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Autore the life of David Gale di Alan Parker
naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 14-12-2003 01:55  
quote:
In data 2003-12-11 16:29, gmgregori scrive:
Non è mia intenzione arrabbiarmi per differenze personali circa i gusti.
Ma prenditi un Tavor, scusami.
A mio parere "Kate" non ha niente di particolare, la sua performance è mediocre. Tutto qua.




Ma io mica sono arrabbiata!?!
Cercavo solo di avere un normale scambio di idee. E la domanda sullo sguardo europeo era seria.
_________________
Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.


IOMA 2007

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-12-2003 06:30  
quote:
In data 2003-12-14 01:55, naly01 scrive:
quote:
In data 2003-12-11 16:29, gmgregori scrive:
Non è mia intenzione arrabbiarmi per differenze personali circa i gusti.
Ma prenditi un Tavor, scusami.
A mio parere "Kate" non ha niente di particolare, la sua performance è mediocre. Tutto qua.




Ma io mica sono arrabbiata!?!
Cercavo solo di avere un normale scambio di idee. E la domanda sullo sguardo europeo era seria.


Comunque Kate Winslet viene chiamata da Spacey come giornalista impegnata; non so se pere volere di Parker o altro la recitazione risulta piuttosto poverina, il suo personaggio non ha quel carisma particolare che ti fa scattare la molla. Al contrario, i personaggi intorno rimangono interessanti. E' possibile che mi ricreda ma dovrei rivedere il film.
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-12-2003 06:45  
Comunque riporto un intervista di con Alan Parker circa il film:

Il suo è un film crudo ed anche molto emozionante ma l'interrogativo principale è sicuramente rappresentato dalle reazioni che un epilogo così forte della storia potrebbe scatenare nel pubblico. Non ha pensato che forse la gente che va a vedere il suo film potrebbe considerarlo un po' come un uscire fuori dai binari del tema principale, la pena di morte?
Concordo con voi sull'aggettivo usato. Penso anch'io che il finale del film sia molto forte e che gli spettatori all'uscita dalle sale cinematografiche possano rimanere emotivamente coinvolti. A dire il vero quel che mi interessa di più è che ne discutano perché sarebbe assurdo pretendere di cambiare il modo di pensare delle persone su un certo argomento ma almeno posso cercare di stimolare le loro riflessioni. Ovviamente le impressioni e le opinioni su questo tipo di film dipendono molto dalla visione politica di ognuno e dall'approccio con queste realtà. Questo non è un film che parla solo della pena di morte ma tocca anche altri aspetti come la volontà di sacrificare se stessi per la causa di altri ed il ruolo degli attivisti politici, che spesso arrivano a scelte estreme pur di difendere i propri ideali quindi non penso di essere andato fuori tema.

Una delle chiavi di lettura del film è nella teoria degli opposti estremismi. In qualche modo il fanatismo dell'azione del Governatore nel sostenere la pena di morte è associabile al fanatismo estremo dei personaggi protagonisti?
Certamente il personaggio del Governatore può essere percepito come un fanatico ma ovviamente qualsiasi fanatico, qualora venisse interpellato, non si definirebbe mai tale. Allo stesso modo un attivista politico non confesserà mai, qualora fosse vero, di avere altri scopi al di là di quello umanitario. Gli estremi talvolta si toccano e così la nobiltà d'animo di un uomo può trasformarsi in fanatismo. Ho voluto per questo motivo che il mio film avesse per tutta la sua durata un filo di ambiguità di questo genere, non volevo scadere nel banale ma soprattutto non volevo che si catalogasse il mio film come 'di parte' vista la mia opinione sulla pena di morte.

Qual è la sua posizione riguardo alla pena di morte?
Personalmente sono assolutamente contrario ma molti sono a favore, diciamo un 50% circa, sia negli Stati Uniti che in Europa. Quel che mi preoccupa di più è invece che nel mio paese ad essere favorevoli alla pena di morte siano soprattutto i giovani.

Cosa pensa sulle esecuzioni inflitte ai minori ed ai malati mentali?
Dei 38 stati in America che ancora oggi eseguono le condanne a morte non tutti le eseguono nei confronti dei criminali giovani. Lo fanno in Texas ed in Virginia sui 17enni e nei confronti di coloro che sono mentalmente disturbati. Penso che questa situazione, in qualsiasi società civile ci si trovi ed a prescindere della personale posizione rispetto alla pena di morte, sia inaccettabile. Sono altrettanto consapevole che la maggior parte dei cittadini americani sarebbe d'accordo con me nel confermare l'iniquità di una pena capitale applicata a questi soggetti. E' un argomento così difficile e spinoso che anche la Corte Suprema del Stati Uniti ne sta discutendo da molti anni. Spero che da qui a 5 anni le cose possano cambiare e che gli Stati Uniti aboliscano del tutto la pena di morte o che almeno la prima ad essere abolita sia quella inflitta sui giovani e sui malati di mente.

Nel suo film si legge forse un rimprovero verso i giovani per il loro disinteresse verso un tema così importante come la pena capitale. La maggior parte delle persone che combattono la pena di morte è composta da ultraquarantenni o comunque hanno una certa età, lo si vede anche nel film. Si sbaglia nel leggere nel film questo tipo di critica o c'è davvero?
Assolutamente no. Credo invece di aver descritto chiaramente come i dimostranti siano una popolazione mista e tra l'altro in Texas la maggior parte delle associazioni organizzate contro la pena di morte è situata all'interno delle università. Quel che è vero è che la scelta narrativa del 'thriller' mi ha dato la possibilità di raggiungere un pubblico molto più ampio e quindi anche più giovane ed in secondo luogo di trattare temi che, se fossero stati trattati come una semplice conferenza politica, avrebbero sicuramente avuto molta meno eco.

Quali sono state le sue impressioni durante la visita nel braccio della morte?
Il braccio della morte si trova in una prigione diversa da quella in cui poi avvengono materialmente le esecuzioni. La mia esperienza durante le riprese nel braccio della morte è stata molto forte e mi ha indiscutibilmente segnato, lì ci sono prigionieri molto violenti e quindi la situazione era sempre molto tesa, specialmente se tenete conto che ho dovuto anche pranzare con loro che servivano ai tavoli.

Ha visitato anche la stanza delle esecuzioni?
Ero molto dubbioso se andarci o meno perché, se ricordate, nel mio film non è mai mostrata, quindi non avevo bisogno di fare riprese in quel posto. Mi sono fatto accompagnare da una guardia che mi ha trasmesso una strana sensazione e cioè quella di un estremo pragmatismo, di un distacco quasi totale. Sapevo che sarebbe stata una brutta esperienza e infatti lo è stata almeno all'inizio, poi in qualche modo mi sono sentito preso e avvolto dal pragmatismo della mia guida e mi sono sforzato di vedere le cose dal suo punto di vista: in quella stanza per lui non si faceva altro che 'applicare la legge'. Pensate che sono state 300 le esecuzioni dal 1982 in Texas e cioè da quando è stata ripresa la legge sulla pena di morte.

Il film ha avuto notevoli difficoltà distributive e ritardi. Qual è stata la reazione del pubblico americano?
Certamente in questo momento storico è difficile poter proiettare un film che sia percepito come una critica verso gli Stati Uniti, ma d'altra parte i miei film hanno sempre avuto la caratteristica di polarizzare le opinioni. Dovete tener presente che la lavorazione del film è iniziata due anni fa, quindi non potevamo sapere quale sarebbe stato il contesto socio-politico in cui ci saremmo trovati una volta giunti al lancio del film. Riconosco che, vista la situazione attuale, è certamente difficile la vita di un film di questa natura, ma negli Stati Uniti è uscito in 2.200 sale e siamo molto soddisfatti dell'effetto che ha avuto sul pubblico.

In una trasmissione televisiva americana, lei ha dichiarato qualche tempo fa che molte scene, come ad esempio quella in cui Kevin Spacey è ubriaco e passeggia per il centro di Austin pronunciando frasi senza senso, sono state quasi 'rubate' ai passanti usando una troupe 'leggera' quasi impercettibile. E' vero questo e soprattutto è stata una scelta calcolata visto l'argomento del film e l'ambientazione in Texas?
Sì, quella è una scena molto spontanea, molto veritiera, ed è l'ultima scena che abbiamo girato con Kevin Spacey. Il centro di Austin è sempre molto trafficato e così abbiamo deciso di girare questa scena per non dare troppo nell'occhio, usando anche qualche comparsa ma puntando tutto sulla sorpresa reale sui volti dei passanti che pensavano che Kevin Spacey fosse davvero ubriaco e magari nel bel mezzo di festeggiamenti per la fine delle riprese di qualche film e non che stesse recitando una scena nel ruolo del personaggio principale di "The Life of David Gale".

E' possibile secondo lei individuare dei punti di contatto tra le vicende ed i personaggi di "The life of David Gale" e le vicende del protagonista di "Fuga di mezzanotte".
Non desidero rispondere in maniera tale che si pensi che sto evitando questa domanda, al contrario sarò molto sincero. Non ho mai pensato ad eventuali punti di contatto o in comune tra il personaggio di "Fuga di mezzanotte" e David Gale, però non escludo delle attinenze. Il film che avete citato è stato girato la bellezza di 26 anni fa, quindi è probabile che lo abbiate più presente voi di quanto non lo abbia io. E' un bene che me lo abbiate ricordato perché adesso dovrò realizzare le versioni in DVD dei miei film, in cui c'è la parte dei contenuti speciali e del commento del regista, e quindi dovrò andarmelo a rivedere. Chissà che non tragga da questa osservazione degli spunti interessanti.


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Natalija

Reg.: 22 Ott 2003
Messaggi: 500
Da: Pianella (PE)
Inviato: 25-01-2004 17:02  
Stavolta Alan Parker ha optato per un thriller molto arguto che, seppur intriso della politica "liberal" e delle denuncie a sistemi carcerari e giudiziari, si discosta completamente da opere precedentiquali "Fuga di mezzanotte".
Un intreccio ben congegnato, a tratti inverosimile ma efficace, una sceneggiatura davvero ottima ed un finale piuttosto originale.
Eppure non sono rimasta completamente soddisfatta, e per ragioni che non saprei come esprimere. Forse una sorta di debolezza di fondo nel film, poca atmosfera ed ambientazioni anonime...no saprei come definire quella sorta di freddezza cheho provato, e che non mi ha fatto affermare "ma che bel film".
Aspetto di sapere se ci sia qualcuno che ha provato le medesime sensazioni

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E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna.

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 26-01-2004 12:49  
Mamma !
Sono convinto di averlo visto non più di due sere fa ... ma non mi ricordo la trama !!!

Giuro !!


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Bullitt

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 23
Da: Nowhere Ladyland, Pitcairn Islands (es)
Inviato: 20-03-2006 00:51  
mi è piaciuto molto. a parte i discorsi sulla pena di morte, una verità che viene fuori dal film è come sia facile, anche solo per capriccio, distruggere la vita di una persona.
_________________
some more blues
mai negare ad un uomo il diritto all'incoscienza

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MoniViola

Reg.: 14 Mar 2006
Messaggi: 3
Da: Porto San Giorgio (AP)
Inviato: 21-03-2006 18:47  
verissimo!
inquietante e vero...

un bel film,ed un protagonista formidabile

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 21-03-2006 20:30  
Bello!
_________________

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 22-03-2006 16:36  
Impossibile.
_________________
"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 22-03-2006 17:36  
sto film fa schifo al cazzo. e parla un amante di parker

_________________
Zhang Yimou è il teatro. Kim Ki Duk la pittura. Wong Kar Wai il videoclip.
Takashi Miike è il CINEMA.

FANTASMI E MEDICINE: http://meds.splinder.com


[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 22-03-2006 alle 17:37 ]

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ZoraGhost

Reg.: 15 Feb 2005
Messaggi: 2383
Da: House Domina (es)
Inviato: 23-03-2006 02:09  
Rompitelo, finocchia.
_________________
Ho visto troppa crudeltà in questa casa, per volerne infliggere.

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 23-03-2006 09:45  
quote:
In data 2006-03-23 02:09, ZoraGhost scrive:
Rompitelo, finocchia.




già rotto e sfondato, frocio
_________________
eh?

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Harold

Reg.: 28 Ago 2006
Messaggi: 358
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-10-2006 20:48  
Mazzate.... tutto qui sul più riuscito film di questo 'genere ' (dio che cinismo ridicolo che sto sfoggiando ... ) l'unico fra i tanti che riesce a trattare un 'non tema ' come l pena di morte nel solo modo possibile,ovvero non parlandone affatto?

Siamo(eravamo?) stufi dei soliti strepiti samaritani,delle ritrite prediche recitate con il santino di Gandhi tra i capelli (illusi,credevate fosse un caso fortuito e consolante sentire il suo nome,quasi a garanzia di una correttezza politically incorrect ? ) ne abbiamo pieni gli occhi e sature le orecchie della retorica capitalista (oh, nemmeno di questo vi eravate accorti? ) del 'non spezziamo una vita,la Bibbia è un veleno cattivo ' del bigottismo ecumenico,della lacrima facile.

Saper costruire un prodotto attingendo al serbatoio delle 'Grandi Domande dell'Umanità ' con le tecnologie e le armi (anche ideologiche ) di oggi è un operazione di irrisoria semplicità. Cercare di rispondere a queste domande usando il santo breviario delle convenzione è così banale da essere evanescente. Cercare di porsi delle domande nuove partendo dalle vecchie è un operazione di libertà ,forse la migliore. Con una risolutezza quasi ingenua,con una secchezza quasi indisponente (di forma e sostanza ) 'The Life of... ' si butta e si protende,verso quest'ultimo scopo,scaltramente trascurando i luoghi comuni (narrativi e emotivi ) del caso e ignorando candidamente quella che,in simili frangenti, potrei ribattezzare "la lezione del centesimo minuto ' : (se si parla di un film hollywoodiano che si professa e si proclama come 'prodotto commerciale ) allo scoccare del terzo quarto di pellicola,su una durata media di due ore,alternativamente il/la protagonista o il/la deuteragonista si lanciano in un appassionato,tanto pregno quanto inutile disquisire,sui motivi profondi e sulle radicate ragioni che hanno spinto/spingono l'altro/altra a comportarsi o a non comportarsi in un dato modo. Questo per i film più eminentemente 'capitali ' come anche per quelli più genericamente dedicati a temi scottanti (che si vogliono,così facendo,raffreddare ) come il razzismo,la carcerazione,la condizione femminile o la (dis)condizione umana in generale. Questi spesso ridicoli 'noccioli narrativi ' finiscono per rappresentare agli occhi del regista,unicamente interessato alla pagnotta ovvio, l'unica cosa veramente importante di tutto il discorso,il fulcro narratologico verso cui far convergere le azioni precedenti e successive. Esempi che mi sovvengono al momento: lo stra lodato (??? ) American History X, dove tutto è in sostanzia espiazione e rimpianto per una .... (chi ha visto il film riempia i puntini mentalmente,chi non l'ha visto non dovrà sforzarsi troppo ) e a indottrinamento paternalistico sul 'amico,questo non si fa .... agisci così e ti salverai ' ; Dead Man Walking,insopportabile polpettone cristologico mascherato da ricerca sociale dove (appunto ) l'unico significato sta ancora una volta nel 'figliolo,arriverà il perdono se mi racconterai tutto ' e annessi,senza alcun reale interesse indagativo del fenomeno e delle sue ombre ; il pur buono 'Un Mondo Perfetto ' dove l'ennesima ricerca di redenzione del protagonista è contrappuntata a quella del ruvido deuteragonista,salvo poi mutarsi in un qualcosa di completamente diverso e innovativo.

A parte l'esempio,chiarificatore proprio perchè atipico,dell'accademico senza toga Eastwood, è chiaro come la retorica narrativa di certa hollywood commerciale porti,ripetuta e replicata com'è,alla paralisi progressiva di un film così costruito.

La 'lezione del centesimo minuto ' non può diagnosticata,non portare a un bel spensierato 'vaffanculo ' di stanca rassegnazione. Manca infatti di logica guardare un film la cui direzione narrativa è ineluttabilmente tracciata da un così rigido setaccio.

'The Life of David Gale ' non procede su una linea retta,ma attraversa e percorre una spezzata che non fa caso al tempo o al luogo a cui accosta,mettendo ogni piano narrativo sullo stello livello di autonomia e insieme complementarità allo scioglimento della storia. Lasciato da parte il linguaggio retorico di inutile denuncia,sorvola come è detto sul rigido canone di genere pur usandone tutti i topoi (la protagonista,prelevata da una routine tranquilla e tranquillizzante,è spedita in una 'dimensione altra ' ed estraniante con un compagno di avventure meno intelligente e quindi umiliabile;dapprima cinica e indifferente,si scopre gradatamente partecipe e insieme al suo interesse cresce anche l'alone di mistero ;ciò è simboleggiato quindi dall'uomo sconosciuto ' che non si capisce se intende intralciare l'innocente o aiutarla ;convinta della inutilità della missione affidatale,la protagonista scopre presto che dovrà rivedere molte sue idee [ecc... ] ) e punta il suo vero obiettivo più lontano,destinando a un personaggio nominalmente 'minore ' il compito di farlo intravedere: " Ciò che cerco è obiettività ". Che non significa positivismo,ma piuttosto naturalismo sincero,all ricerca di una veridicità senza maschere,il che tuttavia non implica l'assenza di sfoghi emozionali più o meno marcati
Questo film (e questonuovo,nascente 'cinema di denuncia ' è un grido sussurrato,un rombo sottotraccia per far tremare un grattacielo. Non si parla di 'pena capitale ' ma la sistematizza,adottando tutte gli angoli prospettici possibili. Sistematizzandola la fa diventare discorso e non la si muta in volantino propagandistico,la si trasferisce in fieri dall'alto delle piazze al basso dei muri di mattone,le si dà cinematograficamente sostanza,privandola dellla sua essenza di torbido ingrediente principale di un thriller luculliano e prolisso,e restituendola alla propria verità storico esistenziale di irrazionale problematica ingiustizia,di snodo chiave al cui interno si rivelano nude e crude le contraddizioni e le ambiguità più insanabili dell'esistere umano su questa terra.

Aulteriore sottolineatura del fatto che le domande più urgenti non necessitano di megafoni e che le risposte più fondamentali non si accontentano dell'accetta,giunge sorprendente la cifra interpretativa al ribasso di un cast discretamente 'top rated ': il principe della sovraesposizione Spacey (non ) si lascia andare a tranquilli volteggi manierati,come nello spirito di un uomo riempito solo di ferale attesa : la ex eroina del melodramma contemporaneo sposa una compostezza austera e fiera tuttavia,che ricorda da vicino i caratteri alla Zeta Jones o,volendo, del 'maschiaccio ' Jolie: la crudele e granitica Linney lascia finalmente traspirare dopo anni i suoi geni d'ambiguità sfuggente così somaticamente palesi nel suo sguardo di Catwoman postmoderna. Tre tonalità atipiche per una sinfonia non sconvolgente ma certo notevole,per un tentativo riuscito di rimodellamento di quello che (purtroppo nella società prima che nel cinema d'oltreoceano ha assunto ormai i connotati di macabro serbatoio di miti e storie.

Per un campo come quello degli archetipi mitici dove non se ne sente il bisogno,questo di cui parliamo è un modo (certo non eccelso ma lodevole ) di demisticare laddove unicamente è necessario:di fronte a un gruppo associato di uomini che decide in tutta coscienza di uccidere un altro uomo come suprema punizione.

Per questo THE LIFE OF DAVID GALE va rispettato,sia come testimonianza artistica di un modo razionale di pensare l'irrazionale,sia come tentativo cinematografico di sradicare la tradizione da fanghi troppo pericolosi.

E per chi non è ancora pienamente convinto di avere come obbligo morale quello di visionare questo film,pensi ancora soltanto che 'The Life ' è l'unico film degli ultimi trent'anni sulla pena di morte.
I film con la pena di morte non ci interessano e non dovrebbero interessare nessuno.
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Si era visto come il re dell'anarchia, ma
l'uomo nero gli aveva guardato dentro e lo aveva ridotto a un sacco di ossa tremanti, Era rimasto vittima della sua adolescenza prolungata,
Era stato ucciso dalle sue stesse vedute velenose.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 27-10-2006 09:16  
ma dov'è che insegnano a mettere insieme tante parole incomprensibili??
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Harold

Reg.: 28 Ago 2006
Messaggi: 358
Da: Milano (MI)
Inviato: 27-10-2006 23:24  
quote:
In data 2006-10-27 09:16, ipergiorg scrive:
ma dov'è che insegnano a mettere insieme tante parole incomprensibili??


Per fortuna,da nessuna parte. Diciamo che è una condanna divina.... e comunque nessuno obbliga a leggere nulla.... soprattutto se certe cose vengono scritte con un tono volutamente oscuro.... il fatto è che mi sento in diritto di cliccare il tasto 'invia ' ogni volta che ho terminato di farmi la mia 'dose ' periodica...... e quindi lo faccio. Il fatto che nessuno legga è oltre che un ottimo segno di sanità mentale per chi lo fa,una cosa di cui mi importa poco.
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Si era visto come il re dell'anarchia, ma
l'uomo nero gli aveva guardato dentro e lo aveva ridotto a un sacco di ossa tremanti, Era rimasto vittima della sua adolescenza prolungata,
Era stato ucciso dalle sue stesse vedute velenose.

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