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Autore Il cacciatore di aquiloni
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 30-03-2008 10:07  
Trama: Kabul, 1978. Due bambini, Amir, ricco figlio di un acceso anticomunista, e Hassan, hanno una innata capacità nel vincere le gare di aquiloni. Ma nella giornata che scandisce una loro grande vittoria, un fatto scabroso finisce per rompere la loro amicizia che sembrava inattaccabile. Vent'anni dopo Amir, emigrato con il padre in America per l'arrivo dei Russi nel 1979, riceve una misteriosa telefonata che gli chiede di tornare al più presto nel suo paese. Egli si reca senza esitare, ma nel paese comandato dai talebani con il pugno di ferro ciò che deve fare è tutt'altro che semplice ...



Commento: Marc Foster ha diretto due film molto apprezzati e conosciuti come Neverland e Monster's ball, e sta lavorando niente popodimeno che alla regia del prossimo, targato nr.22, episodio di 007, e in questo straziante ritratto di un uomo pervaso dai dubbi e dai sensi di colpa tratto dal libro di Khaled Hosseini, apprezzato best seller internazionale, dimostra tutta la sua bravura e le sue capacità registiche, con suggestive inquadrature dall'alto di una Kabul (e di un Afghanistan) in procinto di subire eventi devastanti come l'invasione sovietica e la presa del potere successiva dei talebani. La trama narra di una amicizia finita male per colpa di atto vigliacco e di una decisione di non intervenire ancora più vigliacca se vogliamo, che per vent'anni sembra stare muta senza intersezioni, riallacciando i suoi fili solo quando sembrava ormai completamente seppellita.
I protagonisti sono due bambini di diversa estrazione sociale, Amir e Hassan, il primo ricco ereditiero, il secondo il figlio del suo fidato servo. Il ritorno a Kabul dell'ormai trentenne Amir, trasferitosi con il padre in America per sfuggire alla repressione sovietica, sarà traumatico e troverà una città irriconoscibile.
Foster non cambia moltissimo del libro (introduce una scena d'azione per dare movimento decisamente poco affascinante rispetto a quello che avviene nel romanzo, e anticipa la figura di colui che farà da motore alla decisione di tornare a Kabul per meglio far comprendere allo spettatore alcune cose), ma mantiene intatto lo spirito che lo permea, quello della disillusione, dei troppi cambiamenti che avvengono (il ricco diventa povero, le sicurezze si sfaldano e le delusioni e le amarezze sono continue) e della incapacità di vivere con i sensi di colpa del passato.
Amir (Khalid Abdalla) vive la sua gioventù in amarezza e in controtendenza dei voleri del padre che ha trovato per entrambi la salvezza in America, si laurea senza nessuna gioia, cerca di scrivere faticosamente un libro tra la diffidenza dei parenti e conoscenti ("devi fare il dottore" gli dicono) e poi quando il libro viene ultimato e stampato, deve andare a riprendere i fili del suo passato. Una ironia del destino che ci insegna che i disegni più grandi sono quelli della solidarietà umana da attuare e non il successo economico da perseguire (la scena dell'orfanatrofio abbandonato a se stesso è a dir poco eccezionale in quanto a iconizzazione della necessità di aiutare), di fatto nella seconda parte del film si abbandonano gli agi e le certezze pur di correre a salvare l'onore sporcato nel tempo addietro.
Immagini dure e pesanti, che ci ricordano sotto quale regime si viveva (presente anche la scena della lapidazione di una donna fedifraga, con la privazione dell'identità del burka da indossare anche durante la sua esecuzione), che impediva ogni tipo di felicità e dimostrazone pubblica di colloquio. All'interno è nascosta una terribile verità sotterranea che uscirà in maniera devastante, dimostrando che la tanto decantata fedeltà ad Allah del regime con imposizione di comportamenti impossibili da seguire, nasconde verità scomode e atrocità indegne.
I contrapposti psicologici tra la prima e la seconda fase (innocenza e maturità) altissimi proprio per sottolinearli, come vediamo l'altalena di situazioni in cui vive la famiglia di Amir che passa dalla ricchezza e visibilità afghana all'appiattimento in quella americana, vivendo di lavoretti, mentre man mano si nota come il padre dia dignità alla propria vita eseguendo comportamenti che affossano sempre di più la dignità del figlio oppresso dal passato (la scena con il soldato russo è a dir poco eccezionale in quanto a emotività).
Preparatevi a una trama piena di sorprese inaspettate, per una delle trasposizioni di romanzo più riuscite degli ultimi tempi, riuscendo grazie a una grande prova di regia e a un integrazione ottimale degli ambienti a farci sentire nella zona dove si svolge ciò che vediamo.
In definitiva un film coinvolgente come pochi, potente, emozionante, che tratta gli inaspettati temi scabrosi (ovviamente per chi non ha letto il libro) in maniera perfetta calibrandosi tra le diverse realtà, tirando fuori tutti gli scheletri dall'armadio quando meno te lo aspetti, visione completa ed appagante per una serata di cinema impegnato che si segue senza nessun problema tanto è ben esplicata. E mentre i bambini ci guardano con i loro occhi privi della dignità della fanciullezza privata troppo presto dalle azioni nefande dei grandi, ci sentiamo tutti più poveri per non aver fatto niente per loro. Sono momenti in cui il cinema ci ricorda che le tragedie e gli incubi degli errori personali non finiscono scappando e trovando una nuova realtà di vita, ma continuano a tormentarci senza tregua finchè non le abbiamo riparate.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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Nietzsche

Reg.: 03 Ago 2007
Messaggi: 2264
Da: smaramaust (BZ)
Inviato: 30-03-2008 22:23  
quoto in toto il bel commento di kubrick.
ottimo film, sicuramente supportato da un grande libro e quindi una grande sceneggiatura, ma dove la sobria regia di forster si fa apprezzare insieme alle splendide prove del cast e alle scenografie di un mondo per noi inedito e spesso guardato con indifferenza o sospetto, e che invece il film riesce a farci amare fino a commuoverci.
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Kubrick5


Reg.: 19 Apr 2006
Messaggi: 5694
Da: San Zeno (BS)
Inviato: 30-03-2008 22:50  
Io non sono molto bravo a commentare o scrivere recensioni sui film, quindi mi limito a dare un giudizio + che positivo a questo bel film tratto da un bellissimo libro
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Anche la follia merita i suoi applausi

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 30-03-2008 23:34  
sembra un film d'azione per come è girato. E' solo narrazione, poco cinema.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 31-03-2008 02:27  
Ci sarebbero anche delle belle immagini (indimenticabile il cielo di Kabul pullulante di aquiloni colorati e leggiadri...) ma il film spinge troppo sui pedali del melodramma e della retorica, dei buoni sentimenti, con delle evidenti punte di didascalismo ideologico al limite del manicheismo. Non che con questo non sia rappresentata con "onestà" intellettuale la realtà afgana e mediorientale in generale, così come ci viene anche raccontate dai media e dai "testimoni" direttamente coinvolti, ma tutto è così prevedibile (come la lapidazione di una donna) da apparire scontato, schematico, prevedibile, un po' come da "copione".
L'approccio realistico (con velleità cronachistiche e semidocumentaristiche: la lapidazione di una donna) viene spesso vanificato dall'enfasi narrativa che sa troppo di fiction, dal naturalismo visivo, da uno stile altalenante ed abbastanza anonimo.



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Nietzsche

Reg.: 03 Ago 2007
Messaggi: 2264
Da: smaramaust (BZ)
Inviato: 01-04-2008 09:07  
quote:
In data 2008-03-30 23:34, gatsby scrive:
sembra un film d'azione per come è girato. E' solo narrazione, poco cinema.



mmmh, il che è la stessa cosa che penso dei film dei coen.
con l unica differenza che questa è una grande narrazione.
_________________

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-04-2008 09:30  
il film dei Coen è quasi antinarrativo
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 01-04-2008 13:20  
E' come rileggersi il libro dalla prima all'ultima pagina, la fedeltà al testo originale è totale.
Comunque si guarda bene...
_________________
Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 01-04-2008 13:40  
quote:
In data 2008-04-01 09:07, Nietzsche scrive:
quote:
In data 2008-03-30 23:34, gatsby scrive:
sembra un film d'azione per come è girato. E' solo narrazione, poco cinema.



mmmh, il che è la stessa cosa che penso dei film dei coen.
con l unica differenza che questa è una grande narrazione.


Ancora...Basta, veramente.

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Nietzsche

Reg.: 03 Ago 2007
Messaggi: 2264
Da: smaramaust (BZ)
Inviato: 01-04-2008 13:59  
quote:
In data 2008-04-01 13:40, TomThom scrive:
quote:
In data 2008-04-01 09:07, Nietzsche scrive:
quote:
In data 2008-03-30 23:34, gatsby scrive:
sembra un film d'azione per come è girato. E' solo narrazione, poco cinema.



mmmh, il che è la stessa cosa che penso dei film dei coen.
con l unica differenza che questa è una grande narrazione.


Ancora...Basta, veramente.


ah non voglio parlare dei film dei coen, ho solo fatto notare a gatsby che la sua critica mossa a questo film è la stessa che è stata mossa a quello dei coen.
fine del discorso.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-04-2008 16:28  
si, ma due critiche uguali non significa che, per sottrazione, i film siano simili.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Nietzsche

Reg.: 03 Ago 2007
Messaggi: 2264
Da: smaramaust (BZ)
Inviato: 01-04-2008 19:31  
quote:
In data 2008-04-01 16:28, gatsby scrive:
si, ma due critiche uguali non significa che, per sottrazione, i film siano simili.



no no sot solo dicendo che la critica che fai tu a questo film è la stessa che faccio io a quello dei coen. dal tuo post mi sembrava di aver capito che era quello il motivo per cui non ti era piaciuto, e lo stesso vale per me con quello dei coen. ho anche aggiunto che il soggetto di questo film di foster, PER ME e per i miei gusti, è decisamente superiore a quello scelto dai coen. niente altro.
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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 09-04-2008 23:37  
Non ho tutta questa grande cultura in materia per giudicarlo sulla base storica, nè ho letto il libro... Quindi, separando il discorso cinematografico, voglio dire solo che mi son sentita piccola piccola.
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Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!

Happiness only real when shared.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 10-04-2008 10:09  
il film è piuttosto bruttino. Ben realizzato, ma ruffiano e poco onesto. Visone unilaterale del fenomeno afghano che dipinge con facile manicheismo i buoni e i cattivi.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 10-04-2008 10:13  
quote:
In data 2008-04-10 10:09, oronzocana scrive:
Ben realizzato, ma ruffiano e poco onesto



Questa è una buona sintesi
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Il cacciatore di aquiloni

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