della rete

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 08-10-2004 10:27  
Stilgar il fatto è che mi riesce difficile credere che le associazioni pacifiste non sapessero nulla della cosa. E allora rientra veramente nei loro scopi sensibilizzare le persone di fronte ai problemi? O vedono che aria tira e poi decidono o meno se vale la pena di cavalcare l'ondata emotiva in modo da ricavarne poi un ritorno di attenzione per se?

I Media saranno certo i + responsabili ma almeno si sa che il loro scopo è ormai quello di vendere. Pensavo invece che lo scopo di quelle associazioni benefiche fosse quello di aiutare e sensibilizzare. In questo specifico caso hanno quindi a parer mio (e di molti altri) fallito o peggio rivelato quali sono le loro vere priorità (ovvero apparire e fare politica)
In altri casi hanno dimostrato una visione selettiva dei problemi. Se l'america intraprende una qualsiasi azione è sempre sotto tiro dei pacifisti se invece altri governi o regimi fanno cose poco chiare o anche mostruose questi non se ne occupano. Mi piacerebbe sapere per esempio in quali città ha stabilito la propria base "un ponte per..." credo che di disgraziati al mondo ce ne siano moltissimi ma che la scelta cada sempre verso le mete + in vista.
_________________
ADRIANOOOOOOOO!!!!!!!

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 08-10-2004 alle 10:36 ]

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xander77

Reg.: 12 Ott 2002
Messaggi: 2521
Da: re (RE)
Inviato: 08-10-2004 12:32  
Puoi fare un giro sul loro sito per vedere dove operano.
Baghdad, Belgrado, ma anche il Kurdistan turco ad esempio.
Credo fra l'altro che più che di pubblicità
(quanti conoscevano questa associazione prima del rapimento) abbiano bisogno di mezzi e risorse. In quel caso credo che sarebbero ben felici di allargare le loro aree di intervento.
Dire che un'associazione che nel suo piccolo cerca di migliorare la vita di qualche persona è mossa da regioni subdole perchè non aiuta tutti, mi pare una giustificazione per quelli che per gli altri non fanno nulla.
_________________
"Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione"

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 08-10-2004 12:57  
non è propriamente ciò che ho detto io. A me sembra che si mescolino alla loro azioni anche altre priorità che qualche volta prendono il sopravvento. Da questo deriva la perplessità di molte persone.
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 08-10-2004 14:23  
quote:
In data 2004-10-08 10:27, ipergiorg scrive:
Stilgar il fatto è che mi riesce difficile credere che le associazioni pacifiste non sapessero nulla della cosa. E allora rientra veramente nei loro scopi sensibilizzare le persone di fronte ai problemi? O vedono che aria tira e poi decidono o meno se vale la pena di cavalcare l'ondata emotiva in modo da ricavarne poi un ritorno di attenzione per se?

I Media saranno certo i + responsabili ma almeno si sa che il loro scopo è ormai quello di vendere. Pensavo invece che lo scopo di quelle associazioni benefiche fosse quello di aiutare e sensibilizzare. In questo specifico caso hanno quindi a parer mio (e di molti altri) fallito o peggio rivelato quali sono le loro vere priorità (ovvero apparire e fare politica)
In altri casi hanno dimostrato una visione selettiva dei problemi. Se l'america intraprende una qualsiasi azione è sempre sotto tiro dei pacifisti se invece altri governi o regimi fanno cose poco chiare o anche mostruose questi non se ne occupano. Mi piacerebbe sapere per esempio in quali città ha stabilito la propria base "un ponte per..." credo che di disgraziati al mondo ce ne siano moltissimi ma che la scelta cada sempre verso le mete + in vista.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 08-10-2004 alle 10:36 ]



Forse non sono stato abbastanza chiaro, ma il punto non è che bisogna sorprendersi perchè i media hanno dimenticato l'italo-iracheno rapito e poi ucciso. Ci sono tantissimi casi come questo che non vengono documentati. Il punto è che il rapimento delle Simona ha goduto di una presentazione assolutamente abnorme rispetto a qualsiasi altro SIMILE fatto di cronaca, e per questo si sono verificate molto più facilmente manifestazioni di solidarietà nei loro confronti.
Certo che i media devono vendere,l'abbiamo detto mille volte: i media vendono un prodotto (i lettori) ad un mercato (la pubblicità).
Se io sponsorizzo un evento sportivo dedicandogli articoli a tutta pagina ogni giorno, avrò lo stadio pieno . Se non ne parlo, verranno solo i fedelissimi a seguire l'avvenimento.
E' del tutto normale che certi rapimenti suscitino molta meno partecipazione,poichè noi non siamo stati chiamati a sensibilizzarci su determinate questioni,ma SOLAMENTE su alcune ,e sono naturalmente questioni favorevoli al potere vigente e tali da poter sfruttare ogni argomentazione per convincerci che il nemico che combattiamo è brutale e che merita la nostra ostilità e la più totale fermezza di intenti. E' solo questo il motivo per cui le Simone sono state schiaffate in prima pagina e gli altri rapiti assieme a loro no.


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 08-10-2004 alle 14:25 ]

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 08-10-2004 14:46  
Piccola annotazione
Lo stadio Juventino smentisce le tue affermazioni su "basta pubblicizzare" per avere lo stafio pieno.

Per esempio i radicali usano gli scioperi della fame per attirare l'attenzione su questioni di loro interesse. Quindi è possibile anche innescare i media e non aspettare la loro spinta propulsiva
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2004 14:08  
I radicali fanno scioperi della fame su questioni risibili che non danneggiano nessun ordine precostituito. A chi vuoi che importi se Pannella sciopera per Sofri? A nessuno, e i risultati che ottiene sono nulli.
La stampa da risalto a queste singolari vicende perchè sono appunto vicende che non hanno alcun peso.

I morti in guerra hanno invece peso,e si enfatizzano solamente le vicende che vedono come vittime i nostri connazionali,mai stranieri, perchè servono per poter "dimostrare" la crudeltà del nemico.
non c'è da stupirsi se la gente segue di più gli eventi più sponsorizzati,in fondo sono anch'essi eventi tragici,ma il fatto che certi fatti godano della partecipazione di un maggior numero di persone dipende molto dall'importanza che viene data a questi dai media ,dalla reiterazione degli stessi contenuti a scapito di altri.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-10-2004 14:54  
L'ostaggio ucciso? Ma chi se ne importa

Dimentichiamo quel che è successo il giorno prima, per poter cancellare subito quel che accadrà il giorno dopo

Oggi facciamo lezione di memoria. Tanto per rammentarci che siamo stati eccellenti anche noi italiani nel sequestro degli ostaggi e nel loro assassinio. Ve le ricordate le Brigate rosse? Il 20 maggio 1981 una squadra di cinque brigatisti irruppe nella casa dell'ingegner Giuseppe Taliercio, 53 anni, direttore del Petrolchimico di Marghera. Erano le 13.30 e la famiglia Taliercio stava pranzando. I terroristi imbavagliarono e legarono la moglie e i figli, misero fuori uso il telefono e si portarono via l'ingegnere. Un volantino spiegò che l'ostaggio era un "servo delle multinazionali imperialiste" e che sarebbe stato processato in un carcere del popolo.
Fu un sequestro lunghissimo, 47 giorni. Le Br non cercarono mai la trattativa. Si limitarono a diffondere una foto del prigioniero, il trofeo di una caccia all'uomo. Ma Taliercio si rivelò un osso duro. L'aveva già detto alla moglie e ai cinque figli: "Se mi prendono, io non scrivo lettere, io non piango, perché non ho nulla da rimproverarmi". Si seppe dopo che nelle settimane passate dentro la cella brigatista si era sempre rifiutato di collaborare con i carcerieri, li aveva contrastati di continuo, aveva resistito a ogni pressione.

Il 26 giugno un nuovo volantino delle Br annunciò che l'ostaggio era stato condannato a morte. E nella notte fra il 5 e il 6 luglio Taliercio fu assassinato. Prima gli diedero i vestiti che indossava al momento del sequestro, dicendogli che l'avrebbero trasferito in un altro covo. Poi lo fecero entrare in una cassa messa in verticale e cominciarono a fare fuoco. Il boia fu Antonio Savasta, capo della colonna veneta. Gli sparò a bruciapelo tutti i quattordici colpi di una Beretta bifilare con il silenziatore. Quindi, visto che l'ingegnere si muoveva ancora, impugnò una seconda rivoltella e gli scaricò addosso altri proiettili.
Il cadavere venne messo nel bagagliaio di un'auto, lasciata nei pressi del Petrolchimico. Savasta o qualcuno dei suoi sgherri telefonò alla polizia: "Troverete il porco Taliercio in una 128 chiara". Il corpo era in condizioni pietose e non soltanto per la tempesta di colpi. L'ingegnere aveva la barba lunga, i capelli imbiancati, il volto scarnito, era magrissimo e con segni di maltrattamenti. Doveva aver passato giorni e giorni infernali, ma era morto guardando in faccia il suo assassino. Si dirà poi, ma non so quanto sia vero, che in seguito il boia Savasta abbia cominciato ad avere degli incubi. Sognava ogni notte gli occhi di Taliercio che gli andavano incontro. E si svegliava, urlando di terrore.

Quanti italiani, oggi, si ricordano di Taliercio? Tanti, pochi, pochissimi? Non lo so. L'oblio è la nostra medicina quotidiana contro la paura. Presto dimenticheremo anche gli ostaggi italiani assassinati dai terroristi islamici in Iraq. Provate a chiedere in giro chi erano Fabrizio Quattrocchi ed Enzo Baldoni. Otto su dieci faranno scena muta. Peggio che andar di notte per l'italiano-iracheno Ayad Anwar Wali, ucciso soltanto quattro giorni fa. Questo qui, poi, chi lo conosceva? Un venditore di mobili, che alle spalle non aveva partiti, parrocchie, giornali, cortei, fiaccolate, servizi in tivù. Ma sì, un tizio qualunque. Uno dei tanti poveri cristi accoppati in quel mattatoio lontano. Chi se ne frega di Ayad!
Si sono perse in un oblio festoso anche le due Simone uscite dal buio del sequestro. Non hanno ringraziato il governo? Forse sì, forse no. Non hanno baciato in fronte il capo della Croce Rossa? Pazienza, il commissario Scelli non ne farà una malattia. Ma almeno un obbligo ce l'avevano: riservare un pensiero, una parola, un rimpianto a Quattrocchi e a Baldoni, per deporre il fiore di un ricordo sulle loro vite spezzate. Non l'hanno fatto quando era il momento di farlo. Le ha tradite la felicità del ritorno alla vita o la loro giovinezza, un'età fortunata che ti spinge a guardare in avanti e non all'indietro? Al lettore l'ardua sentenza.

In aprile, con l'assassinio di Quattrocchi, avevo dedicato un Bestiario a un tema che fingiamo di ignorare: l'eroe esiste soltanto se la pensa come noi. Ma oggi l'aria che tira mi sembra persino più orrenda. La guerra ci induce a comportamenti nefandi. Dimentichiamo quel che è successo il giorno prima, per poter cancellare subito quel che accadrà il giorno dopo. Soffrire per gli altri ci piace sempre di meno. Spacchiamo il capello in quattro per dimostrare a noi stessi che siamo al sicuro, nelle nostre case tranquille dentro le nostre tranquille città. E anche gli ostaggi che ci assomigliano li destiniamo al guardaroba dei cani, la cantina dove buttiamo la roba vecchia, che non c'interessa più.
Per tragico paradosso, a resistere ancora è la memoria delle fazioni politiche più estreme, quelle che scherzano col fuoco della guerra civile mentale. Per loro, Quattrocchi rimarrà sempre un mercenario morto in Iraq per denaro e Baldoni un pasticcione che s'è cacciato da solo nella bocca del lupo. Chi semina odio non dimentica mai. E c'è di sicuro qualcuno che, ancora oggi, giudica Taliercio un porco che procurava il cancro ai suoi operai.
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Engels

Reg.: 05 Ott 2004
Messaggi: 65
Da: San Remo (IM)
Inviato: 10-10-2004 22:37  
quote:
In data 2004-10-09 14:54, ipergiorg scrive:
L'ostaggio ucciso? Ma chi se ne importa

Dimentichiamo quel che è successo il giorno prima, per poter cancellare subito quel che accadrà il giorno dopo

Oggi facciamo lezione di memoria. Tanto per rammentarci che siamo stati eccellenti anche noi italiani nel sequestro degli ostaggi e nel loro assassinio. Ve le ricordate le Brigate rosse? Il 20 maggio 1981 una squadra di cinque brigatisti irruppe nella casa dell'ingegner Giuseppe Taliercio, 53 anni, direttore del Petrolchimico di Marghera. Erano le 13.30 e la famiglia Taliercio stava pranzando. I terroristi imbavagliarono e legarono la moglie e i figli, misero fuori uso il telefono e si portarono via l'ingegnere. Un volantino spiegò che l'ostaggio era un "servo delle multinazionali imperialiste" e che sarebbe stato processato in un carcere del popolo.
Fu un sequestro lunghissimo, 47 giorni. Le Br non cercarono mai la trattativa. Si limitarono a diffondere una foto del prigioniero, il trofeo di una caccia all'uomo. Ma Taliercio si rivelò un osso duro. L'aveva già detto alla moglie e ai cinque figli: "Se mi prendono, io non scrivo lettere, io non piango, perché non ho nulla da rimproverarmi". Si seppe dopo che nelle settimane passate dentro la cella brigatista si era sempre rifiutato di collaborare con i carcerieri, li aveva contrastati di continuo, aveva resistito a ogni pressione.

Il 26 giugno un nuovo volantino delle Br annunciò che l'ostaggio era stato condannato a morte. E nella notte fra il 5 e il 6 luglio Taliercio fu assassinato. Prima gli diedero i vestiti che indossava al momento del sequestro, dicendogli che l'avrebbero trasferito in un altro covo. Poi lo fecero entrare in una cassa messa in verticale e cominciarono a fare fuoco. Il boia fu Antonio Savasta, capo della colonna veneta. Gli sparò a bruciapelo tutti i quattordici colpi di una Beretta bifilare con il silenziatore. Quindi, visto che l'ingegnere si muoveva ancora, impugnò una seconda rivoltella e gli scaricò addosso altri proiettili.
Il cadavere venne messo nel bagagliaio di un'auto, lasciata nei pressi del Petrolchimico. Savasta o qualcuno dei suoi sgherri telefonò alla polizia: "Troverete il porco Taliercio in una 128 chiara". Il corpo era in condizioni pietose e non soltanto per la tempesta di colpi. L'ingegnere aveva la barba lunga, i capelli imbiancati, il volto scarnito, era magrissimo e con segni di maltrattamenti. Doveva aver passato giorni e giorni infernali, ma era morto guardando in faccia il suo assassino. Si dirà poi, ma non so quanto sia vero, che in seguito il boia Savasta abbia cominciato ad avere degli incubi. Sognava ogni notte gli occhi di Taliercio che gli andavano incontro. E si svegliava, urlando di terrore.

Quanti italiani, oggi, si ricordano di Taliercio? Tanti, pochi, pochissimi? Non lo so. L'oblio è la nostra medicina quotidiana contro la paura. Presto dimenticheremo anche gli ostaggi italiani assassinati dai terroristi islamici in Iraq. Provate a chiedere in giro chi erano Fabrizio Quattrocchi ed Enzo Baldoni. Otto su dieci faranno scena muta. Peggio che andar di notte per l'italiano-iracheno Ayad Anwar Wali, ucciso soltanto quattro giorni fa. Questo qui, poi, chi lo conosceva? Un venditore di mobili, che alle spalle non aveva partiti, parrocchie, giornali, cortei, fiaccolate, servizi in tivù. Ma sì, un tizio qualunque. Uno dei tanti poveri cristi accoppati in quel mattatoio lontano. Chi se ne frega di Ayad!
Si sono perse in un oblio festoso anche le due Simone uscite dal buio del sequestro. Non hanno ringraziato il governo? Forse sì, forse no. Non hanno baciato in fronte il capo della Croce Rossa? Pazienza, il commissario Scelli non ne farà una malattia. Ma almeno un obbligo ce l'avevano: riservare un pensiero, una parola, un rimpianto a Quattrocchi e a Baldoni, per deporre il fiore di un ricordo sulle loro vite spezzate. Non l'hanno fatto quando era il momento di farlo. Le ha tradite la felicità del ritorno alla vita o la loro giovinezza, un'età fortunata che ti spinge a guardare in avanti e non all'indietro? Al lettore l'ardua sentenza.

In aprile, con l'assassinio di Quattrocchi, avevo dedicato un Bestiario a un tema che fingiamo di ignorare: l'eroe esiste soltanto se la pensa come noi. Ma oggi l'aria che tira mi sembra persino più orrenda. La guerra ci induce a comportamenti nefandi. Dimentichiamo quel che è successo il giorno prima, per poter cancellare subito quel che accadrà il giorno dopo. Soffrire per gli altri ci piace sempre di meno. Spacchiamo il capello in quattro per dimostrare a noi stessi che siamo al sicuro, nelle nostre case tranquille dentro le nostre tranquille città. E anche gli ostaggi che ci assomigliano li destiniamo al guardaroba dei cani, la cantina dove buttiamo la roba vecchia, che non c'interessa più.
Per tragico paradosso, a resistere ancora è la memoria delle fazioni politiche più estreme, quelle che scherzano col fuoco della guerra civile mentale. Per loro, Quattrocchi rimarrà sempre un mercenario morto in Iraq per denaro e Baldoni un pasticcione che s'è cacciato da solo nella bocca del lupo. Chi semina odio non dimentica mai. E c'è di sicuro qualcuno che, ancora oggi, giudica Taliercio un porco che procurava il cancro ai suoi operai.



G.P.
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ho speso una vita cercando di farmi un nome, ora sono "Aman", il senza nome. (T.T.)

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