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Autore Terroristi a senso unico
KARLMARX87


Reg.: 12 Apr 2005
Messaggi: 313
Da: SIENA (SI)
Inviato: 20-08-2005 15:01  
quote:
In data 2005-07-27 00:04, Futurist scrive:
Non hai risposto alla domanda... come ha fatto Bush a costruire il suo elettorato?
Tu parli di verità nascoste... come si nasconde la verità? Blix ha parlato ed è stato ascoltato; ha detto la sua verità e altri hanno detto la loro.

E' così impossibile ammettere che negli USA c'è un dibattito democratico e che è Bush quello che convince più di tutti.

E ripeto, nell'Iraq di Saddam non c'era un dibattito democratico, o definisci democratico un'elezione in cui l'unico candidato prende il 100% dei voti con il 100% dei votanti. Non c'era neppure la possibilità di eleggere i sindaci di paese.
Quindi un paragone tra democrazia in USA e Iraq, ripeto, è un'eresia.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Futurist il 27-07-2005 alle 00:05 ]


PREMESSO CHE è relativamente facile costruire un consenso destroide in uno stato in cui l'individualismo, il patriottismo, il superomosmo impera volevo aggiungere che l'opinione pubblica, dopo la pagliacciata dell'11/9/2001 è divenuta negli states un qualcosa di inopinabilmente nevrotico. mi spiego: tutto ciò che può rappresentare una vendetta verso il mondo che è loro ostile deve essere fatto. e così si fanno guerre in afghanistan iraq e poi chissà dove. si scaricano un po' di scorie radioattive, si da giro all'industria della guerra, si fa aumentare il prezzo del petrolio di cui gli states sono tra i principali produttori e ladri del mondo e l'economia va a gonfie vele. questo lo sanno gli americani intelligenti, quelli che hanno votato bush invece sanno solo che se non si uccide il nemico gli arabi verranno alla conquista della terra della libertà, come una volta si paventava facessero i sovietici.così va il mondo. l'elettorato ha bisogno di quattro cazzate e queste basteranno ad annebbiarli la mente. l'elettorato è costituito in massima parte da pecorelle smarrite disposte a seguire il lupo fin dentro alla tana dietro alla promessa di prosperità e sicurezza.
_________________
Povero mondo che non conosci la matematica e i sapori della vera musica per perderti nelle vanità delle parole senza senso impegnate nella retorica del passato.
(Enrico Bombieri, medaglia Field per la matematica)

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KARLMARX87


Reg.: 12 Apr 2005
Messaggi: 313
Da: SIENA (SI)
Inviato: 20-08-2005 15:07  
quote:
In data 2005-07-29 17:24, clagle01 scrive:
qui si chiacchera.........e si chiacchera.......roosvelt, mussolini, gli usa...........Quilty ma perchè non ti arruoli alle scuole che ci sono nell'hinterland per i kamikaze....!??????
Non vanno giustificati.....e basta!!!!!!potranno sbagliare gli usa e tutto l'occidente....ma qui si parla di fanatici vigliacchi assassini che andrebbero messi al rogo.......e non mi dite che non sono tutti così....perchè l'operaio che lavora da mio padre marocchino, bravo finchè vuoi ma se gli dici qualcosa lui dà ragione e per Allah si farebbe scoppiare.....cazzo!



ma bravo...complimenti. peccato idiota che loro non si fanno scoppiare per divertimento ma perché giù mangiano la merda che tirano gli americani e quei bastardi di inglesi e italiani che li seguono in questa guerra d'occupazione. vivono nell'ignoranza perché gli occidentali non si preoccupano di insegnare loro a scrivere, a ragionare ma a fargli guerra. e poi dopo si incazzano, giustamente con noi. questo non significa giustificare nessuno, significa dire che siamo noi occidentali di merda a fomentare la loro ignoranza e il loro odio verso chi li vuole schiavizzare. cazzo ma pensaci!

_________________
Povero mondo che non conosci la matematica e i sapori della vera musica per perderti nelle vanità delle parole senza senso impegnate nella retorica del passato.
(Enrico Bombieri, medaglia Field per la matematica)

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 20-08-2005 15:20  
alla faccia della pagliacciata

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 22-08-2005 12:59  
quote:
In data 2005-08-20 13:38, Quilty scrive:
Ti ringrazio per il tuo sforzo di mettermi in bocca i tuoi concetti, ma i rapporti sull'embrargo li ha stilati anche l'Unicef

http://www.unicef.it/iraq.htm

Per citare il rapporto del 1998,

Increase of approximately 90,000 deaths yearly due to the sanctions (more than 250 people die every day).


Per quanto riguarda il resto io sono favorevole a un libero mercato, che non assume il significato corrente e credo che tu sia l'unica persona capace di sostenere che le sanzioni economiche rafforzano le imprese del paese che le subisce.Secondo il tuo ragionamento infatti le opzioni previste sono due, su come trattare i paesi più poveri: o sfruttare le loro risorse, o porre l'embargo.
Manca la terza opzione che naturalmente è quella che ha permesso alle attuali potenze economiche di diventare tali, dopo decenni di protezionismo e di politica industriale a sostegno delle proprie imprese.
Ma un simile privilegio non può essere concesso ad altri. Gli altri devono spalancare i loro mercati e lasciare che l'agricoltura statunitense sovvenzionata dal governo Usa sia competitiva con le imprese irachene; oppure c'è sempre l'embargo.



Ma vedi, se i contadini della nazione delle Maldive non riescono a competere nella produzione dei cereali con gli USA basta che i saggi imprenditori delle Maldive invece che investire nella produzione agricola investano in altri settori dove sono più competitivi come il turismo balneare.
Questo è solo un esempio ma può essere generalizzato a tutto il mercato globale. Dopotutto perchè una nazione dovrebbe insistere nel produrre qualcosa ad un prezzo superiore a quello in cui gli altri lo vendono?
L'umanità non dovrebbe essere divisa da confini entro i quali egoisticamente ogni stato mira a raggiungere l'autosufficienza, tattica che inevitabilmente porta le nazioni alla guerra per la necessità di impadronirsi di risorse strategiche che invece dovrebbero essere a disposizione di tutti. La politica economica dovrebbe essere gestita a livello locale ma seguendo logiche mondiali e non solamente nazionali.
I mercati economici liberi uniscono i popoli e le razze molto più di quanto non riesca a fare la religione, la filosofia, la scienza o qualunque altro artificio intellettualoide.
La CEE c'è lo ha dimostrato, i popoli d'europa nemici da sempre convivono per la prima volta in pace fra loro ed un giorno tutti i popoli del pianeta vivranno in pace accomunati dalla medesima logica neoliberale.


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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 22-08-2005 13:29  


[ Questo messaggio è stato modificato da: Futurist il 22-08-2005 alle 13:34 ]

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 22-08-2005 13:33  
quote:
In data 2005-08-22 13:29, Futurist scrive:
Per rispondere a karlMarx87 (ma quanti anni hai?) mi riallaccio a quello che ho detto prima.
Le trenta potenze economiche dell'Organisation for Economic Co-operation and Development meglio nota come OCSE non temono affatto un invasione islamica, figuriamoci. Temono invece che il sistema economico globale che stanno costruendo venga sabotato dai terroristi, questo sì. Ed i terroristi mirano proprio a questo... lo stesso Bin Laden lo dice e nei suoi discorsi non manca mai di menzionare come il mercato globale abbia corrotto i popoli celesti d'arabia con la nefandezza del consumismo e delle vacanze al mare, distogliendo gli arabi dall'islam delle origini, quello duro e puro descritto dal Corano.

I terroristi sono come la mafia, meritano solo di essere distrutti. E come i poliziotti del governo mettono a repentaglio la vita per distruggere il crimine nazionale i soldati dell'ONU (come gli Italiani a nassyria) hanno il dovere di distruggere il crimine internazionale.


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-08-2005 17:23  


Ma vedi, se i contadini della nazione delle Maldive non riescono a competere nella produzione dei cereali con gli USA basta che i saggi imprenditori delle Maldive invece che investire nella produzione agricola investano in altri settori dove sono più competitivi come il turismo balneare.
Questo è solo un esempio ma può essere generalizzato a tutto il mercato globale. Dopotutto perchè una nazione dovrebbe insistere nel produrre qualcosa ad un prezzo superiore a quello in cui gli altri lo vendono?
L'umanità non dovrebbe essere divisa da confini entro i quali egoisticamente ogni stato mira a raggiungere l'autosufficienza, tattica che inevitabilmente porta le nazioni alla guerra per la necessità di impadronirsi di risorse strategiche che invece dovrebbero essere a disposizione di tutti. La politica economica dovrebbe essere gestita a livello locale ma seguendo logiche mondiali e non solamente nazionali.
I mercati economici liberi uniscono i popoli e le razze molto più di quanto non riesca a fare la religione, la filosofia, la scienza o qualunque altro artificio intellettualoide.
La CEE c'è lo ha dimostrato, i popoli d'europa nemici da sempre convivono per la prima volta in pace fra loro ed un giorno tutti i popoli del pianeta vivranno in pace accomunati dalla medesima logica neoliberale.


[/quote]

I popoli d'europa convivono in pace per un unico motivo: la prossima guerra tra di loro sarebbe l'ultima.
Del resto l'espressione "mercati economici liberi" è pura propaganda dato il pesante intervento statale che regola tutti gli scambi e gli unici settori competitivi sono quelli sovvenzionati dallo stato.
E' proprio per questo che il Giappone è leader nella tecnologia high tech , dopo decenni di protezionismo e di politica industriale le sue imprese possono finalmente competere con il resto del mondo.
Lo stesso si può dire per il settore agricolo Usa.
I mercati liberi sono invocati unicamente quando la strada è in discesa per te e in salita per gli altri: allora i poveracci devono aprire le porte alle nostre industrie.
In caso contrario, quando il tuo mercato tessile non riesce a competere, ecco che arrivano i dazi. Parlare di libero mercato fa solo ridere ed è un'altra clamorosa ipocrisia che solo un fanatico neoliberista potrebbe portare avanti.
Sono concetti puramente ideologici che non hanno alcun riscontro con la realtà.

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 22-08-2005 19:39  
quote:
In data 2005-08-22 17:23, Quilty scrive:
Del resto l'espressione "mercati economici liberi" è pura propaganda dato il pesante intervento statale che regola tutti gli scambi e gli unici settori competitivi sono quelli sovvenzionati dallo stato.
E' proprio per questo che il Giappone è leader nella tecnologia high tech , dopo decenni di protezionismo e di politica industriale le sue imprese possono finalmente competere con il resto del mondo.
Lo stesso si può dire per il settore agricolo Usa.



Ma io infatti ho aggiunto l'aggettivo "libero" proprio per indicare un tipo di mercato diverso da quello attuale globale che invece è statalizzato. Il mercato libero non esiste... è un'utopia. Però esistono mercati più liberi di altri e questo è un fatto.
Il Giappone industriale (quello degli ultimi 150 anni), ha tenuto il mercato chiuso solo durante la seconda guerra mondiale ed infatti in quel periodo il Giappone non si è certo arricchito. Il successo dell'industria avanzata del Giappone invece c'è stato solo perchè chiunque comandi l'economia in giappone ha investito nel settore giusto, scelta avvenuta comunque nel dopoguerra liberale.
L'URSS d'altro canto ha tenuto il mercato chiuso per '70 anni periodo in cui il regime comunista ha rafforzato le aziende interne in tutti i settori e sta qui lo sbaglio. Dico solo che i sovietici per raggiungere le quote di produzione agricola hanno costruito piantagioni di cereali in siberia a costi di produzione paradossali, quando sarebbe stato molto più economico comprare i cereali da terzi. Non mi stupisco affatto che gran parte del sistema produttivo Russo sia crollato con l'ingresso nel mercato globale. Eppure sentendo il tuo ragionamento dopo tanto protezionismo le industrie Russe avrebbero dovuto essere fortissime, ed invece...

Certo, esiste il rovescio della medaglia... magari in questo mondo può esistere una nazione che ha tutto da importare e nulla da esportare perchè carante in tutti i settori e priva di risorse naturali ed agricole e magari pure di risora umana. Questa inutile nazione si troverebbe certo male in un mercato libero globale, ma allora si verificherebbe (come sempre accade nella storia) una migrazione che ristabilirebbe il giusto equilibrio tra abitanti e produzione economica possibile... impedire tal processo significherebbe dividere per l'eternità il mondo in nazioni più ricche e più povere.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 14-09-2005 16:53  
Ma che bella favola.
A questo punto devo dedurre che i brasiliani o gli abitanti del Congo , due delle zone più ricche del pianeta, non lo siano alla pari delle più grandi potenze economiche perche sono state sfruttate ed è stato impedito loro di svilupparsi , ma semplicemente perchè sono più stupidi.
Ed in effetti questa è l'unica conclusione che si può trarre seguendo un simile ragionamento.

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 16-09-2005 11:34  
"Tenetevi forte. Il deputato di Londra, ma con base elettorale a Tikrit, ovvero George-oil-for-food-Galloway, ha iniziato un tour americano per presentare il suo nuovo libro, “Mr. Galloway goes to Washington”, e per accusare George W. Bush di aver speso soldi in Iraq invece che per aiutare i poveri di New Orleans. Ma la notizia è un’altra: Galloway sarà accompagnato da Hanoi Jane, ovvero la donna più disprezzata d’America, la radical chic che prima disgustò i suoi concittadini sostenendo i Vietcong e poi li bombardò con le lezioni di aerobica in videocassetta. Fresca di divertente quanto imbarazzante autobiografia e di noioso ritorno cinematografico, Jane Fonda ha ritrovato la passione civile di un tempo, quella che gli analisti considerano una delle cause del dominio repubblicano di questi ultimi 37 anni. I democratici sentono già i brividi correre lungo la schiena, ma non è finita qui: il ticket Galloway-Fonda girerà l’America insieme con Eva Ensler, la scrittrice femminista autrice dei “Monologhi della vagina”. E a Los Angeles questo trio delle meraviglie, tendenza Tafazzi, si arricchirà della presenza di un altro personaggio che ogni volta che apre bocca regala valanghe di voti ai repubblicani, cioè Sean Penn.
Si comincia il 18 settembre in Wisconsin. Jane Fonda parlerà 20 minuti, poi una bella ora piena di Galloway. Biglietto d’ingresso a 20 dollari. E’ difficile sintentizzare il pensiero e le azioni del deputato cacciato da Tony Blair, ma eletto trionfalmente nel collegio più musulmano di Londra. Il suo nome è negli elenchi iracheni, nei rapporti della Cia e nelle relazioni della Commissione indipendente Onu di Paul Volcker quale assegnatario di 10 milioni di dollari creati dal regime di Saddam nelle pieghe dell’Oil for food. Galloway nega e sostiene che i documenti e le testimonianze che inchiodano lui e il suo amico e socio giordano siano un complotto della destra americana. Eppure Christopher Hitchens è uno di sinistra, trotskysta, accusatore di Madre Teresa di Calcutta e ossessionato dalle malefatte di Henry Kissinger.
Ieri sera, alle 7 ora americana, i due si sono incontrati, forse è meglio dire scontrati, alla Mason Hall del Baruch College di New York. Hitchens ha anticipato sulla rivista Slate la sua requistoria contro il “raccapricciante” Galloway, definito anche “disgustoso” e “pericoloso”. Galloway, per dirne una, era contrario all’intervento americano in Afghanistan del 2001, ma favorevole a quello sovietico del 1980. Nella sua autobiografia ha scritto che la fine dell’Unione Sovietica “è stata la più grande catastrofe della mia vita”. Ma se un tempo Galloway sosteneva solo la dittatura comunista, alla caduta del Muro ha allargato il raggio d’azione fino a flirtare con fascismo, jihadismo e quant’altro: “Il Kuwait è chiaramente parte dell’Iraq ed è stato rubato alla madrepatria dalla Perfida Albione”, ha detto mussolinianamente. Gli sciiti massacrati da Saddam nel 1991, secondo Galloway, erano “una quinta colonna” che agiva “nell’interesse del nemico”, mentre i curdi finalmente protetti dalla no-fly zone dell’Onu li avrebbe fatti tornare sotto le grinfie del regime che li torturava e gasava. Nel 1994, innanzi a Saddam, Galloway disse: “Saluto il suo coraggio, la sua forza, la sua infaticabilità. Voglio che lei sappia che noi siamo con lei fino alla vittoria, fino a Gerusalemme”. Di recente, il 31 luglio 2005, a Damasco ha detto che “la Siria è fortunata ad avere Assad come suo presidente”, proprio mentre l’Onu accusava il dittatore di aver fatto assassinare il premier libanese. Lo stesso giorno, in diretta tv, ha detto al mondo arabo che “due delle vostre figlie più belle, Gerusalemme e Baghdad, sono in mano straniera”, “stuprate” anche “con l’aiuto di quegli arabi che collaborano col nemico”. E’ la stessa analisi di Zarqawi, le cui stragi (“145 al giorno”) Galloway ha lodato con passione sincera su al Jazeera, senza spendere una parola per bambini, donne, lavoratori, poliziotti, passanti, giornalisti, crocerossini, funzionari Onu e diplomatici arabi massacrati a sangue freddo dai “resistenti” che secondo lui “stanno difendendo tutti gli arabi e tutti i popoli del mondo dall’egemonia americana”.
Gli va dato atto, almeno, di aver riconosciuto che le politiche saddamite erano simili a quelle di Stalin e di Mao. Solo che per Galloway era un complimento".

Christian Rocca
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Io sono tutti.

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 19-09-2005 22:59  
quote:
In data 2005-09-14 16:53, Quilty scrive:
Ma che bella favola.
A questo punto devo dedurre che i brasiliani o gli abitanti del Congo , due delle zone più ricche del pianeta, non lo siano alla pari delle più grandi potenze economiche perche sono state sfruttate ed è stato impedito loro di svilupparsi , ma semplicemente perchè sono più stupidi.
Ed in effetti questa è l'unica conclusione che si può trarre seguendo un simile ragionamento.



Non sono più stupidi, sono più ignoranti.

E' una cosa oggettiva che nel mondo esistono culture diverse che si rapportano in modo diverso alla realtà economica.
Parlando di africa devi riconoscere che là esistono culture estremamente primitive. La classe borghese africana è in stato nemmeno embrionale, per non parlare di quella politico-amministrativa, che praticamente non esiste. La gran massa degli africani poi è messa ancora peggio, formata da individui usciti fuori da villaggi tribali, con mentalità grettissime, analfabeti, che non capiscono nemmeno il concetto di "valuta" o di "probabilità"; praticamente se paragonato ad un lavoratore africano un metalmeccanico FIAT apparirebbe come un mostro di conoscienza e professionalità, una sorta di semidio... quindi è giusto che guadagni molto di più.
Discorsi simili valgono per il Brasile o per la stessa Italia dopotutto. Se un operaio in Italia è più sfruttato che in UK è anche colpa del sistema culturale italiano che si rapporta in modo meno intelligente all'economia.

Teoricamente civiltà come quella del citato Congo, oggi come oggi, è impossibile che possano mettere su un sistema economico autosufficiente che consenta una qualità della vita pari a quella dell'italia per esempio. Una chiusura dei mercati poi rallenterebbe comunque un possibile sviluppo, allontanando fondi internazionali che nel bene o nel male in quella nazione avrebbero portato più ricchezza, o no?

Ma alla fine il tutto si riduce alla risorsa umana... se una nazione africana ha un 80% di analfabeti e solo mille persone l'anno si laureano e solo 100 di queste in ingegneria... ma come potrà pretendere una tale nazione di mettere in piedi un apparato industriale-produttivo che gli consenta di estrarsi autonomamente le risorse e poi magari lavorarle anche... è ridicolo.
Non serve a nulla possedere un territorio ricco di diamanti se nessuno sa come cavarli, se non scavando cunicoli strettissimi a mano (come nell'antica Roma), per infilarci dentro i bambini (metodo che non concede certo il massimo della competitività, se paragonata a quella di un'azienda mineraria occidentale che ti usa trivelle idrauliche autocentinanti e seghe a raggi laser che aumentano la produttività di ogni singolo operaio di centinaia di volte, rendendo giustificato un relativo aumento di stipendio di centinaia di volte; e infatti un lavoratore africano guadagna centinaia di volte meno di uno occidentale, ma è giusto... poi magari tra mille anni sarà l'opposto).

Il concetto è semplice: le nazioni africane si sviluppano lentamente; senza le influenze occidentali, che ivi esportano cultura, conoscienze tecniche, capitali, si svilupperebbero più lentamente.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 19-09-2005 23:34  
che sono sottosvilupati è ovvio, è un dato di fatto

ma la colpa è nostra secondo ridicole teorie
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-09-2005 14:14  


Hai ragione, deve essere un fattore genetico.
Sono più che sicuro che se ci fossero seri studi su questa materia scopriremmo che il cervello di un africano non è programmato geneticamente per il libero mercato.
Infatti in tre secoli di intenso capitalismo , a partire dalla rivoluzione industriale, non sono riusciti a sviluppare un modello di economia competitivo non perchè sono stati colonie di sfruttamento fino a qualche decennio fa ma perchè sono proprio ignoranti.
Sono dei primitivi proprio a livello di capacità creativa.Non hanno il cervello predisposto a pianificare una gestione intelligente delle loro enormi risorse.

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 25-09-2005 22:49  
quote:
In data 2005-09-25 14:14, Quilty scrive:


Hai ragione, deve essere un fattore genetico.
Sono più che sicuro che se ci fossero seri studi su questa materia scopriremmo che il cervello di un africano non è programmato geneticamente per il libero mercato.
Infatti in tre secoli di intenso capitalismo , a partire dalla rivoluzione industriale, non sono riusciti a sviluppare un modello di economia competitivo non perchè sono stati colonie di sfruttamento fino a qualche decennio fa ma perchè sono proprio ignoranti.
Sono dei primitivi proprio a livello di capacità creativa.Non hanno il cervello predisposto a pianificare una gestione intelligente delle loro enormi risorse.



Che cazzata. Cose che non ho mai detto. Io ho fatto riferimento ad un retaggio culturale, non genetico. E che la cultura tribale africana sia inconciliabile con quella del mercato lo puoi gridare ed anche forte.
I geni dei neri sono quelli che sono e rimarranno tali, ma la loro cultura invece può essere cambiata, per loro gran culo, altrimenti gli sarebbe toccato restare nudi a rincorrere faticosamente i conigli nella savana sassosa per l'eternità, peggio dell'inferno.

Ma secondo te appartenere a due culture diverse non fa differenza? Mi sembra un concetto così scontato che mi sento scemo solo a metterlo in dubbio.

Ma insomma. Qualche mese fa vidi un documentario che descriveva l'attività di alcuni operatori della FAO in africa. Facevano vedere un villaggio di neo-agricoltori, ma con una cultura da cacciatori-raccoglitori, nel quale tutti gli anni la FAO doveva riconsegnare i sementi alla comunità, perchè era impossibile far capire a queste persone che se si mangiavano tutto il raccolto poi non gli rimaneva più nulla da riseminare l'anno dopo, non ci arrivavano.
Ovviamente anche se prendessi un bianco e lo allevassi in un bosco lontano dalla civiltà e dall'agricoltura si comporterebbe così. Quello africano non è un problema di razza.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 02-10-2005 15:23  
Addirittura!
Non sono nemmeno capaci di provvedere a un'economia di sussistenza! C'è da stupirsi a pensare a come antiche e gloriose civiltà siano riuscite a sopravvivere fino a quando non sono state spazzate via, raggiungendo un livello di vita e di innovazione tecnologica, come la chiameremmo adesso, assolutamente invidiabili.

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