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Autore REQUIEM FOR A DREAM
follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 30-10-2005 13:19  
io l'ho visto qualche sera fa.. bello, ma tristissimo...
la cosa che mi ha fatto ridere è la mamma che smascellava
_________________

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 30-10-2005 13:31  
quote:
In data 2005-10-30 13:19, follettina scrive:
io l'ho visto qualche sera fa.. bello, ma tristissimo...
la cosa che mi ha fatto ridere è la mamma che smascellava



ti ha fatto ridere??
ma cosa????
questo è un film drammatico, in cui il personaggio più crudo e anche crudele è quello della mamma, una strepitosa e intensissima burstyn.
e tu dici che ti ha fatto ridere?
ma non hai un pò di sensibilità??
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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cosTruman


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 5818
Da: firenze (FI)
Inviato: 30-10-2005 14:33  
quote:
In data 2005-10-30 13:31, Ayrtonit scrive:
quote:
In data 2005-10-30 13:19, follettina scrive:
io l'ho visto qualche sera fa.. bello, ma tristissimo...
la cosa che mi ha fatto ridere è la mamma che smascellava



ti ha fatto ridere??
ma cosa????
questo è un film drammatico, in cui il personaggio più crudo e anche crudele è quello della mamma, una strepitosa e intensissima burstyn.
e tu dici che ti ha fatto ridere?
ma non hai un pò di sensibilità??



Ma non si tratta di sensibilità,
si tratta di approccio alle pellicole.
Quando la mamma "smascella" non ti deve venire da ridere, ma non per la sensibilità del "oh poverina, prende anfetamine e peggiora sempre più", ma più che altro nel contesto di un film, qualsiasi film, non ti può far ridere, cioè, intendo dire che è una questione di come ti poni verso l'opera che visioni.
Non so se mi sono spiegata, ma c'ho fretta.

_________________
catch the wind, see us spin, sail away, leave today

[ Questo messaggio è stato modificato da: cosTruman il 30-10-2005 alle 14:33 ]

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alabamaman


Reg.: 13 Ott 2004
Messaggi: 74
Da: rethetrh (es)
Inviato: 30-10-2005 15:46  
quote:
In data 2005-10-30 11:30, Ayrtonit scrive:
quote:
In data 2005-10-30 04:00, alabamaman scrive:
peccato averlo visto troppo tardi,mi sarebbe piaciuto sentire critiche più dettagliate da chi ne sa più si me, ma temo che ormai non ve lo ricordiate abbastanza...


beh ma tu comincia a scrivere la tua di critica, poi magari qualcuno risponde.





più che altro mi interessava approfondire quel concetto di "assenza" di regia.
Anche io ad un certo punto ho pensato che stessero cominciando a scarseggiare le idee, all'ennesima sequenza frenetica del tiro o della pera, o alla divisione in 2 dell'inquadratura. Poi però mi è sembrato che tutto sommato riesca a tirarsi fuori dall'impiccio concentrandosi più sulla madre e cominciando a dar luogo ad un climax con inquadrature sempre più deformate e aumentando il ritmo. Certo niente di geniale, ma mi è sembrata una buona risoluzione.
La sceneggiatura non è che offrisse granchè, anche per questo non mi è parso male il risultato.
Concordo sul fatto che voglia essere a tutti i costi shockante, e che sia "furbo", se ho capito come lo intendete, ma non mi sembra un brutto film. A caldo ieri sera avrei detto che era bello, sicuramente trasportato dal ritmo e dagli eventi riportati. Ripensandoci devo ridimensionare il mio pensiero ma non cosi tanto. Rimane secondo me un buon film, anche se il mio parere conta relativamente.

[ Questo messaggio è stato modificato da: alabamaman il 30-10-2005 alle 15:47 ]

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 01-11-2005 15:28  
quote:
In data 2005-10-30 13:31, Ayrtonit scrive:
quote:
In data 2005-10-30 13:19, follettina scrive:
io l'ho visto qualche sera fa.. bello, ma tristissimo...
la cosa che mi ha fatto ridere è la mamma che smascellava



ti ha fatto ridere??
ma cosa????
questo è un film drammatico, in cui il personaggio più crudo e anche crudele è quello della mamma, una strepitosa e intensissima burstyn.
e tu dici che ti ha fatto ridere?
ma non hai un pò di sensibilità??




lo so che è un film drammatico e so anche che è tristissimo.. mi sono solo spiegata male... credevo che la madre stesse prendendo piccole di qualsiasi tipo ma nn anfetamine. tutto qua. quando ho visto che smascellava ho detto: ma cazzo si sta a prende le anfetamine
_________________

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Granvia


Reg.: 24 Nov 2002
Messaggi: 203
Da: Salamanca Spagna (es)
Inviato: 01-05-2006 16:16  
Mai visto nulla di simile.
Se avete voglia di leggere, ve ne scrivo qui sotto.

(* presenza di spoiler *)

Tratto dal libro di Hubert Selby jr Requiem Per Un Sogno (Tit. or.: "Requiem For A Dream" (1978) - in Italia: Fazi Editore (2003), pagg. 261), è la storia di Harry, sua madre Sara, il suo amico di colore Tyrone e la sua fidanzata Marion: il nucleo scoppiato di un doloroso romanzo sull'aberrazione.

Il destino in parallelo di quattro protagonisti in quattro stagioni, dal sogno all'incubo. Uniti e sognanti all'inizio, soli e lacerati, nell'anima e nel corpo, alla fine.

Già dal titolo si capisce che la storia ha un andamento tragico. Prima c'è il sogno, la grande aspettativa, poi c'è il requiem.

Il requiem è una preghiera con cui si invoca la pace per i morti, benchè nel film non ci siano morti veri e propri. Sono viventi morenti, perchè la morte spesso può arrivare molto prima di morire. Persone senza speranza, che però nel loro passato almeno una volta l'hanno avuta, ci hanno creduto. E hanno perso.

Harry e Tyrone sono amici per pelle. Si drogano insieme. Cocaina ma soprattutto eroina, ogni tanto. Hanno grandi progetti. Comprare eroina, provarne un po' giusto per il proprio piacere, e spacciarla fino a riuscire ad accumulare abbastanza denaro per prenderne una grande partita e fare i soldi veri, facendola vendere agli altri, in quelle strade pericolose e inospitali di una New York apocalittica e selvaggia.
Poi Harry e Marion si innamorano e, sempre di tanto in tanto, si fanno insieme. Sono innamoratissimi e anche fra di loro ci sono grandi progetti. Vogliono fare abbastanza soldi con l'eroina per potersi comprare un caffè e farci dentro mostre, letture, eventi culturali. I progetti, nei loro minimi particolari, crescono tra una pera e l'altra.

All'inizio sembra andare tutto per il verso giusto, c'è entusiasmo, ma la discesa, il declino, è dietro l'angolo, e il progetto più importante, che si impone a discapito di tutti gli altri, e a discapito soprattutto dei sentimenti è procurarsi dosi sufficienti per se stessi.

Sara, la madre di Harry, vedova, vive in un universo parallelo che un paio di volte si incrocia con quello del figlio (per esempio, all'inizio, nello sgabuzzino). Le sue giornate trascorrono prevalentemente davanti alla televisione, mangiando cioccolatini. È quello il suo mondo.
Un mondo di pubblicità serene e di quiz in cui si vincono grossi premi, in cui ci si riscatta da una vita che non ha mai regalato niente a nessuno. Un mondo in cui lei, a causa di una strana telefonata ricevuta, è convinta di poter entrare dalla porta principale. Così incomincia una dieta a base di anfetamine che un medico senza scrupoli gli prescrive. Da qui inizierà il suo calvario.

Droghe e medici, una costante che chiude il film. I medici, qui, sono coloro che danno il colpo di grazia ai nostri doloranti e perduti personaggi. Alla fine si aggiungeranno anche i poliziotti, ma questo è già più tipico. Le istituzioni che disumanizzano, che trattano come sacchi proprio coloro che invece avrebbero bisogno di aiuto e di un po' di tenerezza. Chi dà tenerezza e aiuto viene scavalcato e messo da parte.

C'è grande pietas verso i quattro personaggi, ma è una pietas senza sconti. Vivono comunque in uno stato di perenne rimozione, e questa è una loro "colpa". Ma le loro debolezze e mancanze è giusto che costino loro così tanto? Ognuno trovi la propria risposta, se esiste.

Trovo sia stato realizzato talmente bene che certi stati psico-fisici sembra di provarli sulla propria pelle.
Il finale, poi, lascia inquietati in un crescendo di immagini+musica+montaggio sempre più rapidi. Fino alla quiete finale.
Disturbante.

Il mio voto? 9 e 1/2.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Granvia il 01-05-2006 alle 16:18 ]

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londoner

Reg.: 22 Gen 2005
Messaggi: 690
Da: london (es)
Inviato: 01-05-2006 17:00  
quote:
In data 2005-05-18 15:21, Ayrtonit scrive:
quote:
In data 2005-05-07 21:31, Marienbad scrive:
E' passato del tempo dal giorno in cui vidi "Requiem for a dream", ma ricordo distintamente che quello che alla prima visione mi parve tutto sommato un film godibile, alla seconda visione si dimostrò terribile.
Quella regia che tanto si va osannando, viene confusa con il semplice uso dei tempi di narrazione, qui serrati e convulsi. Dopo qualche minuto, l'occhio e il cervello si abituano a tal ritmo, attivando un meccanismo di ricezione che genera angoscia e non si cura dei dettagli, gettando lo spettatore in uno stato di completo asservimento.
Probabilmente per questo motivo, il film può essere considerato furbo, in quanto è capace di celare una superficialità di contenuti e la banalità nell'uso della narrazione visiva; ma innegabilmente si dimostra incapace di indagare in un qualsiasi aspetto del film.
Il risultato è un cocktail di stereotipi mostrati a doppia velocità.
La regia?
Ma quale regia?

_________________
Meglio voi che io

[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 07-05-2005 alle 21:33 ]


sinceramente marien mi ha tolto le parole di bocca. concordo sull incapacità registica, o meglio sulla furberia. ma essere furbi non nasconde qualche incapacità malcelata?
a me è sembrato, parte una sceneggiatura un pò fragile e banalotta, che aronofsky non abbia aggiunto nulla, anzi che un montaggio esagerato stordisca lo spettatore distogliendolo dai punti focali del soggetto. in realtà nell intreccio di storie, la migliore è senza dubbio quella della madre vittima della tv. a parte il fatto che l interpretazione della burstyn vale valanghe di premi , è qualcosa di eccezionale e che si vede raramente, il suo personaggio è l unico ad esser in qualche modo ben delineato. l unico che mi ha davvero fatto pena, che mi ha fatto riflettere. (personalmente poi, quei 2 imbecilli dei ragazzi, drogati, potevano finire molto peggio e ne avrei goduto).
non ho trovato nemmeno che il film fosse shoccante o un pugno nello stomaco...tranne, ripeto, che nella storia della madre.per il resto a livello visivo di scene shock non ve ne sono (e cmq niente a che vedere con trainspotting o arancia meccanica, per esempio), e anche ad un livello linguistico- registico mi sembra tutto abbastanza superificiale.
detto ciò il film non mi ha annoiato tranne in qualche breve passaggio, bravi anche gli altri attori, ottime la musica e la fotografia. ma ripeto, le vere lacune sono in regia e sceneggiatura. certo siamo sopra la mediocrità media di tante americanate, però un capolavoro certo non lo è.





I grandissimi registi in un primo momento non vengono mai apprezzati dalle masse abituate alla mediocrità... Pi E Requiem For a Dream sono due lavori strepitosi ... e sono certo che con The Fountain questo incredibile regista arriverà anche a stupire il pubblico più vasto ...

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Ilaria83

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 330
Da: porto torres (SS)
Inviato: 03-05-2006 18:54  
Grande film Requiem for a dream,diretto benissimo,caratterizzato da splendide musiche e ben recitato..il finale per me è stato un pugno allo stomaco..

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 15-08-2006 18:21  
Clint Mansell inietta il suo requiem. Dal silenzio allo strazio. Crescendo musicale di scioccante potere acustico. Crescendo visivo di scioccante efferatezza stilistica. Donna si chiude a chiave in una stanza. Ragazzo malnutrito e dallo sguardo pallidamente incazzato le ruba il televisore. Mamma! Mamma! Schermo tagliato in due. Rapporti infranti. La chiama ancora così. Ma quando vediamo qualcuno gridare “mamma” ad una vecchina impaurita è perché questi è un ladro, un pazzo criminale uscito da qualche falsata “bad taste” americana(ta). “Tutto si aggiusterà”. E invece no cara nonnina, tutto andrà a rotoli. Archi sovrapposti. Harry, il figlio ladro, pazzo criminale, è in realtà una vittima di un sistema ladro e psicotico. Impegna il televisore di sua madre per farsi. Eroina. Anfetamina. Metamfetamina. Astinenza. Caffeina. Dieta. Pompelmo. Televisione. Allucinazione. Tutto è utile per farsi, alienarsi e ricominciare. Harry ha il sogno di aprire un negozio di vestiti. La sua ragazza Marion di progettarli e prepararli alla vendita. Il loro amico Tyrone, complesso edipico o atroce rimorso, di farsi e continuare a farsi con una scatoletta di cartone piena zeppa di banconote. Il giro perfetto. Arricchirsi spacciando, senza sforzo, con le spalle coperte. Comparire in televisione con un bel vestito rosso. Senza dieta. Pillole. Verdi la mattina. Viola a pranzo. Blu per cena. Rosse prima di andare a letto. Arancio, la tintura dei capelli. Ora c’è un motivo per alzarsi dal letto la mattina. Senza marito né figlio. La televisione. Accudire sé stessi e rovinarsi. Fallire per delle pillole. Non ci si sente male. Non si viene licenziati. Non si divorzia. Non si deve riconquistare la fiducia dei figli. Siamo tutti drogati, di televisione, di sesso, di droga, di sintetico, di realtà, di materialità. Chi grida “mamma” lo fa rivolto ad una tossicomane. Chi ha un bel lavoro, una bella ragazza e aspetta un nipotino. Ma di fronte a sé ha solo un coglione con della merda infetta nel braccio. Beccare la vena. Non sbagliare. Bruciarsi. Godere. Beccare la vena. Avere la scimmia. Quando scoppi ti aspetta l’astinenza. Soffri. Culo contro culo. Per drogarsi ancora. Per raggomitolarsi sul divano stringendo tra le mani una cazzo di dose. Ancora una. Ancora una dose per favore. Perdere la dignità per una fottuta dose ancora. Perdere il braccio per non farsi più. Ma voglio ancora una dose perdio! Perdere i neuroni sotto elettroshock. Ma voglio ancora televisione. WE GOT A WINNER! C’è un vincitore! C’è… un vincitore! Il fallimento! IL FALLIMENTO! Di una società alla frutta. Di dottori che si riempiono le tasche di centoni con la malattia dei propri pazienti. Scatola vuota. Non c’è più un soldo. Requiem for a dream. Il sogno è svanito. L’incubo anche. Rassegnazione. Apatia. Per una vita che non può più offrire un cazzo. “Sporco negro spaccati la schiena!”. Razzismo. Dolore altrui. Dolore. Sono cazzi tuoi. Nessuno ci pensa a te, se non te stesso. Aronofsky lo sa. Lo sa meglio di chiunque altro. Lo dimostra meglio di qualunque Boyle o Akerlund. Aronofsky è autore di un film composito. Terribilmente intelligente. Videoclipparo(?). Porcamente cinematografico. Sbatte in faccia tutto. Frame di mezzo secondo. Frame di mezzo secondo. Entrambi stomachevoli. Entrambi schifosamente reali. Abusa come un drogato della sua roba. I mezzi che ha li sfrutta appieno. Fino all’overdose. Forma all’usufrutto del contenuto. Funzionale allo schifo che c’è in giro e di cui lui va a caccia. Imbraccia la mdp e filma. Lo fa con ricercatezza. Fa recitare i “suoi” con un ardore raro a scovarsi in altri lidi. Dove non c’è merda. Pillole verdi. Prati verdi. Pillole rosse. Tramonti plastificati. Pillole rosa. Corpi ipocritamente intrecciati. Pillole viola. Vestito cangiante. Vene viola. Infezione. Sangue che scorre nei tubi. Tubi aperti. Fontana.
Chissà se sarà all’altezza di questa maledetta finestra che si apre sul mare. Su un sogno che non c’è. Che è ancora allucinazione.
Aronofsky ed Ellen Burstyn qui superano sé stessi. Li ritroveremo insieme. Che il fallimento e la redenzione li uniscano ancora una volta nel sacro vincolo del grande cinema. Quello che della deiezione, fa un vero prodigio.

già pubblicata qui
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René Descartes

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Bash84

Reg.: 28 Dic 2005
Messaggi: 446
Da: Ascoli Piceno (AP)
Inviato: 16-08-2006 16:47  
Preferisco il bianco e nero sgranato di Pi Greco ai colori psichedelici di Requiem for a dream. C’è una bella differenza tra uno stile curato o anche predominante e uno stile-effetto in cui si ricercano soluzioni estreme quasi si trattasse di un esercizio di stile. A differenza del primo lavoro di Aronofsky questa visionarietà psicotica non si adatta al meglio al materiale trattato, ci troviamo di fronte ad una storia che non si evolve, ma al contrario ristagna sempre più in se stessa, che a mio avviso cozza palesemente con uno stile frammentato e frenetico, un po’ come se le due pulsioni: quella ansiosa e quella statica (che coesistevano perfettamente in Pi Greco) si annullino a vicenda. E’ anche vero che il tema non brilla della stessa originalità del primo film, tanto meno la caratterizzazione dei personaggi, abbiamo a che fare con un gruppo di patetici teen agers avvelenati dalla società e con una vecchia teledipendente impasticcata, li vediamo cadere verso un baratro attraversando tutte le sfumature del patetismo più estremo verso un finale scontato, anzi, obbligato. La dipendenza descritta in questo film non raggiunge comunque la crudezza di altri film del genere (o forse si tratta di una crudezza troppo edulcorata) ed è priva di qualsiasi barlume di autoironia o sarcasmo. La sintesi che il regista mette in opera in alcune scene, accostando una serie di immagini frenetiche, potrebbe essere interessante se non ci rimandasse irrimediabilmente a tutta una serie di videoclip o addirittura spot pubblicitari.
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 16-08-2006 18:13  
Questo è l'errore interpretativo più grave a mio parere. Il film non si arroga il diritto di rappresentare uno spaccato sociologico veristico ma si ferma al termine di: rappresentazione. L'intenzione di Aronofsky è quella di mettere in scena, ostentare, 'con ricercatezza' certo, ma il risultato non cambia. Se Boyle, Akerlund o Clark facevano uso dell'autoironia, Aronofsky a modo suo nè fa abuso. Tutto è intrinseco alla definizione di messa in scena, in questo caso di formularità, dato che l'overdose, prima che nei protagonisti, risiede tutta nell'esasperazione formale. Videoclippara, pubblicitaria, ecc. Potremmo attribuirle qualsiasi aggettivazione continuando a concordare sul fatto che resta ineccepibilmente aderente al manto sopitamente contenutistico che sta alla base. Se non vengono sviluppate le psicologie è perchè non frega a nessuno, in primis al regista, ma gli interessa agire di riflesso, nel riflesso di queste. Anfetamina, appunto. Farsi, appunto. Godere, appunto. Dimagrire, appunto. Soffrire, appunto. Finirsi, appunto. Il climax o l'anti-climax diegetico di cui guardiamo violentemente il risultato è il frutto di queste esperienze estreme. Vissute d'un soffio. Nella loro superficialità concettuale, carpiamo quello che di rado riusciamo ad assimilare da altre pellicole di questo genere. Ci immedesiamiamo nel delirio psichico dei quattro protagonisti, cadiamo nel loro incubuo attraverso la forma, non per mezzo di un contenuto semplicistico di critica sociale. La forma esasperata di Requiem for a dream si fa onomatopea dell'agire dei quattro protagonisti.
Non noto grosse affinità con Pi greco, che sinceramente reputo rapportabile soltanto alla cinematografia cyberpunk. Penso che se vi sono registi che indugiano su piani sequenza fissi dove viviamo la realtà continua e monotona dei protagonisti, in estrema antitesi troviamo un film dove la segmentazione frastornante della vita dei nostri viene realisticamente rappresentata da una forma adeguata.
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Bash84

Reg.: 28 Dic 2005
Messaggi: 446
Da: Ascoli Piceno (AP)
Inviato: 16-08-2006 23:33  
Sul fatto che Requiem For a Dream non sia rappresentazione di uno “spaccato sociologico veristico” credo che nessuno possa obiettare! Né ho cercato in esso una maggiore introspezione psicologica (che già mi è sembrata eccessiva). In effetti forse la mia critica è stata eccessivamente critica, forse perché Pi Greco mi è piaciuto moltissimo e le mie aspettative per R.F.A.D. erano diverse... in effetti sono d’accordo con te per la maggior parte dei punti che hai toccato. Aronofsky ha un gran talento, aveva in mente qualcosa quando ha fatto questo film e sono convinto che sia riuscito ad esprimere appieno ciò che voleva: la modularità, la routine discendente (o ascendente) della tossicodipendenza è in effetti resa in modo ineccepibile, il grottesco e la perdita altrettanto bene. Tuttavia questo film non mi è piaciuto e ho cercato di spiegarne i motivi (che non contrastano con quanto ho appena aggiunto). Questa forma così artefatta e barocca ai miei occhi è stridente e non trova la sua armonia con il patetismo (scusa se mi ripeto) che trasuda da ogni lato. E se – come non metto in dubbio – è proprio questa disarmonia, questo fastidio audiovisivo che si è voluto cercare, forse semplicemente non ho saputo apprezzarlo.
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 17-08-2006 07:52  
Questo caso rientra a far parte della tua personale sensibilità, rispettabilissima e di cui condivido buona parte delle impressioni che ha tratto.
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Verme87

Reg.: 01 Set 2006
Messaggi: 2564
Da: catanzaro (CZ)
Inviato: 25-10-2006 12:27  
ho visto questo film davvero per caso..non ne avevo mai sentito parlare..devo dire che sono stato molto fortunato a vederlo perchè è un film stupendo..Ci sono molti temi trattati nel film e su cui si potrebbe discutere...grande prova del regista e degli attori..Ellen Burstyn ma soprattutto Jared Leto..un finale davvero geniale..un film da vedere assolutamente..!
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Igraine

Reg.: 15 Nov 2006
Messaggi: 1223
Da: Cremona (CR)
Inviato: 11-02-2007 22:20  
Non so che dire. Ho appena finito di vederlo su consiglio di un amico e sinceramente devo ancora riprendermi.
Un film con un ritmo frenetico, che ti fa pulsare il cuore a una velocità pazzesca, e l'astuzia del regista sta proprio in questo, tenerti incollato al video con le mani attaccate alla poltrona perchè non riesci a rilassarti per niente.
Il tema della dipendenza (in questo caso da droghe, tv e farmaci) è già stato trattato da tantissimi altri registi, ma questo film a mio avviso ha qualcosa in più.
Non so come mai, ma l'ho trovato davvero pesantissimo da mandar giù, anche se le varie tipologie di dipendenza non mostrano niente di nuovo che la gente non conosce già.
Ottime le interpretazioni ma soprattutto davvero da mozzare il fiato le musiche, da brivido (soprattutto i momenti in cui i violini sembrano quasi impazzire per quanto vengono suonati, per mantenere il ritmo frenetico delle scene).

Da vedere, sicuramente.
_________________
... e sedetti sotto un albero, piegai le ginocchia e mi presi la testa tra le mani come l'elfo addolorato di una fiaba ...

SCELTI DALLE TENEBRE

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