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Sleeping Beauty
L’opera prima della scrittrice australiana Julia Leigh ci offre una ‘bella addormentata’ ingannatrice, che vorrebbe indurre a credere in una vena artistica provocatoria quando, in realtà, è solo una vena rinsecchita e raggelante, che stanca in fretta e fa propendere lo spettatore per la furbizia e/o vacuità dell’operazione.
C’è Lucy, una ragazza quasi afasica e con seri disturbi psichici (interpretata con coraggio e bravura da Emily Browning, vista in Sucker Punch): una vita con una madre alcolizzata; unico punto di riferimento un amico sull’orlo del suicidio; una tendenza più che accentuata al masochismo. Studentessa, inizia a raggranellare soldi come cameriera in deshabillé per vecchi con portafoglio fornito, come cavia in un laboratorio medico e come escort, finché giunge nella villa di madame Clara, che le offre un lavoro molto particolare: dovrà giacere sedata e priva di coscienza in un letto, alla mercé di clienti che possono fare di lei quello che vogliono (tranne penetrarla, dato che, con battuta divenuta cult a Cannes, dove il film ha aperto la sezione Concorso, "la tua vagina sarà un tempio").
Non vi è un senso né una spiegazione nell’opera della Leigh, tutto viene lasciato all’immaginazione e alle ipotesi dello spettatore che - e forse questo è proprio ciò che vuole la regista - viene con violenza coinvolto come i clienti di madame, voyeur senza volerlo, condividendo controvoglia con i clienti il loro sguardo e uscendo dalla sala con una sensazione vischiosa, un appiccicume malsano e freddo.
La bravura della Leigh sta nella geometria delle inquadrature, nel gelo estetico delle atmosfere, che mantengono una patina di ghiaccio perenne. Una vicenda di degradazione di sé che non viene rivelata nei suoi motivi, una contrapposizione maschio/femmina in cui i primi appaiono sempre meschini, orridi, impuri, di contro al candore virginale dell’addormentata. Un film voluto anche da Jane Campion, che l’ha definito "un’opera di cinema esistenziale contemporaneo: sensuale, complesso e senza remore". Sarà.
La frase: "Dormirai, ti sveglierai. Sarà come se in quelle ore non fossi mai esistita".
Donata Ferrario
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