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Autore il signore del feudo e la multinazionale
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 15:13  
Una volta c'era il signorotto del feudo e la sua schiera di sudditi che lavorava tutta la vita per lui in cambio del diritto di poter vivere perlomeno sotto la sua protezione.

Una variante di questo modello economico è stato poi il modello russo dei soviet.
La gente lavorava per la classe politica dirigente che si prendeva tutto e garantiva un minimo di assistenza ai contribuenti.

Il modello economico vigente nel mondo occidentale non è affatto diverso dagli esempi sopra riportati.
Certo ci sono delle piccole varianti, ma alla fine si tratta sempre di cittadini che invece di lavorare per tutta la vita per il feudatario o per il Partito, lavorano affinchè la Fiat sia competitiva sul mercato e riesca a ottenere profitti in grado di far funzionare l'economia.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 24-06-2005 15:19  
beh che ci sia dipendendena è logico, è nella natura stessa degli uomini organizzarsi gerarchicamente.
Ma vogliam mettere sullo stesso piano le condizioni sociali dell'ultimo operaio della Fiat, con i contadini di un tempo?
Da noi quei lavori non si fanno più, o meglio non li facciamo noi, ma gente di buona volontà che viene da nazioni più povere.
_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 15:24  
Questo modello che cercherò di analizzare dimostra che il sistema economico vigente, ben lungi dall'essere democratico , non cerca in nessun modo il coinvolgimento dei cittadini su come investire le risorse, che cosa produrre, come e quando.
Di fatto la popolazione è completamente esclusa da qualsiasi discussione al riguardo,tant'è che argomenti del genere, tutt'altro che di diffile comprensione, non sono nemmeno oggetto di una campagna elettorale che si basa su autentiche stupidaggini del tipo se sia meglio avere come imprenditore Berlusconi o De Benedetti (il cui portavoce è Prodi), se sia l'uno o l'altro a decidere come investire i soldi dei contribuenti senza che alcun dibattito sull'argomento possa essere avviato.

E' perfino logico che tale sistema non sia
minimamente in grado di discutere di se stesso sui media, di rilevare i suoi punti deboli e tenti miseramente di nascondere sotto al tappeto le vittime evidentemente non meritevoli di alcuna considerazione,proprio in virtù del fatto che tali vittime sono causate da un modello economico che funziona a patto che qualcun altro subisca le sue prevedibili conseguenze.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 24-06-2005 15:57  
Economia-democratica? Non credo che le due cose si cerchino l'una con l'altra. E poi scusa se un imprenditore coi suoi soldi vuol fare un investimento, perchè mai dovrebbe essere democratico? Deciderà lui no?
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 24-06-2005 16:00  
quote:
In data 2005-06-24 15:13, Quilty scrive:

alla fine si tratta sempre di cittadini che invece di lavorare per tutta la vita per il feudatario o per il Partito, lavorano affinchè la Fiat sia competitiva sul mercato e riesca a ottenere profitti in grado di far funzionare l'economia.


fatto che porta la pagnotta nei piatti dei dipendenti fiat. dovrebbero lavorare per mandare la fiat in vacca?

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 17:02  
Non credo che nessuno abbia inquadrato l'argomento.

Innanzitutto in un sistema gerarchico non c'è nulla di naturale, per riprendere la parola usata a tal proposito.
L'uomo si organizza in società in cui vivere ma questo non è un fenomeno della natura ma rientra in un ambito di leggi sociali create appositamente.
pertanto val sempre quanto detto alla nausea, che se le società create sono giuste e legittime devono dimostrarlo, in caso contrario possono essere sostituite da formule migliori.

Una differenza notevole rispetto al medioevo è che i lavoratori hanno ottenuto molti più diritti , grazie a sanguinose battaglie popolari e non certo a concessioni di qualche illuminata elite.
Ma il punto di discussione non era questo, quanto il fatto che chi decide cosa e come produrre è rimasto sempre il signore del feudo e non ha nessuna intenzione di chiedere una democratica partecipazione popolare al riguardo.

L'imprenditore della multinazionale può essere competitivo in un solo modo: se è appoggiato dal suo governo attraverso lauti sussidi pubblici a spese del contribuente.
pertanto non si tratta di investimenti ottenuti con i suoi soldi, come affermava ipergiorg.
Nessuno crede più a questo genere di capitalismo almeno dalla fine degli anni 20,quando ci fu un'enorme depressione e la borsa di Wall Street crollò.
Si comprese da allora che un capitalismo senza regole non sarebbe durato a lungo.
C'era bisogno di un elemento determinante , che fu poi quello che venne scritto nero su bianco secondo la dottrina economica vigente di Keynes, il famoso incentivo statale grazie al quale gli unici settori competitivi sul mercato sono quelli supportati dagli sforzi del contribuente.


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 17:06  
quote:
In data 2005-06-24 16:00, riddick scrive:
quote:
In data 2005-06-24 15:13, Quilty scrive:

alla fine si tratta sempre di cittadini che invece di lavorare per tutta la vita per il feudatario o per il Partito, lavorano affinchè la Fiat sia competitiva sul mercato e riesca a ottenere profitti in grado di far funzionare l'economia.


fatto che porta la pagnotta nei piatti dei dipendenti fiat. dovrebbero lavorare per mandare la fiat in vacca?



Anche quando c'era il signore del feudo allora ,perchè mai avrebbero dovuto contestare la sua politica se questa era l'unico modo per sopravvivere?
Oppure che senso ha vivere sotto l'ala del Partito e permettersi di criticare il fatto che solo lui decide gli investimenti da fare e tu devi solo pagare e stare zitto?

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 17:42  
Per entrare nell'argomento , è noto che i cittadini pagano le tasse.
Lo Stato incassa migliaia di miliardi ogni hanno, eppure c'è forse un dibattito pubblico su come vengono spesi quei soldi e su come si intende spenderli in futuro?

Qualunque padre di famiglia responsabile a fine anno vuole vedere come tornano i conti: quanto spende la moglie, quanto i figli. Decide in che cosa investire, se in case, auto, cosa comprare e via dicendo.

Lo stato si comporta allo stesso modo ed è una regola che si insegna a chi studia economia che per farla funzionare non è tanto importante come investire, purchè lo si faccia.
Si potrebbe decidere anche di cominciare a scavare buche sotto terra, dare milioni di posti di lavoro in tal modo e far viaggiare lo stesso l'economia.

Ma chi è che decide cosa e come investire?
Non c'è alcun dibattito pubblico e questo è il tema del topic.

Il motivo per cui non c'è dibattito è che i vantaggi sono indirizzati verso una determinata categoria di persone che naturalmente si adopera per mantenere i suoi privilegi.


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 24-06-2005 17:43  
Nella potenza economica numero 1 del pianeta, gli Stati Uniti, i settori competitivi sul mercato sono l'agricoltura, completamente a carico del contribuente; il sistema industriale dell'alta teconolgia, a carico del contribuente tramite i finanziamenti al Pentagono.

Oggi su Repubblica Tony Blair dichiarava a proposito dell'Unione Europea: "dobbiamo essere competitivi" per affrontare sui mercati potenze come la Cina o l'India.
Quello che mancava era la spiegazione su come essere competitivi, e la spiegazione unica e plausibile è abbastanza semplice: intervento statale sui mercati per proteggere le nostre imprese, abbassamento del costo del lavoro (cioè dei salari) perchè le merci siano vendibili a minor prezzo, sussidi alle grandi imprese e stimolo a favorire loro le necessarie quote di mercato indispensabili per mantenere un'economia in salute.

E' cronaca recente l'accordo tra UE e Cina sul momentaneo limite imposto alle importazioni provenienti dall' Asia, in vigore se ben ricordo almeno fino al 2009.
Questo pesante intervento statale regolamenta i mercati. Permette a un'impresa tedesca, per esempio, di esssere competitiva con una cinese.
Lo stato quindi è solamente il braccio di una mente in mano ai grandi investitori.
Quando interviene o manda gli squadroni della morte in sud america per rovesciare determinati regimi e instaurarne altri, non lo fa per la sua innata propensione alla violenza o per chissà quale scopo benefico; lo fa semplicemente perchè sia garantita all'impresa la quota di mercato necessaria per trarre profitti e rimanere competitiva.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 25-06-2005 09:11  
quote:
In data 2005-06-24 17:02, Quilty scrive:

L'imprenditore della multinazionale può essere competitivo in un solo modo: se è appoggiato dal suo governo attraverso lauti sussidi pubblici a spese del contribuente.
pertanto non si tratta di investimenti ottenuti con i suoi soldi, come affermava ipergiorg.




mi spiace, ma questo non mi pare un fatto dimostrato da chicchessia. Certo la Fiat ha ottenuto valanghe di sussidi pubblici ed effettivamente sarebbe anche il caso di farli valere quei soldi. Ma mica tutte le ditte o multinazionali sono come la FIAT. Anzi il caso FIAT nasce da una soluzione italiana frutto e di corruzione e di acquiescenza da parte dei sindacati. Infatti vanno a far sciopero a Roma di fronte alla sede del governo e non certo al lingotto!
Ma supponiamo per un attimo che a fronte di tutti quei soldi spesi lo stato si fosse messo a decidere le mosse della FIAT: con gli incapaci che ci sono in italia probabilmente sarebbe stato un disastro peggiore di quello odierno.
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 25-06-2005 11:01  
Gabriele Lafranchi
E' difficile trovare sul mercato delle idee una corrente di pensiero più maltratta di quella (s)conosciuta sotto il termine «liberalismo». La litania è nota: accuse di sfruttamento degli individui, di asservimento ai loschi interessi delle multinazionali, di complicità con le prevaricazioni di pochi, senza ovviamente dimenticare il classico riferimento alla dittatura dei mercati e al capitalismo selvaggio, per non parlare di tutti i crimini di cui sarebbe responsabile la globalizzazione.
Eppure le cose non stanno così. Il liberalismo non intende pianificare la società, non sfrutta nessuno. Non stabilisce quanto debba guadagnare un direttore d'azienda e nemmeno quale assicurazione malattia i cittadini debbano sottoscrivere. Non mira a creare il paradiso in Terra: si interessa all'uomo per quello che è e non per come lo si vorrebbe.

Contrariamente al socialismo, il liberalismo riconosce i limiti della ragione umana, evitando così di cadere nella trappola della "presunzione fatale" (Friedrich A. von Hayek).
«Libertà, proprietà e responsabilità sono i tre pilastri su cui si fonda il liberalismo, ricorda Pascal Salin, che continua poi la sua magistrale opera (Libéralisme, Editions Odile Jabcob, Francia, anno 2000), sottolineando che « non c'è libertà senza proprietà e la proprietà è il fondamento della libertà ». L'essenza del liberalismo sta tutta qui. In fondo, se nulla vi appartiene, cosa potete scambiare legittimamente con gli altri ? Nulla. Che controllo avete sulla vostra vita ?
Nessuno. Se non potete scambiare liberamente ciò che è vostro, potete continuare a considerarvi liberi? No di certo. E se violate la proprietà degli altri, siete anche responsabili di riparare i danni che avete provocato? Ovviamente.
Ma se è così , in che occasioni vi siete sorpresi a sfruttare il vostro prossimo ? Acquistando il pane o andando a bere un caffé con i colleghi ? Sottoscrivendo un contratto di lavoro ? Scegliendo un regalo per vostro figlio ?

In realtà ad essere selvaggio non è il liberalismo, ma le violazioni dei principi su cui il liberalismo si fonda. Le accuse che si sentono spesso ripetere non reggono la prova della logica, tanto che vien da chiedersi se non sia in corso ormai da anni un tentativo di manipolazione di massa.
Come se non bastasse, questa cortina fumogena permette agli uomini dello Stato di distogliere l'attenzione dal loro operato, questo si spesso selvaggio. Chi applica impunemente tasse sui prodotti provenienti dall' estero che desiderate acquistare ? Chi vi priva con la coercizione di parte del vostro salario? Chi vi costringe a sottoscrivere un' assicurazione malattia obbligatoria ? Chi vi obbliga a versare denaro a sostegno di settori di cui non vi interessa assolutamente nulla ? Chi crea privilegi legali per alcune categorie? Chi fa tutto ciò ovviamente per il vostro bene?

Sempre e solo loro : gli uomini dello Stato. E chi sono i principali sostenitori dello Stato, delle imposizioni e delle regolamentazioni che limitano i principi di libertà, proprietà e responsabilità ? Molto spesso i medesimi che si riempiono la bocca con facili e vacui slogan sul liberalismo dilagante e sulle sue catastrofiche conseguenze.
Per non farsi travolgere dalle falsità imperanti è forse il caso di citare ancora Pascal Salin : « è totalmente incoerente voler difendere la libertà umana e ammettere allo stesso tempo che qualcuno abbia dei diritti su di voi e sulle vostre proprietà, vale a dire sul frutto delle vostre attività (. ) Non si può volere una cosa e il suo contrario, non si può proclamare la libertà e accettare la schiavitù ».
_________________
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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-06-2005 11:08  
quote:
In data 2005-06-24 17:43, Quilty scrive:
E' cronaca recente l'accordo tra UE e Cina sul momentaneo limite imposto alle importazioni provenienti dall' Asia, in vigore se ben ricordo almeno fino al 2009.
Questo pesante intervento statale regolamenta i mercati. Permette a un'impresa tedesca, per esempio, di esssere competitiva con una cinese.
Lo stato quindi è solamente il braccio di una mente in mano ai grandi investitori.


scusa ma se scrivi una cosa del genere forse ti sfugge qualcosa

hai scritto molte volte questa inesatezza

le aziende fanno parte dello stato

continuo a non comprendere il motivo perchè cerchi sempre di eliminare un soggetto del mercato

un ripasso di macroeconomia farebbe bene

lo STATO ha il DOVERE di intervenire sopratutto oggi nella globalizzazione
_________________
For relaxing times make it Suntory time

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-06-2005 11:09  
e coma ha già detto ipergiorg se de vi parlare di multinazionali evita di parlare della Fiat che è un caso che non fa testo
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-06-2005 14:48  
Ipergiorg fa finta di non capire e tifa per il Grande Fratello.
Ma non è una novità se il grande fratello sta bene solo quando non c'è qualche personaggio comunista.

In fondo il modello a cui ci rifacciamo è sempre lo stesso.
il caso Fiat non è affatto un caso singolare.
Tutta l'industria high tech statunitense si basa sugli sforzi del contribuente per sostenere la ricerca tecnologica.

Nelle grandi industrie a grande intensità tecnologica quali l'aerospaziale, automobilistica, chimica, telecomunicazioni eccetera il ruolo del governo non può essere che quello di preparare per tutte queste imprese il terreno per accedere ad accordi e progetti di sviluppo continentali mettendo in campo investimenti pubblici in piani di ricerca e commesse alle aziende.

In pratica il citadino deve pagare la ricerca scientifica, tecnologica e via dicendo affinchè le imprese possano poi esser competitive sul mercato internazionale.
Questo sistema non è lontano da un sistema di livello feudale dove il signorotto locale assicurava un minimo tenore di vita purchè i suoi vassalli lavorassero per lui per tutta la loro esistenza.

Del resto l'economia vigente funziona così. Per essere competitivi bisogna inoltre che il costo del lavoro sia abbassato e un ottimo modo per farlo è quello di liberalizzare i mercati mettendo assieme all'interno della stessa Unione la Francia e il suo livello di vita con la Lituania e i suoi salari ,livellando il tutto al minimo comun denominatore.

Nessuna economia potrebbe pensare di vivere un solo secondo senza il sostegno del governo, e proprio grazie a questo sostegno si sono sviluppate le economia inglesi giapponesi statunitensi.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-06-2005 15:01  
quote:
In data 2005-06-25 11:08, Tenenbaum scrive:



scusa ma se scrivi una cosa del genere forse ti sfugge qualcosa

hai scritto molte volte questa inesatezza

le aziende fanno parte dello stato

continuo a non comprendere il motivo perchè cerchi sempre di eliminare un soggetto del mercato

un ripasso di macroeconomia farebbe bene

lo STATO ha il DOVERE di intervenire sopratutto oggi nella globalizzazione

[/quote]

Ragazzo, lo stato ha il dovere di intervenire se vuole mantenere una certa competitività in questo sistema.
Se non lo facesse l'economia crollerebbe.
Ma forse non ti sei accorto che si sta contestando il sistema stesso, non il fatto che lo stato intervenga e basta.
Certo che le aziende fanno parte dello stato, sono la principale destinazione dei fondi pubblici e di ogni garanzia affinchè possano sopravvivere. In pratica sono a carico del contribuente.

Il cittadino che lavora per tutta la vita per manetenere la Fiat,poichè questo è l'unico modo possibile perchè questo modello di economia possa funzionare.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 27-06-2005 alle 15:02 ]

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