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Autore C'era un cinese in coma
paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 07-11-2004 21:35  
Conferenza stampa di "C'era un cinese in coma" di Carlo Verdone

Nel suo nuovo film il protagonista è un agente di giovani talenti. Quanto ha inciso nella costruzione di questo personaggio la sua esperienza personale?
Il film non è autobiografico ma ho preso spunto dall'osservazione di tanti rapporti che ho in parte vissuto e visto. Mi è sembrato interessante sviluppare il tema dell'ingratitudine, che è centrale nel nostro ambiente. Il problema è che nel mondo dello spettacolo continua a contare molto di più la quantità puttosto che la qualità. Dunque non conta quello che fai ma il pubblico che attrai con quello che fai. Anche a me è successo di vivere un'esperienza simile un paio di volte e di perdere per questo degli amici molto cari.

Come mai ha deciso di fare un film diverso dal suo abituale registro?
E' la naturale evoluzione delle cose. Ho voluto sviluppare una storia che mi piaceva, costruita a diversi livelli, fatta di più atmosfere, dalla famiglia alla solitudine, dall'amicizia al momento del successo, e anche molto malinconico. Volevo fare un film sul successo facile, sulla solitudine all'interno della famiglia, a tratti patetico ma con un finale non triste, pieno di piccoli significati, direi quasi liberatorio. L'amarezza di questo film è costruttiva, riflette esperienze che si vivono nelle vita, permette al pubblico di ritrovarsi in cose che conosce. Non mi interessa più quanta gente esce dal cinema ma come, e credo che su questo aspetto dovremmo lavorarare per far riprendere il cinema italiano.

Nel film Ercole viene superato dal suo discepolo. Le è mai capitata una cosa del genere nella vita?
Sinceramente no, e tra l'altro nei miei film cerco sempre di "lanciare" un attore emergente. Cerco di dare la mia esperienza a chi è all'inizio della carriera senza alcuna riserva o paura, e da loro ricevo una grande energia.

In genere interpreta personaggi abituati a subire i soprusi in silenzio. Con il personaggio di Ercole sembra esserci una sorta di riscatto dal passato. E' così?
Effettivamente ho sempre interpretato personaggi che incassavano. Stavolta il protagonista reagisce ma la sua vita è comunque molto triste, solo nella sua famiglia, perdente nel lavoro, con la sua "corte dei miracoli" che non ingrana mai. E poi il finale, in genere malinconico nei miei film, qui è indubbiamente positivo.

Il personaggio che interpreta appare un uomo confuso tra il bene ed il male in un mondo deteriore. Perchè?
Questo ambiente ti porta ad avere un cinismo fuori dalla norma. Conosco personaggi amabilissimi nella vita di tutti i giorni ma spregiudicati nel lavoro. Ercole vive in un mondo parallelo, notturno, deve essere iena tra le iene e ruffiano del suo allievo. Ma scremando tutti questi difetti emerge una persona perbene, che alla fine cade proprio sui suoi errori. Il mondo in cui vive è un mondo in cui non si riesce ad approfondire un'amicizia, in cui non si è più capaci di stupirsi e di assaporare le cose normali. Un mondo molto confuso, vuoto, materialista, regolato dalla competizione, dall'arte di rubacchiarsi l'uno con l'altro per primeggiare.

Il film si apre con un balletto e si chiude con una barzelletta. E' un omaggio al mondo dell'avnspettacolo?
Sicuramente. Il finale con la barzelletta è quasi catartico, rappresenta il momento del riscatto totale. Il protagonista non la recita in maniera eccellente, ma correttamente. E proprio così capisce che è in questo modo che bisogna muoversi, con correttezza e con onestà. L'omaggio all'avanspettacolo c'è anche nel modo di parlare di Ercole, un po' circense, con un dialetto forzato a coprire la cadenza romana.

Il film esprime credo ottimamente ciò che Verdone ha detto in quest'intervista. Tenendo presente l'intelligenza e l'acume del cineasta romano, vorrei spezzare una lancia a favore di "C'era un cinese in coma"
Io sono molto legato a Verdone, è stato l'attore a cui per primo mi sono avvicinato circa cinque mesi fa e colui che mi ha "iniziato" al cinema.
"C'era un cinese in coma" non è un film perfetto, ma assai pretenzioso e con alcuni vuoti all'interno.
Ma credo ciò detto da Verdone nella conferenza stampa fuoriesca chiaramente da questo lungometraggio, che sfiora in molti i casi i limiti del drammatico.
Intendo anche bruciare questa specie di moda che c'è nel giudicare negativamente gli ultimi lavori di Verdone.
Calcolando soprattutto il fattore che l'artista deve anche sapersi rinnovare.



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"Ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene"

[ Questo messaggio è stato modificato da: paolo14 il 07-11-2004 alle 21:38 ]

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 08-11-2004 00:24  
Probabilmemte quando Verdone tornerà a fare film interessanti la moda passerà...
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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 08-11-2004 19:51  
A mio parere, "Ma che colpa abbiamo noi" è un film molto interessante.
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L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass

http://arteonline.blog.excite.it/

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Hiyuga

Reg.: 05 Ago 2004
Messaggi: 1301
Da: Gossolengo (PC)
Inviato: 09-11-2004 20:18  
A mio parere, anche L'amore è eterno finchè dura è un buon film..


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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 09-11-2004 20:19  
anche il cinese, dai
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M.O.I.G.E. al rogo

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SolidSnake

Reg.: 13 Mar 2003
Messaggi: 10561
Da: San Cesareo (RM)
Inviato: 09-11-2004 20:43  
Ho trovato che l'intreccio di "C'era un cinese in coma" somigliasse per alcuni versi a quello di "Sono pazzo di Iris Blond", che considero, quest'ultimo, probabilmente il miglior film di Carlo Verdone.

In effetti è vero, Verdone negli ultimi suoi lavori è risultato un pò indebolito e il bisogno di un rinnovarsi, come lui stesso ha affermato, cominciava a farsi sentire. Ciononostante ho molto apprezzato i suoi ultimi due lavori, ovvero MA CHE COLPA ABBIAMO NOI, e L'AMORE E' ETERNO FINCHE' DURA: in essi si riconoscono le grandissime doti che ho sempre apprezzato dell'artista tuttofare Verdone:
- la regia che, nonostante sia abbastanza evidentemente più fiacca del solito, riesce sempre a raggiungere un buon livello grazie alla grande capacità di (auto)ironizzare di Verdone.
- il Verdone sceneggiatore è, secondo me, il vero punto di forza: è capace, anche con tantissimi lavori alle spalle, di caratterizzare e saper valorizzare ogni suo personaggio delle sue sceneggiature, creando ancora dei buoni intrecci con tematiche di fondo sempre attuali e che portano alla riflessione. Riesce anche a saper amalgamare con grande equilibrio commedia e tragedia.
- la recitazione è sempre di buon livello: si è sempre visto come Verdone abbia portato molto di sè (il suo carattere, le sue debolezze) nella caratterizzazione dei personaggi che interpretava: se da una parte questo può portare a far apparire i suoi personaggi per alcuni versi simili tra loro, dall'altra fa in modo che li porti in scena con grande naturalezza e spontaneità.

Come ha sottolineato nell'intervista, Verdone non si preoccupa di quanta gente esca dal cinema, e da come esca dal cinema. E questo lo fa un uomo di cinema virtuoso e professionale, che purtroppo è costretto a subire i successi di botteghino delle menate di Vanzina e Parenti. Se ha attraversato un periodo di crisi è, in un certo senso, anche colpa delle nostre scelte (non parlo certo del forum ma proprio degli spettatori di tutta italia).

Ho sempre apprezzato Verdone e so che non mi deluderà mai completamente, neanche per i prossimi lavori.
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Voi guardate verso l'alto, quando cercate elevazione. E io guardo in basso, perchè sono elevato.

Zarathustra, da COSI' PARLO' ZARATHUSTRA

http://nakash.myminicity.com

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Hiyuga

Reg.: 05 Ago 2004
Messaggi: 1301
Da: Gossolengo (PC)
Inviato: 11-11-2004 21:15  
Io invece non lo conoscevo quasi per niente e l'ho recuperato quasi tutto in una serie di suoi film su Rai3..

Il film a cuii è intitolato il topic l'ho trovato discreto ma non troppo originale..

Comunque meglio di un qualsiasi Pieraccioni/Vanzina/Parenti..

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