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Autore Campagna elettorale 2008 e coalizioni
Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 12-04-2008 19:15  
quote:
In data 2008-04-12 16:30, liliangish scrive:


meditiamo... la Casta l'ho letta anch'io, e ne sono rimasta disgustata, ma sono altri i metodi per scalzarli dalle poltrone.


E cosa allora? Una guerra civile? Il non voto è solo la forma più pacifica di protesta, ecco perche si adotta quella.

A volte penso di andare a votare per mandar via Berlusconi che ritengo il male maggiore del nostro paese. Andar a votare turandomi non solo il naso ma qualsiasi altro orifizio, ma poi leggo certe cose e mi chiedo: votare per chi?

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 12-04-2008 20:05  
vabbè, poi però quando ci sarà Berlusconi al governo, non venire qui a lamentarti dello schifo.
_________________
...You could be the next.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 13-04-2008 00:49  
E questa che giustificazione sarebbe? E' dal '94 che si porta avanti questo discorso e da allora il centrosinistra non è mai riuscito a proporre un'alternativa seria al nano.

Berlusconi lo schifo con tutto me stesso, però mi sono rotto di dover scegliere sempre e solo tra il meno peggio. La sinistra con un avversario di quella risma le avrebbe stravinte sempre le elezioni e avrebbe migliorato un pò questo paese se solo non si fosse venduta al suo avversario e fosse scesa a patti col diavolo.

Io mi lamento ora e continuerò a lamentarmi se le cose dovessero continuare ad andare così, non vedo perchè non dovrei o non potrei. Tra l'altro non è che creda che con Veltroni le cose miglioreranno chissà quanto, non abbastanza almeno da far sì che egli si meriti il mio voto.


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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 13-04-2008 01:33  
Agli astensionisti consiglio la lettura di questo bellissimo editoriale di Mariuccia Ciotta (neretti miei).

ELOGIO DEL VOTO
Mariuccia Ciotta

«La politica della speranza non significa sperare che le cose vadano meglio: è la politica di credere in cose che ancora non si vedono». Molti a sinistra saranno d'accordo con le parole di Barack Obama e perciò non andranno a votare, visto che i partiti sulla scheda elettorale di domenica non hanno una visione. Al massimo ci chiedono di far argine alla destra, di votare contro Berlusconi, di affidarci alla loro volontà di cambiamento, e molti a sinistra non ci credono più.
È la rappresentanza politica ad andare definitivamente in crisi, gli astensionisti crescono. Ma. Perché questa rappresentanza - la delega agli addetti ai lavori, incaricati di fare una sintesi delle istanze sociali - è data come unico modello possibile? E perché i movimenti si definiscono alternativi in relazione a quel modello? Non è forse la politica stessa, declinata sempre al maschile (per le donne ci sono al massimo le quote) a franare nella trasformazione dei corpi e dei desideri, nell'esperienza di un mondo mutevole, nel loro trans-vivere?
Davanti a tutti sta il compito di decostruire e ricostruire il pensiero politico, sia rappresentativo sia extrarappresentativo: troppo facile accusare la scheda elettorale di non contenere i nostri sogni. Il voto non esaurisce affatto l'essere politico, e il surplus di drammaticità che gli si attribuisce denuncia un paradosso: gli astensionisti sono quelli che danno alle urne il massimo valore. Parlano di ricatti (se no vince Berlusconi), di delusione (non hanno risolto i nostri problemi), di punizione (così imparano ad accettare troppi compromessi...), sentimenti forti come se le elezioni fossero la «scena madre» della politica.
Chi governerà l'Italia però interferirà eccome con la libertà di modificare l'esistente, e restringerà (o meno) lo spazio di movimento. Non solo. La destra vincente (con i brogli di Dell'Utri o senza) cambierà la vita degli altri (chiedetelo agli «zingari»), se non la nostra. E mentre la politica americana sta cambiando simbologie, segnata dall'anomalia etnico-sessuale dei due candidati democratici, espressione delle minoranze ed esito finale di movimenti combattenti, qui sembra che nulla sia accaduto. Il «modello americano» della delega assoluta al presidente, moderatore di conflitti, incarnazione del comandante in capo è andato in crisi, annientato dall'era Bush.

La novità Obama non è un accidente della storia, ma il risultato di un cambiamento profondo di relazione tra società e politica rappresentativa. Obama non dice «Si può fare», ma «Yes, we can», noi possiamo cambiare. Il corto circuito tra rappresentanza e movimento è la sua grande scommessa, tanto che un ex leader delle Black Panthers, David Hilliard, lo voterà perché «ha mobilitato un movimento di massa negli Stati Uniti, qualcosa di molto simile a quel che accadeva negli anni '60 e '70, quando avevamo movimenti di studenti e pacifisti e la gente nel mondo si impegnava a sostenerli». Quello che si è creato intorno a lui ha generato Obama, che porta iscritto in sé i conflitti, è corpo cangiante, in trance e in transito, «esperimento» di un progetto che, in ogni caso, è riuscito. Qui in Italia invece si invoca quel modello americano in crisi e non si scommette sul futuro. Ma ognuno ha i candidati che si merita.

Chi non vota si arrende a se stesso, specchio dello stato di cose esistenti. Domenica non si sceglie il «candidato che mi rappresenta», la conferma di identità forti, ma la propria capacità di interagire, di spostare, modificare, essere dentro e non fuori il work in progress della politica. Sta a noi dare forma alle «cose che ancora non si vedono».


http://ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/12-Aprile-2008/art1.html


[ Questo messaggio è stato modificato da: Valparaiso il 13-04-2008 alle 01:34 ]

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 13-04-2008 10:03  
Non sapete stamattina quanta poca voglia abbia di andare a votare. Volevo andare lunedì, ma ne approfitto adesso poichè devo vedermi con un'amica. Il vero problema di smaramaust, oggi, sono le comunali. Già vedo il panico fuori la scuola dove ho il mio seggio, con tutta la gente che ti ha ignorato fino a qualche mese fa e che oggi ricaccerà di continuo un tuo saluto o un tuo sorriso prima che si varchi la soglia della verità. La domanda è: ma a me, cosa danno? Niente.
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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 13-04-2008 12:35  
quote:
In data 2008-04-13 01:33, Valparaiso scrive:
Chi non vota si arrende a se stesso, specchio dello stato di cose esistenti. Domenica non si sceglie il «candidato che mi rappresenta», la conferma di identità forti, ma la propria capacità di interagire, di spostare, modificare, essere dentro e non fuori il work in progress della politica. Sta a noi dare forma alle «cose che ancora non si vedono».


http://ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/12-Aprile-2008/art1.html




Interessante tutto l'articolo... dovrebbero leggerlo un paio di persone...
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"Mi scusi ma... non m'ha già visto in qualche posto?"
"Ricordo il nome ma non la faccia"

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 13-04-2008 12:55  
a difesa delle mie ragioni e di quelle di molti che si asterranno in queste elezioni
riporto questo articolo di qualche giorno fa di luca sofri.

In difesa dell'astensionismo
A questo giro voto: la mia eventuale indecisione - vedo miglioramenti e vedo penose sconfitte - è superata dalla presenza in lista della candidatura di Ivan Scalfarotto, a cui tengo e a cui ho lavorato molto, e che ha bisogno anche del mio voto.
Ma detto questo, trovo veramente insopportabile questo supponente dilagare di ricatti morali contro chi sceglie di non andare a votare. La pretesa di spiegare banalità a chi ha fatto evidentemente approfondite riflessioni sulla propria scelta è presuntuosa e sciocca. Se uno decide di non votare, è evidente che ritiene di potersene accollare la responsabilità e le conseguenze. Ho scritto pochi giorni fa al blog di Luca De Biase questo:
"Non votare non è "un segno di protesta contro questa o quella parte politica": è casomai un segno di protesta contro entrambe. Oppure solo il legittimo esercizio di un diritto, della voglia di non essere complici di quel che verrà fatto, persino della voglia di andare al mare. Non si capisce perché l'astinenza dalla scelta sia così tanto apprezzata ("spegni il televisore", "smetti di comprare", "vai a piedi"), e anzi sia apprezzata la scelta di non esserci, chiamarsi fuori, dire "not in my name", e poi si faccia tanto moralismo sullo scegliere di stare alla larga da chi non si apprezza e non si stima".
Non votare può essere una scelta personale e lungimirante: se oggi la classe politica fa così schifo come andiamo dicendo, la responsabilità è anche di chi si è turato il naso fino a oggi andando a votare sotto il ricatto del "non far vincere gli altri" e avallando il mantenimento dello status quo. Solo smettendo di votare la mediocrità si ottiene che la mediocrità sia bocciata. E a chi accusa gli astenuti di essere potenziali responsabili di un'eventuale vittoria del centrodestra e delle sue certe catastrofi, bisognerebbe allora dar la colpa di ogni orrore e fallimento uscito dai governi di centrosinistra: e ce ne sono stati. La verità è che il voto è una cosa che ha a che fare sopratutto con noi stessi, e col diritto di ognuno: il proprio voto è un potere grande e sufficiente abbastanza per non voler dirottare e fare proprio anche quello del prossimo. Volete che vinca il PD? Votate il PD. Ma lasciate che il vostro vicino sia libero quanto voi di scegliere cosa fare del proprio voto.
Per quanto mi riguarda, ripeto, vedo nel PD sforzi sufficienti per farmi pensare che una strada di miglioramento sia stata intrapresa, pur con mille passi indietro (e non sarei mai andato a votare un centrosinistra che avesse riproposto Prodi come presidente del consiglio, senza nessun senso di colpa). Ma con chiunque scelga di non votare discuterò solo delle ragioni per cui lo fa: di certo non della dignità, legittimità e responsabilità della sua scelta. [*]

http://www.wittgenstein.it/post/20080410_62574.html

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 13-04-2008 14:50  
Trovo decisamente fuori luogo i paragoni che son stati fatti (tv, acquisti e mezzi di trasporto) perchè qui si discute su qualcosa che alla fine ti condiziona totalmente, che tu sia d'accordo o meno. Puoi solo cercare di irrobustire un'opposizione o scegliere quello che pensi potrebbe danneggiarti meno.

Aggiungo di nuovo Travaglio da L'Espresso dell'11 aprile.

Fortuna che la campagna elettorale è durata così poco, perché dallo scioglimento delle Camere (6 febbraio) il cavalier Berlusconi è riuscito a farsi fraintendere una sessantina di volte in 60 giorni. La cordata per Alitalia, con o senza figli. Le precarie promesse in spose a Piersilvio. La lotta e/o elogio all'evasione fiscale. Veltroni maschera di Stalin. Le grandi intese con la maschera di Stalin. I brogli. Le schede. La guerra al Quirinale. Il voto agli immigrati (pesce d'aprile). La sinistra cogliona, anzi no. Mastella in lista, anzi no. Le donne in cucina a fare le torte. Ruini alleato per il voto disgiunto. E il Viagra, e le veline, e noi maschi latini.

E il nuovo Contratto con gli italiani: non pervenuto. E la sfida in tv a Veltroni ("Io straccio chiunque"): mai vista. E i giornali della Fiat che "non stanno né di qua né di là", dunque non sono liberi, diversamente da quelli suoi e del Ciarra. Strepitoso quando ha promesso in tv (almeno due volte) "il traforo del Frejus", purtroppo già fatto dal 1871. Favoloso quando s'è attribuito una statura di "un metro e 71". Grandioso quando ha rievocato, dinanzi alla mummia di Riotta, gli sforzi sovrumani compiuti per trattenere Enzo Biagi, purtroppo fuggito dalla Rai con la liquidazione. Fantastico quando ha negato l'editto bulgaro e le corna al vertice di Caceres. Mitico quando ha annunciato che, se lo intercettano un'altra volta, espatria. Meraviglioso quando ha eccepito sulla cultura di Antonio Di Pietro ("La laurea gliel'han regalata i servizi"), per poi sfoggiare la propria citando "San Pietro sulla via di Damasco" (lui la laurea l'ha presa per corrispondenza?). Purtroppo Air France, non abituata al personaggio, l'ha preso sul serio e s'è ritirata da Alitalia.

Uòlter invece lo conosce e ha ignorato i suoi deliri, evitando di restare impantanato nella solita girandola di detti e contraddetti. Ma il suo lungo silenzio sull'avversario ha fatto sottovalutare a molti indecisi i pericoli di un Berlusconi III, con relativi conflitti d'interessi (aumentati con i nuovi processi per corruzione, con l'ingresso in Mediobanca e con l'acquisto di Endemol che fornisce programmi alla Rai) e una corte dei miracoli ancor più scombiccherata dell'ultima: in lista col Pdl, oltre a una ventina di pregiudicati, ci sono persino
Maurizio Saia, che diede della 'lesbica' a Rosy Bindi; e il trio Barbato-Gramazio-Strano, che festeggiarono a sputi, champagne e mortadella la caduta di Prodi in Senato e il Cavaliere aveva giurato di non ripresentare. Mancano le parole? Basta copiare quelle di Indro Montanelli, anno 2001: "Il berlusconismo è la feccia che risale il pozzo, la destra del manganello". O l'appello firmato sette anni fa da Bobbio, Galante Garrone e Sylos Labini: "A coloro che, delusi dal centrosinistra, pensano di non andare a votare diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria del Polo minerebbe le basi stesse della democrazia". Purtroppo i grandi vecchi sono morti, e anche noi ci sentiamo poco bene.
(11 aprile 2008)


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Berluscomiche/2015927/18
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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 13-04-2008 15:23  
quote:
In data 2008-04-13 14:50, Janet13 scrive:
Puoi solo cercare di irrobustire un'opposizione o scegliere quello che pensi potrebbe danneggiarti meno.




Non sono d'accordo. Il mio voto come il voto di ogni singolo individuo, ha un valore, un valore molto importante. E' il modo più importante che ho per avallare o non avallare le scelte che farà il governo che mi rappresenterà.
Non è un voto in vendita, non è un voto contro, ma da queste elezioni in poi sarà sempre un voto a favore, un voto convinto.
Se non mi sento rappresentato, se non sono convinto, uno schieramento politico non avrà il mio voto. Non voglio più votare sapendo che andrei a votare il meno peggio.

Riporto di nuovo questa frase del post di luca sofri che ho quotato poco fa, perchè la ritengo la più significativa:

Non votare può essere una scelta personale e lungimirante: se oggi la classe politica fa così schifo come andiamo dicendo, la responsabilità è anche di chi si è turato il naso fino a oggi andando a votare sotto il ricatto del "non far vincere gli altri" e avallando il mantenimento dello status quo.

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 13-04-2008 15:53  
Il problema è che a loro non gliene frega un emerito se una fetta (se vogliamo anche abbastanza grande) di elettori non va a votare. Il loro enorme autocompiacimento non gli consente di fare autocritica.

Per cui cosa si vuole cambiare o cosa si vuole dimostrare non andando a votare? Niente.

quote:
In data 2008-04-13 15:23, nboidesign scrive:

Non sono d'accordo. Il mio voto come il voto di ogni singolo individuo, ha un valore, un valore molto importante. E' il modo più importante che ho per avallare o non avallare le scelte che farà il governo che mi rappresenterà.
Non è un voto in vendita, non è un voto contro, ma da queste elezioni in poi sarà sempre un voto a favore, un voto convinto.




Nel caso di astensionismo non c'è possibilità di contrastare le scelte del nuovo governo, le stai semplicemente accettando con il tuo silenzio assenso.
Stai lasciando che siano gli altri a scegliere per te.

La cosa migliore, non fosse purtroppo perchè è una bufala, sarebbe stata l'ipotesi proposta anche da superman nel topic sull'astenzionismo attivo. Anche se pure in questo caso i politici se ne sarebbero sbattuti le palle delle motivazioni del singolo.

_________________
Io non tremo, è solo un po' di me che se ne va.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Janet13 il 13-04-2008 alle 15:56 ]

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 13-04-2008 16:01  
da quando in qua il mio silenzio diventa assenso?
Se io non ti voto nn sto dicendo fai come vuoi a me non interessa, anzi sto dicendo proprio il contrario. Non ti sto dando l'autorità morale a governare a nome mio, perchè il mio voto non ce l'hai.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 13-04-2008 16:01  
non è che non capisca le motivazioni pro astensionismo, anche se non le condivido (o meglio, non condivido il metodo, non le motivazioni), e lasciamo perdere giustamente le varie banalità sul diritto-dovere e quant'altro, ma il problema del non andare a votare è che accomuna chi fa una accurata riflessione a chi non cià voglia e/o non gliene fotte un cazzo. perché invece non andate ad annullare la scheda? quello sì che sarebbe un gesto, tangibile, di protesta. che tralaltro eviterebbe di regalare il vostro voto al premio di maggioranza. qualche anno fa in uno scrutinio qui al mio comune trovarono in una scheda elettorale una fetta di mortadella e sulla scheda c'era scritto "e mo magnatevi pure que'!"
ma poi non andare a votare è come i filoni di massa a scuola: si sta fuori tutti, se entra anche uno solo è tutto rovinato.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Jerry88

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2130
Da: L'Aquila (AQ)
Inviato: 13-04-2008 16:07  
quote:
In data 2008-04-13 16:01, sandrix81 scrive:
è come i filoni di massa a scuola: si sta fuori tutti, se entra anche uno solo è tutto rovinato.



veramente è peggio se non entra nessuno, perché è palesemente arbitraria
_________________
Questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavag

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 13-04-2008 17:37  
quote:
In data 2008-04-13 16:01, sandrix81 scrive:
perché invece non andate ad annullare la scheda? quello sì che sarebbe un gesto, tangibile, di protesta. che tralaltro eviterebbe di regalare il vostro voto al premio di maggioranza.


Ottimo... mi ero dimenticata... questa sarebbe la scelta saggia.

quote:
In data 2008-04-13 16:01, nboidesign scrive:
da quando in qua il mio silenzio diventa assenso?
Se io non ti voto nn sto dicendo fai come vuoi a me non interessa, anzi sto dicendo proprio il contrario. Non ti sto dando l'autorità morale a governare a nome mio, perchè il mio voto non ce l'hai.


Continuo a dire che sicuramente non è quello che fa la differenza.
Stai dicendo che non ti cambia niente chi sia a governare, facciano un po' il cazzo che gli pare, tanto per te va bene qualsiasi cosa.
Appunto non potrai permetterti di lamentarti delle scelte governative perchè non hai espresso alcuna opinione.
Tu potrai anche intenderla in altro modo ma cio' che evidente è che tu ti sei mischiato con quelli che oggi son andati al mare, non che hanno voluto protestare.
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"Ricordo il nome ma non la faccia"

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Hias84

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 1262
Da: Serravalle Pistoiese (PT)
Inviato: 13-04-2008 18:08  
quote:
In data 2008-04-13 15:23, nboidesign scrive:
[...] Se non mi sento rappresentato [...]



Anch'io ho pensato a lungo questo. Poi, stamattina, ho capito che la colpa è anche mia. Non ha senso attendersi di essere rappresentati se non si mette impegno nella vita politica reale, se non si interviene in qualche modo sulla propria realtà. Per forza nessuno mi rappresenta: chi cazzo sono io, se non porto da solo la mia prospettiva dentro un contenitote pronto ad accoglierla? Quindi sì, sono andato a votare e sono contento della scelta di presentarmi comunque, della responsabilità che ho dimostrato, perchè è evidente che stando a casa non è responsabilità quella che si dimostra. Non mi piacciono i discorsi (facili facili) di chi parla di caste, di politica lontana dalla realtà, di gente che pensa solo ai propri interessi: ci siamo mai domandati perchè le cose stiano così? Perchè oggi c'è gente che si sente in diritto di poter fare tutto ciò che vuole e tutto ciò che è più a suo vantaggio, una volta eletta? perchè? Forse perchè quando è stata titillata l'idiozia dell'italiano medio, questi ha abboccato all'amo; forse perchè all'italiano interessava (ed interessa) più sentirsi dire che spariranno l'ICI e il bollo dell'auto, che non pagherà più tasse; forse perchè all'italiano medio basta illudersi che per risolvere i problemi della sicurezza sia sufficiente il poliziotto di quartiere; e gli esempi potrebbero continuare. Se una casta esiste, la colpa è tutta nostra. Continuando a fottercene non miglioreremo le cose.

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Formula della mia felicità: un sì, un no, una linea retta, una meta... (F.W.Nietzsche)

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