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Autore Etica ed estetica: da Tarantino a Von Trier e ritorno
OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-11-2003 13:08  
Un cinema profondamente etico quello di Quentin Tarantino.
Affermazione apparentemente contraddittoria e fuorviante se si esaminano con faciloneria le opere del regista italoamericano.
Se si rimane in superficie, rimangono negli occhi le scene di sangue, gli arti mozzati, le torture medievali, i colpi di pistola dispensati come fossero pop corn.
Le pistole vengono brandite ad ogni evenienza, anche la più insignificante e la facilità del loro uso è una costante nei film di Tarantino. La violenza quotidianamente servita tracima da ogni sequenza con sconcertante semplicità. Ma tutto questo è regolato da un rigoroso corpo di regole stilistiche alle quali il regista si attiene con scrupolosa accuratezza. Come lo scardinamento del fattore tempo, ad esempio. Il sistema a raggiera della narrazione, un corpo centrale dal quale si dipanano le storie corollario come in Pulp fiction, il sistema “a marcia indietro”, come nell’ultimo Kill Bill, salti temporali all’indietro seguiti da rapide accelerazioni della storia che si racconta: argomenti stilistici che stemperano il “disgusto” che tanto copioso sangue altrimenti ci provocherebbe.
L’uso della musica, spesso in contrasto di generi ed in contraddizione con le scene cui sono poste a commento. I dialoghi così sapientemente leggeri, così quotidiani e popolari, quelli che faremmo prendendo un caffè o facendo una gita in macchina con gli amici. L’assenza pressoché totale di scene di sesso e la morigeratezza con cui Tarantino riprende il corpo femminile.
Un suo dogma, un codice di comportamento che è quello di nobilitare il tutto nell’estremo gusto estetizzante del suo cinema che è capace di proporci scene altrimenti umanamente insopportabili.
Non a caso utilizzo la parola dogma. Mi da la possibilità di attraversare l’atlantico per approdare sulle fredde rive della Danimarca… Sul dogma di Lars Von Trier c’è poco da dire, perché molto ha detto Mallory. Ed anzi, colgo l’occasione per ringraziarla ancora una volta del topic da lei aperto sull’argomento.
Gli enunciati di Von Trier sono certamente più rigorosi ed attenti e soprattutto dettati da un sistema filosofico certamente non presente in Tarantino al quale va riconosciuto un maggior estro, una eguale visionarietà, ma decisamente un minor intellettualismo e gusto della ricerca più propri invece del terribile danese.
Tutti e due, comunque, a mio parere, fanno dei propri principi estetici gli strumenti per proporre al proprio pubblico un messaggio profondamente etico.
Questo li accomuna, oltre, naturalmente, la meravigliosa capacità di fare il cinema con la “C” maiuscola.


_________________
tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ?

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simboy

Reg.: 20 Set 2002
Messaggi: 1603
Da: grugliasco (TO)
Inviato: 06-11-2003 13:10  
Insomma ti piacciono...

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MalloryK

Reg.: 28 Lug 2003
Messaggi: 1246
Da: Prato (PO)
Inviato: 06-11-2003 14:57  

Ohh. Sono ammirata.
Non ti sto prendendo in giro, bravo.
_________________
Whatever it is, I'm against it!

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missGordon

Reg.: 03 Gen 2002
Messaggi: 2327
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-11-2003 21:04  
bellissimo topic...sono ammirata come sempre.
Mi permetto di aggiungere solo una piccolissima cosa...a guardar bene i fim di Tarantino, senza voler andare troppo nel moraleggiante ci si ritrova anche una riscoperta di valori propriamente morali sotto la superficie del videogioco-pulp e pop.
In fondo il valore principale in Pulp Fiction era a fedeltà al proprio credo...qualunque esso fosse...e in Kill Bill il gusto della vendetta è abilmente mischiato al concetto che la fiducia in se stessi può essere di molto aiuto per raggiungere i propri scopi.
_________________
"...Vivere è offrire se stessi, pensava; ed egli offrì se stesso..." E. Galeano

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DannyBoy

Reg.: 03 Nov 2003
Messaggi: 175
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-11-2003 23:46  
bene!
_________________
http:\\cic.135.it
Carrello in Curva...oltre i confini dell'idiozia...

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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-11-2003 00:05  
quote:
In data 2003-11-06 21:04, missGordon scrive:
bellissimo topic...sono ammirata come sempre.
Mi permetto di aggiungere solo una piccolissima cosa...a guardar bene i fim di Tarantino, senza voler andare troppo nel moraleggiante ci si ritrova anche una riscoperta di valori propriamente morali sotto la superficie del videogioco-pulp e pop.
In fondo il valore principale in Pulp Fiction era a fedeltà al proprio credo...qualunque esso fosse...e in Kill Bill il gusto della vendetta è abilmente mischiato al concetto che la fiducia in se stessi può essere di molto aiuto per raggiungere i propri scopi.



Grazie dei complimenti miss, l'ho scritto anche grazie al tuo invito...
cmq è vero entrambi i due registi sono dei ferrei moralisti, nel senso positivo del termine

in Tarantino il concetto di riscatto morale o esistenziale è sempre presente e un profondo bisogno di giustizia è quello che inseguono i suoi protagonisti, una giustizia naturale, ovviamente, non istituzionale.

in Von Trier predomina la condizione sociale ed umana dei suoi sfortunati eroi, il riscatto, se ci sarà, sarà in un altro momdo o in una altra dimensione... anche se in Dogville... (ma non dico altro per non spoilare...)

[ Questo messaggio è stato modificato da: OneDas il 07-11-2003 alle 00:12 ]

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 07-11-2003 09:23  
Ottimo Das, come sempre.
Volevo riallacciarmi al tuo discorso sui dialoghi di Tarantino che come già hai detto sono quotidiani, reali, il che è spesso in totale contrapposizione con le immagini, spesso portate all'esasperazione, trasformandole in scene surreali. Ed è qui uno dei punti di forza a mio avviso di questo regista. Le contrapposizioni, i contrasti, il mettere insieme gli opposti. Da una parte abbamo dialoghi esilaranti, divertenti (chi con gli amici non ha mai avuto una discussione su un cantante come quella che hanno le Iene ad inizio film? o chi dopo un viaggio non si è soffermato a prendere in giro e notare le differenze come fa Vincent con Jules?) inusuali nei film, dove solitamente i "cattivi" hanno si e no poche battute strettamente legate al loro lavoro. Tarantino invece li rende umnai, persone come noi, e mentre li guardiamo ci identifichiamo, dimenticando quasi che sono criminali. Dall'altra parte abbiamo invece scene di inaudita violenza, che metterebbero ribrezzo o darebbero fastidio in un altro contesto, ma qui Tarantino, attraverso la sua esagerazione, ce le rende quasi inverosimili, così che ci sentiamo "autorizzati" a riderne.
Ed ecco che attraverso due opposti Tarantino reinventa il genere, pur sfruttandone e prendendo a piene mani dal passato ma ribaltandone i cliché.
E questo è comunque uno solo dei punti di forza di questo regista, come ha continuato perfettamente Das nel suo post.
_________________
Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
I miei dvd

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america


Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 27
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 07-11-2003 11:53  
quote:
In data 2003-11-06 13:08, OneDas scrive:
Un cinema profondamente etico quello di Quentin Tarantino.
Affermazione apparentemente contraddittoria e fuorviante se si esaminano con faciloneria le opere del regista italoamericano.
Se si rimane in superficie, rimangono negli occhi le scene di sangue, gli arti mozzati, le torture medievali, i colpi di pistola dispensati come fossero pop corn.
Le pistole vengono brandite ad ogni evenienza, anche la più insignificante e la facilità del loro uso è una costante nei film di Tarantino. La violenza quotidianamente servita tracima da ogni sequenza con sconcertante semplicità. Ma tutto questo è regolato da un rigoroso corpo di regole stilistiche alle quali il regista si attiene con scrupolosa accuratezza.


probabilmente hai ragione.che dietro a questa violenza inaudita vi siano costrizioni,regole,un etica insomma, questo e' palese.probabilmente tarantino vuole anche rendere sacre le sue passioni.non nego che subito pensavo fosse,come gia' avevo scritto,una manovra consistente nel offrire le situazioni avvolte di sacralita' con l'intento di dire allo spettatore:"guarda ti offro il nulla e te lo faccio passare per divino".e l'idea mi piaceva.
non so,da un lato mi sembra sia banale intendere quest' etica come tale,senza insomma un'eventuale conclusione che possa sconfinare nel "trash".


Come lo scardinamento del fattore tempo, ad esempio. Il sistema a raggiera della narrazione, un corpo centrale dal quale si dipanano le storie corollario come in Pulp fiction, il sistema “a marcia indietro”, come nell’ultimo Kill Bill, salti temporali all’indietro seguiti da rapide accelerzioni della storia che si racconta: argomenti stilistici che stemperano il “disgusto” che tanto copioso sangue altrimenti ci provocherebbe.
L’uso della musica, spesso in contrasto di generi ed in contraddizione con le scene cui sono poste a commento. I dialoghi così sapientemente leggeri, così quotidiani e popolari, quelli che faremmo prendendo un caffè o facendo una gita in macchina con gli amici.


d'accordissimo su cio' che hai scritto.sempre con le solite riserve...


L’assenza pressoché totale di scene di sesso e la morigeratezza con cui Tarantino riprende il corpo femminile.
Un suo dogma, un codice di comportamento che è quello di nobilitare il tutto nell’estremo gusto estetizzante del suo cinema che è capace di proporci scene altrimenti umanamente insopportabili.

mmmmm....c'e' una massiccia dose di feticismo offerta al fruitore che mi lascia perplesso sulla volonta' "morigeratezza" con cui tarantino riprende il corpo femminile



Non a caso utilizzo la parola dogma. Mi da la possibilità di attraversare l’atlantico per approdare sulle fredde rive della Danimarca… Sul dogma di Lars Von Trier c’è poco da dire, perché molto ha detto Mallory.


GRAZIE MALLORY!!!!!!

Ed anzi, colgo l’occasione per ringraziarla ancora una volta del topic da lei aperto sull’argomento.
Gli enunciati di Von Trier sono certamente più rigorosi ed attenti e soprattutto dettati da un sistema filosofico certamente non presente in Tarantino al quale va riconosciuto un maggior estro, una eguale visionarietà, ma decisamente un minor intellettualismo e gusto della ricerca più propri invece del terribile danese.
Tutti e due, comunque, a mio parere, fanno dei propri principi estetici gli strumenti per proporre al proprio pubblico un messaggio profondamente etico.
Questo li accomuna, oltre, naturalmente, la meravigliosa capacità di fare il cinema con la “C” maiuscola.




probabilmente hai ragione.che dietro a questa violenza inaudita vi siano costrizioni,regole,un etica insomma, questo e' palese.probabilmente tarantino vuole anche rendere sacre le sue passioni.non nego che subito pensavo fosse,come gia' avevo scritto,una manovra consistente nel offrire le situazioni avvolte di sacralita' con l'intento di dire allo spettatore:"guarda ti offro il nulla e te lo faccio passare per divino".e l'idea mi piaceva.
non so,da un lato mi sembra sia banale intendere quest' etica come tale,senza insomma un'eventuale conclusione che possa sconfinare nel trash.
mmmmm....c'e' una massiccia dose di feticismo offerta al fruitore che mi lascia perplesso sulla volonta' "morigeratezza" con cui tarantino riprende il corpo femminile d'accordissimo su cio' che hai scritto.sempre con le solite riserve...


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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-11-2003 12:04  
America, posti come lo farebbe Tarantino
_________________
tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ?

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america


Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 27
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 07-11-2003 12:09  
scusa(te)mi l'incompetenza!!
adesso imparero'...

[quote]In data 2003-11-07 12:04, OneDas scrive:
America, posti come lo farebbe Tarantino

[/ :

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 07-11-2003 13:20  
Io credo che esaminando a monte il Tarantismo, il concetto di etica esista a prescindere dalle intenzioni di Tarantino. Il regista mostra la più dolente e, se vogliamo, la più appagata varietà di istinti.
Consciamente o inconsciamnte tarantino, usa e sfrutta fino al consumo i principali canoni itineranti del cinema moderno, lasciando fuori i paradossi moralistici e l'antiestetica, al fine di sviluppare un iter narrativo e visivo basato su parametri diversi nello stesso campo:
1) appagamento personale
2) impatto visivo
3) estetica
4) morale( e non moralismo)
5) tecnicismo
6) morbosità
7) ESPIAZIONE
_________________
la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
_________________

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america


Reg.: 30 Ott 2003
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Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 07-11-2003 14:12  
completamente d'accordo.cercavo pero' di intuire le intenzioni di tarantino dietro a questa architettura.sempre se di intenzioni si puo' parlare o se invece le stesse possano venire subordinate al puro iter narrativo,senza (pre)concepire un messaggio che faccia un uso piu' o meno convenzionale dell'etica.

quote:
In data 2003-11-07 13:20, gmgregori scrive:
Io credo che esaminando a monte il Tarantismo, il concetto di etica esista a prescindere dalle intenzioni di Tarantino. Il regista mostra la più dolente e, se vogliamo, la più appagata varietà di istinti.
Consciamente o inconsciamnte tarantino, usa e sfrutta fino al consumo i principali canoni itineranti del cinema moderno, lasciando fuori i paradossi moralistici e l'antiestetica, al fine di sviluppare un iter narrativo e visivo basato su parametri diversi nello stesso campo:
1) appagamento personale
2) impatto visivo
3) estetica
4) morale( e non moralismo)
5) tecnicismo
6) morbosità
7) ESPIAZIONE



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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
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Da: Milano (MI)
Inviato: 07-11-2003 14:53  
infatti, io ho i miei dubbi circa le sue reali intenzioni. e già lo dissi nell'altro topico.
_________________
la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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america


Reg.: 30 Ott 2003
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Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 07-11-2003 17:13  
penso che non ci siano dubbi in ogni caso che la "severa" morale tarantiniana sia di derivazione samurai(?).voglio dire che non sia stata in se' una trovata geniale.

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
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Da: Milano (MI)
Inviato: 07-11-2003 17:52  
[quote]In data 2003-11-07 17:13, america scrive:
penso che non ci siano dubbi in ogni caso che la "severa" morale tarantiniana sia di derivazione samurai(?).voglio dire che non sia stata in se' una trovata geniale.
[/quote Ma non lo so, guarda è un bel film, ma niente a che vedere con gli altri! Il concetto di Samurai ed etica è assimilabila da chiunque. Voglio dire non mi sembra ci siano sfrenate interpretazioni filosofiche circa il film.
_________________
la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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