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inside man |
kubrickfan
Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 10-04-2006 09:34 |
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Un altro film incredibile per il grande spike lee , un altro joint che va a segno in maniera precisa , confermando la grande corrosivita' che questo artista possiede raccontando storie che sembrano normali e poi il loro svolgimento ci spiazza ,ci incredula , ci stupisce.La storia che si svolge in una new york che sembra la protagonista silenziosa del film , con tutti i suoi mali e pregi che fa da osservatore non agente, ha uno stile asciutto e preciso come tutti i film di lee , supportata da un grandissimo cast con un denzel washington strepitoso,una jodie foster che appena arriva buca lo schermo, un clive owen quanto mai ispirato , e due comprimari come defoe e plummer che donano spessore allo svolgimento con una interpretazione davvero degna . in questa storia che trova le sue derivazioni ispiratorie a livello di idea base ( poi assolutamente prende una via sua autoriale e indipendente) in munich e quel pomeriggio di un giorno da cani ( debitamente e gustamente citati da lee ) , ogni possibile spiraglio di narrazione viene usato per condannare qualche cosa che succede nella societa' americana , come nel discorso dell'arabo che viene maltrattato dalla polizia,di non uniformare la sua origine etnica forzatamente a un pericolo, al fatto che ognuno ha i suoi scheletri nel cassetto e come dice la foster " io ho fatto strada facendomi molti amici e non nemici".Non manca il discorso allo specchio ( meno graffiante di quello di norton de la 25 ora e meno lungo ) , simbolo della necessita' di guardarsi nell'anima per essere almeno onesti con se stessi ,non mancano le critiche alle gestioni che per risolvere un problema e tenere nascoste altre cose non si sottraggono alla decisione di sacrificare degli innocenti.In mezzo una regia sopraffina, una fotografia stupenda ( che raggiunge livelli favolosi negli interrogatori , eseguita da libatique ) e un rispetto per la citta' che sembra quasi un ossequio nel filmarne strade e scorci.Questo e' cinema che racconta una storia intensa senza annoiare, senza contorcersi su fronzoli narrativi e utilizzando in pieno la metratura e ogni fotogramma perche' al momento di tirare le somme lo spettatore si trovi a disagio nell'essersi emozionato di quanto ci e'stato raccontato,...come dice clive owen all'inizio il problema e' come ogni cosa deve venire allo scoperto . tralasciando il dove e il quando e il perche', il vero problema e' il come.
Da notare la deliziosa presenza nel finale di cassandra freeman, in una scena veramente sensuale,per chiudere in maniera perfetta un film assolutamente stupendo , con gli ultimi pensieri del detective frazier,amaro tutore della legge costretto a guardare verso l'alto per ripulire ipocrisie e torti del passato rischiando di esserne avviluppato dalle tentazioni.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 10-04-2006 09:52 |
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ermejofico
Reg.: 17 Ago 2005 Messaggi: 662 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-04-2006 16:59 |
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Sceneggiatura brillante, cosparsa di frizzi umoristici ma che risulta un po' fragile quando si imbarca (e quasi si spezza) sotto il peso del supplemento storico di cui viene inopinatamente caricata.
Scelte registiche in linea generale azzeccate, con qualche fronzolo di troppo (attacchi in asse e carrelli con zoom opposto, senza nessuna apparente necessità se non quella di ribadire l'autorialità del film).
Intrattenimento di qualità, in somma, mentre rimaniamo in attesa del successore de I SOLITI SOSPETTI.
_________________ "Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?" |
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bunch311
Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-04-2006 23:37 |
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quote: In data 2006-04-10 16:59, ermejofico scrive:
Sceneggiatura brillante, cosparsa di frizzi umoristici ma che risulta un po' fragile quando si imbarca (e quasi si spezza) sotto il peso del supplemento storico di cui viene inopinatamente caricata.
Scelte registiche in linea generale azzeccate, con qualche fronzolo di troppo (attacchi in asse e carrelli con zoom opposto, senza nessuna apparente necessità se non quella di ribadire l'autorialità del film).
Intrattenimento di qualità, in somma, mentre rimaniamo in attesa del successore de I SOLITI SOSPETTI.
| ecco in pratica quello che ho pensato io
Davvero dei movimenti di macchina superflui come gli zoom in avanti e poi indietro come quello che si vede quando Owen parla con il bambino che aprono e chiudono la sequenza.Un film che nenahce sfrutta troppo bene i suoi personaggi un pò davvero già visti e già consumati nei loro caratteri.Per quanto mi riguarda il colpo di scena l avevo già imbeccato dopo manco mezz ora del film.Un opera che mi sembra di gran lunga inferiore alla 25th ora e che è stata troppo osannata anche se forse è il miglior film che traduce il detto brechtiano "cos è una rapina in banca di fronte alla costituzione di una banca".Poi a gusto personale,davvero stucchevole il finalino di cosa con il regalino di Owen,senza poi contare alcune licenze e passaggi narrativi su cui è meglio sorvolare
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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ines49
Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 11-04-2006 23:43 |
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Davvero delizioso questo nuovo flm di Spike Lee, ironico e coinvolgente. Mi è piaciuto pure il finale: esattamente in linea con la storia raccontata.
Perfetti gli interpreti. |
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Granvia
Reg.: 24 Nov 2002 Messaggi: 203 Da: Salamanca Spagna (es)
| Inviato: 13-04-2006 11:42 |
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Buon film. Si riconosce la mano esperta. Ma nell'ultima settimana ho preferito Factotum . De gustibus..
E ci sono 2 cose che vorrei aggiungere:
1)- A cosa serve la buca che costruiscono nel magazzino? Noi s'è pensato servisse a farlo pisciare.. (perdonatemi il francesismo..)
2)- La citazione (o La frase ) in questa recensione ( http://filmup.leonardo.it/insideman.htm ) ritengo sia erroneamente riportata.
Quella corretta è "Meglio invecchiare da intollerante che crepare da benpensante" (e --tra l'altro-- così ha anche più senso..)
[ Questo messaggio è stato modificato da: Granvia il 13-04-2006 alle 11:43 ] |
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Lollina ex "lolly19"
Reg.: 11 Gen 2002 Messaggi: 19693 Da: albenga (SV)
| Inviato: 13-04-2006 12:59 |
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quote: In data 2006-04-13 11:42, Granvia scrive:
1)- A cosa serve la buca che costruiscono nel magazzino? Noi s'è pensato servisse a farlo pisciare.. (perdonatemi il francesismo..)
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Ma come a cosa serve la buca???
Se intendi il piccolo spazio costruito nel magazzino è semplicemente il nascondiglio.
Almeno... non ho notato altre buche.
_________________ Perchè sentiamo la necessita' di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio?E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale,quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace. |
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bunch311
Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 13-04-2006 13:04 |
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si gli serve per pisciare e defecare
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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cabal22
Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 13-04-2006 16:49 |
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Fanno una connessione alla fognatura nel pavimento. Probabilmente però mettono anche un bocchettone d'areazione per evitare che rimanga proprio senz'aria. |
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Granvia
Reg.: 24 Nov 2002 Messaggi: 203 Da: Salamanca Spagna (es)
| Inviato: 13-04-2006 17:01 |
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quote: In data 2006-04-13 12:59, Lollina scrive:
Almeno... non ho notato altre buche.
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AHIAHIAHI!!! Più attenzione!! Più attenzione! .
_________________
Cià,Dav.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Granvia il 13-04-2006 alle 17:02 ] |
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Lollina ex "lolly19"
Reg.: 11 Gen 2002 Messaggi: 19693 Da: albenga (SV)
| Inviato: 13-04-2006 17:28 |
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quote: In data 2006-04-13 17:01, Granvia scrive:
quote: In data 2006-04-13 12:59, Lollina scrive:
Almeno... non ho notato altre buche.
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AHIAHIAHI!!! Più attenzione!! Più attenzione! .
_________________
Cià,Dav.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Granvia il 13-04-2006 alle 17:02 ]
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Ho capito solo ora di quale buca parlava .
E' quella dove si vedevano dei condotti e dei tubi giusto?
_________________ Perchè sentiamo la necessita' di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio?E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale,quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace. |
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cabal22
Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 14-04-2006 12:20 |
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Spike Lee si cimenta col "genere". Lo aveva già fatto con "S.O.S. - Summer of Sam" e in un altro paio d’occasioni e qui ci "ricasca". "Inside Man" è un thriller/noir che ha come ambientazione una rapina in banca e che chiama apertamente in causa "Un Pomeriggio di un Giorno da Cani".
Nella miglior tradizione di Lee il tutto è inserito, già come in "S.O.S. - Summer of Sam" (anche se in maniera decisamente meno marcata -a proposito: VOTO , all’interno di un contesto molto più ampio, quello della multiforme e mutante umanità frenetica e multietnica di New York, la grande mela (marcia?) d’America.
Al di là dei giudizi spikiani sulla città in cui è nato e cresciuto (che possono essere più o meno benevoli a seconda del film del bravissimo regista che si vuole prendere in considerazione), in "Inside Man" sono la multiculturalità e la diffidenza reciproca che allontanano l’uomo dall’uomo, fino a rendere quasi palese il concetto che l’umanità è davvero la peggior nemesi di se stessa ("homo homini lupus" per rievocare, in un attimo di onanismo culturale, Hobbes), che hanno il coltello dalla parte del manico o, rimanendo in tema, la pistola dalla parte del calcio. Quasi in un’ideale prosecuzione newyorkese del losangelino "Crash - Contatto Fisico" vincitore (secondo me a grandissimo merito) dell’Oscar come miglior film della passata stagione.
SPOILER
Clive Owen e altri tre complici si travestono da imbianchini e, mascherati con anonime tute bianche che li rendono indistinguibili l’uno dall’altro, entrano in una banca di New York. Dopo aver sequestrato tutte le persone all’interno e avergli fatto indossare costumi identici ai loro, sembra che facciano di tutto per essere accerchiati dalla polizia e perchè il sequestro duri il più a lungo possibile. In realtà non sono i soldi custoditi all’interno del cavot della banca a interessargli, bensì un’unica cassetta di sicurezza piena di diamanti e contenente un documento che svelerebbe il passato nazista del fondatore dell banca stessa. Mentre un Denzel Washington secondo me un pò troppo sopra le righe interpreta il detective incaricato del caso e Willem Dafoe è il suo doppio/antitesi all’interno della Polizia, Jodie Foster, in una (per lei) inusuale "marchetta", fa la parte di un intermediario
che salvaguarda gli interessi del padrone della banca (Christopher Plummer). Personaggio che secondo me non le dà certo la possibilità di esprimersi al meglio, limitandola a tutta una serie di battute dal dubbio sarcasmo che incatenano la Foster a una mediocrità attoriale che davvero le sta stretta.
FINE SPOILER
"Inside Man", ovvero "l’uomo all’interno": se di una prigione, di una banca o di una città -NY- è tutto da decifrare; ma si potrebbe anche leggere come "l’infiltrato", e a questo punto l’"iside man" sarebbe non Owen ma Washington. Un uomo di colore in mezzo a "cose da bianchi" (White è ,fra l’altro, il cognome della Foster in questo film) che si atteggia a nero (è fracassone e sboccato come pochi) "facendo finta" di essere bianco. Perdonate le acrobazie di cui sopra, ma il personaggio di Washington mi è sembrato stavolta molto difficile da catalogare. Così come difficile da catalogare è il film stesso.
Un thriller molto statico. Un noir senza il morto. Una rapina senza nè rapinatori (la fanno tutti franca), nè morti, nè bottino (sembra che non rubino niente). A questo punto rimane una categoria in cui poter collocare "Inside Man": il Western: Washington come un novello sceriffo di colore che fa suo l’ingratissimo compito di sistemare alla meglio le cose e, per quanto possibile, rimettere pace nel caos interraziale di un villaggio di frontiera che si chiama New York.
Sullo sfondo della storia (ma, dato il regista, potrebbe anche essere in primo piano e la vicenda narrata potrebbe essere solo un diversivo per "distrarci") una New York ancora visibilmente scossa dall’11 Settembre: in una scena ambientata nei pressi dell’imbarcadero per la Statua della Libertà, il regista che riprende un dialogo fra la Foster e Plummer, indulge quasi senza che ce ne accorgiamo in direzione di Ground Zero, che appare in mezzo ai due in alternanza con il simbolo dell’immigrazione più famoso al mondo. Ma in effetti non c’è niente di cui rimanere stupiti per uno spazio vuoto.
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 14-04-2006 13:04 |
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quote: In data 2006-04-14 12:20, cabal22 scrive:
Spike Lee si cimenta col "genere". Lo aveva già fatto con "S.O.S. - Summer of Sam" e in un altro paio d’occasioni e qui ci "ricasca". "Inside Man" è un thriller/noir che ha come ambientazione una rapina in banca e che chiama apertamente in causa "Un Pomeriggio di un Giorno da Cani".
Nella miglior tradizione di Lee il tutto è inserito, già come in "S.O.S. - Summer of Sam" (anche se in maniera decisamente meno marcata -a proposito: VOTO , all’interno di un contesto molto più ampio, quello della multiforme e mutante umanità frenetica e multietnica di New York, la grande mela (marcia?) d’America.
Al di là dei giudizi spikiani sulla città in cui è nato e cresciuto (che possono essere più o meno benevoli a seconda del film del bravissimo regista che si vuole prendere in considerazione), in "Inside Man" sono la multiculturalità e la diffidenza reciproca che allontanano l’uomo dall’uomo, fino a rendere quasi palese il concetto che l’umanità è davvero la peggior nemesi di se stessa ("homo homini lupus" per rievocare, in un attimo di onanismo culturale, Hobbes), che hanno il coltello dalla parte del manico o, rimanendo in tema, la pistola dalla parte del calcio. Quasi in un’ideale prosecuzione newyorkese del losangelino "Crash - Contatto Fisico" vincitore (secondo me a grandissimo merito) dell’Oscar come miglior film della passata stagione.
SPOILER
Clive Owen e altri tre complici si travestono da imbianchini e, mascherati con anonime tute bianche che li rendono indistinguibili l’uno dall’altro, entrano in una banca di New York. Dopo aver sequestrato tutte le persone all’interno e avergli fatto indossare costumi identici ai loro, sembra che facciano di tutto per essere accerchiati dalla polizia e perchè il sequestro duri il più a lungo possibile. In realtà non sono i soldi custoditi all’interno del cavot della banca a interessargli, bensì un’unica cassetta di sicurezza piena di diamanti e contenente un documento che svelerebbe il passato nazista del fondatore dell banca stessa. Mentre un Denzel Washington secondo me un pò troppo sopra le righe interpreta il detective incaricato del caso e Willem Dafoe è il suo doppio/antitesi all’interno della Polizia, Jodie Foster, in una (per lei) inusuale "marchetta", fa la parte di un intermediario
che salvaguarda gli interessi del padrone della banca (Christopher Plummer). Personaggio che secondo me non le dà certo la possibilità di esprimersi al meglio, limitandola a tutta una serie di battute dal dubbio sarcasmo che incatenano la Foster a una mediocrità attoriale che davvero le sta stretta.
FINE SPOILER
"Inside Man", ovvero "l’uomo all’interno": se di una prigione, di una banca o di una città -NY- è tutto da decifrare; ma si potrebbe anche leggere come "l’infiltrato", e a questo punto l’"iside man" sarebbe non Owen ma Washington. Un uomo di colore in mezzo a "cose da bianchi" (White è ,fra l’altro, il cognome della Foster in questo film) che si atteggia a nero (è fracassone e sboccato come pochi) "facendo finta" di essere bianco. Perdonate le acrobazie di cui sopra, ma il personaggio di Washington mi è sembrato stavolta molto difficile da catalogare. Così come difficile da catalogare è il film stesso.
Un thriller molto statico. Un noir senza il morto. Una rapina senza nè rapinatori (la fanno tutti franca), nè morti, nè bottino (sembra che non rubino niente). A questo punto rimane una categoria in cui poter collocare "Inside Man": il Western: Washington come un novello sceriffo di colore che fa suo l’ingratissimo compito di sistemare alla meglio le cose e, per quanto possibile, rimettere pace nel caos interraziale di un villaggio di frontiera che si chiama New York.
Sullo sfondo della storia (ma, dato il regista, potrebbe anche essere in primo piano e la vicenda narrata potrebbe essere solo un diversivo per "distrarci") una New York ancora visibilmente scossa dall’11 Settembre: in una scena ambientata nei pressi dell’imbarcadero per la Statua della Libertà, il regista che riprende un dialogo fra la Foster e Plummer, indulge quasi senza che ce ne accorgiamo in direzione di Ground Zero, che appare in mezzo ai due in alternanza con il simbolo dell’immigrazione più famoso al mondo. Ma in effetti non c’è niente di cui rimanere stupiti per uno spazio vuoto.
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mi picciono alcune tue considerazioni come sull'"inside man" che può essere identificato nella figura di Washington e la presenza latente del post 11/9 (c'è anche la scena coll'arabo scambiato per sequestratore). Non vedo però in questo grosse analogie con SOS che non mi sembra affatto un film di genere (tant'è che non c'è neanche un vero finale del thriller). Il White comunque è il cognome della Foster ed a lei si riferiscono possibili parallelismo (biacchi presuntuosi, bianchi-nazisti,bianchi-più sporchi degli altri), non a Washington che va invece inquadrato nell'omnipresente tematica di Spike Lee ovvero il fare la cosa giusta (che allegato alla diversità delle razze, era il tema portante di Bambloozed).
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A prescindere da tutto, in quesdto film mi è sembrato di cogliere un intento quasi polemico di Lee verso Hollywood (vi ricordate quando gli levarono il progetto di Alì perchè considerato troppo politico e non adatto ad un blockbuster?) del genere:
"Guardate come, se solo voglio, vi faccio un film alla Michael Mann".
Certo Mann su questo genere è inavvicinabile, ma Lee se la cava comunque egregiamente.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Hawke84
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 5586 Da: Cavarzere (VE)
| Inviato: 14-04-2006 18:46 |
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se tutto va bene sta sera me lo regalo..
_________________ perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.
[anthares] |
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cabal22
Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 14-04-2006 19:12 |
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quote: In data 2006-04-14 13:04, gatsby scrive:
quote: In data 2006-04-14 12:20, cabal22 scrive:
Spike Lee si cimenta col "genere". Lo aveva già fatto con "S.O.S. - Summer of Sam" e in un altro paio d’occasioni e qui ci "ricasca". "Inside Man" è un thriller/noir che ha come ambientazione una rapina in banca e che chiama apertamente in causa "Un Pomeriggio di un Giorno da Cani".
Nella miglior tradizione di Lee il tutto è inserito, già come in "S.O.S. - Summer of Sam" (anche se in maniera decisamente meno marcata -a proposito: VOTO , all’interno di un contesto molto più ampio, quello della multiforme e mutante umanità frenetica e multietnica di New York, la grande mela (marcia?) d’America.
Al di là dei giudizi spikiani sulla città in cui è nato e cresciuto (che possono essere più o meno benevoli a seconda del film del bravissimo regista che si vuole prendere in considerazione), in "Inside Man" sono la multiculturalità e la diffidenza reciproca che allontanano l’uomo dall’uomo, fino a rendere quasi palese il concetto che l’umanità è davvero la peggior nemesi di se stessa ("homo homini lupus" per rievocare, in un attimo di onanismo culturale, Hobbes), che hanno il coltello dalla parte del manico o, rimanendo in tema, la pistola dalla parte del calcio. Quasi in un’ideale prosecuzione newyorkese del losangelino "Crash - Contatto Fisico" vincitore (secondo me a grandissimo merito) dell’Oscar come miglior film della passata stagione.
SPOILER
Clive Owen e altri tre complici si travestono da imbianchini e, mascherati con anonime tute bianche che li rendono indistinguibili l’uno dall’altro, entrano in una banca di New York. Dopo aver sequestrato tutte le persone all’interno e avergli fatto indossare costumi identici ai loro, sembra che facciano di tutto per essere accerchiati dalla polizia e perchè il sequestro duri il più a lungo possibile. In realtà non sono i soldi custoditi all’interno del cavot della banca a interessargli, bensì un’unica cassetta di sicurezza piena di diamanti e contenente un documento che svelerebbe il passato nazista del fondatore dell banca stessa. Mentre un Denzel Washington secondo me un pò troppo sopra le righe interpreta il detective incaricato del caso e Willem Dafoe è il suo doppio/antitesi all’interno della Polizia, Jodie Foster, in una (per lei) inusuale "marchetta", fa la parte di un intermediario
che salvaguarda gli interessi del padrone della banca (Christopher Plummer). Personaggio che secondo me non le dà certo la possibilità di esprimersi al meglio, limitandola a tutta una serie di battute dal dubbio sarcasmo che incatenano la Foster a una mediocrità attoriale che davvero le sta stretta.
FINE SPOILER
"Inside Man", ovvero "l’uomo all’interno": se di una prigione, di una banca o di una città -NY- è tutto da decifrare; ma si potrebbe anche leggere come "l’infiltrato", e a questo punto l’"iside man" sarebbe non Owen ma Washington. Un uomo di colore in mezzo a "cose da bianchi" (White è ,fra l’altro, il cognome della Foster in questo film) che si atteggia a nero (è fracassone e sboccato come pochi) "facendo finta" di essere bianco. Perdonate le acrobazie di cui sopra, ma il personaggio di Washington mi è sembrato stavolta molto difficile da catalogare. Così come difficile da catalogare è il film stesso.
Un thriller molto statico. Un noir senza il morto. Una rapina senza nè rapinatori (la fanno tutti franca), nè morti, nè bottino (sembra che non rubino niente). A questo punto rimane una categoria in cui poter collocare "Inside Man": il Western: Washington come un novello sceriffo di colore che fa suo l’ingratissimo compito di sistemare alla meglio le cose e, per quanto possibile, rimettere pace nel caos interraziale di un villaggio di frontiera che si chiama New York.
Sullo sfondo della storia (ma, dato il regista, potrebbe anche essere in primo piano e la vicenda narrata potrebbe essere solo un diversivo per "distrarci") una New York ancora visibilmente scossa dall’11 Settembre: in una scena ambientata nei pressi dell’imbarcadero per la Statua della Libertà, il regista che riprende un dialogo fra la Foster e Plummer, indulge quasi senza che ce ne accorgiamo in direzione di Ground Zero, che appare in mezzo ai due in alternanza con il simbolo dell’immigrazione più famoso al mondo. Ma in effetti non c’è niente di cui rimanere stupiti per uno spazio vuoto.
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mi picciono alcune tue considerazioni come sull'"inside man" che può essere identificato nella figura di Washington e la presenza latente del post 11/9 (c'è anche la scena coll'arabo scambiato per sequestratore). Non vedo però in questo grosse analogie con SOS che non mi sembra affatto un film di genere (tant'è che non c'è neanche un vero finale del thriller). Il White comunque è il cognome della Foster ed a lei si riferiscono possibili parallelismo (biacchi presuntuosi, bianchi-nazisti,bianchi-più sporchi degli altri), non a Washington che va invece inquadrato nell'omnipresente tematica di Spike Lee ovvero il fare la cosa giusta (che allegato alla diversità delle razze, era il tema portante di Bambloozed).
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A prescindere da tutto, in quesdto film mi è sembrato di cogliere un intento quasi polemico di Lee verso Hollywood (vi ricordate quando gli levarono il progetto di Alì perchè considerato troppo politico e non adatto ad un blockbuster?) del genere:
"Guardate come, se solo voglio, vi faccio un film alla Michael Mann".
Certo Mann su questo genere è inavvicinabile, ma Lee se la cava comunque egregiamente.
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Forse non hai tutti i torti. Comunque a me sembra che sia quella del serial killer la storia portante. La ricerca di Sam è il vero filo conduttore (il film si apre e si chiude con la sua vicenda, mi pare), le cui "gesta" servono a presentare la vita newyorkese di quegli anni, fatta di disco-nights in cui si ballano le canzoni "cult" di quegli anni e mafiosi italoamericani che rappresentano gli ultimi strascichi dello strapotere della mafia di casa nostra a Ny (poi sostituita da svariati cartelli di varie etnie: vedi King of New York di Ferrara per es.), fra omosessualità e neo-punk (Adrien Brody emulo di Johnny Rotten e la faccenda del CBGB's). Certo la storia Leguizamo/Sorvino è fondamentale per il film (PS: a me ricorda tanto Eyes Wide Shut), ma ripeto: il filo conduttore mi sembra Sam.
Non volevo certo dire che Washington è un nero che "gioca" a fare il bianco o che cerca in qualche modo di essere assimilato alla cultura dei bianchi. Come dici te è uno che "cerca di fare la cosa giusta" I bioanchi in questo film non mi sembrano poi nemmeno visti tutti così male: certo c'è la Foster e Plummer, ma ci sono anche Dafoe e (ad es.) il primo poliziotto che accorre alla banca.
Io non farei di tutta l'erba un fascio e non direi proprio che per Lee i bianchi sono tutti corrotti o figli di buona donna: i personaggi positivi bianchi li ha presentati anche lui, anche in questo film.
Concordo su Mann: Heat è un classico del genere ed è un film fantastico. Se poi aggiungiamo che è il film in cui Pacino e De Niro si incontrano per la prima volta... basta, ho detto tutto. |
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