FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - Flags of our fathers-La bandiera sulla collina di cartapesta
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Flags of our fathers-La bandiera sulla collina di cartapesta   
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 )
Autore Flags of our fathers-La bandiera sulla collina di cartapesta
vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 15:33  


ma così non vedi il film, ma solo l'eventuale dimostrazione di una serie di premesse. che per altro tu speri di vedere realizzate: troppi filtri. e ti perdi degli elementi specifici di quel testo (ad esempio: il tono dello sceneggiatore haggis non sarà un po' troppo didascalico?).

_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

  Visualizza il profilo di vietcong  Invia un messaggio privato a vietcong    Rispondi riportando il messaggio originario
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 18-11-2006 15:38  
vedo il film ma attraverso il percorso che sta facendo un Autore (e l'Autore, l'Autorialità, è per me più importante di un singolo film, nonchè l'unica chiave di accesso completo per il film stesso).
La sceneggiatura di Haggis didascalica? mmm può darsi, ma questo a mio parere non intacca minimamente il valore e l'operazione compiuta da Clint.
_________________
eh?

  Visualizza il profilo di NancyKid  Invia un messaggio privato a NancyKid  Email NancyKid  Vai al sito web di NancyKid    Rispondi riportando il messaggio originario
vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 15:42  
allora fottiamoci, tanto il mio post serio era quello sul paragone con unforgiven, non certo quello sul tuo rapporto mitologico con Eastwood...
_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

  Visualizza il profilo di vietcong  Invia un messaggio privato a vietcong    Rispondi riportando il messaggio originario
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 18-11-2006 15:46  
ahah, si, fottiamoci.
fra l'altro il tuo pezzo conferma indirettamente proprio i due punti che esponevo in precedenza. Flags come film di Eastwood. e Flags come (vecchio) Nuovo Eastwood.
La differenza è ovviamente la prospettiva con cui l'abbiamo percepito. ma chissene..
_________________
eh?

  Visualizza il profilo di NancyKid  Invia un messaggio privato a NancyKid  Email NancyKid  Vai al sito web di NancyKid    Rispondi riportando il messaggio originario
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 21-11-2006 23:12  
Trama : la guerra nel pacifico e la battaglia di Iwo Jima ,le morti e le sofferenze frammiste alle difficolta' che l'America stava trovando a livello di morale nel riuscire a cogliere la vittoria contro i giapponesi .Ma la famosa foto della bandiera piantata da sei marines sul monte Suribachi , e' un falso , una costruzione artificiosa o il summa eroico di una gloriosa impresa ? E sopratutto , chi sono quei marines , sono ancora vivi , possono racocntare qualcosa oppure...e mentre ci si interroga sul giusto tributo da dare a una foto i soldati continuano a morire per la resistenza strenua dei soldati giapponesi ....

Sunto del commento:un film poderoso a livello di evocativita' , con delle bellissime scene di battaglia sull'isola solforosa e una fotografia bellissima per toni e adattamento alle scene.Si partecipa emozionati e coinvolti alla grande messa in scena della saga della bandiera contesa,i lati umani non vengono dimenticati e si narrano con i flashback le sofferenze e le bugie che stanno dietro all'evento che si sta verificando.Ma dietro alla grande messa in opera di questo lavoro di fascino visivo,purtroppo trascende una terribile contorsione nel voler a tutti i costi glorificare l'esercito americano separandolo dalle congiure di palazzo bieche e interessate , mostrando che il braccio duro e' fatto da uomini leali e coraggiosi mentre la mente si dedica a sfruttare dettagli per i propri fini , magari anche forzatamente giusti , ma senza mai ammettere nulla per non scarnire l'entusiasmo.Un film molto valido , che riprende nella costruzione la prima meta' di " Soldato ryan " ma che poteva essere di piu'e perfetto se non scadeva in eccessiva celebrazione.E' anche vero che si aspetta ora l'altra faccia della medaglia,con la versione "per "giapponesi, magari insieme il dittico si compensa nei valori ( sperando che non sia una controcelebrazione del volemose bene tanto ora siamo amici e i tempi sono diversi).
Non sono stato forse molto chiaro, ma questo e' un sunto per capire bene il mio pensiero dovrete leggere le spoilerosissime considerazioni complete piu' sotto...

Osservazioni totalmente spoilerose : Clint Eastwood ormai ci ha stupito e abituato a grandi prove registiche dopo averci lungamente affascinato come attore , e come un mago dal cilindro tira fuori la genesi della foto della bandiera di Iwo Jima , recuperando una pagina di storia bellica cruenta come non mai ( pensiamo solo all'utilizzo massiccio dei lanciafiamme per stanare i giapponesi ) e riprendendo e omaggiando il suo co-produttore nel "Soldato Ryan ".
Inutile soffermarci sulle scene belliche , che sono perfette per costruzione, splendidamente fotografate e cruenti come da reale consistenza storica, facilmente definibili e fruibili nella loro semplicita' lineare , quando piu' bisogna soffermarsi su quello che potrebbe essere lo spunto per poterle girare. Non e' un mistero che Spielberg giro' il soldato Ryan sopratutto per la prima mezz'ora , dove veniva mostrata come mai prima d'ora la crudezza della impresa bellica , lasciando il resto del film a una risibile trama e puro pretesto per il girato iniziale , qui Eastwood gira , con la solita maestria a cui ci ha abituati, il film per una motivazione inversa ,partendo dalla azione si va alla motivazione, prendendo i flash back come filo d'unione per spiegare cosa ci fosse veramente dietro la glorificazione fotografica di un gesto.Purtroppo l'uso dei flash back lunghi nel passato e' molto valido visivamente , con le scene belliche di massa corpose e affascinanti ( che pero' non aggiungono molto a quanto gia' visto di cinema sull'argomento ) mentre i flash back corti sono solo delle glorificazioni un po' tediose di eroismi individuali,che poco danno e poco aggiungono . Il passaggio tra la coscienza e la guerra dato dai tre soldati che non accettano la sperequazione , giustificata o meno, diventa una sorta di divisione tra una cultura fiera ( quella dei pellerosse , che non capendo bene il valore del denaro si fa distruggere dall'acqua di fuoco,l'alcool ) e una cultura accomodante , e furbescamente viene anch'essa divisa tra lo sfruttatore per niente eroe intruffolato e l'eroe medico vero , prendendo cliche' e modi di vedere un po' consunti.
Il dolore delle madri dopo diventa il dolore da sfruttare , la foto diventa il caso da montare per poi dimenticare al nuovo passaggio di un successivo serbatoio di soldi.E l'america dopo aver usato il sangue e l'immagine dei suoi eroi e' costretta a cercarne altri perche' sono uno spettacolo ormai senza audience.Un messaggio assolutamente devastante quindi , che mina l'eroismo di un gesto ( chi non aveva immaginato che quella bandiera fosse stata piantata subito dopo aver ucciso l'ultimo giapponese che difendeva il suribachi ?armati della adrenalina simboleggiavano la vittoria da iconizzare ),costruito a tavolino nella piu' assoluta tranquillita' relativa.
Un bel film senza dubbio , che perde qualche punto per il suo progenitore della normandia per deja vu scenico , poderoso nel messaggio ma discontinuo nel cucirlo a livello di trama , troppo pedantemente glorificante in alcuni punti ripetuti piu' per desiderio scenico che per vera necessita', ma nonostante tutto dimostra quanto questo cineasta abbia raggiunto una capacita' mediatica di poter trattare temi tanto delicati senza alcun problema.
A livello recitativo troviamo l'ex Billy Elliott e il fast and furios Paul walker ( che dopo Running e sopratutto questo alza decisamente il suo curriculum ) e nella parte del graduato coraggioso e leale abbiamo anche il tiratore infallibile de il soldato ryan che baciava la medaglietta prima di sparare.
Guardate poi alla fine le foto belliche sui titoli di coda e la microscena finale , ripercorrendo la storia si ripercorre anche il film.
_________________
non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

  Visualizza il profilo di kubrickfan  Invia un messaggio privato a kubrickfan    Rispondi riportando il messaggio originario
nicola777

Reg.: 07 Gen 2004
Messaggi: 413
Da: Sestu (CA)
Inviato: 26-11-2006 15:25  
Il film è tutto un andare a ritroso nelle "fotografie" della memoria che scavano in loro stesse per dar vita ad immagini troppo forti per restar ferme e che rendono ridicoli coloro che cercano di racchiuderle negli spazi di una cornice o di renderle "materia".
Letters from Iwo Jima è un'ulteriore indagine nel fuori vista, come se Eastwood non volesse perdersi nulla di ciò che esiste, dell'intero universo.
In questo film si parla della contrapposizione tra coloro che vivono le cose solamente sulla superficie di un'iconografia falsa e coloro che sono sì costretti a trascinare il loro vissuto di dolore fino alla morte, ma che possono anche alternarlo ad una realtà mai definita, mai veramente mortale, che cela al suo interno momenti di pace (come il bagno dei soldati alla fine del film) che non potranno mai essere catturati e svenduti da una società approfittatrice e spietata.
Eastwood, non contento, trova una volta per tutte il modo di uscire dal "sistema" cinema quando, nei titoli di coda, mostra con discrezione le vere fotografie dei soldati. Come se, dopo la lezione di "interpretazione" dell'immagine impartitaci nel film, ci volesse lasciar liberi di guardare senza pregiudizi, con più umanità e meno superficialità, il mondo.

_________________
I just love autumn in New York - watching the birds change color and fall from the trees.

[ Questo messaggio è stato modificato da: nicola777 il 26-11-2006 alle 15:38 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: nicola777 il 28-01-2007 alle 21:00 ]

  Visualizza il profilo di nicola777  Invia un messaggio privato a nicola777    Rispondi riportando il messaggio originario
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 08-12-2006 00:18  
Clint Eastwood ci parla con un linguaggio dimenticato, utilizza codici e figure retoriche appartenenti ai topici stilemi del romanticismo: evviva Clint Eastwood! Un cineasta umile, inusuale, che ha riscosso quanto meritava da parte di critica e pubblico solo quando ha fatto esordire nelle sale i suoi precedenti due bellissimi film “Mystic River” e “Million Dollar Baby”, pluricelebrati e premiati in tutto il mondo, podi di attori molto meno riservati di lui quali Sean Penn, Kevin Bacon, Tim Robbins e Hilary Swank. Eppure Eastwood ha tenuto fede al suo impegno, oggi come ieri, alla sua impegnatività riscontrabile prima di tutto nei concetti autonomi, che sostengono con il loro peso e la loro stazza morale un’intera idea di cinema, quale espressione della convenzione sociale. Flags of Our Fathers è prima di tutto questo, un carrarmato intento alla demolizione delle vecchie barriere sociali fossilizzatesi nell’immaginario comune, e ormai tanto convinte della verità di cui sono portatrici da non porsi mai sul proprio lungo e inesorabile cammino un qualche necessario esame di coscienza. L’unica necessità di questo film è infatti quella bellica, un sottofondo onnipresente che incarna l’antitesi di un’America troppo impegnata a imbolsirsi di finti eroi e della propria immagine prestante.

In realtà il termine “eroe” ha un’accezione contrastata in questo film, dove da una parte è simbolo della perseveranza bellica, del rigido opporsi a combattere contro la vita e per la morte, mentre dall’altra lo è dell’immagine di giovani ragazzi che nuotano insieme nei paraggi del loro campo militare, e che ancora infondono fiducia e coraggio alla propria patria, ai propri connazionali. Sì perché il termine “patria” non significa niente, i patriottismi vengono accantonati in favore dell’idea(le) di umanità, pulsante e viva, per la quale è giusto battersi.

Eastwood depone le armi e imbraccia il cuore, se lo tira dietro come un cannone pronto a consumare la sua miccia e sparare. Eastwood descrive l’eroismo come un “miele” per meglio digerire la morte, da parte soprattutto dei familiari, e lo lega invece ad un atto semplice, come quello di combattere, senza pensare che potrebbe anche essere l’ultima cosa che fai. Eroismo o non eroismo nulla cambia, lo sfruttamento della popolarità vale per chi è identificato come eroe e per chi è sopravvissuto, per chi ancora può succhiare e far succhiare il nettare dell’economia capitalistica, quella bellicista e profondamente insicura. Così da un fatto di cronaca, da una fotografia soltanto si possono condizionare la vita di chi è vivo e la morte di chi è morto, oltre che la vita di chi era genitore di chi è morto. Uno scatto, un nonnulla, la ripetizione di un atto eroico come quello di ergere una bandiera a stelle e strisce sul monte di Iwo Jima, può cambiare molte cose. Statue, parate, messe in scena dedicate agli eroi sopravvissuti che adesso vivono della loro “sopravvivenza”.

Ma il cuore potrà mai abbandonarli a questa lucrosa speculazione della loro storia, della loro vita, di ciò che un giorno potranno raccontare ai propri figli e nipoti? Eastwood risponde seccamente di no. La sua mdp impazzita, tra acqua e fango, sopra e sotto il livello del mare annaspa come un soldato ferito, e i suoi attori s’immedesimano ancor meglio in questo “tipo” destinato al trionfo, o all’oblio.

Qualche didascalismo di troppo in una parte finale, che escluso l’alto grado di commozione e pathos delle ultimissime sequenze, pecca di una certa confusionarietà espositiva. Ma possiamo tranquillamente affermare, aspettando l’altra faccia della stessa medaglia “Letters from Iwo Jima”, che questo lavoro di Clint rappresenta tutto “Il Buono” che c’è in lui.

Già pubblicato qui
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

  Visualizza il profilo di Cronenberg  Invia un messaggio privato a Cronenberg  Email Cronenberg  Vai al sito web di Cronenberg     Rispondi riportando il messaggio originario
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 28-01-2007 20:42  
quote:
In data 2006-11-10 23:28, gatsby scrive:
...
E' questo a mio avviso il principale limite del film di Eastwood. Un'estrema circolarità nella narrazione, un eccesso di reiterazione degli argomenti che spesso fanno delle immagini una mera appendice. Non si tratta di un brutto film, ma mi pare che si guardi troppo l'ombellico. Adagiato sulla forte considerazione iniziale, una "lettera d'intenti" sulla necesssità di smitizzare quell'eore intenso nell'accezione più "americana" del termine, il film non decolla mai. I continui flashback invece che offrire parallelismi tra il ciò che si faceva credere ed il ciò che era in realtà, diventa ben presto prevedibile non solo nella forma, ma anche nei contenuti. Ha una valenza da un punto di vista concettuale, ma a livello empatico il risultato non è il massimo.
...
Sarà che noi europei questo "fenomeno" del simbolo e dell'eroe lo avvertiamo meno rispetto agli americani (da questo punto di vista abbiamo un'altra cultura), però il film soffre anhce a livello empatico: non ci si riesce a commuovere davanti a questa storia che in tal senso sarebbe stata resa meglio da quello Spielberg che qui è produttore e di cui mi pare citato l'inizio di Salvate il soldato Ryan.
...
Rimane un film sicuramente valido, coerente e ben girato, ma meno maestoso e per certi versi sincero di quelle che forse erano le intenzioni o forse le mie aspettative.




ultimamente mi trovo spesso d'accordo con i tuoi giudizi. Queste righe riassumono alla perfezione quello che il film è.
_________________
Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
---------
Blog

  Visualizza il profilo di oronzocana  Invia un messaggio privato a oronzocana     Rispondi riportando il messaggio originario
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 28-01-2007 21:36  

_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

  Visualizza il profilo di gatsby  Invia un messaggio privato a gatsby  Vai al sito web di gatsby    Rispondi riportando il messaggio originario
Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 01-05-2008 18:17  
Molte delle cose notate da Kagemusha come difetti sono in realtà le carte vincenti di questo film.

Era giunta l'ora di recidere il fil-rouge dell'antiretorica che da Stone arriva fino a Spielberg,di uomini vittime del Caso, della disumana follia della guerra, per (rag)giungere (a) una disamina non si dice obiettiva ma anche solamente dotata di fondamenti storici accettabili sul fenomeno della guerra (nella cultura americana).
E di questo,parodiato,mostrato, condannato, nel film c'è tutto , dalla guerra trasfigurata in playstation, a sottolineare in maniera inequivocabile un orrore troppe volte affidato alla semplice parola inerme;il cinismo della vita umana che diviene "affare di Stato " di burocrati in doppio petto e cognac; una riflessione amara ma inevitabile sulla Memoria costruita, la Memoria che crea miti ("eroi " ) invece di fornire cause agli eventi.
E qual'è la cifra stilistica attraverso cui questi concetti ci vengono mostrati? Spingere sul pedale dell'empatia avrebbe significato rischiare di rovinare tutto percorrendo la strada inevitabile verso la retorica positiva della propaganda.
Einvece ecco finalmente (è il caso di dirlo ) una storia che si dipana da sè senza bisogno di guide etico-estetiche di alcun tipo (cfr. il commento su Haggis nell'Agenda ) che si lascia scorrere senza condizionamenti,nè a monte (ideologie ) nè a valle (la melensaggine empatica delle più bieche corde retoriche )
Questo, è in fondo, il compito del Cinema; mettersi a servizio attivo di una Storia da racconbtare bella o brutta che sia senza eccessive infiltrazioni di qualunque natura che possano alterarne la forma (e le forme )

Giudizi e commenti in sospeso, in attesa di vedere LETTERS (stasera, se non cado in narcolessi o su MIRC c'è cazzeggio divertente )
_________________
Silencio...

  Visualizza il profilo di Fakuser  Invia un messaggio privato a Fakuser    Rispondi riportando il messaggio originario
jedifan

Reg.: 15 Feb 2008
Messaggi: 806
Da: milano (MI)
Inviato: 03-06-2008 18:06  
Sarò l'unico ma non mi è piaciuto questo film, forse nel mio giudizio pesa anche che non sono affatto un amante del genere bellico; le uniche due cose che mi sono piaciute sono la fotografia e la scenografia davvero ben fatte.
_________________

  Visualizza il profilo di jedifan  Invia un messaggio privato a jedifan    Rispondi riportando il messaggio originario
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 )
  
0.128298 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: