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Autore the drug-world
HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 17-11-2006 11:10  
Qualcuno ha dei dati? Mo sono curioso, non so se fosse solo per quello che dici Gats.

edit: ecco , non che mi convinca molto, parla prettamente degli USA, ma dà un'idea:
Come poté accadere che una pianta coltivata secolare e generi voluttuari accettati dalla buona società divennero delle diavolerie; il motivo per il quale la fibra di canapa era malvista nel commercio dai re americani del cotone, e il modo in cui gli USA impiegavano la politica di droga per altri interessi.
-Nel sedicesimo e diciasettesimo secolo, acquavite, caffè, tè e tabacco venivano considerate sostanze problematiche. L'elite culturale e i signori politico-statali temevano che l'uso incontrollato di nuove sostanze avrebbe messo in pericolo le strutture di potere e l'ordine voluto da Dio.

-Nel diciannovesimo secolo la società cambiò nettamente. In Europa gli alimenti di produzione propria familiare diminuìrono e molte persone erano malnutrite. Cacao, caffè, hashish, oppio, tè cinese e alcool si ritrovarono come alimenti sostitutivi nelle cucine dei poveri. Soprattutto l'alcol, che era dissettante, calmava la fame e inoltre faceva dimenticare le preoccupazioni. Aiutava l'uomo a sopportare meglio il duro lavoro in fabbrica e, ingerito in grandi quantità, permetteva di evadere alla quotidianità. Ecco come il consumo di acquavite diventò un problema per i bassi ceti sociali.
-In seguito a discussioni accesissime l'Amministrazione Federale dell'Alcool nel 1887 apriva le sue porte come unica azienda di monopolio dello Stato.
-Con la convenzione di Haag sull' oppio del 1912 venne creata la base contrattuale per il proibizionismo del ventesimo secolo. Il testo dell' accordo parla di "aspirazione umana" come base di una politica di divieto dei paesi contraenti. Ma la "guerra alla droga" chiesta sopratutto dagli USA era ed è primariamente una guerra contro l' uomo (consumatore e produttore). Anche durante le conferenze tenute dopo la prima guerra mondiale gli USA avevano un ruolo decisivo nel imporre l'applicazione repressiva. Questa fù inizialmente limitata all'oppio con i suoi alcaloidi (eroina) e alla cocaina. Nell'America degli anni venti veniva praticato il proibizionismo. Quando, dopo soli pochi anni, e in seguito alle conseguenze aberranti come il formarsi del mercato nero e di organizzazioni mafiose e a delinquere il proibizionismo venne abolito, i proibizionisti, temendo la disoccupazione, si accanirono contro la canapa. Si parlava della droga "killer" cannabis, che faceva inebriare gli addolescenti al punto da farli diventare una minaccia imprevedibile per la società americana.
-Negli USA il cannabis veniva consumato soprattutto dai neri. Ecco come il proibizionismo si allacciò al razzismo. Insieme alla canapa terapeutica sparì anche la fibra di canapa, e fù così che questa fibra industriale tradizionale venne espulsa dal mercato; i paesi produttori erano economicamente indeboliti, e il mercato era aperto al monopolio del cotone e della fibra sintetica. Nemmeno l'imporsi della proibizione sull'oppio è da scindere dall'ostilità verso gli stranieri. Dopo il 1850 un gran numero di cinesi immigrò negli USA. Molti di loro erano fumatori di oppio; venivano considerati lavoratori molto efficienti. Gli WASP (White Anglo Saxon Protestants) dominanti vedevano nei braccianti fumatori di oppio una concorrenza di lavoro indesiderata. Tramite una campagna di stampo antiorientale la minoranza cinese venne stimmatizzata e oppressa attraverso la causa della droga.


[ Questo messaggio è stato modificato da: HistoryX il 17-11-2006 alle 11:35 ]

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 17-11-2006 11:30  
quote:
In data 2006-11-17 11:02, HistoryX scrive:
quote:
In data 2006-11-17 03:22, mescal scrive:
No, quello che io ho chiesto è cosa rende una persona "colpevole", se fa una cosa che non dovrebbe essere competenza di estranei...
Non riesco a comprendere il meccanismo attraverso il quale delle persone si arrogano il diritto di entrare nella vita di qualcuno e di vietargli delle abitudini personali, che possono essere il consumo di aspirina, di eroina, o di altri farmaci...


Per quanto riguarda la società più che colpevolezza, parlerei come si è già detto, di responsabilità.
Chi ha il potere di vietare ha anche il dovere di recuperare e prevenire.

quote:
In data 2006-11-17 03:22, mescal scrive:
Non riesco a capire le ragioni per cui, a un certo punto del secolo scorso, le droghe, che non avevano mai dato nessun problema di alcun genere, sano divenute, almeno ufficialmente, un problema chela legge doveva sanzionare ed estirpare.


Questa è una domanda davvero interessante, hai qualche idea in merito?

Spero si concluda la diatriba sulla colpa, logico che ognuno è responsabile di se stesso e delle sue azioni, ma logico che lo sia anche società e stato.
Il vivere civile è responsabilità del singolo e dell'insieme, e questo parte dall'alto come dal basso.



Qualche idea in merito, dici? No, è qualcosa che vorrei capire io per primo...
La storia del proibizionismo è davvero complicata... Ad esempio, perchè a un certo punto viene liberalizzato l'alcol, e proibita la marijuana, inizialmente esclusa?
Al di là di questo, sul proibizionismo in generale una mia possibile spiegazione è che, a un dato momento, si sia voluto imporre un certo modello di vita, collegato anche a delle esigenze di produttività nell'ambito del fordismo-taylorismo. Partendo dalle necessità della fabbrica, si è ritenuto di dover "regolarizzare" la vita del cittadino-lavoratore per massimizzarne la resa in termini di profitto, limitando il più possibile lo spazio dei momenti "dionisiaci" nella vita delle classi sottomesse.
E' interesante notare che poi le droghe ritrovano la loro utilità in ambito bellico, dove vengono utilizzate per eccitare l'aggressività del lavoratore nel momento in cui essa è utile ad ottenere un incremento di produttività nell'ambito delle mansioni svolte nel contesto militare.

Noto che ritorni anche tu sul concetto di responsabilità e di vivere civile: ma spiegami, in termini più concreti, in che modo le sostanze che io decido di consumare abbiano una ricaduta all'interno della tua vita, per cui io debba eventualmente sentirmi responsabile nei confronti di qualcuno...
Al di là della questione di rubare, x avere soldi, x comprare droga, ma questo ha a che fare più che altro con l'organizzazione sociale che ci siamo dati sulla questione delle droghe, per cui il loro prezzo è elevato perchè sono proibite, per cui non vengono prescritte ai tossicomani.
Non possiamo scegliere di avere il proibizionismo, e poi lamentarci delle sue conseguenze.



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godfew

Reg.: 24 Lug 2006
Messaggi: 453
Da: Pesaro (PS)
Inviato: 17-11-2006 12:00  
quote:
In data 2006-11-17 11:00, gatsby scrive:
quote:
In data 2006-11-17 10:31, godfew scrive:
quote:
In data 2006-11-16 23:45, gatsby scrive:
quote:
In data 2006-11-16 19:10, godfew scrive:
quote:
In data 2006-11-15 18:32, gatsby scrive:
ma che c'entra? sei partito per la tangente.
Secondo te, la nostra costituzione, i nostri codici su cosa sono costruiti?
Ma hai mai dato un esame qualsaisi di diritto?




Ne ho dati 8 di esami di diritto dato che sono laureato in Economia e Commercio. Parlando di Codici forse sei tu che non hai bene in mente la situazione, dato che sono testi tecnici che non hanno nulla a che vedere con ideali nazionali e che a seconda della legislatura vengono di volta in volta stravolti fino a regolare determinate materie anche in maniera opposta.
Per quanto riguarda la Costituzione è stata scritta in un periodo di rarà integrità nazionale come quella del dopo-guerra in cui lo spirito anti-fascista è e riuscito ad unire il paese (persino gli ex-fascisti), cmq a parte questo vedo che se non condividi ciò che un altro dice accantoni facilmente le sue parole come stronzate, quindi il dialogo assume sempre più connotati grotteschi. A me non pare di liquidare le tue parole semplicisticamente con un "tanto non capisci niente" cmq fai un po tu...

[ Questo messaggio è stato modificato da: godfew il 16-11-2006 alle 19:12 ]



Lo Stato, il nostro essere nazione e "italiani" si rifà in via teorica a queste nozioni. Una consivisione di valori per i quali son giuste e sbgliate le stesse cose. Non a caso (avendo dato le'sma ei diritto pubblico dovresti saperlo)non tutte le nostre fonti di legge sono £esplicite", ma si possono basare anche sulla consuetudine. Riconosciamo le stesse autorità e gli stessi valori. E questo a prescindere da destra e sinistra (che non c'entrano nulla). Come si può dire che la nostra, come quella di quasi tutte le nazioni, non sia una civiltàche si basa sugli stessi valori?è proprio questa la base per l'autodeterminazione!



Puoi citarmi tutti i sociologhi che vuoi, ma io mi baso sulle esperienze personali, mi guardo intorno e non vedo una società unita. Hai citato la Costituzione, che è portatrice di valori universalmente riconosciuti come la libertà, il diritto ad una identità personale ed al lavoro. Questi sono valori che "più o meno" sono ancora condivisi in quanto universali e pilastri della Democrazia stessa. Ma già quando dici che riconosciamo le stesse autorità, sbagli, dato che abbiamo avuto un capo del governo che ha fatto di tutto per delegittimare, demonizzare se non addirittura colpevolizzare un'importante istituzione come quella della Magistratura.



cioè, la prima parte del discorso viene smontata semplicemnte con il fatto che Berlusconi (cosa comunque gravissima)abbia cercato di delegittimizzare la magistratura. e presumo che dicendo Berlusconi, e dando così forza alle sue dichirazioni, pensi che un quasi 50% delle persone (i votatnti della Cdl) la pensino come lui. Bah...Comunque mi fa piacere di come le definizioni di "società civile" siano smontate dalla tua esperienza personale. Le prossime volte prima di utilizzare quesa tipologia di termini hiederò qual'è il significato che ha ognuno degli utenti, in modo da non potermi trovare in contraddizione con chicchesia.

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E la nuvola chiese alla pioggerellina: "E tu, cosa farai da grandine?".

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[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 17-11-2006 alle 11:01 ]



Vedo che il tuo modo di rispondere arrogante non cambia, non ripondi mai a quello che dico ma dici semplicemente non capisci niente e sono solo stronzate. Beh se vuoi avere per forza ragione, prova a parlare a uno specchio e vedrai che ti risponderà con le tue stesse opinioni.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-11-2006 12:15  
bah non mi paer, anzi ho sempre argomentato il mio punto di vista, e ho anche sempre risposto punto su punto alle tue considerazioni.Bah.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-11-2006 12:17  
scusa ma hai visto che oltre a quello che hai quotato c'è anche un messgagio di risposta sempre verso di te, anche subito prima?

edit. se volevo dire semplicemnete che non ci capisci nulla o cose del genere (cosa che poi non ho mai scritto così come quella ella repressione, ma leggi o no?) non ti avrei risposto con quei post lunghi non solo per numero di caratteri, ma anche per elaborazione. Mi pare che sia tua a non voler dialogare, visto che non rispondi mai a quanto ti faccio notare, rifuggaiandoti sempre in un discorso "altro".

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[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 17-11-2006 alle 12:21 ]

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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 17-11-2006 12:26  
Ma alla fine dei conti si,ognuno ha il diritto di imbottirsi di tutti i veleni del mondo,non è colpevole nei miei confronti ma è colpevole di aver fatto una scelta sbagliata che lo porta dritto verso la morte,il più delle volte inconsapevolmente.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-11-2006 12:27  
quote:
In data 2006-11-17 12:00, godfew scrive:
Beh se vuoi avere per forza ragione, prova a parlare a uno specchio e vedrai che ti risponderà con le tue stesse opinioni.



no, voglio avere per forza torto.
Rileggiti la discussione,
ti ripeto che più delle volte hai immaginato ciò che ho scritto. Io parlavo di società civile in termini di nazione e base del nostro essere bene o male nazione, e tu parli di Berlusconi, fascimo e comunismo.
Io dico che il "drogato" è un problema generale, di tutti e non del isngolo individuo, e ne spiego il perchè, e tu invece dici che ho parlato di repressione o cose del genere.
E poi mi dici che io non ti leggo, bah.

Guarda io mi sono riletto tutta questa discussione propri oper capire dove potessi averti frainteso.Fallo anche tu, magri ti rendi ocnto che molte delle cose che hai scritto andavano verso direzioni che nessuno si era mai interessato a percorrere.

_________________

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[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 17-11-2006 alle 12:29 ]

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 17-11-2006 12:39  
quote:
In data 2006-11-17 12:26, Midknight scrive:
Ma alla fine dei conti si,ognuno ha il diritto di imbottirsi di tutti i veleni del mondo,non è colpevole nei miei confronti ma è colpevole di aver fatto una scelta sbagliata che lo porta dritto verso la morte,il più delle volte inconsapevolmente.


il punto è che spesso e volentieri chi è in uno stato acuto e profondo di dipendenza, mette in pericolo anche gli altri, oltre che se stesso.
quindi il problema non è solo morale, ma anche giuridico e sociale.
detto ciò non manderei i drogati in carcere ma in centri di recupero appositi e obbligatori.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 17-11-2006 12:55  
quote:
In data 2006-11-17 12:39, Ayrtonit scrive:
il punto è che spesso e volentieri chi è in uno stato acuto e profondo di dipendenza, mette in pericolo anche gli altri, oltre che se stesso.
quindi il problema non è solo morale, ma anche giuridico e sociale.
detto ciò non manderei i drogati in carcere ma in centri di recupero appositi e obbligatori.




A parte questo che è verissimo io intendevo far capire che spesso chifa la scelta di fare uso di droghe non lo fa consapevolmente,ignora che il termine della strada imboccata è la morte ed il percorso stesso è fatto di infelicità e depressione e che lo stato di benessere che si prova al inizio è solo un abbaglio.Per questo secondo me un paragone tra chi sceglie di fare uso di droghe e chi sceglie di imbottirsi di aspirine non regge proprio.

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godfew

Reg.: 24 Lug 2006
Messaggi: 453
Da: Pesaro (PS)
Inviato: 17-11-2006 13:04  
quote:
In data 2006-11-17 12:27, gatsby scrive:
no, voglio avere per forza torto.
Rileggiti la discussione,
ti ripeto che più delle volte hai immaginato ciò che ho scritto. Io parlavo di società civile in termini di nazione e base del nostro essere bene o male nazione, e tu parli di Berlusconi, fascimo e comunismo.
Io dico che il "drogato" è un problema generale, di tutti e non del isngolo individuo, e ne spiego il perchè, e tu invece dici che ho parlato di repressione o cose del genere.
E poi mi dici che io non ti leggo, bah.

Guarda io mi sono riletto tutta questa discussione propri oper capire dove potessi averti frainteso.Fallo anche tu, magri ti rendi ocnto che molte delle cose che hai scritto andavano verso direzioni che nessuno si era mai interessato a percorrere.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 17-11-2006 alle 12:29 ]



Ok vediamo di ricapitolare.
Il tutto è partito da una mia domanda, nel preciso contesto di società, droga e cittadino: quali sarebbero sti famigerati ideali comuni?
Tu hai parlato all'inizio di un ideale-valore comune a tutti, che guida i membri di una società.
Io ti ho risposto che per me non esiste un ideale, dato che lo stesso sistema politico, che rappresenta più o meno le idee della gente comune, è all'incirca diviso in due, le cui fazioni politiche hanno valori diversi, fino ad essere opposti.
Tu mi hai risposto parlando della Costituzione e dei codici come istituzione simbolo di una comunione di valori, menzionando anche il fatto che tutti sottostiamo alle stesse autorità.

Forse ho saltato qualche passaggio ma piò o meno fin qui penso che ci siamo no?

A quel punto io ti ho risposto che in tema di droga e tolleranza i valori da te citati come quelli della Costituzione e le varie nozioni di società per me non hanno nulla a che vedere con lo specifico tema trattato in questo topic.
In più ho fatto un esempio (cazzo un esempio!!!!) che non è poi così vero che tutti sottostanno alle autorità.

Tu mi hai risposto da quello che dici si vede che non capisco una cippa perchè Berlusconi con le tue definizioni di società non centra niente, o perlomeno il senso era questo.

Volendo riassumere, il mio pensiero è questo: la società è sicuramente basata su dei comuni ideali, ideali che però sono troppo alti e generici per essere applicati in un preciso contesto quale quello della tolleranza o meno di fronte al problema della droga. Perchè il discorso è partito dal tema della droga no? e dell'atteggiamento da prendere di fronte a questo problema. Quindi non sto dicendo che le tue parole sulla società e sugli ideali comuni nazionali non siano veri. Dico che innanzi tutto gli stessi politici che ci rappresentano sono i primi spesso a sputare sopra principi cardine e istituzioni, deliggittimandoli e trattandoli alla stregua di arcaichi residuati di un periodo storico passato.
Poi che di fronte a questa piaga che è la droga non i possono tirare in ballo questi comuni ideali, perchè da quando la questione è appunto diventata un problema la società si è spaccata in due, con diverse soluzioni, diversi punti di vista e diversi approcci.

[ Questo messaggio è stato modificato da: godfew il 17-11-2006 alle 13:06 ]

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Tenenbaum

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Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 17-11-2006 13:34  
scusa se mi intrometto

gli ideali comuni, o meglio principi fondamentali , rimangono tali e ci sono sempre

le soluzioni differenti sono una cosa diversa
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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 17-11-2006 14:27  
quote:
In data 2006-11-17 12:55, Midknight scrive:
quote:
In data 2006-11-17 12:39, Ayrtonit scrive:
il punto è che spesso e volentieri chi è in uno stato acuto e profondo di dipendenza, mette in pericolo anche gli altri, oltre che se stesso.
quindi il problema non è solo morale, ma anche giuridico e sociale.
detto ciò non manderei i drogati in carcere ma in centri di recupero appositi e obbligatori.




A parte questo che è verissimo io intendevo far capire che spesso chifa la scelta di fare uso di droghe non lo fa consapevolmente,ignora che il termine della strada imboccata è la morte ed il percorso stesso è fatto di infelicità e depressione e che lo stato di benessere che si prova al inizio è solo un abbaglio.Per questo secondo me un paragone tra chi sceglie di fare uso di droghe e chi sceglie di imbottirsi di aspirine non regge proprio.


il paragone nasceva dalla semplice constatazione che eroina e aspirina sono state sintetizzate dallo stesso ricercatore della Bayer, in pratica contemporaneamente.

Riguardo agli effetti, ti riporto questo:

L'uso occasionale di oppioidi puri non crea problemi, a parte i rischi connessi con l'iniezione e il rischio di overdose. Contrariamente a quanto si crede (e a differenza di sostanze legali come alcool e tabacco) gli oppioidi puri sono di per sé sorprendentemente non-tossici anche se presi quotidianamente per molti anni, e sono ben noti i casi di persone che hanno avuto una vita lunga e produttiva (anche ad alto livello professionale) pur essendo diventati "dipendenti" da oppioidi. Tuttavia, l'uso continuativo determina col tempo "tolleranza", ossia necessità di aumentare la dose per ottenere gli stessi effetti, e "dipendenza fisica", ossia adattamento dell'organismo alla presenza del farmaco, con una sensazione di grave e prolungato malessere, accompagnato da tipici disturbi, in caso di improvvisa sospensione (crisi di astinenza). Come è ovvio, essendo l'astinenza molto sgradevole, alla dipendenza fisica si accompagna inevitabilmente una forte "dipendenza psichica". Attenzione! la tolleranza torna a zero dopo un periodo di sospensione dell'uso, e l'overdose è in agguato se si ricomincia con la dose che prima era abituale.

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angelonero

Reg.: 13 Mar 2006
Messaggi: 969
Da: rieti (RI)
Inviato: 17-11-2006 14:49  
quote:
In data 2006-11-17 12:26, Midknight scrive:
non è colpevole nei miei confronti ma è colpevole di aver fatto una scelta sbagliata



sbagliata per chi?
per te? per la morale comune?
per la vita appesa ad un filo?

non ho mai ben presente cosa s'intenda per giusto o sbagliato..
nè dove prendano spunto per ergersi a giudici super partes coloro che giudicano cosa sia giusto e cosa sbagliato.
ditemelo

_________________
Vivo, inaspettatamente, tuo prigioniero e prigione.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 17-11-2006 14:56  


allora devi dimostrare che compiere atti contro la salute del corpo (ma non solo direi) non sia sbagliato
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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 17-11-2006 15:05  
quote:
In data 2006-11-17 14:56, Tenenbaum scrive:


allora devi dimostrare che compiere atti contro la salute del corpo (ma non solo direi) non sia sbagliato



esatto.
e se si sostenesse un pensiero del genere, bisognerebbe a quel punto ricadere nel relativismo assoluto, per cui il giusto e lo sbagliato non esisterebbero, dal momento che tutto potrebbe esser più o meno giusto o più o meno sbagliato.
cosa che per come la vedo io è impossibile.
_________________
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DEMONSETH

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