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Autore Elephant
Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 06-10-2003 18:31  
Il nuovo film di Gus Van Sant, ispirato alla tragedia della scuola Columbine, ha tutta l'aria del documentario: completamente privo di colonna sonora e con dialoghi ridotti al minimo, di breve durata e immagini fatte di lunghi piani sequenza con le camere che seguono a turno i vari protagonisti, spesso presi di schiena e seguiti nei corridoi della scuola.
Il film racconta le ore che precedono la strage secondo il punto di vista dei due assassini e di alcuni dei ragazzi della scuola, e fra questi qualcuno resterà vittima del massacro.
Le immagini sono spesso sfocate, primi piani molto stretti che alla lunga diventano anche un po' fastidiosi ma efficaci nel portarci nella visuale dei ragazzi, anche se non si sa nulla delle loro vite se non quello che traspare dalle poche ore della vicenda.
Van Sant non vuol dare nessun tipo di giudizio sulla strage, sulla facilità con la quale si possono acquistare le armi in USA o sul malcontento dei giovani della provincia americana. Il suo distacco è sia il punto di forza che il punto debole del film in quanto se è vero che si ha la più totale assenza di moralismo o retorica è altrettanto vero che il film coinvolge poco anche lo spettatore che dovrebbe essere a mio giudizio un po' più coinvolto almeno nella vita dei ragazzi.
Le uniche scene che davvero provocano emozioni più forti sono "Per Elisa" suonata al piano da uno dei due assassini, davvero toccante e struggente prologo di tanto sangue e quella finale, spiazzante nella sua crudeltà.
Un film da vedere comunque, anche se a mio avviso non pienamente riuscito ma che un bel 7 se lo merita sicuramente.
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Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
I miei dvd

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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 06-10-2003 20:20  
mi devo decidere ad andare a vederlo...

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lilja4ever
ex "natalie73"

Reg.: 23 Ago 2003
Messaggi: 1872
Da: este (PD)
Inviato: 06-10-2003 23:47  
l'ho visto stasera, per ora, a caldo, gli dò 8,5/10 anche perchè non avevo mai visto niente di così semplice e al contempo allucinante. Non hai appigli a cui aggrapparti, non ci sono domande nel film, ed è tutto così maledettamente lineare... non ci sono condanne, la telecamera non spiega i perchè, è piazzata lì nel corridoio, ti segue se cammini, si ferma se ti fermi, e tu sei dentro l'incubo che hanno vissuto quei ragazzi... e il bello è che non ti accorgi neanche che è un incubo, tanto le immagini ti sembrano indolori e prodotte dal solito videogioco sparatutto... clik: morto. ricarico, clik: morto. Semplice no? Magari stanotte ci dormo sopra, e domani mi metto a filosofeggiare sulla vita, la morte, il malessere giovanile... ma a che servirà? Le cose capitano, capita di morire o di restare vivi, basta un clik in più o in meno... semplice no?

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konart

Reg.: 27 Nov 2002
Messaggi: 275
Da: ravenna (RA)
Inviato: 07-10-2003 09:17  
Bene!
Penso che lo andrò a vedere sicuramente in attesa che esca The dreamers (che da me nn è ancora arrivato!).

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 07-10-2003 10:22  
quote:
In data 2003-10-07 09:17, konart scrive:
Bene!
Penso che lo andrò a vedere sicuramente in attesa che esca The dreamers (che da me nn è ancora arrivato!).



non è ancora arrivato perché esce venerdì 10
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lilja4ever
ex "natalie73"

Reg.: 23 Ago 2003
Messaggi: 1872
Da: este (PD)
Inviato: 07-10-2003 11:05  
non è sintomatico che elephant l'abbia prodotto la HBO in economia di mezzi? Ormai le major certi rischi non se li prendono più, vanno sul sicuro con sequel miliardari o con registi che possono comandare a bacchetta... ottimi registi-professionisti, senza dubbio, ma quelli giovani e fuori dagli schemi credo che facciano paura a chi deve investire tot milioni di dollari... non ci stiamo un pò stufando di prodotti commerciali tutti uguali, e tutti infarciti dei 'soliti' effetti speciali? non è più stimolante vedere un piccolo film (come quello russo che ha vinto a venezia) che sorbirsi la solita tiritera dei buoni contro i cattivi, oppure i soliti film di genere che puoi girare e rigirare come ti pare ma sempre western sono, o horror, o polizieschi... non è meglio vedere un film che non è classificabile? che è trasversale e sperimentale? al sundance ogni tanto si vedono registi promettenti, poi però quando firmano per una major vengono spesso 'addomesticati'...
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spider86

Reg.: 30 Lug 2003
Messaggi: 347
Da: torino (TO)
Inviato: 07-10-2003 19:33  
E' incredibile come Gus Van Sant non condanni e nè assolva assolutamente niente di quello che accade nel film riuscendo comunque a trasmettere emozioni. Le lodevoli scelte registiche riescono a pieno a trasmettere un iperrealismo esasperato e sconvolgente. W il cinema indipendente.
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cosmopoli

Reg.: 30 Lug 2003
Messaggi: 115
Da: torino (TO)
Inviato: 08-10-2003 10:13  
Non ho ancora avuto occasione di vederlo, ma ho notato che è uno dei pochi film di cui parlano tutti benissimo.
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il futuro fallisce.fallisce sempre.Non potrà mai essere il luogo crudele e felice in cui vogliamo trasformarlo.

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 08-10-2003 10:37  
Devo ammettere che col passare dei giorni ho avuto modo di riflettere ancora su questo film, e ho messo insieme molti particolari che me lo fanno apprezzare sempre di più.
E' uno di quei rari casi di film che lasciano magari un po' indecisi a caldo, ma che convincono di più riflettendoci su.
Ve lo riconsiglio caldamente.
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-10-2003 14:55  
E' un film che mi ispira molto.
Quasi sempre vedo al cinema i film che vincono a Cannes, specialmente se fanno vincere un americano in un'annata in cui gli americani hanno dato le spalle al festival.
Questo mi sprona.
Poi Gus Van Sant genere "indipendente" non mi dispiace, specialmente se dite che manca tutta quella retorica e frasi fatte stile Will Hunting o Scoprendo Forrester.
Lo andrò a vedee...
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 14-10-2003 14:50  
In quasi tutti i film di Gus Van Sant, da Mala Noche a Scoprendo Forrester, ricorre il tema della problematica dei giovani, della loro odissea difficile e complicata per entrare nel mondo degli adulti.
La solitudine, i trend manipolatori, ragazzi e ragazze difficili, ragazzi e ragazze vulnerabili, questi i protagonisti di molti film di Van Sant, questi i protagonisti di Elephant.
E loro, i protagonisti, ci vengono tutti presentati nel primo tempo della pellicola.
Ecco John, che arriva a scuola in ritardo perchè il padre è ubriaco.
Ecco Elias, che scatta delle fotografie a una coppia punk.
Ecco Michelle, che viene sgridata dalla prof di educazione fisica perchè non indossa i shorts.
Ecco Brittany, Jordan e Nicole, che dopo aver mangiato in mensa si recano in bagno per vomitare.
Ed altri ancora, c'è chi gioca a football, c'è chi si diverte con la propria ragazza, insomma, è una giornata qualsiasi in una qualsiasi scuola dell'Oregon.
Ma come in un film di Hitchcock (e non dimentichiamocelo, Van Sant ha diretto il remake di Psycho), nonostante la quiete apparente, qualcosa di brutto, di molto brutto accadrà.
Infatti ecco uno sguardo più vicino alla vita di altri due studenti, Alex ed Eric; apparentemente una vita normale: colazione preparata dalla mamma, Alex che suona perfettamente Chiaro Di Luna di Beethoven con la pianoforte, Eric che si diverte a giocare coi videogame.
Ma ecco il fatidico giorno, arriva il pacco ordinato via internet, un pacco contenente armi da fuoco.
Alex ed Eric preparano un piano per sterminare i loro compagni a scuola, e fanno tutto come se fosse un gioco; "L'importante è divertirsi" si dicono.
Van Sant si rifiuta di mostrare esplicitamente la problematica dei due ragazzi, essi appaiono normalissimi, sono ragazzi qualunque, non vengono malmenatati dai genitori, non sono dei drogati, il problema sembra non esserci, oppure, si fa finta di non vederlo.
Il regista si riferisce a una storiella classica: una famiglia si ritrova un elefante nel salotto ma fa finta di niente.
Ed è da qui che viene il titolo, un problema di sottofondo che c'è, che è grave, ma è talmente grande che non si fa niente per rimuoverlo.
E il primo tempo prosegue con lunghi piani- sequenza che rievocano le atmosfere tese di Shining , tese ma sobrie, tutto va con ordine e tranquillità.
Ma poco dopo l’inizio del secondo tempo, ecco il primo sparo… e i cuori degli spettatori smettono di battere , davanti agli occhi emozionati il massacro degli studenti, girato in modo glaciale, da rimanerci veramente allucinati e secchi.
E Gus non vuole rendere la cosa strappalacrime, non vuole una musichetta triste come sfondo, lui vuole rendere tutto reale, quasi come se lui fosse un reporter con la telecamera in mano che è riuscito a introdursi nell’istituto durante la carneficina.
Nessuno degli attori è un ragazzino belloccio di Hollywood, nessuno ha frequentato gli actors studio, infatti gli interpreti sono tutti studenti veri, senza esperienza col cinema, e questo li rende ancora più reali, più vicini al mondo fuori dalla celluloide.
E il risultato, lascia veramente senza fiato; una regia lucidissima giustamente premiato al Festival di Cannes, un film che non ha una morale, che non giudica, ma si limita a mostrare.


_________________
eh?

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missGordon

Reg.: 03 Gen 2002
Messaggi: 2327
Da: Roma (RM)
Inviato: 14-10-2003 21:00  
ottimo.
Più le storie si intrecciano, più le scene si ripetono più cresce l'ansia.
nella sua estrema semplicità è bellissima la fotografia con la luce forte chiara ed impietosa.


p.s.
bellissime analisi ragazzi, complimenti!
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"...Vivere è offrire se stessi, pensava; ed egli offrì se stesso..." E. Galeano

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cacuccio

Reg.: 16 Ott 2003
Messaggi: 2
Da: Verona (VR)
Inviato: 17-10-2003 01:26  
quote:
In data 2003-10-14 14:50, NancyBoy scrive:
In quasi tutti i film di Gus Van Sant, da Mala Noche a Scoprendo Forrester, ricorre il tema della problematica dei giovani, della loro odissea difficile e complicata per entrare nel mondo degli adulti.
La solitudine, i trend manipolatori, ragazzi e ragazze difficili, ragazzi e ragazze vulnerabili, questi i protagonisti di molti film di Van Sant, questi i protagonisti di Elephant.
E loro, i protagonisti, ci vengono tutti presentati nel primo tempo della pellicola.
Ecco John, che arriva a scuola in ritardo perchè il padre è ubriaco.
Ecco Elias, che scatta delle fotografie a una coppia punk.
Ecco Michelle, che viene sgridata dalla prof di educazione fisica perchè non indossa i shorts.
Ecco Brittany, Jordan e Nicole, che dopo aver mangiato in mensa si recano in bagno per vomitare.
Ed altri ancora, c'è chi gioca a football, c'è chi si diverte con la propria ragazza, insomma, è una giornata qualsiasi in una qualsiasi scuola dell'Oregon.
Ma come in un film di Hitchcock (e non dimentichiamocelo, Van Sant ha diretto il remake di Psycho), nonostante la quiete apparente, qualcosa di brutto, di molto brutto accadrà.
Infatti ecco uno sguardo più vicino alla vita di altri due studenti, Alex ed Eric; apparentemente una vita normale: colazione preparata dalla mamma, Alex che suona perfettamente Chiaro Di Luna di Beethoven con la pianoforte, Eric che si diverte a giocare coi videogame.
Ma ecco il fatidico giorno, arriva il pacco ordinato via internet, un pacco contenente armi da fuoco.
Alex ed Eric preparano un piano per sterminare i loro compagni a scuola, e fanno tutto come se fosse un gioco; "L'importante è divertirsi" si dicono.
Van Sant si rifiuta di mostrare esplicitamente la problematica dei due ragazzi, essi appaiono normalissimi, sono ragazzi qualunque, non vengono malmenatati dai genitori, non sono dei drogati, il problema sembra non esserci, oppure, si fa finta di non vederlo.
Il regista si riferisce a una storiella classica: una famiglia si ritrova un elefante nel salotto ma fa finta di niente.
Ed è da qui che viene il titolo, un problema di sottofondo che c'è, che è grave, ma è talmente grande che non si fa niente per rimuoverlo.
E il primo tempo prosegue con lunghi piani- sequenza che rievocano le atmosfere tese di Shining , tese ma sobrie, tutto va con ordine e tranquillità.
Ma poco dopo l’inizio del secondo tempo, ecco il primo sparo… e i cuori degli spettatori smettono di battere , davanti agli occhi emozionati il massacro degli studenti, girato in modo glaciale, da rimanerci veramente allucinati e secchi.
E Gus non vuole rendere la cosa strappalacrime, non vuole una musichetta triste come sfondo, lui vuole rendere tutto reale, quasi come se lui fosse un reporter con la telecamera in mano che è riuscito a introdursi nell’istituto durante la carneficina.
Nessuno degli attori è un ragazzino belloccio di Hollywood, nessuno ha frequentato gli actors studio, infatti gli interpreti sono tutti studenti veri, senza esperienza col cinema, e questo li rende ancora più reali, più vicini al mondo fuori dalla celluloide.
E il risultato, lascia veramente senza fiato; una regia lucidissima giustamente premiato al Festival di Cannes, un film che non ha una morale, che non giudica, ma si limita a mostrare





non si limita a mostrare. il regista è disarmato fin dall'inizio. e le domande te le gira a te, spettatore: "mi sai spiegare perchè tanto male?", perchè lui, come un cieco, non sa cogliere nella sua interezza un tale mostruoso elefante.
è un film geniale

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cacuccio

Reg.: 16 Ott 2003
Messaggi: 2
Da: Verona (VR)
Inviato: 17-10-2003 01:28  
quote:
In data 2003-10-08 10:37, Dubliner scrive:
Devo ammettere che col passare dei giorni ho avuto modo di riflettere ancora su questo film, e ho messo insieme molti particolari che me lo fanno apprezzare sempre di più.
E' uno di quei rari casi di film che lasciano magari un po' indecisi a caldo, ma che convincono di più riflettendoci su.
Ve lo riconsiglio caldamente.



assolutamente d'accordo

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 01-11-2003 22:10  
Il bello del film è proprio la naturalezza con la quale vengono descritte le situazioni e i personaggi.
Tutto è chiaro nonostante l'apparente pochezza di eventi perchè, in realtà, per introdurci nella scuola e farci conoscere i ragazzi, le loro personalità e le loro problematiche, non è tanto importante riempirci di immagini e dialoghi che spieghino.. basta far osservare!
E chi guarda il film... osserva.
E' un pò come uno spettatore all'interno della scuola che partecipa ai discorsi alla mensa che ti offre sempre le solite schifezze, che ammira le qualità artistiche di Elias, che si sente solidale verso Michelle e che, guardando le ragazze che in bagno vomitano il poco cibo mangiato pensa "che stupide".
Le solite cose, insomma, come chi si occupa di un padre che forse tanto padre non è, chi và in giro con la fidanzata e chi viene deriso in classe dai soliti stupidotti.
Ogni personaggio è semplice e (cosa ottima!!)ai nostri occhi totalmente sconosciuto.
Da tutta questa quotidianità e dai nostri ricordi scolastici esce fuori il vero evento, drammatico e tristissimo.
Dopo un'ora di "conoscenza" arrivi alla "conseguenza"...
E' verissimo, questo Elephant, come è vero il modo in cui è stata raccontata la "storia"... dal nulla, da ciò che ti circonda, dalla vita quotidiana nasce il vero orrore. Non poteva essere spiegato meglio, Van Sant ha trovato la via più semplice e più efficace... come farlo capire? Facendoti vivere un'ora circa di primissimi piani, riprese dal dietro, colonna sonora quasi nulla (se non fosse stato per Beethoven... Moonlight sonata e Fur Elise!!!) e facendo accadere, di colpo, la tragedia perchè, infondo, è sempre così che accade, nella realtà. E di realtà si trattava.
Quindi, per quanto riguarda la "trama" posso assolutamente dire che è esattamente come doveva essere per colpire il bersaglio.
Non sono d'accordo con chi lo definisce noioso. Un pò lento in alcuni punti, forse, ma non certo noioso perchè tutto, ogni primo piano, ogni camminata, ha lo scopo di farci entrare in quel mondo e di non farci soffermare alla superficialità con la quale si trattano sempre più argomenti...
Non è possibile, anche al cinema, avere fretta e volere tutto subito... bisogna entrare nel problema e non passargli davanti...
Un pò come il titolo stesso "Elephant", che mi è stato spiegato si riferisce al detto "Avere un elefante nel salotto" ovvero avere il problema (grosso) davanti agli occhi e non notarlo nemmeno.

Tecnicamente, come al solito, io parlo di ciò che ho notato e ho capito...
Come ho già detto concordo con la mancanza quasi totale di colonna sonora... perchè mai farci entrare in un mondo ricco di colonna sonora? Noi, quando camminiamo per strada, l'abbiamo, forse?
Stessa approvazione per la scelta di ragazzi giovani e sconosciuti... un volto familiare avrebbe totalmente rovinato l'intento del film... e gli stessi dialoghi, un pò improvvisati e poco ricercati sono sintomo di naturalezza e spontaneità.
E poi le inquadrature... mai, in un film, ho notato tanti primi piani, tanta fissazione con i particolari, con le riprese dal dietro... mi hanno colpito molto alcune scene, tipo quando il ragazzo (Nathan?)cammina per il corridoio per arrivare dalla fidanzata, quanto durerà quella camminata? Quanti minuti? Tutta sul suo collo, sulle sue spalle quasi a voler entrare nella sua stessa intimità, a camminargli dietro.
E l'intreccio di tutte questi racconti, montato benissimo.
Bellissime anche le luci, quasi sempre naturali (come tutto il resto!).

Ho fatto caso e, con tutti gli specchi e le vetrate che stavano in quella scuola... MAI ho visto il riflesso di qualcuno che riprendeva... mai!!!
Quando Van Sant ripropone la scena in cui Elias è con John nel corridoio e gli fà la fotografia fà vedere che passa Michelle e corre tra loro... la scena è riproposta esattamente come la prima volta però, in questo caso, l'angolazione è diversa e la telecamera segue Michelle che corre... nelle vetrate ai fianchi non si nota niente... fantastico!

Insomma... anche a me è piaciuto molto!
Mi è piaciuto per il significato, estremamente profondo, e per il modo in cui è stato trasmesso: semplice, diretto e preciso.

Decisamente!
_________________
L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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