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Autore Caos Calmo di Antonello Grimaldi
quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 29-02-2008 12:29  
L'ho visto ieri..devo dire che è un buon film...certo se l'avesse diretto Moretti forse sarebbe potuto diventare un capolavoro, ma anche così rimane una storia ben scritta e ben diretta in bilico tra dramma e commedia.

Bravi gli attori e in particolare Nanni, i suoi duetti con Gassman sono a tratti irresistibili, fra i due c'era una grande alchimia.

Solo il personaggio di Valeria Golino mi è sembrato un po' troppo sopra le righe e non sviluppato a sufficienza, ma, non avendo letto il libro, non so se anche in Veronesi è così.

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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 29-02-2008 14:00  
sì sono d'accordo con quentin84, riporto anche 2 parole mie:

Cosa ci si poteva aspettare da uno come Grimaldi, regista abituato alle telecamere delle fiction televisive? Apparentemente nulla, quando invece questo Caos Calmo ha parecchio da offrire. Verrebbe quasi da ricordare il detto "è Cinema fatto di corpi" poichè è proprio su di loro, e in particolare su quello di Moretti, che si basa tutto il lungometraggio di Grimaldi. Pietro Paladini si ritrova a vivere un "caos" dentro di sè e decide di affrontarlo alla sua maniera, fermandosi "con calma" a ripensare a ciò che l'ha causato. Fermarsi sulla panchina fuori da scuola non significa solamente non tornare a lavorare, ma anche non tornare in quella quotidianità che l'ha fatto essere così tanto assente dalla vita di sua moglie e di sua figlia. Questo fatto impone già una prima riflessione, il "caos" vero lo sta vivendo ora o, forse, lo stava vivendo prima della morte di sua moglie? Nel momento in cui Pietro Paladini si ferma per riflettere, scopre un mondo fatto di altri corpi, di altre anime, che prima non si sarebbe mai sognato di notare. I problemi di lavoro sembrano lontani e di poco interesse, acquisisce invece importanza il saluto di una sconosciuta con un grosso cane a passeggio, il gioco con un bambino che passa sempre da quel parco o il familiarizzare con il proprietario del baretto lì davanti. Tutte le attenzioni di Pietro si spostano su qualcosa di più "vero", di più "fisico", di più tangibile. Sembra quasi un voler "ricominciare da capo" la vera motivazione del voler rimanere seduto su quella panchina, per poter fare il punto della situazione per riuscire a ricominciare a vivere in un modo migliore. Moretti in tutto questo si dimostra geniale poichè riesce a unire momenti di grande intensità drammatica ad altri invece incredibilmente comici. Rappresentativo dei primi è quel terribile pianto dopo essere svenuto alla riunione, Grimaldi lo inquadra da solo, di notte nella sua macchina senza colonna sonora, quasi a mostrare rispetto per un uomo che sta passando un momento terribile. I momenti comici invece abbondano, molti nascono grazie alla collaborazione di un buon Alessandro Gassman che riesce ottimamente come spalla di Moretti, soprattutto nella battuta presente anche nel trailer "non sto fermo tutto il giorno qua, mi muovo..." accennando con la mano i punti del parco in cui si sposta.
Ricominciare a vivere, dicevo prima, in un modo migliore. La scelta di accettare o rifiutare il posto chiestogli da il presidente Steiner, un gradito cameo di Roman Polanski, che gli potrebbe portare molti più soldi e una posizione di prestigio all'interno dell'azienda, è mostrata per ciò che comporta più che dal che cosa significa in sè. Accettare di isolarsi da quel microcosmo che Pietro si era creato vuol dire perdere immediatamente tutti quei rapporti sinceri che si era creato, come il saluto alla ragazza sconosciuta o il gioco delle luci con il bambino o il saluto alla figlia dalla finestra. Mostrando questo Grimaldi non ha bisogno di dire altro, la scelta di Pietro verrà di logica conseguenza.
Certo, Caos calmo non è un film perfetto e questo lo si può notare da alcune scelte sbagliate sia in fase di sceneggiatura sia in fase di ripresa, ma rimane comunque un ottimo esempio di cinema italiano. Una delle scene meno riuscite, per esempio, è proprio la tanto chiaccherata scena di sesso fra Moretti e la Ferrari. La mdp si muove completamente a caso, tralasciando il significato diegetico del suo continuo alternarsi fuori e dentro la stanza in cui ci sono i due, lasciando lo spettatore più confuso che altro. Li stiamo spiando da fuori, o stiamo vivendo con loro da dentro la casa ciò che stanno facendo? Il continuo passare da un'interpretazione all'altra rende la scena "fumosa" e si ha proprio la sensazione di aver buttato via quattro minuti di visione. D'altra parte neanche la scelta di seguire così in dettaglio alcuni movimenti economici dei colleghi di Pietro risulta vincente, soprattutto perchè il film vorrebbe allontanarsi il più possibile da quei momenti mentre invece finisce per descriverli anche troppo.
Caos Calmo è quindi sicuramente criticabile, e anche a ragione sotto certi punti, ma all'interno di un panorama cinematografico così poco "coraggioso" quale è quello italiano, un film del genere è una vera boccata d'aria fresca.
(tratto da qui)
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 29-02-2008 14:15  
Sì, la parte che descrive la "fusione" risulta un po' noiosa, ma del resto lo è anche agli occhi di Pietro.
La scena di sesso...mah, a me è parsa molto intensa, straniante proprio per quell'alternarsi fuori e dentro la casa.
Comunque sono abbastanza d'accordo con quanto hai scritto.

SPOILER non voglio far la figura dell'idiota, ma non ho capito se il sesso con la Ferrari era un sogno dato che nell'inquadratura immediatamente successiva c'è Moretti che si sveglia...

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thetourist

Reg.: 01 Mag 2007
Messaggi: 7007
Da: estero (es)
Inviato: 16-04-2009 10:01  
No, era vera.
O almeno, nel libro c'era.

Visto ieri sera, era tanto che lo volevo vedere, e devo dire che non sono rimasta per niente delusa, anzi mi è piaciuto molto.
Mancano delle cose raccontate nel libro, più che altro alcune cose sono state semplificate.
Ad esempio nel film non si parla di quando Pietro ascolta in macchina la cassetta di Lara credendo che i Radiohead gli parlino da parte della compagna morta, nè di quando poi, tornando a casa, trova suo fratello che ascolta proprio Pyramid Song e gli racconta di una ragazza del suo passato, ormai morta, che ancora tormenta i suoi ricordi.
Il tutto si riduce all'ascolto di Pyramid Song nella scena in cui Pietro va in giro in macchina di notte e in cui riesce finalmente a piangere.
Mi è piaciuto particolarmente Alessandro Gassman, perfetto in quel ruolo.
Bel cast comunque.

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Fortunatamente, secondo la moderna astronomia, l'universo è finito: un pensiero consolante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose.

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