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Autore Le colline hanno gli occhi di A. Aja
stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 05-09-2006 03:52  
Mi sembra strano che proprio deep abbia parlato non troppo male di questo film. Proprio lui che, se non sbaglio, è uno dei maggiori detrattori di Rob Zombie.
Secondo me questo Aja scopiazza parecchio dallo stile di Rob, senza però avere il cinismo e la cattiveria del suddetto. Risultato: un film mediocre e scontato.
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Profundis - L'anima nera della rete

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 05-09-2006 03:57  
quote:
In data 2006-09-05 03:52, stilgar scrive:
Mi sembra strano che proprio deep abbia parlato non troppo male di questo film. Proprio lui che, se non sbaglio, è uno dei maggiori detrattori di Rob Zombie.
Secondo me questo Aja scopiazza parecchio dallo stile di Rob, senza però avere il cinismo e la cattiveria del suddetto. Risultato: un film mediocre e scontato.




Perchè il mio era un commento a caldo. Ora che è passato del tempo l'ho ulteriormente rivalutato in peggio.
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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 05-09-2006 13:48  
quote:
In data 2006-09-05 03:57, Deeproad scrive:
quote:
In data 2006-09-05 03:52, stilgar scrive:
Mi sembra strano che proprio deep abbia parlato non troppo male di questo film. Proprio lui che, se non sbaglio, è uno dei maggiori detrattori di Rob Zombie.
Secondo me questo Aja scopiazza parecchio dallo stile di Rob, senza però avere il cinismo e la cattiveria del suddetto. Risultato: un film mediocre e scontato.




Perchè il mio era un commento a caldo. Ora che è passato del tempo l'ho ulteriormente rivalutato in peggio.



Ah ecco!
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kaladj

Reg.: 24 Giu 2003
Messaggi: 2365
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-09-2006 10:20  
Visto ieri sera...e onestamente ha deluso anche me. D'altronde già l'originale non era granchè...questo anche discostandosene un po' cosa mai poteva essere?!?
Comunque i primi 20 minuti sono i soliti primi 20 minuti della stragrande maggioranza degli horror...ovvero rapida apparizione dei "cattivi" e presentazione dei personaggi "buoni" (e mai troppo simpatici) con dialoghi che sembrano estratti da un fotoromanzo per celebrolesi.
Poi c'è la cattura del padre e l'assalto alla rulotte...e qua il film si tira un po su. Infatti tra frenesia, violenza e musica questa per me è la miglior scena del film (totale 15 minuti circa).
Poi....? Poi c'è una seconda parte incentrata su Er Piotta e il commisario Rex che calano come rambi nel villaggio dei mostri cattivi per recuperare la figlia del supercafone....e qui le banalità si susseguono senza fine...fino ad un finale che ci rivorrebbe (forse) tutti in sala magari tra un anno....state bene così!


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Quante gioie Troppo dolore

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 07-09-2006 13:58  
quote:
In data 2006-09-07 10:20, kaladj scrive:
Poi c'è una seconda parte incentrata su Er Piotta e il commisario Rex che calano come rambi nel villaggio dei mostri cattivi per recuperare la figlia del supercafone



E vogliamo parlare dei due ragazzi posseduti da MacGyver che fanno saltare in aria la roulotte?
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kaladj

Reg.: 24 Giu 2003
Messaggi: 2365
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-09-2006 14:57  
Eh già, un classico...gli ebeti si trasformano in geni in 36 minuti netti.
La porta che s'apre e fa strusciare i fiammiferi che si accendono che fanno esplodere il gas che uccide il cannibale che ...Vaffangù!
Per non parlare della canna da pesca anti-avvicinamento-mostri...ma per favor...

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Quante gioie Troppo dolore

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 07-09-2006 15:16  
In effetti chi non attraverserebbe il deserto con una canna da pesca?
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kaladj

Reg.: 24 Giu 2003
Messaggi: 2365
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-09-2006 15:26  
Aò...io mi faccio certe fritture di pescescorpione....
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Quante gioie Troppo dolore

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Slater80


Reg.: 09 Gen 2004
Messaggi: 323
Da: Alba Adriatica (TE)
Inviato: 18-09-2006 11:32  
Finalmente!!! Dopo anni e anni finalmente ho rivisto un film al cinema con le vere componenti dello splatter movie(ok..limitato ma buono), pensare che nel 2006 ancora ci sono le censure per le scene violente al cinema è ridicolo...(l'unica censura dovrebbe essere il vietato ai minori e non la censura delle scene troppo sanguinolente,per chi non lo sapesse il cinema è tutta finzione!!!) ci danno a bere buffonate che vengono descritte come film scioccanti,esempio su tutti Hostel, un film con tanto di etichetta "attenzioni contiene scene forti" ma che di forte non ha proprio nulla(8 scene di sangue girate male e con tanto di censura..ma a chi vogliono fregare!!)
sappiate che film estremi come "splatter-gli schizzacervelli" di Peter Jackson non li vedremo mai più, perchè oggi nel cinema Horro r giocano tutti a fare i fenomeni dello Choc visivo ma in realtà c'è più censura moralista di una volta.

Le colline hanno gli occhi è un film di serie B(MEGLIO DELL'ORIGINALE!!!!!!) con delle belle scene sanguinolente alla Horro b-movie anni 80.... un piacere per i miei Occhi! ok.. nulla di estremo ma di sicuro meglio di Hostel...
ovviamente come si può parlare di sceneggiatura e recitazione in un film splatter? gli attori fanno pena, la sceneggiatura non originale non ha niente di interessante da aggiungere... insomma ci si diverte a vedere pappagalli trasformati in succhi di frutta e schizzi di sangue ovunque... ERA ORA!!!!(ma ancora non ci siamo... forza americani...dateve na svegliata che qui non si scandalizza nessuno e mentre voi censurate i film violenti i vostri figli vanno con le pistole a scuola... idioti).


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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 18-09-2006 11:41  
quote:
In data 2006-09-18 11:32, Slater80 scrive:
ma ancora non ci siamo... forza americani...dateve na svegliata che qui non si scandalizza nessuno e mentre voi censurate i film violenti i vostri figli vanno con le pistole a scuola... idioti.





ancora ad attaccare gli americani, ma quanti americani conosci? o la tua è solo una vaga illusione della società americana?
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Onlypippo

Reg.: 01 Gen 2002
Messaggi: 704
Da: Lecco (LC)
Inviato: 18-09-2006 13:08  
[quote]In data 2006-09-18 11:41, karmapaolo scrive:
quote:
In data 2006-09-18 11:32, Slater80 scrive:
ma ancora non ci siamo... forza americani...dateve na svegliata che qui non si scandalizza nessuno e mentre voi censurate i film violenti i vostri figli vanno con le pistole a scuola... idioti.





dai.. metti fuori la bandiera della pace!!! Eroe!!!!
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c'è una cosa che.. odio sempre più..
sono i MERDABLU.. odio i MERDABLU!!!

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Verme87

Reg.: 01 Set 2006
Messaggi: 2564
Da: catanzaro (CZ)
Inviato: 01-10-2006 11:55  
un film davvero pietoso...cm tutto il genere horror di nuove generazione..è incredibile il personaggio più cagasotto alla fine uccide tutti nonostante le innumerevoli ferite subite...Dai rendiamoli un pò più credibili e meno scontati questi film..
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Musika

Reg.: 31 Gen 2006
Messaggi: 3175
Da: Napoli (NA)
Inviato: 14-02-2007 22:51  
E quest'anno uscrià anche il seguito... ....
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...L'inferno non conosce furia simile ad una donna respinta...

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rockyeye


Reg.: 31 Gen 2007
Messaggi: 105
Da: catania (CT)
Inviato: 15-02-2007 01:38  
mi ha sempre incuriosito........anche quello di Craven...
Dite che il remake è migliore?

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-02-2007 02:22  
Visto che è stato riportato in evidenza questo topic, posto le mie considerazioni che scrissi all'epoca.

Inevitabile qualche apprensione nel prender posto nelle sale in cui danno il remake di un illustre film di “genere”, che è anche, non troppo incidentalmente, metafora sociale e politica. Realizzata con pochi mezzi e molto ingegno, quella di Wes Craven fu e resta un’opera da/sulla “provincia americana”, sulla Nazione (immutabile nei desolati ed aspri spazi delle sue “frontiere selvagge”, come nei ventri molli delle “cities”) dei deprecati “sogni” e dei numerosi tentativi, più o meno riusciti, finalizzati ad infrangerli. Prendere di petto un’opera di culto, seminale, ancor oggi celebrata, importante segmento filmico dei fecondi anni (di grazia) ’70, è sempre un’impresa rischiosa, una sfida aperta che presuppone coraggio e talento. Se poi a coprodurla – e qui si da lo specifico caso - è lo stesso Craven, ex guru dell’horror statunitense, ultimamente (entrambi) in affanno, che ripone fiducia in un regista quasi esordiente, autore di un primo film apprezzabile ma tutt’altro che profetico (ALTA TENSIONE)[nel frattempo ho cambiato idea, è un ottimo film], la prudenza è quasi d’obbligo. Sommando a ciò il fatto che l’affastellamento di remake nell’attuale panorama cinematografico abbia francamente raggiunto livelli di saturazione (poche le proposte mainstream di qualche interesse, tra cui i due film del beffardo e sagace Rob Zombie, ed il “minimale” Wolf Creeck dell’australiano GregMcLean), il timore rischia di trasformarsi in diffidenza. Ma è il caso di dimettere le coatte supposizioni - col senno del prima – per parlare - a visione effettuata - di LE COLLINE HANNO GLI OCCHI, film diretto e co-sceneggiato da Alexandre Aja. Fin dai primi fotogrammi, nelle didascalie che campeggiano sullo schermo e precedono i geniali e terribili titoli di testa, abbiamo sentore del carattere più apertamente politico – rispetto al film del '77 - di un progetto che intende nuovamente esplorare sotto forma di finzione i territori degli orrori reali, sicuramente non inediti, molte volte trattati dal cinema e pur tuttavia meritevoli di essere ri-visitati e fatti riaffiorare nelle assopite memorie e coscienze. Il giorno “fatale” del non ritorno, del “dopo questo nulla sarà come prima”, che si vorrebbe universalizzare e far (quasi) unicamente coincidere con l’”11 settembre”, non è l’unico giorno dei feroci ricordi e delle nobili celebrazioni. Se fosse confermata l’ipotesi secondo la quale la “morale” (soprattutto nell’arte, spesso anche nella vita) rappresenta un’arrogante e strumentale imposizione, espressione del “potere” costituito e coercitivo, potremmo agevolmente accettare l’idea che la storia del nostro “occidente”, carnefice ancor prima di esser vittima, è dilaniata da una miriade di “11 settembre”, da antiche e moderne, ordinarie e straordinarie forme di follia e crudeltà. E non sempre il nemico viene dal freddo..; talvolta ha l’odore del petrolio, segno che morto uno spauracchio se ne fa subito un altro. Aja affronta in maniera diretta e senza esitazioni il tema del “sogno felice" che genera mostri (metafora social-politica ma anche psicologica-individuale), le aberranti mutazioni generiche causate dagli indiscrimina(li)ti esperimenti atomici. Senza discostarsi troppo dal plot d’origine, apportando alcune varianti ed aggiunte narrative spesso interessanti e capaci di conferire al remake una sua propria autonomia immaginifica, vicina all’originalità, il film si apre con una sequenza mozzafiato, fulminea, spiazzante. Il gore/splatter violento ed esplicito di cui si nutre la partitura, da capo a fine, entra immediatamente in ballo. La sanguinaria violenza dei “selvaggi”, cannibali e deformi, si scontra con quella d’estraniante e funereo biancore degli uomini di “scienza”, anch’essi dispensatori di morte e distruzioni, non di meno alieni e irriconoscibili nelle loro mostruose tute e maschere antiradiazioni. La tipica famigliola medio-america, complice forse non del tutto consapevole, di sicuro giulivamente responsabile dei misfatti, subisce l’orrore che non viene da fuori, ma che nasce all’interno dei miseri egoismi e privilegi da conservare ad ogni costo, anche a costo di chiudere gli occhi sul mondo e su se stessa, sulla vita e sull’amore. Morti viventi che s’incamminano verso il proprio destino per l’appunto di morte, per una volta non simbolica, che ha le sembianze delle loro stesse vittime. A differenza dell’idilliaco rapporto che intrattiene il gruppo familiare delineato da Craven, dove la caratterizzazione dei personaggi è nelle cose, aspetto secondario che quasi non si nota, strettamente legato al ritmo narrativo che non per questo perde colpi, in Aja la stessa famiglia vive conflitti al suo interno, cosicché il regista, che vuole evidentemente collocare la sua rappresentazione sul piano dell’introspezione psicologica, fallisce a fronte di un debole canovaccio narrativo, verosimilmente improvvisato, di siparietti di vita familiare che finiscono per diventare meri e ridondanti riempitivi. E’ questo uno dei punti deboli della messinscena, insieme all’andamento ondivago che tradisce momenti di stanchezza e scarsa ispirazione, dove la tensione si allenta e i contenuti s’impoveriscono, pur senza mai scadere nel manicheismo, nella retorica facile e scontata.Ciò nonostante, nel complesso, la pellicola è di buona fattura; il regista controlla egregiamente una mobilissima macchina a mano, mai invasiva e sopra le righe, capace di efficaci soggettive che scandagliano cunicoli, grotte, miniere abbandonate, gli antri delle paure ancestrali (simboli dell’inconscio) dove si nasconde, pronta a colpire, la “mostruosità”. Interessante il gioco dei carrelli, nei campi medi e lunghi, gli avvicinamenti e arretramenti dinamico-plastici della mdp, negli spazi obbligati, nelle sequenze più concitate e adrenaliniche; suggestive le panoramiche sul desolato e minaccioso “deserto” americano, dall’altro delle “colline che hanno occhi” vendicativi puntati su chiunque si trovi malauguratamente a transitare in quei territori del panico e della follia. Sul fronte del “maquillage” non mancano delle buone invenzioni: l’essere dall’enorme testa poggiata sulla spalliera della carrozzella su cui vegeta fin dalla sfortunata nascita, è qualcosa che difficilmente si dimentica. E' una questione di Pietas. Ancora una volta sono i "freaks" a testimoniare, con le loro evidenti ed esibite menomazioni, con le loro sorde sofferenze, la parte malvagia della natura umana, spesso ipocritamente celata dietro la maschera della "normalità" e del perbenismo. Non è un capolavoro questo remake di Aja, ma non si può non riconoscere al regista il merito di aver messo a segno un’opera che vive di luce propria, che raggiunge una propria identità stilistica e narrativa, un tratto sensibile, tra denuncia politica e poetica della disperazione, che lo si voglia o meno paragonare al suo famoso, e dunque “ingombrante”, modello di riferimento.

Già pubblicatoqui

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 15-02-2007 alle 02:24 ]

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