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Cinema e memoria |
eltonjohn
Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 14-07-2008 17:49 |
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quote: In data 2008-07-14 17:47, utopia scrive:
Si potrebbero evitare inutili offtopicismi volti all'offesa?
Grazie.
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Ma non si tratta di offendere le persone e solo che certe cagate offendono l'intelletto di chi legge...
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 17:53 |
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quote: In data 2008-07-14 17:41, Fakuser scrive:
quote: In data 2008-07-14 17:34, Valparaiso scrive:
Il giorno che comincerai a scrivere anche la Fica con la lettera maiuscola, prenderò in considerazione il tuo discorso...
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Ma è il tuo che è capzioso e senza senso.
L'uso della maiuscola non per forza è reverenziale, ma può implicare un sacco di altre variabili che ho cercato di riassumere.. che centra il vecchiume al quale ti richiami tu?
Sinceramente, e già te l'ho detto, la tua ideologietta da Uomo della Strada lascia il tempo che trova, soprattutto se essa ti porta ad affermare che il cinema è il medium più democratico di tutti.
Che tutti (quali tutti? ) possano vedere non implica che sappiano guardare.
Ma il Cinema negli occhi di un non Guardante è luce sprecata e percentuale aumentata di degradazione della vista, niente più.
Nascondersi dentro la baracca del povero non salva dall'ignoranza, caro ominicchio.
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Resta il fatto che per tanti concetti è possibile fare l'uso della maiuscola che tu hai indicato, e che tu scegli di farlo proprio sul cinema.
Questo è indice di un modo di considerare l'oggetto in questione che è deteriore e museale. Finire in museo è l'ultimo atto della vecchiaia di ogni arte, quando essa non ha più realmente una funzione nella società in cui si trova.
Tieniti la tua visione elitaria della questione, per quanto mi riguarda è una visione come un'altra, solo estremamente più noiosa e pedante e delle altre.
Io spero ancora che il cinema riesca a scamparla da certi ottusi sfigati...
[ Questo messaggio è stato modificato da: Valparaiso il 14-07-2008 alle 17:54 ] |
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Kubrick5
Reg.: 19 Apr 2006 Messaggi: 5694 Da: San Zeno (BS)
| Inviato: 14-07-2008 17:53 |
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quote: In data 2008-07-14 16:50, Valparaiso scrive:
Nel tuo scriverlo con la maiuscola c'è già una idea di cinema, quello di un Oggetto Culturale Elevato, destinato ai Musei e riservato a Pochi Veri Adepti, quando la forza del cinema è sempre stata, al contrario, nella capacità di parlare a chiunque, di rivolgersi all'uomo nella folla.
Stiamo parlando dell'unico vero medium democratico del secolo scorso, non dimentichiamolo...
| Se il cinema parla a chiunque (cosa in cui credo fermamente), significa che tutti possono ascoltarlo. Il problema (che è anche la sua bellezza) è che ognuno di noi recepisce un diverso significato, perchè ogni uomo, indipendentemente dal grado di cultura, si sofferma su determinati particolari che un altro snobberebbe.
Ecco l'unicità del cinema, la sua unica verità.
Chi va contro a questa realtà viene preso a calci in culo dal cinema, come ben aveva sottolineato Marien
_________________ Anche la follia merita i suoi applausi |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 17:56 |
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quote: In data 2008-07-14 17:53, Kubrick5 scrive:
quote: In data 2008-07-14 16:50, Valparaiso scrive:
Nel tuo scriverlo con la maiuscola c'è già una idea di cinema, quello di un Oggetto Culturale Elevato, destinato ai Musei e riservato a Pochi Veri Adepti, quando la forza del cinema è sempre stata, al contrario, nella capacità di parlare a chiunque, di rivolgersi all'uomo nella folla.
Stiamo parlando dell'unico vero medium democratico del secolo scorso, non dimentichiamolo...
| Se il cinema parla a chiunque (cosa in cui credo fermamente), significa che tutti possono ascoltarlo. Il problema (che è anche la sua bellezza) è che ognuno di noi recepisce un diverso significato, perchè ogni uomo, indipendentemente dal grado di cultura, si sofferma su determinati particolari che un altro snobberebbe.
Ecco l'unicità del cinema, la sua unica verità.
Chi va contro a questa realtà viene preso a calci in culo dal cinema, come ben aveva sottolineato Marien
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Infatti ho letto una frase del vostro amico Haneke in cui sosteneva di essere convinto che in una sala con 1000 spettatori, vengono proiettati 1000 film diversi.
Non conosco bene Haneke come regista, ma è una cosa di cui sono convinto anch'io. |
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 14-07-2008 18:09 |
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Bè ma per quanto mi riguarda lo faccio anche per la Letteratura.. e di certo non perchè la consideri museale....
il tuo problema è questa equazione che stabilisci tra la maiuscola e il Vecchio.. questa è un idea tua, completamente superata se mai qualcuno l'ebbe, e in ogni caso sbagliata e senza appoggi logici concreti.
Un espressione verbale non porta con sè il suo significato, siamo noi che glielo diamo.
_________________ Silencio... |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 18:16 |
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quote: In data 2008-07-14 18:09, Fakuser scrive:
Bè ma per quanto mi riguarda lo faccio anche per la Letteratura.. e di certo non perchè la consideri museale....
il tuo problema è questa equazione che stabilisci tra la maiuscola e il Vecchio.. questa è un idea tua, completamente superata se mai qualcuno l'ebbe, e in ogni caso sbagliata e senza appoggi logici concreti.
Un espressione verbale non porta con sè il suo significato, siamo noi che glielo diamo.
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Chi te l'ha scritta questa risposta?
E' troppo educata per i tuoi standard.
E comunque utilizzare, in maniera sgrammaticata, la maiuscola nel mezzo della frase, da che mondo è mondo ha un solo significato, e cioè dare un senso di assolutezza, di particolare elevatezza, all'oggetto del discorso. D'altra parte è questa la tua visione del cinema, una visione da pomposo fighetto intellettualoide sparapose, che però interviene in maniera casuale nelle discussione, pur senza capire l'oggetto del discorso, come tu stesso hai ammesso.
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 14-07-2008 18:28 |
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quote: In data 2008-07-14 18:16, Valparaiso scrive:
quote: In data 2008-07-14 18:09, Fakuser scrive:
Bè ma per quanto mi riguarda lo faccio anche per la Letteratura.. e di certo non perchè la consideri museale....
il tuo problema è questa equazione che stabilisci tra la maiuscola e il Vecchio.. questa è un idea tua, completamente superata se mai qualcuno l'ebbe, e in ogni caso sbagliata e senza appoggi logici concreti.
Un espressione verbale non porta con sè il suo significato, siamo noi che glielo diamo.
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Chi te l'ha scritta questa risposta?
E' troppo educata per i tuoi standard.
E comunque utilizzare, in maniera sgrammaticata, la maiuscola nel mezzo della frase, da che mondo è mondo ha un solo significato, e cioè dare un senso di assolutezza, di particolare elevatezza, all'oggetto del discorso. D'altra parte è questa la tua visione del cinema, una visione da pomposo fighetto intellettualoide sparapose, che però interviene in maniera casuale nelle discussione, pur senza capire l'oggetto del discorso, come tu stesso hai ammesso.
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Ma ti sbagli... non si tratta nè di un errore grammaticale nè di un atteggiamento snobistico.. è l'idea deforme che tu hai... ti sei tanto a lungo rotolato nella mediocrità (intesa in senso oraziano ) che che vedi come pericoloso tutto ciò che non vi rientra ...
E non citarmi quel topic come se fosse indicativo di una qualche mia tendenza... in quell'occasione ho sbagliato per eccesso di fame di Conoscenza.. mi sembra una mancanza perdonabile.....
_________________ Silencio... |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 18:30 |
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Non ho nemmeno idea di quale topic dovrei citare.
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 14-07-2008 18:35 |
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quote: In data 2008-07-14 18:30, Valparaiso scrive:
Non ho nemmeno idea di quale topic dovrei citare.
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è ovvio che ti riferisci alla querele bertettiana più volte richiamata... ma ti ripeto, lì sono andato fuori strada perchè ero stato preso da un orgasmo di assimilazione conoscitiva.....
Ma Fakuser è altro oltre l'idiozia, oltre i piangini oltre l'orgoglio.
E' uno di quei 10 (20?) che se non sanno parlare di Cinema, almeno ci si provano.
Sarò decimo (ventesimo ) ma ci sono.
A te piace nasconderti dietro il vessillo dell'onestà intellettuale e della semplicemente pur di non dire qualcosa....
_________________ Silencio... |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 18:41 |
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quote: In data 2008-07-14 18:35, Fakuser scrive:
quote: In data 2008-07-14 18:30, Valparaiso scrive:
Non ho nemmeno idea di quale topic dovrei citare.
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è ovvio che ti riferisci alla querele bertettiana più volte richiamata... ma ti ripeto, lì sono andato fuori strada perchè ero stato preso da un orgasmo di assimilazione conoscitiva.....
Ma Fakuser è altro oltre l'idiozia, oltre i piangini oltre l'orgoglio.
E' uno di quei 10 (20?) che se non sanno parlare di Cinema, almeno ci si provano.
Sarò decimo (ventesimo ) ma ci sono.
A te piace nasconderti dietro il vessillo dell'onestà intellettuale e della semplicemente pur di non dire qualcosa....
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Non ho idea di dove hai colto quale riferimento a cosa. Sei paranoico.
Ma comunque cosa è che non avrei detto?
Probabilmente scrivo cose poco interessanti per te, o poco interessanti in assoluto, ma comunque ne scrivo tante.
Solo che a te non va di dissentire o assentire nel merito, e ti sei infognato in questa battaglia basata solo sulla tua invidia e il tuo risentimento personale.
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 14-07-2008 18:47 |
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Tu hai trascinato me sino a prova contraria.. e in ogni caso io non ricordo un tuo intervento, degno di nota o pessimo che sia, non ne ho presente nessuno.
Quella che lancia la mano e nasconde il sasso sei tu, perchè ti fa comodo infognarti in questi battibecchi da addizione fra coglioni.
E ora per favore smettiamola e andiamo avanti da buoni nemici del cuore....
_________________ Silencio... |
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Valparaiso
Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 14-07-2008 18:50 |
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quote: In data 2008-07-14 18:47, Fakuser scrive:
. e in ogni caso io non ricordo un tuo intervento, degno di nota o pessimo che sia, non ne ho presente nessuno.
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Ok, e allora non varranno niente, ma questa fissazione nei miei confronti non si giustifica... Come già ti ho spiegato all'inizio di questa tua diatriba, se non ti interessa ciò che scrivo o lo ritieni di nessun valore, fai prima ad ignorarmi che a insultarmi ad ogni mio post o dovunque mi trovi.
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Kubrick5
Reg.: 19 Apr 2006 Messaggi: 5694 Da: San Zeno (BS)
| Inviato: 14-07-2008 18:56 |
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L'odio è il sentimento più vicino all'amore
_________________ Anche la follia merita i suoi applausi |
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Hegel77
Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 14-07-2008 19:29 |
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quote: In data 2008-07-13 22:39, Marienbad scrive:
Guardare un film è un’operazione che amplifica e svilisce insieme il senso dei ricordi. Le immagini filmiche restituiscono alla memoria scivolata nel buio un po’ di luce, ma non sappiamo utilizzarla. Ci ritroviamo ad osservare la luce e ci stupiamo della sua chiarezza. E la memoria resta irrimediabilmente bloccata nell’oscurità, fuggendo dai riflettori.
Quell’istante scintillante che il cinema ci riconsegna appare allora come l’aggiornamento continuo di un ricordo che non muore, ma che cambia. E’ impossibile annullare il processo che porta all’oblio, ma è possibile osservarne ed estenderne il percorso. Il cinema, come un autovelox, fotografa la velocità a cui viaggia il presente, gli scatta una foto e ci lascia una prova concreta della sua istantaneità irrecuperabile e tutta via riproducibile.
Il cinema così ci riconsegna una moltitudine spropositata di prove del tempo trascorso e dei personaggi che l’hanno popolato e continua a farlo, ma noi non percepiamo altro che i loro involucri immutabili. Piangiamo, ridiamo, odiamo e amiamo i simulacri dei nostri ricordi svuotati che corrono sullo schermo, delegando solo all’occhio il potere di giudicarli. I sentimenti che proviamo al cinema sono sentimenti innocui, siamo pronti a provarli all’ombra della nostra consapevolezza di spettatori. Interpretiamo ruoli che non ci appartengono con una distanza sincronica e diacronica, perché non siamo noi quelli sullo schermo.
Il cinema, come ogni altra tecnologia simulativa, ci ha derubato pian piano della possibilità, già di per sé improbabile, di formulare il senso della nostra presenza. Oggi, ormai lontanissimi dalla conquista di quel senso, ci dimostriamo incuranti della nostra precarietà e procediamo in avanti senza guardarci indietro, come se l’atto di voltarsi potesse trasformarci in pietra. Appare quasi ragionevole, in quest’ottica, il timore provato da alcuni popoli al solo pensiero di farsi fotografare. Hanno paura che l’immagine gli rubi l’anima. Forse non hanno torto.
Ma è necessario barattare la nostra anima con una totale libertà e lasciare che l’immagine fotografica e cinematografica estendendano la nostra fallace memoria in previsione di un recupero parziale che abbia effetto sul presente e non sul passato.
In questo senso il cinema è sempre un’immagine del futuro…
Si dice spesso “capire il cinema”. La verità è che non c’è nulla da capire, il cinema andrebbe guardato con gli occhi spalancati sul presente e con una profonda umiltà dello sguardo, altrimenti va a finire che “ci prende tutti a calci nel culo”.
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Penso che una parte di questo discorso sia condivisibile.
Sembra un intervento molto "postmoderno" soprattutto nella impossibilità a decifrare il senso della immagine cinematografica, nella totale paralisi del linguaggio e di ogni analisi interpretativa. Un pò come il discorso di Antonioni di Blow Up, più scendi ad analizzare il particolare, più ingrandisci il dettaglio, più ti sfugge il senso del tutto.
Il rischio è però di non scrivere più nulla di cinema, sul cinema, per il cinema. Una tarantella all'inazione che produce solo sospiri malinconici, come dopo un lungo viaggio verso le stelle scoprendo che nel cielo non hai trovato proprio niente, che nel pozzo dopo aver tirato fuori ettolitri di acqua adesso puoi prelevare solo terra.
Il cinema non è la realtà. E' una fotocopia del reale, a volte un 'ombra sbiadita, a volte la esatta immagine capovolta come un miraggio di Fata Morgana. Il vero artista-autore trascende questa realtà, modificandola, scomponendola, polverizzandola. Scopre dentro la realtà un senso interno, un filo d'Arianna attorcigliato, un angolo di visuale particolare. E lo propone allo spettatore che assimila il tutto e lo rielabora secondo il background personale, secondo l'età, il proprio stato d'animo del momento. E' questa la magia del cinema, il grande gioco di prestigio: la promessa la svolta il prestigio. Tutta la macchina del cinema (registi, sceneggiatori, fotografi, tecnici del suono, autori delle musiche etc etc) si mette in moto sulla base di un sentire comune e cerca di comunicare una idea della vita, del mondo, cerca di esprimere sensazioni e particolari visioni, a volte sogni, a volte fotografie simulacro del reale.
L'operazione Funny Games è un esempio di come il gioco di prestigio possa funzionare o non funzionare a seconda del tempo e degli interlocutori.
In dieci anni non sono cambiati solo gli spettattori (non è un errore di battitura), ma è cambiato anche il regista.
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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Trafalgar
Reg.: 08 Lug 2008 Messaggi: 8 Da: Talamello (PS)
| Inviato: 14-07-2008 19:47 |
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quote: In data 2008-07-14 19:29, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-07-13 22:39, Marienbad scrive:
Guardare un film è un’operazione che amplifica e svilisce insieme il senso dei ricordi. Le immagini filmiche restituiscono alla memoria scivolata nel buio un po’ di luce, ma non sappiamo utilizzarla. Ci ritroviamo ad osservare la luce e ci stupiamo della sua chiarezza. E la memoria resta irrimediabilmente bloccata nell’oscurità, fuggendo dai riflettori.
Quell’istante scintillante che il cinema ci riconsegna appare allora come l’aggiornamento continuo di un ricordo che non muore, ma che cambia. E’ impossibile annullare il processo che porta all’oblio, ma è possibile osservarne ed estenderne il percorso. Il cinema, come un autovelox, fotografa la velocità a cui viaggia il presente, gli scatta una foto e ci lascia una prova concreta della sua istantaneità irrecuperabile e tutta via riproducibile.
Il cinema così ci riconsegna una moltitudine spropositata di prove del tempo trascorso e dei personaggi che l’hanno popolato e continua a farlo, ma noi non percepiamo altro che i loro involucri immutabili. Piangiamo, ridiamo, odiamo e amiamo i simulacri dei nostri ricordi svuotati che corrono sullo schermo, delegando solo all’occhio il potere di giudicarli. I sentimenti che proviamo al cinema sono sentimenti innocui, siamo pronti a provarli all’ombra della nostra consapevolezza di spettatori. Interpretiamo ruoli che non ci appartengono con una distanza sincronica e diacronica, perché non siamo noi quelli sullo schermo.
Il cinema, come ogni altra tecnologia simulativa, ci ha derubato pian piano della possibilità, già di per sé improbabile, di formulare il senso della nostra presenza. Oggi, ormai lontanissimi dalla conquista di quel senso, ci dimostriamo incuranti della nostra precarietà e procediamo in avanti senza guardarci indietro, come se l’atto di voltarsi potesse trasformarci in pietra. Appare quasi ragionevole, in quest’ottica, il timore provato da alcuni popoli al solo pensiero di farsi fotografare. Hanno paura che l’immagine gli rubi l’anima. Forse non hanno torto.
Ma è necessario barattare la nostra anima con una totale libertà e lasciare che l’immagine fotografica e cinematografica estendendano la nostra fallace memoria in previsione di un recupero parziale che abbia effetto sul presente e non sul passato.
In questo senso il cinema è sempre un’immagine del futuro…
Si dice spesso “capire il cinema”. La verità è che non c’è nulla da capire, il cinema andrebbe guardato con gli occhi spalancati sul presente e con una profonda umiltà dello sguardo, altrimenti va a finire che “ci prende tutti a calci nel culo”.
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Penso che una parte di questo discorso sia condivisibile.
Sembra un intervento molto "postmoderno" soprattutto nella impossibilità a decifrare il senso della immagine cinematografica, nella totale paralisi del linguaggio e di ogni analisi interpretativa. Un pò come il discorso di Antonioni di Blow Up, più scendi ad analizzare il particolare, più ingrandisci il dettaglio, più ti sfugge il senso del tutto.
Il rischio è però di non scrivere più nulla di cinema, sul cinema, per il cinema. Una tarantella all'inazione che produce solo sospiri malinconici, come dopo un lungo viaggio verso le stelle scoprendo che nel cielo non hai trovato proprio niente, che nel pozzo dopo aver tirato fuori ettolitri di acqua adesso puoi prelevare solo terra.
Il cinema non è la realtà. E' una fotocopia del reale, a volte un 'ombra sbiadita, a volte la esatta immagine capovolta come un miraggio di Fata Morgana. Il vero artista-autore trascende questa realtà, modificandola, scomponendola, polverizzandola. Scopre dentro la realtà un senso interno, un filo d'Arianna attorcigliato, un angolo di visuale particolare. E lo propone allo spettatore che assimila il tutto e lo rielabora secondo il background personale, secondo l'età, il proprio stato d'animo del momento. E' questa la magia del cinema, il grande gioco di prestigio: la promessa la svolta il prestigio. Tutta la macchina del cinema (registi, sceneggiatori, fotografi, tecnici del suono, autori delle musiche etc etc) si mette in moto sulla base di un sentire comune e cerca di comunicare una idea della vita, del mondo, cerca di esprimere sensazioni e particolari visioni, a volte sogni, a volte fotografie simulacro del reale.
L'operazione Funny Games è un esempio di come il gioco di prestigio possa funzionare o non funzionare a seconda del tempo e degli interlocutori.
In dieci anni non sono cambiati solo gli spettattori (non è un errore di battitura), ma è cambiato anche il regista.
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Post coitum? |
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