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Politica molecolare e diritto al non voto |
Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 30-04-2010 20:56 |
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quote: In data 2010-04-23 13:36, Julian scrive:
Per smuovere davvero la situazione,
Appunto, servirebbe una cosa del genere.
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Devo dire che mi hai fatto abbastanza ridere. Perdonami, sono un noto provocatore e mi piace farlo. Nel mio ufficio sto organizzando una vera e propria rivolta silenziosa, una pugnalata mortale alla direzione , esattamente come piace a lorsignori(ho finalmente avuto accesso ai dati e ho le prove che "rubano"). Sono molto pericoloso. Però a parte questo, quello che scrivi non ha assolutamente senso.
Secondo te per cambiare occorre esattamente questo, ossia che l'establishment si suicidi da solo, la smetta di farsi i suoi interessi di casta e ascolti le istanze dei normali esseri umani. Stai parlando infatti di associazioni private che sono ben poco democratiche al loro interno e dove i rappresentanti parlamentari vengono nominati dal segretario di partito e il cui vincolo di mandato è un assegno in bianco. Potrai così trovare la persona dai migliori ideali che, una volta eletto, ti stringe la mano , straccia il programma e ti saluta. Si sta parlando di centri del potere privato che sono in combutta con altri centri del potere privato nella rappresentanza dei vertici del mondo economico. Uno dei loro migliori inganni è indurre le persone a credere che provvederanno loro a noi, basta stare in poltrona a guardare lo spettacolo. Quindi ci sono loro, e ci siamo noi.Loro non cambieranno, non si capisce per quale ideale dovrebbero rinunciare ai privilegi fino a quando qualcuno non li toglierà dalla sedia. Perchè mai dovrebbero suicidarsi? E' un'idea infantile e irrazionale. E anche nel caso in cui noi saremo finalmente riusciti a farci ascoltare e a pretendere che il nostro programma sia anche il loro programma ,ciò vorrà dire a quel punto che queste persone saranno diventate superflue e che avremo già vinto, non avremo più bisogno di delegare in bianco e l'establishment sarà già crollato. Ma queste cose le puoi leggere su qualche buon libro sovversivo di estrema sinistra (visto che a te piace mettere necessariamente l'etichetta su qualsiasi idea, un pò come quell'odioso copyright), oppure anche cercando di ascoltare il crescente grillesco dibattito nazionale sul come eliminare queste sovrastrutture. Buonanotte a todos!
_________________ E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani. |
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Julian
 Reg.: 27 Gen 2003 Messaggi: 6177 Da: Erbusco (BS)
| Inviato: 04-05-2010 20:15 |
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Felice di farti sorridere, ma credo proprio che tu non abbia grande idea di ciò di cui sto parlando, lo credo seriamente (o forse mi sono espresso male, non so), perchè se il problema fossero le liste bloccate il mondo sarebbe funzionato alla perfezione fino alla famosa legge porcata. Se il problema fosse solo di natura formale sarebbe magnifico.
Invece, prima di queste cazzate, ci hanno regalato qualche guerra mondiale, qualche centinaia di miloni di morti, e ci regalano tutt'ora una larga fetta di persone sfruttata da una stretta minoranza. La politica parlamentare, in questo quadro, tende naturalmente ad essere utilizzata dalla minoranza che detiene il potere economico, e che nega il conflitto sociale in relazione ad altri conflitti (nazionale, religioso, culturale): altro che parlamentari che se ne sbattono le palle, questi sono intenti nel difendere gli interessi dei veri datori di lavoro, e lo fanno con il massimo impegno. Se ne sbattono di noi, questo sì, ma non certo di proteggere gli interessi della FIAT e di tutte le grandi società italiane.
La sinistra dovrebbe semplicemente (si fa per dire) negare il conflitto razziale, nazionale, religioso e sociale, e farsi portavoce di un conflitto sociale, ovvero farsi portavoce degli interessi del lavoro. In un'ottica internazionalista. Che poi non lo faccia perchè rappresenta a sua volta gli interessi del capitale nazionale non c'è dubbio, ma proprio per questo la situazione andrebbe denunciata nei modi più vistosi ed ampi possibile, anche sfruttando le istituzioni non come fine, ma come mezzo (persino Lenin lo fece eh).
Credere che tutto il problema, di fronte a questioni epocali di questa portata, stia nel legame con la poltrona o nelle liste bloccate se permetti fa molto più sorridere che auspicare una sinistra, anche extra-parlamentare e legata al sindacato, che punti su questi fattori.
Oggi nessuno lo fa, la sinistra italiana è cerchiobottista e preoccupata di curare gli interessi dei ceti più forti, che essa stessa rappresenta ed incorpora: le rincorse all'Europa (che è l'organismo tramite cui gli stati europei cercano di reggere la concorrenza di Cina ed USA, mica una creazione per i popoli europei o robe simili), tutti i discorsi sul "ritrovare la competitività", sulla crescita delle imprese etc... cosa sono se non i discorsi di un capitalismo in crisi che deve risollevarsi, ma sempre in ottica nazionalista e sempre sulle spalle dei lavoratori, i propri in primis?
Pensiamo alla Grecia: il "compagno" Papandreu scarica sui lavoratori e sui pensionati il peso enorme della crisi. Le conseguenze della concorrenza, del mercato etc... sono pagate da noi, e ci viene imposto con la forza, con la brutalità, riducendo le persone alla fame (improvvisamente il patriottismo non conta più, in quei casi).
Avere una forza che magari, tramite il sindacato, denunci questo, a parole ma anche nei fatti, nelle trattative contrattuali ed in tutte le sedi, sarebbe fondamentale. |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 07-05-2010 00:02 |
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E invece la questione del legame con la poltrona è proprio il punto principale, per il semplicissimo motivo che , non da ora ma da sempre e soprattutto da quando si parla di democrazia, uguaglianza e libertà, i poteri forti e i loro rappresentanti delegati dal popolo inseguono quello che viene chiamato isolamento tecnocratico, ossia un luogo al riparo dallo sguardo della pubblica opinione, scevro da qualsiasi vincolo di responsabilità con l'elettorato, il più possibile nascosto dal giudizio della società civile.
Si può infatti organizzare qualsiasi iniziativa che si vuole in difesa dei diritti del lavoro e di qualsiasi principio sacrosanto, ma una qualsiasi forma di organizzazione che non è vincolata dal controllo della base tenderà inevitabilmente a gestirsi gli affari suoi. Va bene quindi creare un movimento ,presentare se si riesce i propri candidati e affermare il principio che si procede con delega a tempo determinato e solo se si è in grado di portare avanti il programma; diversamente, a casa. Non è il caso di ribadire, dopo meno di un secolo di democrazia a suffragio universale, che la delega in bianco è una grandissima puttanata proprio perchè non fa altro che alimentare quell'isolamento tecnocratico che è la base fondante del dominio di poche élite private e il cui schema principale prevede che il cittadino sia spettatore del loro show, orchestrato dai grandi media. Ciò che è assolutamente necessario è la spersonalizzazione della politica, il ruolo del politico deve essere ridotto a puro esecutore di programmi redatti dalla popolazione, con mandato a termine. Questo è l'unico possibile cambiamento, ovvero l'istituzione del controllo popolare sui vertici. |
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